Obitorio Occidente. L'ultimo chiuda la porta

Aperto da Finnegan, 13 Novembre 2023, 12:13:28 AM

Discussione precedente - Discussione successiva

0 Utenti e 1 Visitatore stanno visualizzando questa discussione.

Finnegan

Riflessioni basate su un testo di Roberto PECCHIOLI

Ho perduto interesse per il futuro. Ho proclamato la mia secessione dal futuro pensando agli Ittiti. Al ginnasio studiai quel popolo del passato remoto, stanziato nel Mediterraneo Orientale, protagonista di una civiltà che scomparve alla fine dell'età del bronzo dopo secoli di splendore. Gli Ittiti siamo noi, popoli "occidentali" serenamente in via di estinzione.

Estinzione civile, ma innanzitutto biologica. Le civiltà sono mortali, scrisse Paul Valéry alla fine della prima guerra mondiale, tomba della gioventù europea e inizio della finis Europae. Non consola, ma è un fatto e ai fatti ci si deve inchinare.

La società dell'inclusione forzata è in realtà la non-società dello scarto. Vite di scarto, donne che rifiutano di procreare per correr dietro a paturnie, sfasciano famiglie o abortiscono: rifiuti umani da smaltire in fretta dopo secoli di lotta per la dignità e intangibilità della vita. Tacciono le chiese, ridotte a intrattenimento per un popolo in quieta attesa della propria scomparsa.

I nuovi Ittiti si stanno estinguendo volontariamente, silenziosamente, senza neppure la giustificazione degli antichi, travolti economicamente e invasi dal mare. Noi, semplicemente, spegniamo la candela, dimenticando ieri e negando domani, paghi di oggi. Siamo addirittura soddisfatti. Chiudiamo un lunghissimo libro di storia per sovraccarico di " diritti" relativi a questioni situate al di sotto della zona inguinale.

La denatalità è giunta a un livello da cui sarà ben difficile risalire, se i modelli matematici non ingannano e se, soprattutto, non ritroveremo il senso della vita. La stampa serva del potere ha smesso di commentare le drammatiche risultanze demografiche diramate dall'Istat. Nessuno ci deve (né ci vuole) pensare, la nave deve correre gaia al naufragio tra musiche, "ricchi premi e cotillons", come al veglione di fine anno. Sempre allegri bisogna stare, perché il nostro piangere fa male al re, cantava Dario Fo in Mistero Buffo.

Silenzio di morte sulla nostra estinzione, come all' obitorio. Lì almeno si sente il pianto di chi resta e qualche preghiera sussurrata. Qui si balla come sul Titanic. L'iceberg è pronto all'impatto. A che pro agitarsi e soffrire, se i contemporanei sono indifferenti?

Un sondaggio del quotidiano illuminato per eccellenza, La Repubblica, organo della gente che piace e si piace, ha pubblicato un sondaggio desolante.  Realizzato tra tremilacinquecento ragazzi e ragazze tra i quattordici e i ventiquattro anni, ha rilevato che solo uno su dieci  crede nella visione " tradizionale" (naturale non si può proprio dire) della famiglia. Solo uno su tre afferma di volere figli. E tra il dire e il fare sappiamo cosa c'è. Quasi la metà degli intervistati dichiara di provare agitazione o paura all'idea di avere un bambino. Quasi comprensibile se si considerano i rischi legali, economici e i magri risultati di padri che, senza la collaborazione delle mogli, non possono impartire ai figli un'educazione degna di questo nome.
Finisce una civiltà nel silenzio, come quello del Titanic tra i ghiacci. Riprodursi è fastidioso, specialmente per le donne che hanno altro da fare: divertirsi, studiare, badare alla "carriera". Perfino "santificarsi" (stando però ben lontane da impegni esigenti come il convento). In qualunque categoria sociale (baccanti, manager, pinzochere) una scusa per l'estinzione collettiva si trova sempre. Un popolo che sega l'albero su cui sta più o meno comodamente seduto.

Non ci vorrà molto per sperimentare gli effetti finali. L'agenda parla di 2030, un tempo vicino per cui, da ultimo ittita, non ho interesse. Per ora, possiamo osservare con sgomento gli esiti dell'esperimento sviluppato in corpore vili sulla martoriata Argentina. La nazione australe, guarda caso abitato al 60% da discendenti di italiani, è diventata poverissima - quattro cittadini su dieci in povertà assoluta e la denutrizione che aggredisce bambini e anziani - e vive di corruzione e di assistenza. Decine di baraccopoli circondano le città e hanno il nome collettivo di Villa Miseria. Anziché cercare di migliorare la condizione dei cittadini, il governo è in prima fila nella disumana Agenda 2030 e vanta i successi contro la vita in documenti ufficiali. Triste tango della Recoleta, il cimitero di Buenos Aires.

Dopo aver finanziato una campagna a favore della chiusura delle tube delle adolescenti e della vasectomia per i ragazzi, il Ministero della Salute ( la neolingua del mondo invertito) si vanta di aver "evitato" circa duecentocinquantamila nascite all'anno, grazie all'applicazione rigorosa dell'Agenda 2030. In un incontro con Amnesty International e la maggiore organizzazione antinatalista mondiale, la miliardaria Planet Parenthood, il ministro Carla Vizzotti (ministra non lo scriverò neppure sotto tortura) ha citato con soddisfazione una delle poche fiorenti industrie argentine, quella del misoprostolo , un farmaco per le ulcere gastriche usato per indurre aborti spontanei. L'industria pubblica argentina produrrà mifespristone, uno steroide sintetico utilizzato per l'aborto chimico nei primi due mesi di gravidanza, con l'obiettivo di esportarlo.

Il nuovo mestiere è il "cartonero", il raccoglitore di rifiuti cartacei rivenduti a bande mafiose. La priorità del governo è la denatalità.

La soluzione per i poveri è abbatterne il numero evitando che nascano. La Gazzetta Ufficiale ha pubblicato una sconcertante "Guida alla contraccezione immediata post-evento ostetrico", ovvero il posizionamento di contraccettivi a lunga durata dopo un aborto o un parto. Il documento è stato preparato con la collaborazione dell'UNFPA, il fondo delle Nazioni Unite per la popolazione. O dello spopolamento. "Sono rispettate le linee guida linguistiche inclusive stabilite dal Ministero delle Donne, del Genere e della Diversità nel 2020".

E' ammesso senza mezzi termini l'obiettivo di sterilizzare le donne che si recano a partorire o abortire.
Pecchioli prosegue nel descrivere politiche antinataliste che, almeno in Italia, sono quasi del tutto superflue: gli italiani non fanno più figli anche senza "aiuti": ma quali figli, sbrighiamoci a interrompere ogni attività riproduttiva: il futuro è sterile.
Parlare del problema (ancor più di soluzioni) è come dare le perle ai porci: ti bullizzano in rete, ti bannano, le nubili 30-40enni che già vivono, volontariamente, come vedove di 90 ti guardano in cagnesco se, casualmente e purtroppo, incroci il loro sguardo. Che nessuno disturbi la pace della casa di riposo Italia.
Le oligarchie, politiche ed ormai ecclesiastiche che si affaccendano in questioni di ogni genere (Sinodi, dubia, convegni) tranne questa, rimarranno sole a regnare su un obitorio. L'ultimo chiuda la porta

P.S.: Nel ringraziare Roberto Pecchioli per le sue riflessioni, sarò lieto di menzionare di seguito gli eventuali autori di scritti simili, che non dovessero citare le fonti
Sostienici con una donazione: www.coscienzamaschile.com/dona

Riverrun, past Eve and Adam's, from swerve of shore to bend of bay, brings us by a commodius vicus of recirculation back to Howth Castle and Environs

Risposta rapida

Nota: questo messaggio verrà visualizzato solamente dopo essere stato approvato da un moderatore.

Nome:
Email:
Verifica:
Lasciare vuota questa casella:
Digita le lettere visualizzate nell'immagine
Ascolta le lettere visualizzate / Carica una nuova immagine

Digita le lettere visualizzate nell'immagine:
Cognome del Presidente della Repubblica (minuscolo)?:
Scorciatoie: ALT+S invia msg / ALT+P anteprima