Il Generale Laporta canta ancora. Sul Coronavirus

Aperto da Finnegan, 4 Aprile 2020, 06:10:37 PM

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Finnegan

Un thrilling spionistico si fa strada nelle cronache della pandemia cinese. Intanto la NATO dà prova d'essere morta, il suo cadavere puzza e il fetore si finge di non sentirlo.

Quando nacque si chiamava Wuhan Coronavirus, sigla "2019-nCoV". Il governo cinese costrinse in quarantena 59milioni di cinesi della provincia di Hubei e 30milioni di tre città: Wuhan, Huanggang ed Ezhou, della provincia di Zhejiang, a breve distanza da Shangai. Chiunque s'avventurò al di fuori dalle zone cinturate e dei condomini sigillati fu abbattuto.

Nonostante queste terapie, i dati diffusi sin dal primo momento da Pechino certificavano che la Cina mentiva e mente tuttora sulla reale dimensione dell'infezione e dei decessi. Lancet, la rivista scientifica, Bibbia in questo genere, accredita d'altronde al virus un alto tasso di mortalità, ben più del modesto due percento assicurato da Pechino nei primi comunicati. C'era quindi un pericolo rilevante per la salute pubblica mondiale. Stendiamo un velo sul dilettantismo col quale ha reagito l'ineffabile governo italiano. La Cina non ha fornito dati plausibili per almeno due mesi sull'origine e sulla diffusione del virus.

Che cosa è accaduto? Il professor Roujian Lu del Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie infettive, ha dichiarato in un articolo del 30 gennaio su Lancet: «La mutazione non è la probabile causa della comparsa di questo virus.» In altre parole, c'è una manina che ha portato il virus dai laboratori alle strade di Wuhan. Quale?

Cominciamo col dire che un virus debole, contrariamente a quanto si può presumere, ha una peculiare importanza militare. Chi voglia invadere un territorio, per esempio l'isola di Taiwan, non può proporsi di uccidere tutta la popolazione, non sarebbe telegenico.

Il Coronavirus diventa quindi uno strumento adatto a mettere fuori combattimento popolazione e combattenti, peraltro con buone probabilità di dissimulare un'infezione propagatasi naturalmente. Questo dà agio di andare in soccorso della popolazione infettata, per poi rimanervi.

Potrebbe accadere lo stesso all'Italia? Si direbbe di sì, per mano dei russi. È quanto si legge nell'intervista, rilasciata a La Stampa da Hamish De Bretton-Gordon, un colonnello piccolo a piacere fra gli innumerevoli della NATO, ex comandante del Joint Chemical, Biological, Radiological and Nuclear Regiment, del NATO' s Rapid Reaction.

Le immagini dell'intervista accreditano come super Rambo l'intervistato, il quale assicura che il reparto di esperti di guerra biologica, inviato in aiuto all'Italia, da Vladimir Putin, sta in realtà facendo intelligence.

Insomma, mentre la UE ci sta incravattando con un "aiuto" di 20 miliardi per il quale dobbiamo darne 25 in garanzia, mentre la banca tedesca Commerzbank invita a vendete i titoli italiani perché "diventeranno spazzatura", qual è il pericolo? L'intelligence dei russi.

Suggerisco di leggere che cosa scrive l'ambasciatore russo a La Stampa. Quanti sanno leggere tra le righe del linguaggio diplomatico comprendono che l'articolo non fa onore né a La Stampa né al giornalismo italiano, ammalato grave d'altronde da molto tempo.

Noi non siamo diplomatici e spieghiamo al lettore dov'è la trappola in quell'articolo, oltre a distrarci dai cravattari tedeschi.

La parola "intelligence" solletica la fantasia dei lettori e lo zelo dei giornalisti pecoroni. In realtà qualunque militare, di qualunque nazione, in giro per il mondo ha il dovere di fare intelligence, cioè raccogliere informazioni utili al suo paese.

Sarebbe davvero singolare se i russi non si chiedessero da dove arriva il virus e chi lo ha messo in circolazione. Non è detto infatti che le due entità coincidano. Per esempio, può essere nato in Cina, per essere poi diffuso da agenti europei; non ci sarebbe nulla di che meravigliarsi.

I russi fanno bene a indagare, nonostante tale curiosità non sia condivisa né dal nostro, diciamo così, governo, né dalla NATO. Suvvia, qualche curiosità su quanto accade in Italia dovrebbero pur averla il Rambo, i suoi suggeritori e i suoi amanuensi. Essi dovrebbero indagare, a similitudine dei russi, su quanto accade in Italia. Domanda ai due autori dello scoop: non vi siete chiesti se alla NATO, alleanza militare cui apparteniamo, sono davvero diventati scemi per non indagare sul virus dilagante in un paese alleato, l'Italia? Oppure, cari candidati al premio Pulitzer per la fuffa, non era il caso di chiedere a Rambo se alla NATO, alleanza militare, forse hanno già le risposte?

Lo scoop di Jacopo Iacoboni e Natalia Antelava omette l'unica domanda sensata che avrebbero dovuto porre al Rambo, addirittura ex comandante di reparto specializzato della NATO, l'alleanza comatosa, oggi in balìa della Germania e dei paesi del Nord Europa: «Comandante, può spiegarci perché la NATO – di cui l'Italia è membro fondatore – non ha mosso un dito per aiutare l'Italia? Perché non ha inviato il reparto da lei già comandato, almeno per indagare sul virus, come stanno facendo i russi? Perché la Russia ha aiutato l'Italia mentre i suoi alleati tedeschi, olandesi, danesi cercano di affondarla?».

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Serenissimo

L'ho già sentita questa sui militari russi. A parte che loro concretamente l'aiuto lo stanno fornendo, ma se i reggimicrofono della stampa andassero di persona ad aiutare anzichè fare scoop a cui credono solo imbecilli come loro sarebbe meglio.

PS avrei delle teorie sul perchè sono qui i russi ma per il momento me le riservo, non vorrei rimanere deluso da BELLE aspettative  ;)
Da una dona a un molin no gh'è gran diferenza.

Finnegan

Una cosa è certa: se mai il virus è un'arma biologica, di sicuro non viene dai russi.
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