Donne, cani e migranti

Aperto da Finnegan, 18 Aprile 2018, 04:26:08 AM

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Finnegan

Sentiamo sempre più spesso dire che molte donne italiane trattano i connazionali a pesci in faccia e preferiscono avere relazioni con migranti.
Come ha evidenziato Salar, "nella crisi del rapporto uomo-donna e più in generale, nella desertificazione dei rapporti umani tipica delle società post-industriali, il cane diventa oggetto di investimenti affettivi importanti.
A determinare il suo successo è probabilmente la scarsa voglia di investire comprensione, pazienza e rispetto in un rapporto, basandolo unicamente su un affetto infantile, immaturo, umorale che è più che sufficiente per un rapporto con un cane".
Credo che questo possa dirsi, almeno in parte, per il crescente interesse femminile per i migranti con i quali, data la loro condizione, alle donne è più facile avere le relazioni immature e infantili tipiche del mondo contemporaneo.

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Il sociologo (ed ex PUA) Alain Soral scrisse in un saggio antifemminista che quella delle europee con i migranti è una relazione "classista", cioè non paritaria in cui l'uomo ha un ruolo decisamente subordinato. Così anche Davide Stasi:

https://stalkersaraitu.com/2018/04/16/10-il-minestrone-del-lunedi-mala-tempora-currunt/

The big black bamboo – Era già capitato di doverne parlare in passato, e pare che il trend non si sia interrotto, anzi stia dilagando: attempate e allegre signore [ma anche giovani] si fanno promotrici di una nuova integrazione occidentali-immigrati attraverso il sesso. Si tratta di un fenomeno molto più profondo e diffuso di quanto si creda. Da un lato, questo approccio immaturo votato alla soddisfazione di curiosità inconfessate ("vogliono il negrone come nei porno...", "ma come ti permetti? Io non guardo i porno!", "seeeeeh...") è la cifra caratteristica delle innumerevoli donne che hanno fallito nella loro vita relazionale, e che ora cercano soddisfazione con soggetti più deboli e soprattutto più giovani (anche se ogni tanto qualcosa va storto...). Dall'altro, si tratta di un andazzo diffusissimo soprattutto, so per certo, nei vari centri di accoglienza, dove allegrissime operatrici di quelle coop che prendono fior di soldi dallo Stato per l'assistenza ai migranti, vengono stipendiate e si appropriano appena possibile, forse come premio di produzione, dei vari torroni al cioccolato a portata di mano (e non solo), venendo poi vezzosamente e pubblicamente ringraziate dai baldi giovani d'oltre Mediterraneo con nomignoli teneri e umilianti allo stesso tempo, come "nonna", "mamma" e simili. Insomma si tratta di una prassi sempre più diffusa, a molti livelli, che spiega anche perché il femminazismo contemporaneo sia anche quasi sempre pro-immigrazione e non emetta suono quando qualche reato contro le donne viene commesso da un immigrato. Una recente riprova viene da Padova. I commercianti attorno alla stazione da tempo notano un viavai di MILF, donne dai 45 in su, che come al mercato vanno a scegliersi carne giovane e nera con cui sollazzarsi. In cambio: qualche spicciolo o una spesa al supermercato. In linea di principio non ci trovo nulla di male: nella prostituzione, chi offre servizi, offre del proprio, scegliendo liberamente. E questo, nella mia ottica, vale sia per le donne che per gli uomini. Non a caso il mercato del ragazzo negro attorno alla stazione di Padova pare che attiri anche qualche uomo. Qui però è diverso: lo sfruttamento della prostituzione viene fatto attraverso la fame, prendendo vantaggio da una condizione di estrema debolezza del prostituto, sia per la sua condizione di povertà, sia per la grande concorrenza. Ma soprattutto, cosa che i commercianti attorno alla stazione purtroppo non sono in grado di rilevare, non si sa quante di quelle moralissime signore si impegnino quotidianamente a dare una visione esterna di sé sempre molto dignitosa, frequentando teatri sociali (senza capirci un'acca), mobilitandosi contro la guerra in Siria, impegnandosi nel sociale, mostrandosi lettrici di libri socio-educativi (di cui non capiscono un'acca), recitando da madri modello. Non è dato sapere, inoltre, quante di queste utilizzatrici finali siano separate e mantenute dall'ex marito, e magari attiviste dei movimenti per i diritti delle donne impegnati a urlare ogni giorno quando sono schifosi e perversi gli uomini. Sarebbe davvero interessante saperlo.

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Finnegan

Qui le clienti non vengono multate:

https://velvetnews.it/2018/04/15/sesso-donne-a-caccia-di-immigrati-a-padova-tutta-la-storia/

Padova shock, signore a caccia di immigrati per fare sesso
15 aprile 2018, di Domenico Coviello
Secondo un'inchiesta del quotidiano veneto Il Gazzettino, a Padova esiste un "giro" di "prostituti" di colore particolarmente ricercati dalle donne (ma anche da diversi uomini): si tratta di giovani immigrati, poveri, ai quali facoltose clienti chiedono prestazioni sessuali dando in cambio cibo, pasti caldi o una spesa al supermercato (nella foto in alto una scena del film Verso il Sud, con Charlotte Rampling).

Una Padova a luci rosse piuttosto pesanti è quella descritta sul Gazzettino da Marco Aldighieri nei giorni scorsi (l'articolo è anche online sul sito web del quotidiano). Il cronista veneto racconta ciò che avviene in zona stazione a Padova. C'è un genere di prostituzione che assume caratteristiche particolari: un angolo di città dove i clienti sono donne in cerca di uomini, e anziani a caccia di ragazzini di colore. E il pagamento non avviene in denaro, ma in cibo.

Chi si prostituisce, per lo più giovani senegalesi, è alla disperata ricerca di un pasto. Ancora meglio se il cliente finanzia la prestazione sessuale con una spesa al supermercato. "I ragazzi senegalesi si posizionano, quasi sempre, tra via Cairoli e corso del Popolo. Ad adescarli sono signore di mezza età" ha raccontato a Marco Aldighieri un commerciante di piazzale della Stazione.

"Si è vero, vengono avvicinati dal sesso femminile e a volte si fanno pagare in cibo" ha confermato al cronista che la interpellava una donna in attesa dell'autobus. Così i giovani africani, pur di mangiare qualcosa, si sono trasformati in toy boys per le padovane cinquantenni. Il fenomeno sarebbe nato circa un anno fa, ma si sarebbe ampliato all'inizio di quest'anno, a partire dalla fine del mese di gennaio. "È da un paio di mesi – ha sottolineato al Gazzettino la signora alla fermata del bus – che vedo movimento. Spesso ho notato donne avvicinare i ragazzi africani, ma qualche volta anche degli uomini. Accade a tutte le ore del giorno". Ma accorgersi non è semplice, perché l'approccio da parte dei clienti con questi giovani senegalesi avviene quasi di nascosto. In mezzo alla strada, tra centinaia di passanti.

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/padova-zona-luci-rosse-migranti-si-vendono-cibo-1515096.html

Padova, zona a luci rosse: migranti si vendono per cibo
A Padova, si è creata una specie di zone a luci rosse in cui donne e anziani vanno a caccia di giovani migranti

Gabriele Bertocchi - Ven, 13/04/2018 - 10:42
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Donne in cerca di uomini a Padova: la zona tra piazza De Gasperi e la zona della stazione ferroviaria si è trasformata in una zona a luci rosse dove donne e anziani fanno di giovani ragazzi di colore.


Il pagamento non avverrebbe in denaro, bensì in cibo.

La testimonianza
La caccia scatta appena cala il sole: le prede puntano giovani immigrati, per lo più senegalesi, che sono alla ricerca di un pasto e lo barattano per del sesso. "I ragazzi senegalesi si posizionano, quasi sempre, tra via Cairoli e corso del Popolo. Ad adescarli sono signore di mezza età", spiega una commerciante che ha un'attività lì vicino sulle pagine de Il Gazzettino.

Un'altra testimone spiega che "è vero, vengono avvicinati dal sesso femminile e a volte si fanno pagare in cibo". Un circolo che ha trasformato i migranti in toyboy. Il fenomeno è presente nella zona da gennaio: "È da un paio di mesi che vedo movimento. Spesso ho notato donne avvicinare i ragazzi africani, ma qualche volta anche degli uomini. Accade a tutte le ore del giorno".
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Lallo Mastro

..riagganciandomi a un post precedente, ti posso assicurare che detto atteggiamento (nei confronti del Cane e tipicamente diffuso nelle regioni del mondo opulente od ex-opulente) può sembrare "più che sufficiente".
In realtà è totalmente ed assolutamente dannoso (anche) al Cane (che, purtroppo o per fortuna, non può parlare... ma, per chi sa decodificarne il comportamento, sa sicuramente "comunicare" .. come minimo sa comunicare il proprio gradimento a fronte di certi comportamenti degli umani nei suoi confronti).
Nelle succitate regioni (tipicamente Europa occidentale e Nord-America), quella tra Umano e Cane è un tipo di simbiosi - così come è diventata negli ultimi 30/40 anni - in cui, biologicamente, non ne guadagna assolutamente nessuno (anzi.. i coniugi Coppinger, biologi americani che dedicarono una vita di studi al Cane, arrivarono alla conclusione che fosse dannosa per entrambi..sia all'Umano, che al Cane).

Finnegan

#3
Ciao Lallo, benvenuto e grazie per il tuo intervento. Le donne che si comportano in questo modo andrebbero curate: dal veterinario.
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Lallo Mastro

eh, lo so...purtroppo molti veterinari sono proprio...donne!  :lol:

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