anche la moda è femminista (ma pensa)

Aperto da dotar-sojat, 28 Febbraio 2020, 04:20:18 PM

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Dior femminista, le modelle sfilano in giacca

Parigi, 26 febbraio 2020 - "I Say I", Io dico Io, Je Dis Je. Le parole di Carla Lonzi, figura carismatica del femminismo italiano, critica d'arte fiorentina che visse intensamente le rivolte ideali degli anni Settanta, sono scritte sulla moneta dorata che brilla sulle sedute del defilé di Dior per il prossimo inverno che di fatto inaugura la fashion week parigina con la forza di un brand che da oltre settanta anni resta un faro di eleganza e di charme. E ancora una volta il direttore creativo donna di Dior, l'italiana e fierissima delle sue radici Maria Grazia Chiuri, alza il velo su un periodo cruciale della liberazione delle donne, nel mondo e in Italia, rendendo la moda ancora una volta territorio di messaggi e di riflessioni, su ieri-oggi-domani visto dalla parte di lei.
Lo spazio del defilè alle Tuileries, che grazie a Dior avranno la possibilità di rinascere come giardino del bel vivere, è immenso e ancora di più dilatato dall'installazione del collettivo Claire Fontaine cha ha riempito la sala con un tappeto di fogli di giornale, Le Monde, che fanno da richiamo all'attualità della vita oltre che del fashion. Poi le scritte al neon, tutte in inglese, con tante frasi tratte dai volumi di Carla Lonzi, come "Quando le donne scioperano il mondo si ferma", "Le donne sono la luna che muove le maree", "Consenso", "Siamo tutte donne clitoridee", sotto le quali sfilano le modelle.

"Questa collezione è un diario visivo, ho voluto mettere nello show i riferimenti della mia memoria a quel 1978 cruciale per me, ancora adolescente. Ho rivisto le foto di famiglia e quelle di quegli anni e oggi le ho riviste con occhi diversi. Mi sono ispirata al manifesto femminista di Carla Lonzi per questo defilé e sono felice che il 23 marzo si inaugurerà una mostra, I Say I ispirata al suo pensiero alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma, celebrazione della potente affermazione di sé che è stata il femminismo, anche per le relazioni tra donne".

Dunque una collezione Dior autobiografica, con il mood board con le foto di Maria Grazia nell'atelier romano di sua madre, delle donne famose di quegli anni, come Bianca Jagger, Virna Lisi, Monica Vitti, Palma Bucarelli, Mina che prova gli abiti di Mila Shoen, tutte donne che erano eleganti per sé e che non si facevano vestire per business come tante dive di oggi. A loro ha ripensato Chiuri e ai suoi anni belli dove ancora non era sbocciato il suo estro creativo che però le covava nel cuore. Rilegge col suo sentimento il Dizionario di Dior, lo interiorizza con la costruzione di una silhouette grafica, col buon senso di pezzi di un guardaroba destinato a durare, con la gioia di essere riuscita a fare la Tote (la grande shopper iconica del nuovo corso della maison) in velluto prezioso come quello di Roberta di Camerino.

https://www.quotidiano.net/moda/sfilata-dior-parigi-2020-1.5046483
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Finnegan

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