Per Davide Stasi proteggere la vita di un essere umano nascente è estremismo

Aperto da Finnegan, 18 Maggio 2019, 12:20:59 AM

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Finnegan

Nuovo articolo pilatesco - con la prevista strizzatina d'occhio a Barabba - di Davide Stasi (Stalker Sarai Tu), che nel discutere la legge antiabortista dell'Alabama rifiuta come sempre di pronunciarsi, ma corrode la credibilità dei Pro Vita facendo insistentemente leva, come al solito, su complottismo ed estremismo, che per lui sembrano l'unico male:

Citazioneconferma quanto si stia estremizzando su poli opposti un po' ovunque il confronto politico-sociale, specie su temi così divisivi.
Radicali e conservatori negli Stati Uniti sembrano insomma condurre le loro battaglie in modo sempre più estremo.

Agli uomini il cui senso logico non è ancora ottenebrato dal buonismo femminista, non può sfuggire che le pacate accuse di Stasi comportano ineludibilmente che essere contro l'aborto è essere estremisti, mentre moderazione e buon senso si concretano nel sopprimere un essere umano indifeso al sesto mese anziché al nono.
Stasi elude come sempre le sfide che il presente ci pone (è lecito o no sopprimere un essere umano, per di più innocente e indifeso?) e si rifugia in equilibrismi tipici della cultura tecnocratica: è giusto e sensato tutto ciò che in un dato momento si pone a metà strada tra le due idee che nel medesimo momento si contrappongono.

CitazioneVa ricordato, in questo senso, che mentre in Alabama oggi l'aborto è del tutto bandito, nello Stato di New York è possibile sopprimere un feto anche al nono mese di gravidanza, ovvero quando il feto è a tutti gli effetti un essere umano formato.

Esclusa quindi definitivamente la tutela della vita umana nascente, oggi il buon senso consiste nell'uccidere un essere umano al quarto-sesto mese di vita anziché al nono. Domani, con l'approvazione dell'eutanasia (coatta) infantile, sarà segno di equilibrata moderazione sopprimere un essere umano al nono mese anziché dopo la nascita, e così via in un continuo slittamento verso l'abisso inumano in cui la cultura femminista-arcobaleno ci sta portando.
E' l'illusione di una soluzione tecnica della questione maschile: per riequilibrare la crescente disparità e conflittualità tra i sessi, è sufficiente aumentare il numero dei giorni di affido; per sanare la piaga del divorzio, vera emergenza nazionale, basta porre il mantenimento della donna a carico di tutti i cittadini (così da salvaguardare il suo sacrosanto "diritto" al divorzio, sempre e comunque e senza alcun addebito di responsabilità); ai sei milioni di italiani sterminati nel grembo materno Stasi intende far fronte attribuendo all'uomo un "eguale diritto" di vita o di morte sul nascituro.
E qui introduciamo un'altra velata insinuazione di Stasi, suggerita col pacato garbo di un conduttore di talk show pomeridiano:

CitazioneQuello che posso registrare in comune tra entrambi i versanti è la grande assenza dei diritti riproduttivi maschili. Sempre e in ogni caso si omette di parlare del padre, dell'uomo che ha reso possibile lo sviluppo di un embrione in un ventre materno.

Non comprendendo il senso profondo della tutela della vita, e l'enorme posta in gioco per la civiltà e la libertà di tutti noi, Stasi cerca di smarcarsi evocando ancora una volta la parità declinata in chiave tecnica: uccidere un essere umano (e già formato, vedi YouTube) va bene purché possa farlo anche un uomo, far adottare un bambino made in India a omosessuali è normale purché sia alla portata di due checche incallite. Tutto è giusto purché tutti possano farlo. Al nostro sfugge, temo volontariamente, che l'aborto non è una questione di diritti dell'uomo o della donna ma di tutela di una vita umana indifesa. Alzi la mano il primo che avrebbe considerato un diritto farsi sopprimere prima di nascere.
A Stasi sfugge anche che la tutela della vita del nascituro è da sempre associata a una civiltà che attribuisce importanza all'uomo e che sarebbe irrealistico con l'attuale cultura abortista cercare di imporre a una donna di non abortire o, peggio, di abortire contro la sua volontà.
Al di là del loro vero peso in questo dibattito, gli articoli di Davide sono lo specchio di un mondo maschile e occidentale confuso, imbelle e incapace di reagire, stretto nella tenaglia dei due veri estremismi: la cultura della morte femminista-arcobaleno e la straripante immigrazione e natalità islamica. Queste emergenze ineludibili faranno presto apparire superflui articoli nebulosi e inconsistenti, che sfumeranno gradualmente nella foschia della Rete.
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johann

sweet home alabama ♫♪  finalmente la ragione e il buon senso hanno ritrovato la via di casa  dopo decenni di ricreazione sabbatica post 68
La casa  in questione e la coscienza dell'uomo,  la questione dell'aborto cacciata da anni dall'agenda sociale ritorna prepotentemente alla ribalta con questa lieta notizia     "inaccettabile regresso della societa dei diritti,  rigurgito del conservatorismo oscurantista  non mancano neppure i soliti spettri fascisti e nazisti richiamati in servizio,  la reazione del mainstream e il solito disco rotto  diciamo invece che e' significativo che questo succeda in quegli stati uniti un tempo avanguardia su tutto nel bene e nel male compreso il processo di dissoluzione dello statuto dell'umano,  evidentemente nell'andare troppo avanti su certe cose hanno scorto in se stessi un limite invalicabile .....sara' mica che hanno riscoperto la voce della propria coscienza e una volta tanto hanno deciso di dargli retta?   
comunque visto che oggi non si salva niente dalla strumentalizzazione ideologica notiamo che anche il fronte abortista "liberal progressista" fa appello alla liberta di coscienza,  quindi come si fa a distinguere?
Cominciamo dal vocabolario:

coscienza:    consapevolezza di se stesso  delle proprie azioni dei propri scopi, dirittura morale, criterio di giudizio del bene e  del male

liberta:     l'essere  libero, da divieti da vincoli da occupazioni

Cosa significa quindi liberta di coscienza?   libertà di  opporsi a qualsiasi volontà  in contrasto con la coscienza?  o la liberta di farsi la "propria" coscienza soggettiva a proprio uso e consumo?   
Il fatto stesso che ci si  obblighi a interrogarsi  in materia e sintomatico della bolgia relativista instillata ad arte nella testa della gente
Romano guardini disse della coscienza: c'è in me questa cosa che per sua natura risponde al bene come l'occhio alla luce

nonostante l'uomo contemporaneo faccia di tutto per sconfessarsi, non gli riuscirà  mai di prescindere del tutto dalla sua essenza divina, che l'ha voluto con un generale orientamento indirizzato al bene e alla verità oggettive delle cose es.: la proprietà e un bene  quindi rubare e male,   la libertà individuale è un bene quinti privarne l'individuo e male,  la VITA stessa è il BENE più grande e sopprimerla è male ecc    non esiste la dimensione individuale della coscienza, se non a livello di specie per differenziarci dal mondo animale, infatti così come l'anima sta al corpo come la forma sta alla materia, allo stesso modo la coscienza qualifica la vita dell'uomo dalla vita vegetale e animale 
come il grillo parlante di pinocchio la coscienza opera incessantemente nel  nostro presente ricordandoci con la sua voce  il nostro  anelito al bene, e indirettamente assolve a strumento insostituibile per poter fare opera di discernimento, grazie al meccanismo del dubbio che scaturisce proprio dalla coscienza per mettersi di "traverso" rispetto alla dittatura  potenzialmente irresponsabile della  volontà umana   
Oggi invece si coinvolge la coscienza per  avallare il libero arbitrio della volontà umana,  si può invocare la liberta di coscienza per giustificare un'ideologia?  Può la coscienza giustificare un atto come l'aborto?
Evidentemente per la dittatura del relativismo imperante  SI  ..........si può fare   

come abbiamo accennato,  la coscienza e diventata per certa gente un mezzo di produzione della propria verità  in senso soggettivo,     della serie: meglio inventarsi di volta in volta il proprio concetto di bene e male piuttosto che sottoporsi ogni volta al proverbiale esame di coscienza,   quindi da bussola per ritrovare il bene in ogni frangente,  la coscienza "contemporanea" e diventata  un sigillo autoreferenziale per stabilire in modo unilaterale la rettitudine morale del proprio criterio di giudizio,  e sufficiente che io "senta" che è giusto cosi  ......e non serve altro 
ecco quindi come anche nella dimensione della coscienza si e instaurata la dittatura della volontà umana secondo il mito dell'autodeterminazione dell'umanesimo illuminista,     da DIO,  alfa e omega delle verità universali oggettive  all'uomo vitruviano di leonardo che inscritto in un quadrato e in un cerchio e' diventato simbolo della perfezione e del carattere assoluto della volontà umana 
del resto nulla di nuovo,  già gli antichi greci bollavano l'atteggiamento di andare contro gli dei come hybris cioè tracotanza diventata superbia  (la madre di tutti i peccati)  nella tradizione cristiana ed è appunto la superbia che quasi sempre spegne la lanterna della retta coscienza, in sostanza la liberta di coscienza oggi si intende come liberta DALLA coscienza  cioè come  liberta dalla verità 

nell'uomo moderno la coscienza non gli dice ciò che e giusto ma ciò che vuole sentirsi dire essere giusto       il card bagnasco  definì la cosa come un alibi alla propria ostinazione   se chiedi quindi a una femminista cosa sia per lei la coscienza risponderà che è quel l'intimo luogo in cui nessuno all'infuori di se stessa può emettere sentenze morali come a dire che dopo il corpo anche la coscienza e "mia" e decido io !!?

Tutto il dibattito sociale specie sugli argomenti etici sconta alla base questa  asimmetria di presupposti,  come si possono  comporre delle questioni sociali cosi importanti come l'aborto se il disaccordo si spinge al significato ultimo dei fondamentali,  come si può sperare che il dibattito su queste questioni non scivoli "fatalmente" sul piano dello scontro tra opposti massimalisti e fideisti   
Spesso è' una tattica politica quella di dribblare i problemi rilanciandoli nel loro contesto più ampio (es. la Pace o la fame nel mondo ecc)  in questo caso invece mi convinco sempre più che come società e' ormai improrogabile guardarci nelle palle degli occhi e vedere di tornare a capirci su certi fondamentali  perché dopo un secolo di relativizzazione e distorsione di tutto quanto concerne il consorzio umano (in primis il linguaggio) oggi  ci sono tante "verità insindacabili" in giro quante sono le persone che le esprimono
in questo senso che fine farà  la più bella costituzione del mondo" se il significato delle parole sta diventando "soggettivo"  i suoi ampollosi principi per quanto tempo conserveranno ancora intatto il loro significato?

solo i temi etici sono in grado di evidenziare la falsità ideologica della politica progressista e per questo motivo che tutte le (rare volte)  in cui l'aborto suscita un dibattito pubblico si parla del "sistema" che l'ha voluto invece che dell'aborto in quanto tale
gli stati uniti sono leader anche perché  prendono se stessi sul serio, ogni cambiamento da loro si consuma sino in fondo senza troppi compromessi, se hanno capito l'orrore dell'aborto e perché  hanno "toccato il fondo" di tutti i suoi criminali risvolti operativi 
magari la società americana non sarà una società etica e mai lo sarà  ma almeno dimostra di voler imparare dai propri errori

e in europa?  Chi ha il coraggio di fare propria la battaglia anti abortista e coerentemente dichiarare guerra all'essenza ideologica del sistema dominante?  Da come glissano l'argomento nemmeno i maggiori movimenti sovranisti:  la lega in italia e il front nationale in francia intendono riportare i diritti a dipendere da autentici valori morali,  del resto ci risponderebbero che non sarebbe compito loro ma della chiesa  cattolica  quello di tenere il punto sui valori non negoziabili, ma oggi forse non a caso ci ritroviamo sul soglio di pietro  tale bergoglio&c  e questo significa che il ravvedimento morale deve coinvolgere anche la gerarchia della stessa chiesa,  anche se la situazione sembra disperata teniamo duro, diversi segnali come la legge dell'alabama dimostra che la retta ragione basata sugli immortali principi della morale cristiana non morira' mai
Un uomo che è un uomo DEVE credere in qualcosa (dal film: il mio nome è nessuno)

Finnegan

CitazioneTutto il dibattito sociale specie sugli argomenti etici sconta alla base questa asimmetria di presupposti,  come si possono  comporre delle questioni sociali cosi importanti come l'aborto se il disaccordo si spinge al significato ultimo dei fondamentali,
Chi volesse rappresentare una comunità dovrebbe ripartire da questi fondamentali, anziché negare il problema e rifugiarsi in un'illusoria equidistanza tecnica, che di fatto sostiene la cultura femminista.
Citazionecome si può sperare che il dibattito su queste questioni non scivoli "fatalmente" sul piano dello scontro
Un altro errore di valutazione è negare questo scontro, ovvero la radicale alterità tra civiltà e inciviltà, tra sopravvivenza e autodistruzione di una comunità. Ma posso capire che non importi più di tanto a chi si serve di questi temi per altri fini.
Citazioneoggi  ci sono tante "verità insindacabili" in giro quante sono le persone che le esprimono
Pochi si rendono conto che questo è un disvalore, bisogna creare unità non caos mascherato da pluralismo.
Citazionela legge dell'alabama dimostra che la retta ragione basata sugli immortali principi della morale cristiana
E' importante sottolineare che l'aborto non è un tabù religioso, come mangiare carne di venerdì, ma una questione di legge naturale, che ha ripercussioni sulla vita e la libertà di tutti: se si può abortire al nono mese, cosa si può fare della vita degli adulti e in special modo degli uomini, che sono cittadini di serie B?
La legge dell'Alabama può non essere la migliore, né l'unica possibile, ma non c'è nulla di estremista nel tutelare la vita umana. La severità della pena è proporzionata al bene tutelato (un essere umano non è uno scarafaggio) e alla diffusione di un fenomeno fuori controllo che non si può non definire genocidio pianificato dell'Occidente.
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