Sacerdote si dimette da parroco: "Dov'è la comunità cristiana"?

Aperto da Finnegan, 1 Aprile 2020, 02:41:17 AM

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Finnegan

Ho rassegnato le mie dimissioni da parroco al mio Vescovo: non mi sento più in sintonia con un servizio che non ritengo rispettoso di quello che, come parroco, dovrei garantire: il cammino spirituale della comunità.

Sono convinto che oggi, il richiamo a certi valori che ci vengono insegnati dal Vangelo, nella grande maggioranza dei casi sia ampiamente disatteso: spesso disatteso dai pastori stessi, che non trovano più la voglia, né tanto meno lo stimolo per cercare un metodo diverso di annuncio; disatteso dalla stragrande maggioranza della popolazione che, pur dichiarandosi cristiana, sembra essersi adattata ad una vita spesso priva di un qualsiasi impegno nella comunità e nella Chiesa; e disatteso anche dalla stessa Chiesa (preti, vescovi, operatori pastorali), perché nessuno sembra cercare qualche soluzione per ridare un volto nuovo a questo nostro stanco cristianesimo che ormai sembra l'ombra di quello voluto da Gesù Cristo: la gente crede in quello che vuole, non è più il Vangelo il centro della vita delle persone.

La religiosità è cambiata, è sotto gli occhi di tutti, ma noi continuiamo con gli stessi schemi del passato e non ci accorgiamo di non riuscire più ad incidere sulle coscienze: rimane poco spazio per Dio, se non un Dio vago lassù nell'alto, da tenere buono con una messa e...tutto finisce lì!

La nostra società è caratterizzata da una forma gigantesca di individualismo rinchiuso su se stesso, anche in campo pastorale: non si sente la necessità di vivere gli impegni "in comunità": qualcuno fa e si sforza, ma lo fa da solo! E la Chiesa, la comunità cristiana, dov'è? Chiesa vuol dire assemblea, famiglia: ma dov'è? La vita di una comunità che incarna il Vangelo è tutta e solo nella messa? L'impegno cristiano si esaurisce in quei 45/50 minuti alla settimana... e poi ognuno a casa sua?

La pastorale della nostra Chiesa occidentale è quella che definisco una pastorale "a canguro": grandi salti da un sacramento all'altro, senza nulla in mezzo che dia slancio e continuità ad un impegno serio.

Si dà il battesimo ai piccoli, con qualche incontro coi genitori prima, ma dopo, per anni, non c'è assolutamente nulla; si riprendono per la preparazione alla Prima Comunione, spesso senza il minimo coinvolgimento della famiglia. Termina la Comunione e si assiste molto spesso all'abbandono pressoché totale di ogni pratica religiosa da parte del bambino (quello della famiglia molte volte è avvenuto già parecchi anni prima, con le scuse più impensabili!).

Si riparte ancora per la preparazione alla Cresima e, una volta ricevuta, si assiste ad un effettivo e praticamente definitivo distacco da tutto.

Se va bene se ne riparlerà poi in occasione del matrimonio, normalmente a distanza di oltre 10/15 anni. E sui matrimoni che celebriamo, stendo un velo pietoso: difficilmente sono segno della "fede" dei due sposi che ne sono i ministri, ma semplicemente l'occasione per una bella e fotografatissima festa [credo stenda un pietoso velo pure sui divorzi dei cattolici di cui sicuramente è al corrente].

L'ultimo grande salto, quello definitivo lo si compie in occasione della morte!

Questi nostri tempi si stanno dimostrando troppo staccati da quella che è una minima rispondenza al Vangelo, che sarebbe necessaria.

Proprio per questo ho capito che continuare a fare il parroco sarebbe stata una scelta sbagliata: non me la sento più di dare il battesimo ai piccoli, non me la sento più di garantire che i bambini siano pronti a fare la Prima Comunione, semplicemente perché credo che, quasi sempre, non lo siano affatto. Un sondaggio effettuato (credo in America) ha dato esiti drammatici: oltre il 70% dei cattolici non sa neppure cosa voglia dire la "presenza reale di Cristo" nell'Eucaristia [grazie Messa "moderna": distrutto un dogma, tutto l'edificio della Fede crolla].

Non me la sento più di preparare alla Cresima, quando so benissimo che per i ragazzi il più delle volte, è l'ultimo atto di quella che sembra essere una farsa, orchestrata per loro dagli adulti fin dal battesimo.

Con questo non intendo giudicare nessuno, perché ognuno ha la sua coscienza e deve risponderne davanti a Dio. Ma siccome anch'io ho la mia, non mi sento più di essere complice di questo "gioco" che mi sembra sia diventata la vita del cristiano e della comunità.

Il Vangelo, dobbiamo ammetterlo, non è più al centro della nostra vita. Le nostre chiese sono sempre più desolatamente vuote e lo saranno sempre di più: tra pochi anni ci saranno solo i turisti che vengono a vedere quanto sono belle!

Dobbiamo avere il coraggio di porci una domanda molto seria:

IL VANGELO CI INTERESSA ANCORA? DICE QUALCOSA AI NOSTRI CUORI?

[Io ne porrei anche altre: che Vangelo si insegna oggi nelle chiese? Che "fede" trasmette il rito riformato? Se non si risponde a queste due domande, inutile lamentarsi!]


Perché, se non dice più niente, allora possiamo chiudere tutte le nostre chiese; se invece dice qualcosa, allora bisogna che ci rimbocchiamo le maniche [e torniamo, aggiungo, alla Messa e al catechismo di sempre]!

Non si tratta di inventare una "evangelizzazione diversa", cambiando qualche contenuto; dando qualche piccolo ritocco qua e là: una riverniciatina che possa far apparire qualcosa di nuovo, mentre sotto sotto tutto resta uguale, incrostato di... niente!

Si tratta invece di renderci conto che la pratica cristiana, così come si è ridotta in questi ultimi anni, è arrivata al capolinea e bisogna INIZIARE TUTTO DA ZERO. Proprio il Vangelo ci suggerisce di non mettere pezze nuove sul vestito vecchio: non serve a niente, anzi strappa tutto, illudendoci che il tessuto possa ancora servire così com'è, rattoppato!

Ma perché questo nuovo cammino possa avere successo, bisogna che tutti ne siamo convinti e pronti a ricominciare.

È davvero così?

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johann

massimo rispetto per questo parroco che ha fatto l'unico tipo di "outing" degno di rispetto 
parroco al quale riconosco l'onesta di denunciare apertamente una situazione che invece fa difetto a chissa quanti suoi colleghi del clero anche "molto" altolocati per i quali evidentemente la missione della vita consacrata oggi si intende in senso meramente impiegatizio  alla fantozzi       indifferenti quando non proprio complici rispetto al subdolo processo che vuole una progressiva  "democratizzazione" della chiesa  dove ogni cosa deve essere frutto del pluralismo dialettico magari con tanto di tavoli e annessa rappresentanza sindacale per la composizione delle inevitabili vertenze con il "patronato" papale 
c'e' poco da ironizzare perche lo sfasciume portato dentro la chiesa dalla nouvelle teologie e dai "novatori" progressisti spalanca scenari di un futuro totalmente incerto dove nulla e purtroppo impossibile  la resa del parroco cosi come testimoniata da questo suo "testamento" spirituale ed umano si presta ad alcune considerazioni:

c'e una premessa implicita che corre sottotraccia tra le righe del suo scritto  mi riferisco al rapporto osmotico che intercorre tra chiesa-istituzione e il suo popolo di fedeli   per questo parroco se non c'e più corresponsione e interscambio di "linfa vitale"  tra queste 2 parti  non ha più senso niente  ed e meglio lasciar perdere  perché tutto diviene vuoto rituale  buono solo per procurarsi un patetico alibi verso se stessi  (ma non certo verso DIO) 
ovviamente su questo ha pienamente ragione  in effetti la "mission" principale della chiesa e' l'essere missionaria ed evangelica  tuttavia anche considerando questo non credo che il legame chiesa-fedeli debba vincolare in senso assoluto i destini di entrambi

la situazione attuale della chiesa mi ricorda per certi versi la situazione della scuola    fatto salvo qualche sparuto bagliore qualitativo  il resto e solo tronfia autoreferenzialita fatta solo per nascondere la "produzione" di moltitudini di:  laureati che a malapena sanno scrivere,  bulli in erba,  neo politicanti e manifestanti patentati,  laureandi prossimi alla pensione, imboscati assortiti ecc     ora  davanti al problema del mediocre e spesso deludente "prodotto" umano che la scuola rilascia nella societa'  ecco tutti sblaterare della necessita' di più risorse, per investire  investire e ancora  investire .....non sanno nemmeno loro su cosa (a parte aumentare le buste paga)  rispondendo inconsciamente al ratio logico che vorrebbe il cattivo studente come il prodotto necessario di una cattiva scuola  a riguardo quante volte abbiamo sentito elevarsi dalle giulive mandrie studentesche che ogni scusa buona fa pascolare per le nostre citta' gli slogan accusatori e autoassolutori:   ci avete rubato il futuro   non ci avete insegnato nulla  ecc  ecc   
mi chiedo ..non e'  che per questi furbacchioni  le manchevolezze della scuola (che pure esistono e sono importanti) sono il pretesto per scaricare sul groppone della societa'  tutta la loro voglia di NON fare niente  di NON studiare  di NON imparare un c***o   in definitiva di non voler prendersi le responsabilita' che l'essere prossimi allo stato di adulti dovrebbe comportare verso se stessi e la societa' ?           

Destra, sinistra, centro, alto, basso, mai ho visto prendere la situazione per questo verso, bisogna partire sempre dall'assunto che la popolazione scolastica non e' (in se) un soggetto responsabile  ma una mandria destinataria di ogni diritto, e indulgenza  a ben guardare dal  6 politico dei "tossici" 68ini sembra proprio che non sia cambiato nulla 
allo stesso modo e secondo la stessa perniciosa logica oggi si introducono nella societa' le istanze del femminismo (loro sempre vittime  gli altri sempre colpevoli ) come pure a mio avviso tutto quanto attiene ai modernizzati fedeli della chiesa cattolica ( la chiesa non ci ha dato la fede!,  la chiesa da il brutto esempio!   non c'e più religione! .....e via cosi!!) 
insomma questa societa liquida che ha abolito da se ogni  forma di disciplina, di rigore, di merito, che sta promuovendo il modello comportamentale di una  sostanziale deresponsabilizzazione di massa alla fine ha finito per influenzare anche il vulnerabile popolo dei fedeli della chiesa cattolica che proietta sulla chesa colpe che in definitiva sono soltanto sue 

la chiesa ha bisogno di fedeli "integralisti" non di bigotti   cosi se potessi rispondere al parroco lo inviterei a riconsiderare la sua scelta pensando che la chiesa e' in fondo il continuo rilancio del messaggio di salvezza di cristo attraverso tutti i secoli  messaggio sempre uguale a se stesso che vale ora come tra mille anni a prescindere dai risultati che ottiene nell'immanente sulla società  se la societa rigetta la chiesa,     la chiesa per questo non si deve svendere allo "spirito del mondo"  l'importante e che il messaggio del vangelo sia comunque sempre disponibile in ogni momento e che a riguardo la chiesa rimanga sempre "aperta"
il resto DEVE essere rimesso a DIO e alla libera responsabilita' dei fedeli che se svogliati nel prendere decisioni conseguenti il proprio stile di vita nel vivere  superficialmente la fede cristiana  dovrebbero proprio per questo prima o poi  "sbattere" contro un parroco che in modo approppriato dovrebbe fargli capire che in chiesa non si entra come al cinema o a teatro e che in chiesa "ci si fa non ci si e" 

non e certo la prima volta nella storia che le chiese rischiano di restano vuote e la cosa che si e imparato per superare queste tempeste  e' che solo la riscoperta e l'esercizio del tradizionale deposito fidei della chiesa puo gradualmente riportare "veri" fedeli in seno alla chiesa  se poi questo non succedera' nell'arco della nostra vita.....pazienza  vorra' dire che il frutto della nostra perseveranza sara comunque colto dalle future generazioni che ci ringrazieranno per questo   
magari il nostro parroco potrebbe trovare proprio in questo una nuova motivazione per rinnovare la propria fede nella sua missione di apostolato  senza dimenticare poi l'imperativo della preghiera e della supplica a DIO a cui tutto e rimesso   e che anche a chiese vuote non si deve mai interrompere
Un uomo che è un uomo DEVE credere in qualcosa (dal film: il mio nome è nessuno)

Finnegan

Credo che il parroco abbia le mani legate e debba prestarsi all'inane gioco di amministrare i Sacramenti a cristiani indegni.
Ma questo post non rileva tanto per il gesto del parroco, quanto per una diagnosi senza sconti sullo stato del cattolicesimo oggi. Almeno questo parroco ha avuto il coraggio di parlarne.
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