Giapponesi: grazie al femminismo sono tristi e affamati di sesso

Aperto da Finnegan, 28 Novembre 2019, 11:24:17 AM

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Finnegan

Sicuro che l'articolo parli solo dei giapponesi? :))


I giapponesi sono un popolo triste, in via di invecchiamento, affamato di sesso — il tutto grazie al capitalismo clientelare del femminismo obbligatorio

La storia più ricorrente che raccontano gli occidentali sul Giappone è che la loro società è vecchia e morente.

Gli ultimi sondaggi mostrano che il 40% dei millenniali giapponesi hanno difficoltà a relazionarsi con l'altro sesso. Ogni anno si sposano meno coppie e nascono meno figli rispetto all'anno precedente. L'età media del paese? 46 anni.

Questa sterilità è causata dall'imposizione degli alleati di due ben note sostanze cancerogene per la nazione: il capitalismo liberale e il femminismo.

Castrazione nazionale

Queste due dottrine furono imposte per la prima volta alla nazione giapponese, un tempo un'orgogliosa nazione, dal generale Douglas MacArthur, che si portò dietro un codazzo di teste d'uovo per aiutare a scrivere una nuova "Costituzione" di occupazione.

La più celebre di tale codazzo fu Beate Sirota Gordon, insegnante di musica di 22 anni, incaricata da MacArthur di scrivere l'articolo 24 sui diritti delle donne. Nel 1946 la legge creata dalla Gordon era più estrema, sul fronte culturale di sinistra, di qualsiasi analoga legge americana.

In una società in cui i ruoli maschili di capofamiglia erano accuratamente armonizzati con quelli femminili, l'"articolo 24" a firma della Gordon venne combinato con una campagna propagandistica che tentò (e riuscì nell'intento) di distruggere la formazione familiare giapponese garantendo alle donne la possibilità di avviare il il processo di divorzio e abbandonare il ruolo di casalinga per trovarsi un lavoro.

Durante l'ultimo periodo della Restaurazione Mejii (1868-1912), le donne godevano già di molte libertà civili e pure di un'unione nazionale con una partecipazione statale; ma le famiglie, solide, rimanevano al centro della visione del mondo etico-sociale giapponese. Prima del 1945, il diritto giapponese era guidato da princìpi confuciani, dove salde famiglie multigenerazionali, non gli individui, si occupavano di questioni civili e penali. Questo stato di cose condusse ad un Paese sano, governato dall'onore piuttosto che dal profitto.

In tale sistema, lo status sociale delle donne era legato a quanto bene allevavano i figli, a come si prendevano cura del marito e a come rispettavano i genitori anziani piuttosto che a quanto denaro o prodotti di consumo riuscivano ad accumulare.

Oggi, il 75% delle donne giapponesi sono anaffettive, oberate dal lavoro e sterili. Stanno sprecando la loro - sfruttata e schiavizzata - giovinezza per un bel nulla, all'interno di un incubo sociale degno della pellicola Ricomincio da capo interpretata da Bill Murray.

I conservatori giapponesi hanno identificato questo andamento delle cose e la "Costituzione" basata sull'obbligo occupazionale inteso come realizzazione antropologica quale la causa dei mali famigliari e delle sempre più scarse nascite in Giappone

Vi sono stati diversi tentativi per rivedere la legge femminista della Gordon coll'obbiettivo di includere i diritti per le famiglie e il rispetto per gli anziani, ma a ciò si oppongono potenti interessi globalisti e capitalisti all'interno del governo fantoccio di Abe dipendente da Wall Street.

Come lo spitz, i conservatori abbaiano durante la stagione elettorale, ma finiscono sempre per essere risucchiati dal padrone di turno.

Shinzo Abe: Come sacrificare l'onore per la finanza mondiale

Il Partito Liberale Democratico di Shinzo Abe è un partito orientato al mercato, socialmente conservatore e patriottico, ma solo superficialmente. In pratica, Abe è un partito neoliberale, grato ai capitalisti.

Il suo primo incarico quale Primo Ministro portò alle sue dimissioni dopo appena un anno a causa della decisione impopolare di inviare soldati giapponesi a combattere in Afghanistan. Nel 2012 Abe è ritornato in carica come Primo Ministro e si è guadagnato maggiore rispetto per la sua campagna di revisione della Costituzione giapponese, in modo che i giapponesi potessero riarmarsi. È al potere da allora.

Il problema principale di Abe è stato quello di trovare un metodo per far ripartire l'economia stagnante attraverso quello che è passato alla storia come "Abenomics". Il mercato giapponese orientato all'esportazione non si è mai completamente ripreso dal termine dei tassi di cambio favorevoli e degli "accordi commerciali" con gli Stati Uniti che erano, effettivamente, sovvenzioni.

Dopo la caduta dell'URSS, l'amministrazione Clinton ha cambiato le condizioni di scambio con il Giappone e da allora la crescita è rallentata. Per aggiungere l'insulto al danno, il sistema liberale e la nichilistica cultura pop influenzata dall'Occidente hano portato al fallimento alcuni tentativi di rivitalizzare il tasso di natalità.

Abe sembra andare molto più oltre dei cinesi — la cui economia di comando pone ancora un controllo sugli intrusi. Abe ha persino annunciato un programma di immigrazione di massa senza precedenti per sostituire i lavoratori nativi ed abbassare il loro salario, la qual cosa è destinata a provocare sempre più rabbia tra la popolazione giapponese.

La plutocrazia giapponese sembra esser consapevole della sua crescente irrilevanza nell'economia globale, soprattutto perché rivali come la Cina continuano ad offuscarla.

La strategia di Abe è quella di trasformare fondamentalmente l'omogeneo e coerente Giappone in un inferno multiculturale.

La strategia di Abe funziona nel breve termine. Gli uomini d'affari stanno creando monopoli nelle loro industrie e continueranno a rastrellare profitti mentre la loro gente invecchia, muore e viene sostituita.

Ma ci auguriamo che presto Abe sarà costretto a rispondere alla domanda più importante di tutte: l'onore ha un prezzo?

Fonte >  National justice
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