Voltairenet: "La confusione dei generi è stata avviata con la parità uomo-donna"

Aperto da Finnegan, 2 Gennaio 2020, 03:08:15 AM

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Finnegan

Anche la nota agenzia di informazione alternativa Voltairenet conferma che la cosiddetta parità uomo-donna è stata solo l'inizio della confusione dei generi:

https://www.maurizioblondet.it/secondo-lunione-europea-e-arrivato-il-momento-di-usare-la-forza-cosa-significa/

Citazione- La confusione dei generi, avviata con la parità uomo-donna, oggi continua con la valorizzazione del modello transgender. Nessuno osa più rilevare che la parità di genere nelle assemblee parlamentari e nei consigli di amministrazione non ha giovato affatto alle classi popolari, ma soltanto alle élite.
Non si capisce perché il passaggio dall'integrazione dei transessuali all'apologia dell'incertezza di genere dovrebbe farci progredire.


Thierry Meissan ha compreso un punto essenziale della Questione Maschile che a moltissimi uomini ancora sfugge: la cosiddetta parità uomo-donna è in realtà un modo per confondere i generi, in un sesso neutro e sterile di lavoratori-schiavi da rimpiazzare nel tempo con macchine.

Le donne oggi fanno disastri perché cercano di imitare, se non di competere con gli uomini. E i diritti maschili si riducono a quello di fare il "mammo" col congedo europeo pagato, onde la consorte possa proseguire la sua carriera.
Molti ancora sono prigionieri di questo incubo, che richiede costosi artificiali puntelli come congedi, asili nido, disoccupazione e scarsa retribuzione maschile. Ma nessuno ha mai potuto dimostrare che non porti all'estinzione demografica di una collettività, come vediamo appunto in Europa, che ha il record mondiale negativo di nascite.
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discobolo

Sarei daccordo con te (e la tesi di Meyssan) se non fosse che anche societa' dove i ruoli di genere sono molto più' delineati ed "eseguiti", non fosse altro per il rispetto di una tradizione etico/spirituale più' radicata, sono ben oltre l'orlo del collasso, con percentuali di ricambio demografico ben peggiori di quelle italiane ed europee.

Parlo ovviamente della neo-confuciana Corea del Sud e il Giappone pragmatico-buddista. In Giappone le donne hanno addirittura un percorso accademico a parte, con lauree più' brevi e facili che, se proprio non vogliono saperne di fare le casalinghe e mamme full-time, le prepara a fare lavori di concetto, part-time e con pomeriggi liberi, ovviamente pagati molto meno: segretarie, contabilita' spiccia, marketing e lavorare col telefono, assistenza sociale, quando va bene insegnanti. In Corea e' ancora peggio perche' le donne sono attivamente incoraggiate a NON lavorare, rimangono a fare mamme e casalinghe e naturalmente passano il tempo libero a fare shopping con le amiche, farsi ritoccare a bestia, qualche volta a tradire i ricchi mariti (che spesso le tradiscono con le loro segretarie o altre mamme più' avvenenti).

Fuori dal registro ironico, mi sembra di capire che il compimento della parita' tra uomo e donna, come anche la "babelizzazione" dei ruoli di genere che e' la parita' 2.0 di questi ultimi anni, non sono le sole cause dello sfascio di interi modelli sociali e culturali, anche millenari. Evidentemente centra il consumismo, centra il materialismo e la rincorsa di simulacri, centra l'individualismo che non permette a un uomo, una donna o una coppia di guardare oltre la felicita' del breve e brevissimo termine. Una volta le coppie sposate risparmiavano tutto quello che potevano e compravano i BOT al 5%, che sarebbero maturati per quando i loro figli sarebbero andati all'universita'. Adesso, ammesso che si arrivi a fine mese, sono tutti palestrati, con corse settimanali all'estetista, con la Tesla in garage e in vacanza tre volte all'anno.

Finnegan

Non sono le sole cause ma credo che almeno in Occidente, il mito della carriera femminile, della realizzazione individuale e della competizione con l'uomo abbia fatto più danni di tutte le altre e sia anche una concausa del consumismo.
Le donne vedono il matrimonio come un'"avventura migliorata", con le stesse passioni adolescenziali, poche responsabilità e carriera al 1° posto. E quando la bolla scoppia a farne le spese è l'uomo.
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