Santiago continua a fare il decostruttore della civiltà

Aperto da Finnegan, 15 Maggio 2020, 10:03:37 AM

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Finnegan

Veniamo adesso alla socializzazione del sesso e della paternità, questione non di poco conto considerato che è nell'agenda del globalismo disumanizzante, che sta rendendo la paternità sempre più un lusso per i pochi selezionati dal sistema.
Nel post precedente abbiamo visto che dai al matrimonio e alla paternità una connotazione fondamentalmente negativa, di istituzioni gravose e inutili all'uomo almeno come singolo.
Ora come è possibile liberare l'uomo dal fardello del matrimonio e della paternità? Ce lo dice Aldous Huxley nella sua distopia socialista, Il Mondo Nuovo che presenta soprendenti affinità con non poche tue affermazioni e preferenze:

"Il romanzo si apre a Londra, nell'anno Ford 632, ovvero il 2540.
La Terra è soggetta al controllo di un governo unico. Tutti i riferimenti al passato ["le istituzioni civili, morali e religiose create dalle femmine"], compresi i libri, sono stati distrutti. L'obiettivo del governo mondiale è quello di assicurare a tutti ordine ed pace, secondo il motto: "Comunità, Identità, Stabilità". Il nuovo ordine mondiale si basa su principi eugenetici, che regolano strettamente la nascita dei bambini in laboratorio per via extrauterina, avendo cancellato gravidanze e parti."

In tal modo, come hanno sottolineato utenti a favore della riproduzione artificiale e in dichiarata sintonia con le tue idee, che non ritengo casuale, l'uomo è libero del fardello del matrimonio e del mantenimento dei figli. E' quantomeno difficile che il tuo sfavore verso queste istituzioni si traduca in uno sfavore verso la riproduzione artificiale, che infatti in un tuo post recente non consideri negativamente.

"La società del "mondo nuovo" è fortemente comunitaria, anteponendo l'appartenenza ad una classe ai legami privati o familiari. Secondo lo slogan "Ognuno appartiene a tutti", la famiglia tradizionale è stata abolita, così come il matrimonio o i rapporti di parentela."

Il tuo aperto sfavore verso il matrimonio che ritieni da abolire nella sua stessa base legale, e la paternità considerata una creazione culturale femminile (v. post sopra!) mi sembrano perfettamente compatibili con la visione (o meglio: l'incubo) di Huxley.

"Sempre con finalità di controllo e di ordine, il Governo promuove i comportamenti socievoli e la costante ricerca di divertimenti di tipo consumistico; anche la sessualità, controllata dai contraccettivi, è fortemente incoraggiata [senza nessuna "moralizzazione voluta dalle femmine per loro vantaggio"], per sviare in essa qualunque impulso di ribellione e tensione nei confronti della società. Le persone sono così portate alla poligamia [che "non porta alcun vantaggio all'uomo"] e a legami assolutamente instabili e superficiali [i "legami temporanei" che vedi con aperto favore], mentre chi ama passare il proprio tempo da solo ed è incline alla monogamia non è visto di buon occhio."

Anche qui per quanto mi sforzi non riesco a trovare una contraddizione tra la distopia di Huxley e la tua visione della società. Sostieni che le tue sono affermazioni obiettive e scientifiche, ma se anche fosse non vedo per quale ragione l'incubo di Huxley non dovrebbe essere, sulla base di queste tue premesse, la società "scientificamente" migliore.

Per quanto riguarda la femminista-comunista Kollontaj, anche lei ha una visione in molti punti non secondari, sorprendentemente simile alla tua:

1. Abolizione del matrimonio: hai detto esplicitamente (v. post sopra!) che non c'è alcun motivo per cui l'uomo debba avere un rapporto monogamico e che il matrimonio non dovrebbe legalmente esistere. Per quanto mi sforzi non riesco a vedere contraddizione con la proposta della Kollontaj, né vedo come ciò si possa considerare un "attacco personale"
2. "Per un comunista l'atto sessuale deve essere semplice come bere un bicchier d'acqua": anche qui un'abbondate ridda di citazioni (moralizzazione del sesso solo svantaggiosa per l'uomo, coito coercitivo praticato per milioni di anni e abolito dalle femmine, vantaggi di relazioni temporanee su quelle monogamiche a vita) dimostra oltre ogni ragionevole dubbio che c'è identità di vedute
3. I comunisti devono avere "relazioni libere e multiple": idem come sopra. En passant, nel comunismo è logico che si mettano in comune anche i corpi
4. "La maternità è una funzione sociale": in sintesi, spiegava il citato documentario sulla Kollontaj dell'emittente femminista ARTE, la donna deve essere libera di concepire col primo che passa (l'alfa) e dare la prole allo Stato per liberare lei (e di riflesso anche l'uomo) dai gravami della genitorialità.
Se è vero che non hai mai proposto esplicitamente un simile modello, è anche vero che è la perfetta realizzazione delle "relazioni temporanee" che vedi con palese favore e della "paternità collettiva" ("gli uomini del villaggio condividono la paternità") che consideri più vicina alla natura che non prevede "istinto paterno"
5. "La collettività deve liberare la donna dalle sue costrizioni familiari": come detto sopra, ciò libera di riflesso l'uomo da costrizioni che ritieni imposte nei secoli dalle femmine
6. "Bisogna collettivizzare le faccende di casa": idem
E naturalmente non potevano mancare nelle proposte della Kollontaj (ma sono questioni secondarie in questa discussione):
7. Diritto all'aborto (qui non ti sei pronunciato ma dubito che tu sia antiabortista; comunque non è argomento centrale qui)
8. Congedi affinché "la donna faccia quello che faccia l'uomo": per esempio anche l'artigliere se "supera gli stessi standard maschili"
9. Asili nido per permettere alle donne di fare quello che fanno gli uomini

Si dà il caso che la Kollontaj, oltre che femminista, fosse un alto funzionario del regime sovietico. Sto dicendo che simpatizzi segretamente per Stalin? Assolutamente no, ma è l'esito cui può condurre la messa in pratica di alcuni aspetti del tuo pensiero: abolizione del matrimonio, relazioni temporanee, socializzazione di sesso e genitorialità ecc.
Non è "attribuire opinioni false a scopo di attacchi personali" affermare che, come aveva ben capito la Kollontaj, quando si dissolvono i legami e le istituzioni familiari in nome del sesso casuale, di rapporti temporanei, dell'abolizione della monogamia subentra la genitorialità di Stato, cioè il gulag.
Lo stesso vale per il capofamiglia (questione non sollevata da te), per cui un altro utente si è iscritto appositamente per farmi il processo politico: quando l'uomo non è più a capo della famiglia, gli subentra lo Stato in una socializzazione dei rapporti e delle decisioni familiari che non promette nulla di buono.

La Kollontaj vagheggiava un inferno comunista per liberarsi dall'"oppressione patriarcale". A cosa possono condurre (sia pure inconsapevolmente) idee simili, per liberarsi da una (del tutto ipotetica se riferita al passato) oppressione matriarcale? Come scriveva Vico, è l'eterogenesi dei fini.*

Ho letto con attenzione i tuoi post, che ho anche citato in abbondanza commentandoli sulla base di conclusioni esclusivamente logiche.
Dalle molte citazioni che ho letto, hai scritto un libro pregevole nello smontare molte menzogne del femminismo.
Ho ritenuto necessario intervenire perché dare una connotazione negativa alle leggi civili e ai valori morali (almeno quelli che citi) e a istituzioni fondamentali come le relazioni stabili, presenti in tutte le culture dall'alba dell'uomo non può che essere dannoso per l'umanità e in primo luogo per il movimento maschile.
Il presente è un incubo per gli uomini non perché "le donne hanno inventato il matrimonio" ma perché il femminismo lo ha distrutto.
Spero vorrai prenderla come una critica costruttiva (come pare abbia fatto Stasi ripensandoci sul femminismo buono) e dedicarti a smontare il femminismo, contando sul mio pieno e incondizionato appoggio.

* La concezione dell'eterogenesi dei fini fu teorizzata per la prima volta da Giambattista Vico, secondo cui la storia umana contiene in sé potenzialmente la realizzazione di certe finalità. In questo senso dunque ben si comprende che il percorso evolutivo dell'uomo è mirato al raggiungimento, tappa dopo tappa, di un qualche fine. Tale percorso non è però da intendersi come lineare. Può accadere che, mentre ci si propone di raggiungere alti e nobili obiettivi, la storia arrivi a conclusioni opposte.

«Pur gli uomini hanno essi fatto questo mondo di nazioni [...] ma egli è questo mondo, senza dubbio, uscito da una mente spesso diversa ed alle volte tutta contraria e sempre superiore ad essi fini particolari ch'essi uomini si avevan proposti

Talvolta infatti l'umanità corre il rischio del "ricorso", ossia rischia di tornare indietro nel prestabilito percorso di auto-miglioramento a causa di errori di natura sociale e/o politica (inaridimento del sapere, perdita di memoria storica). Ma il "ricorso" è soltanto temporaneo. Con forza, coraggio, fatica e sofferenza ogni volta l'umanità ha saputo e saprà sempre riprendere il suo cammino progressivo.
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Finnegan

#11
Questi due post sono veri scoop: dimostrano come la paternità sociale e l'abolizione del matrimonio perorata da Santiago coincidono (poco importa se in modo involontario) con i sogni di donne (ma non volevano moralizzare il sesso?) e specificamente di femministe, oltre naturalmente ai loro amici LGBT.

E ora veniamo a esaminare che tipo di soggetti si interessano attivamente alla paternità di gruppo: naturalmente gli omosessuali, perché l'idea di paternità condivisa va in direzione della gestazione "affittata" o artificiale che sia, ma anche le donne che così possono divertirsi a loro libito con gli alfa e scaricare il mantenimento su più uomini. Ecco le prove:

La prima è un libro di grande successo, letto molto in ambito omosessuale (l'ho visto la prima volta sul banco di lavoro di un sarto appunto :censored2: ops! neanche qui si può più dire): Quattro uomini, quattro papà... perché no? scritto da una donna, Sylvie Benoit.


Ed ecco come questa femminista esalta la convenienza per le femmine della paternità di gruppo svalutando monogamia e matrimonio come Santiago:

"Ci sono due modi per avere molti figli: o da un solo padre - e quindi dobbiamo sperare che "assicurerà" - o da diversi, e in questo caso gli obblighi saranno divisi. Semplice, dici. E un po 'inverosimile? In ogni caso, lontano dallo schema tradizionale! Senza voler passare per un pioniere, ho l'impressione di essere in anticipo sui tempi. Molte persone intorno a me, ferventi monogame, non condividono il mio modo di vivere o il mio modo di comprendere le situazioni, e allo stesso tempo mi ammirano e mi trovano coraggiosa. Per altri, sembro un alieno! "Con la sua educazione piuttosto convenzionale, Sylvie Benoit avrebbe potuto accettare i codici di una società ancora dominata da valori fallocratici senza battere ciglio troppo. Ma, troppo libera, la giovane donna ha scelto di dare un calcio vigoroso al formicaio patriarcale, adottando uno stile di vita atipico. Ardente testimonianza delle gioie e dei dolori della riorganizzazione familiare e dell'inno alla femminilità e all'amore, in particolare a quello che porta ai suoi quattro figli concepiti con quattro uomini diversi: il lavoro di Sylvie Benoit è anche un manifesto per la maternità liberata."

https://www.amazon.it/Quatre-enfants-quatre-p%C3%A8res-pourquoi/dp/2841863093

Per quanto mi sforzi non vedo in che modo Santiago, con la teoria della paternità come "sovrastruttura" culturale e di gruppo possa opporsi a questo modello e alla fine della paternità (già in macerie con gli affidi di fatto ad altri uomini, i nuovi compagni che si stabiliscono in casa dell'ex) e all'agenda LGBT che il suddetto modello sdogana.

Il secondo libro, In principio era il sesso scritto anch'esso da una donna, Cacilda Jethá, si propone anch'esso di smontare il matrimonio e la monogamia. E' recensito con entusiasmo, manco a dirlo, su un sito LGBT che dice:

"Bestseller del New York Times e già tradotto in 15 lingue, In principio era il Sesso (Sex at Dawn) è il più potente attacco al concetto di matrimonio vibrato tramite un volume. Per quanto le spiegazioni di antropologi e filosofi si siano affannate a ricondurre il matrimonio alle prime forme sociali e addirittura alle relazioni nei gruppi di scimmie antropomorfe, le loro conclusioni restano basate su fraintendimenti di fondo piuttosto grossolani. Ryan e Jethà decostruiscono le teorie di Darwin, Hobbes, Malthus, Hrdy, S. Goldberg, Morgan, Pinker, Chagnon e altri con l'arma dell'ironia e con argomentazioni ineccepibili.
Non contenti della "narrazione standard" (di Sarah Blaffer Hrdy) che prevede la coppia esclusiva basata sullo scambio: la donna in cambio di carne (cibo) e di protezione per i figli dà all'uomo la certezza (con la fedeltà) che i figli siano suoi, i due autori mettono in campo un vero e proprio armamentario di dati su tribù del presente e del passato la cui sessualità non ripercorre lo schema predetto.
L'unico difetto [suggerisce il nostro LGBT] del libro a mio avviso è l'eccessivo focus sull'eterosessualità, soprattutto una volta stabilito che il sesso non ha la riproduzione come scopo principale [nooo, la natura l'ha inventato per i queer] (ta-dah!): magari mi cercherò un libro più queer sull'argomento (se esiste). Sentitevi liberə di offrire suggerimenti!"

Link: https://lasiepedimore.com/2019/08/19/in-principio-era-il-sesso-di-christopher-ryan-e-cacilda-jetha/

Ecco dimostrato chi favorisce realmente la paternità di gruppo: donne (più mantenitori, nessun padre a interferire con l'educazione materna del figlio) e LGBT (figli adottati o "fabbricati" per coppie lesbiche e "famiglie" di soli uomini, eventualmente più di due).
Non posso non notare che in base alle suddette prove, le teorie di Santiago, che si presume dovrebbero smontare tesi femministe, in realtà coincidono e/o aprono la porta nell'opinione pubblica a istanze portate avanti da femministe e LGBT.
Sarà involontario, per carità. Ma se posso darti un consiglio, leggiti questi libri prima di scriverne un altro. :P
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Finnegan

Sul sito DONNA.fanpage.it pare di leggere Santiago:

"Sesso libero e selvaggio: ecco perché la monogamia è contro natura
Trovate che il sesso libero e selvaggio sia più soddisfacente? E' perché la monogamia è contro natura, tanto che i nostri antenati preistorici non l'hanno mai considerata una fonte di gioia e piacere.

Il sesso è uno dei piaceri della vita ed è risaputo che, quando diventa così passionale da essere selvaggio, è anche più coinvolgente rispetto al solito. A differenza di quanto abbiamo sempre pensato, l'idea che il rapporto sessuale ai limiti dell'aggressività risvegli il proprio desiderio primitivo è assolutamente sbagliata. Christopher Ryan e Cacilda Jethà, nel saggio "In principio era il sesso. Come ci accoppiamo, ci lasciamo e viviamo l'amore oggi", hanno spiegato in che modo i nostri antenati cacciatori vivevano realmente la loro vita sessuale.

Innanzitutto, all'epoca i due sessi convivevano in totale armonia, senza gelosie, ossessioni ed imposizioni [come no. Il mito del Buon Selvaggio corrotto dalla civiltà, creata dalle femmine], tanto che il matrimonio monogamico non era considerato come una fonte di gioia e piacere. Addirittura, la cura dei bambini era responsabilità di intere tribù, senza che nessuno si preoccupasse della loro possibile paternità. Questa dura realtà spiegherebbe per quale motivo sono moltissimi i rapporti che oggi finiscono per collassare dopo pochi anni. L'essere umano in una relazione monogama vive naturalmente un inarrestabile flusso di vorticosa frustrazione sessuale che uccide la libido e che porta a dei tradimenti impulsivi.

Coloro che resistono si limitano semplicemente a sacrificare l'erotismo e la passione in nome della stabilità familiare. Insomma, sembra proprio che gli uomini primitivi riuscissero a vivere la loro vita sessuale con più libertà e meno pudicizia rispetto ai giorni nostri, dove invece nelle relazioni regnano la repressione e il voyerismo. L'unico modo per essere sereni in una coppia è dunque accettare adulterio e libertà sessuale con serenità, lasciandosi andare ai rapporti liberi, frequenti e selvaggi."

Non sei d'accordo Santiago? :D
.

continua su: https://donna.fanpage.it/sesso-libero-e-selvaggio-ecco-perche-la-monogamia-e-contro-natura/
https://donna.fanpage.it/

Dal giornale l'Espresso, espressione della sinistra femminista

Sesso libero, gioioso e adultero. Per essere felici fatelo come i primitivi

I nostri antenati avevano una sessualità libera e aperta, proprio come le scimmie da cui discendiamo. Un saggio sostiene che è a loro che dobbiamo guardare per andare oltre la nostra infelicità sessuale, senza divorzi, separazioni e gelosie omicide

di Elisabetta Ambrosi [altra donna che non vuole moralizzare il sesso: sei in buona compagnia :) ]

Con tutta probabilità i nostri antenati cacciatori, per intenderci gli ominidi precedenti alla rivoluzione agricola, vivevano in un mondo di collaborazione reciproca e armonia, dove le donne contavano come gli uomini e dove soprattutto la sessualità era libera e aperta, senza gelosia né alcuna ossessione verso l'accertamento della paternità dei nuovi arrivati, tanto che la cura dei bambini era responsabilità di tutti.

IL SESSO (CON TUTTI) HA FINI SOCIALI
[Ma guarda, proprio la socializzazione del sesso prevista da Huxley e dalla Kollontaj]

Oltre a quella che i due autori chiamano "flinstonizzazione" del mondo preistorico, l'altra immagine che il libro invita a rottamare è quella del matrimonio monogamico come fonte di gioia e pace. In questo caso basta guardare il presente: la metà dei matrimoni collassa sotto "un inarrestabile flusso di vorticosa frustrazione sessuale, di noia che uccide la libido, di tradimenti impulsivi, disfunzionalità, confusione e vergogna".

Le coppie che resistono sacrificano l'erotismo in nome della stabilità familiare e dell'intimità emotiva. E non bastano "un po' di candele qui e là, un po' di lingerie sexy, una manciata di petali sparsi sul letto" a far tornare il desiderio, tanto è vero che l'adulterio esiste in tutti i paesi, compresi quelli che lo puniscono con la lapidazione.

Ma cosa fare contro questo scenario tragico? La soluzione passa per l'osservazione degli animali da cui discendiamo, le scimmie, in particolare scimpanzé e bonobo, a cui siamo geneticamente più vicini. Ebbene, in tutti i primati che vivono in gruppo la monogamia è sconosciuta e il sesso libero e frequente, in particolare per i bonobo, è usato per allentare la tensione, stimolare la condivisione durante i pasti, riaffermare l'amicizia.

Allo stesso modo vivevano il sesso i nostri progenitori preistorici, tra i quali la promiscuità sessuale – intesa etimologicamente come "miscela" e senza alcuno stigma morale negativo – era legata al bene comune e all'identità di gruppo. Tutto cambia, secondo i due studiosi, con l'avvento della rivoluzione agricola. Nelle popolazioni stanziali la femmina perde il suo ruolo e mano mano si afferma una sessualità "voyeristica, repressiva, omofobica e incentrata sulla riproduzione".

SCHIAVI DEI GENI, FRUSTRATI E BUGIARDI?

Questa visione della preistoria è molto diversa da ciò che le moderne teorie evoluzionistiche sostengono. E infatti buona parte del libro è finalizzata a confutare quella che i due autori chiamano "narrazione standard delle origini e dello sviluppo della sessualità umana", vicina alla visione darwiniana della vita.

Oltre ad essere infelicemente deterministica questa teoria sostiene che le donne scambino i propri servizi sessuali con l'accesso a determinate risorse ("In estrema sintesi ciò significa che vostra madre è una prostituta"), e il sesso si faccia solo in vista della riproduzione (questo sì, dunque, scrivono i due, è un sesso animalesco).

Si tratta di una teoria che, inoltre, fornisce un'immagine femminile non realistica: vista la quantità di modi in cui gli uomini hanno tentato nei secoli di reprimere la sessualità femminile – dalle cinture di castità ai roghi fino alle diagnosi di ninfomania o isteria all'insegna del paternalismo - forse la sessualità femminile non è come quella descritta dalla vittoriana e pudica visione di Darwin.

VIA LA MONOGAMIA, VIA LA PAURA E LA GELOSIA

Ma come mettere in pratica il cambiamento? A ogni coppia spetta scoprire come, secondo le proprie inclinazioni. Un aiuto può venire dal guardare quelle piccole e rare comunità che ancora oggi vivono i rapporti di forza tra generi e l'approccio alla sessualità in maniera diversa.

Come quei Mosuo della Cina, una delle ultime comunità matriarcali rimaste, dove le ragazze e le donne hanno relazioni libere (e il potere economico) e quando nasce un bambino a nessuno interessa sapere di chi è figlio perché la cura è affidata alla famiglia di lei (tanto che la parola "wu" traduce sia zio che padre).

Fonte: https://espresso.repubblica.it/attualita/2015/12/21/news/la-monogamia-e-contro-natura-1.244262

E ora veniamo alle teorie opposte e di gran lunga maggioritarie:

La monogamia viene dalla preistoria: scelta dall'uomo per prevenire le infezioni sessuali
https://www.leggo.it/societa/scienze/monogamia_preistoria_uomo_infezioni_sessuali-1665469.html

Monogamia nata nella preistoria per preservare la fertilità
https://www.ok-salute.it/notizie/monogamia-nata-nella-preistoria-per-preservare-la-fertilita/

Questo articolo parte dal mondo animale, argomento che mi sembra apprezzato: :lol:

La formula genetica della monogamia: così siamo diventati fedeli
http://www.healthdesk.it/ricerca/formula-genetica-monogamia-cos-siamo-diventati-fedeli

Scelgono un partner e vi restano legati a lungo. Lo fanno i criceti, alcune specie di uccelli canori, di rane e di pesci. Lo fanno, per lo più, gli esseri umani. Perché alcuni animali scelgono rapporti di coppia stabili e altri no?

Se lo sono chiesto i ricercatori dell'Università del Texas ad Austin che hanno ricostruito le origini evolutive della monogamia studiando 10 specie di vertebrati con abitudini coniugali differenti.  L'indagine descritta su Pnas, che ha coperto 450 milioni di storia evolutiva risalendo all'antenato comune delle 10 specie osservate,  si è conclusa con un risultato inaspettato: esiste una formula universale che ha determinato, nel corso dell'evoluzione, la trasformazione di specie non monogame in monogame. La fedeltà al partner scatta quando nel cervello degli animali vengono attivati alcuni geni e ne vengono disattivati altri. La monogamia di cui parlano gli scienziati è la cosiddetta "monogamia sociale": i membri della coppia scelgono di restare uniti per svolgere le funzioni genitoriali e proteggere la prole dagli assalti dei predatori.

I ricercatori hanno selezionato cinque coppie di alcune specie strettamente imparentate, alcune delle quali monogame altre non monogame. Per la precisione: due specie di roditori (Peromyscus e Microtus), due di uccelli, due specie di rane e due specie di pesci.

Le cinque coppie sono rappresentative di cinque momenti evolutivi precisi durante i quali la monogamia è apparsa indipendentemente introducendo differenze sostanziali tra le specie.  In una di queste tappe dell'evoluzione, per esempio, i roditori delle praterie non monogami e quelli monogami sono finiti per diventare due specie separate.

I ricercatori, avvalendosi di supercomputer per il sequenziamento del genoma,  hanno messo a confronto l'espressione dei geni nel cervello degli individui maschili di tutte le 10 specie per individuare i cambiamenti avvenuti nei periodi di transizione evolutiva alla monogamia. Scoprendo che ogni volta che animali strettamente imparentati abbandonavano la "poligamia", nel cervello dei maschi avvenivano gli stessi cambiamenti a livello di espressione genica.  Le abitudini sociali delle coppie deriverebbero quindi dal modo in cui i geni sono espressi nel cervello.

Sorprendentemente la formula evolutiva della monogamia è rimasta intatta per un lunghissimo periodo di tempo.

«La maggior parte delle persone non si aspetta che in 450 milioni di anni, il passaggio a comportamenti così complessi accade ogni volta allo stesso modo», commentano i ricercatori.

Gli evoluzionisti si interrogano da tempo sul significato e sull'origine della monogamia. Il vantaggio evolutivo di una coppia stabile non è difficile da comprendere: il compito di proteggere la prole viene diviso tra maschi e femmine diventando così più efficace. Se ci si dedica in due, invece che da soli, ad allevare i figli le probabilità che questi ultimi sopravvivano e crescano sani per poi potersi riprodurre a lora volta aumentano.

La maggior parte degli studi sulle origini evolutive della monogamia si sono però fermati a un passato molto più recente, arrivando al massimo a una decina di milioni di anni fa. Questo studio invece copre un arco di tempo evolutivo che non ha precedenti.

E infine:
https://www.secoloditalia.it/2016/04/studio-rivela-tribu-preistoriche-imponevano-monogamia/
Uno studio rivela: anche le tribù preistoriche imponevano la monogamia

Nessun grande amore appassionato o un intimo convincimento religioso: a spingere l'uomo a scegliere la monogamia al posto della più godereccia poligamia sarebbe stata la paura di ammalarsi di sifilide e altre malattie a trasmissione sessuale. Una transizione avvenuta nella preistoria, ai tempi delle tribù di cacciatori-raccoglitori, come hanno dimostrato i ricercatori guidati da Chris Bauch, dell'università canadese di Waterloo, riproducendo al computer i modelli di comportamento di queste popolazioni.

Da notare che questi studi parlano al massimo di poligamia, non di "paternità di gruppo".
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johann

#13

se io fossi un marziano direi che nella societa degli umani  si sta scatenando una guerra ideologico/politica TOTALE
dove ormai non si salva più nulla (uomo natura societa scienza religone)  tutto lo scibile umano e l'uomo stesso e ' trascinato suo malgrado nelle "trincee" di un allucinante conflitto ideologico dove la posta in gioco ormai e praticamente TUTTO 
non a caso oggi tutto e passibile di connotazione e strumentalizzazione ideologica  tutto e' opinabile  tutto e relativo   l'unica certezza e che  non ci sono certezze   l'unica verita' e' che esistono miliardi  di verita soggettive  quindi nessuna verita' oggettiva   non importa tendere cercare  il bene o  cercare il giusto nelle cose  perche i valori che te lo rendono tale sono solo tuoi  immanenti a te stesso,  e valgono lo spazio di un pensiero  di un rinsavimento momentaneo  siamo prossimi a  una resa dei conti epocale tra chi vuole preservare per se stesso e per la societa di cui fa parte un'idea di umanita'  e di societa' a misura d'uomo sufficentemente delineata da principi e valori in grado di restituirle quantomeno un senso compiuto logico e razionale    al ritorno dei neobarbari di quanti cioe' persi nel proprio delirio ideologico popu-laicista allo stesso tempo vetero tutto e post tutto  vogliono disintegrare ogni cosa che a questo mondo conservi un minimo di sostanza e forma   alienati nel seguire la via maestra della "prassi" barricadera / rivuluzionaria riformista / sfascista  vogliono "spararci" l'ultima cartuccia  che gli e' rimasta dell'arsenale delle loro criminali ideologie materialiste dei secoli scorsi che hanno schiavizzato e massacrato il mondo  (capitalismo e comunismo) cosi' che in una vorticosa circolarita' senza capo ne coda  cambiamenti su cambiamenti del tutto fine a se stessi  senza alcun presupposto di merito si susseguono si accavallano e si sorpassano all'inseguimento paranoico e folle degli assoluti non di valore  ma di forma su ogni cosa:  l'emancipazione?  Assoluta!  ...quindi anche da se stessi  dalla propria identita' dalla propria natura ontologica (femminismo gender ecc)  e via cosi'    l'uguaglianza  diventa egualitarismo  giustizia   diventa  giustizialismo   liberta'  anarchia    diritti   privilegi   diversita  omologazione   sentimenti  istinti    responsabilita  neutralita'    giudizio  p.corretto   dovere  menefreghismo  democrazia  dittatura  ecc ecc   


questa discussione sulle tesi di santiago non si sottrae a questa premessa di fondo sul cui discrimine fosse per me  ci metterei  l'intera  Q.M    infatti a tradire la contaminazione ideologica di fondo delle tesi di santiago possiamo notare come continui ad esserci  un darwin "di troppo" assieme a un po troppi presupposti concettuali  "di parte"  dati come scontati e acquisiti solo perche la "sconnessa" societa di oggi  per non risolversi le questioni di fondo  parla "linguaggi" diversi che portano avanti una surreale dialettica interna nella quale e impossibile anche solo capirsi   
mi spiace, ma per tutti coloro che come me non hanno assimilato l'evoluzionismo in modo fideista  il "mantra" di darwin non fa  testo  non fosse altro che per il fatto che oggi sul merito le "novita" vengono praticamente solo dalle sempre più numerose pubblicazioni scientifiche che la suddetta teoria la smentitscono e la smontano in modo brutale e radicale,  (lo stesso darwin disse che la sua era una teoria cioe un mero esercizio di speculazione "scientifica" ) io nella mia ignoranza aggiungo che dopo quasi 2 secoli di presenza sul "campo"  un consuntivo e' tempo di farglielo e visto che il pensiero darwinista continua a rimanere orfano di riscontri scientifici "scientifici"  possiamo concludere che in un certo senso e' rimasto  in....   :censored2: to  dalla sua stessa supponenza scientifica


diciamocelo! oggi serve solo come "foglia di fico" a certa (maggioritaria) intellighenzia accademica  per continuare a legittimare un sapere "intellettualmente proprietario" di tipo laicista-scientista distinto e distante da quello "classico" di matrice cristiana   una cultura in totale mala fede che si fa scudo del moralmente superiore sapere scientifico   per produrre "scienza ideologizzata"  e con questo unirsi al coro degli altri "venduti" al leviatano  (politica magistratura e giornalismo ) per fare ignobile proselitismo ideologico/politico cosa del resto ammessa "candidamente" dallo stesso biologo "superstar" dei laicisti  richard dawkins:
darwin ha reso possibile agli atei di giustificarsi intellettualmente voi potreste trovare dei cristiani evoluzionisti ma non troverete mai degli atei che non lo siano    serve aggiungere altro?!  Ah! Si! Come disse chesterton  se non ci fosse DIO anche gli atei non esisterebbero    ma lasciamo stare......   
Quindi la scala evolutiva dell'uomo con tutte le sue buone "tappe" al posto giusto (Austrolopitecus - Homo habilis - Homo erectus - Homo neardenthal - Homo sapiens - Homo sapiens sapiens ) la si puo rispedire al mittente non perche non abbia attinenza con la disciplina dell'antropologia  ma perche in ottica di dogma scientifico non ha proprio nulla da dirci, anzi se letta con l'ottica distorta di darwin e solo un sofisma del tutto fuorviante    non voglio dilungarmi sul merito allegando le corpose argomentazioni scientifiche che si possono produrre  tuttavia credo basti un uso minimo della ragione per cogliere l'evidenza empirica di quanto sia fallace l'assunto darwinista:   
l'evoluzionismo in questo caso applicato all'uomo presuppone continuità spaziale e soprattutto temporale ci si chiede perche tra le decine di primati a sostanziale parita' di condizioni antropomorfe e ambientali (scimpanze gorilla ecc)  solo il primate destinato a sfociare nell'uomo ha preso  una linea evolutiva che come una rampa di lancio gli ha fatto "bruciare" le tappe  dello sviluppo "stramanente" pero' solo a livello di cervello perche per il resto e rimasto con il 98% del genoma imparentato con le scimmie  quelle stesse scimmie che a distanza di milioni di anni nella loro evoluzione sembrano "stranamente" rimaste inchiodate ai nastri di partenza   possiamo dilettarci ad allungare la lista degli ominidi finche vogliamo compresi quelli falsi o meglio inventati per coprire l'anello mancante come "l'uomo di piltdown "   100000 50000 10000 anni fa   non ha importanza  la semplice evidenza empirica colta razionalmente ci dice che a un certo punto c'e stato uno STACCO  un discrimine che ha segnato il momento nativo di un DIVERSO concetto di evoluzione che ha interessato non la sua realta biologica ma la sua consapevolezza interiore   


nessuna "variazione casuale" o rimescolamento dei geni    nessuna spinta adattiva "particolare" nessun "fatalismo"  evolutivo  perche se cosi fosse  oggi nella galassia degli stessi mammiferi sicuramente condivideremmo la parentela umana anche con qualche altra specie  oltre al fatto ancora più certo che in 150 e passa  milioni di anni di evoluzione dell'universo dei rettili  o dei sauri  oggi avremmo sicuramenete evidenza che qualche loro specie si sarebbe evoluta un tantinello oltre gli standard praticamente invariati di tartarughe uccelli e coccodrilli vari
in questo senso sign. Santiago che piaccia o no e necessario  mettere nella storia umana un'altro anno "0" prima del quale ogni comportamento sociale degli ominidi si giustificava pienamente nelle logiche comportamentali animali  dove quindi anche il ruolo del maschio era analogo a quello che possimo  vedere ad esempio nei branchi di gorilla  e in questo senso calarci  pure il coito coercitivo o il sesso "rubato"  ricordo che nel mondo animale si copula disinvoltamente anche perche quel mondo risponde meccanicamente alle logiche della tempistica riproduttiva  dove ciclicamente i maschi vengono "ubriacati" di sesso dagli feromoni rilasciati dalle femmine in calore (come mai nella specie umana questa cosa non c'e?) come pure l'istinto materno che in quel caso si declina come semplice legame di sangue
sempre concedendo il beneficio della gradualita  si puo affermare che "DOPO"  tutto e stato diverso, e non poteva che essere altrimenti  visto che l'uomo ha preso via via consapevolezza introspettiva di se riconoscendo che su un  "substrato" biologico animale era portatore anche di altre dimensioni esistenziali  che gli producevano delle domande su se stesso e sul senso delle cose intorno a lui  il tentativo di articolare delle risposte ha fatto nascere la cultura, nel merito mi unisco alla osservazione del post precendente dove giustamente si faceva notare che le pitture rupestri anche se saranno state parte di riti propiziatori per la caccia sono sempre manifestazioni di cultura  elevata quasi a misticismo spirituale dai pittogrammi con le impronte delle  mani  inutile fare osservare come anche a livello di antropologia del comportamento da quel momento lo sviluppo umano ha preso un lenta direzione univoca verso la ricerca di un progresso e di una crescita di se  uscendo per sempre dalla circolarita dell'esistenza istintiva animale: nascere  riprodursi morire 


e tutto un altro contesto nel quale si capisce come pur non negando la "dote" di pulsioni animali che presiedono al sostentamento della nostra macchina biologica  mangiare  dormire  trombare  ne sono intervenute altre sulla cui sostanza l'uomo ha giustamente basato la sua specificita identitaria    giudicare l'homo sapines sapiens limitando l'analisi alla algida freddezza di un "foglio di calcolo" con  il sunto di benefici e svantaggi della sua sola sfera "animale"  e fargli un torto egli si merita un ben altro metro di giudizio e cioe quello culturale  che non ha una sua "unita di misura" che non si  intepreta per distaccate e fredde  formule o equazioni  ma con  un immersivo e caldo studio della natura della condizione umana   in altre parole non si tratta questa materia pretendendo di rimanere intellettualmente in disparte o al di sopra di cio che si argomenta   ma a un certo punto bisogna pur prendere le parti di cio che si fa supporre e dedurre dalle proprie stesse opinioni,  forse se i maschi oggi sono inguaiati come sono e' anche per il fatto che di loro di discetta un po troppo per "sfoggio" intelletual letterario senza mai "scendere in campo" e prenderne le parti in modo chiaro   
bon!.....e adesso chiarito il VERO  contesto in cui "evolve" l'essere umano  chiediamoci se  in questa prospettiva sia più conveniente per l'uomo che una certa cosa come la famiglia lo ripaghi per l'insieme di tutta la sua persona (corpo intelletto anima )  o semplicemente limitarsi al bilancio entrate e uscite dei propri instinti e delle proprie pulsioni in special modo sessuali? 
( processo a cui tende ri-portarci la gramigna sfascio progressista regnante)


Benedetto XVI ha spiegato come matrimonio e famiglia non siano realtà inventate  ma fanno parte della stessa natura dell'uomo e della donna  non e'  una specie di <costruzione sociologica casuale, frutto di particolari situazioni storiche ed economiche>   Al contrario, la questione del giusto rapporto tra l'uomo e la donna affonda le sue radici dentro l'essenza più profonda dell'essere umano, non consistendo nella "ricerca del piacere, senza mai giungere a una vera decisione,  ma piuttosto nella "capacità di decidersi  per un dono definitivo, nel quale la libertà, donandosi, ritrova pienamente se stessa". 


allego per ultimo un contributo di c. gnerre  sull'importanza della famiglia che da un'idea del valore di analisi che l'uomo moderno se non altro si merita  specialmente se lo parametriamo alle "analisi" che olezzano dal fronte opposto delle femministe e degli effeminati:


I) la famiglia si pone come luogo del mistero della vita dell'uomo. Quel mistero che si radica nel limite come realtà costitutiva dell'esistere di ognuno. Nella famiglia si riconosce il bisogno reciproco e si riconosce l'interdipendenza, verità queste che, invece, la pretesa autosufficienza della modernità e della postmodernità ha voluto dissolvere. L'uomo non avrebbe bisogno di nessuno e di nulla perché lui (l'uomo) sarebbe il tutto.
2. Perché la famiglia è il luogo dove si realizza la tradizione. Quando la tradizione rimane a un livello teorico non incide nella società.  quando invece si esprime concretamente allora diviene civiltà  e comportamenti sociali,  allora  incarna e modella la storia.  La tradizione diviene questo grazie principalmente alla famiglia: l'insegnamento dei genitori,  l'ascolto dei figli.. . e poi i figli che a loro volta diventano genitori,  ecc.
3. Perché la famiglia è uno dei più importanti luoghi dove si perpetua la convinzione della perennità delle categorie del bene e del male. Detto più semplicemente: la famiglia è il tempio dell'educazione ai valori perenni, quelli che non cambiano  che non sono relativi;  Nella famiglia il bene è sempre riconosciuto come tale,  così il male.  Non ci può essere compatibilità tra famiglia e relativismo etico.  L'una esclude l'altro.  Se tutto fosse possibile, se il bene si confondesse con il male  e il male con il bene la famiglia si dissolverebbe.
4. Perché la famiglia è il luogo della persona  Ovvero di quella realtà individuale e razionale  che si pone liberamente e da protagonista nel divenire dell'esistenza e dell'esistente all'interno della sua vita e di ciò che lo circonda   L'interdipendenza e il reciproco bisogno (elementi su cui si fonda la famiglia) sono i segni evidenti che la famiglia stessa non può basarsi  su un'antropologia in cui l'uomo è visto come momento transitorio del divenire, come onda sulla superficie del mare destinata a scomparire  ma sull'antropologia classica: l'uomo come rationalis naturae individua substantia, cioe' come persona. La famiglia non è un magma informe ma un insieme d'individualità unite  nell'affetto parentale


documentato da radici cristiane
Un uomo che è un uomo DEVE credere in qualcosa (dal film: il mio nome è nessuno)

Finnegan

#14
Inoltro a Santiago questo passaggio centrale, sapendo che dirà che sono convinzioni filosofiche e morali e che lui si limita a esporre semplici dati scientifici (mai pubblicati e mai validati ma su questo glissa) dietro i quali copre il vuoto che oggi inghiotte l'umanità:

Citazionee tutto un altro contesto nel quale si capisce come pur non negando la "dote" di pulsioni animali che presiedono al sostentamento della nostra macchina biologica  mangiare  dormire  trombare  ne sono intervenute altre sulla cui sostanza l'uomo ha giustamente basato la sua specificita identitaria    giudicare l'homo sapines sapiens limitando l'analisi alla algida freddezza di un "foglio di calcolo" con  il sunto di benefici e svantaggi della sua sola sfera "animale"  e fargli un torto egli si merita un ben altro metro di giudizio e cioe quello culturale  che non ha una sua "unita di misura" che non si  intepreta per distaccate e fredde  formule o equazioni  ma con  un immersivo e caldo studio della natura della condizione umana   in altre parole non si tratta questa materia pretendendo di rimanere intellettualmente in disparte o al di sopra di cio che si argomenta   ma a un certo punto bisogna pur prendere le parti di cio che si fa supporre e dedurre dalle proprie stesse opinioni,  forse se i maschi oggi sono inguaiati come sono e' anche per il fatto che di loro di discetta un po troppo per "sfoggio" intelletual letterario senza mai "scendere in campo" e prenderne le parti in modo chiaro   
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Finnegan

#15
Alcuni illuminanti estratti dall'ottimo post di un attivista maschile (anche se non si riferiscono al pensiero di Santiago):

Per capire il mondo di oggi bisogna innanzitutto comprendere che l'uomo moderno attua una separazione netta tra la sessualità e la riproduzione. L'uomo è a differenza degli animali libero dalle conseguenze dell'atto sessuale quindi non si preoccupa più del fatto che col sesso si riproduce perché ha imparato a controllare la propria riproduzione indipendentemente dalla sessualità, ha inventato gli anticoncezionali, c'è la pillola del giorno dopo e via di seguito. Questo implica che la promiscuità umana è cmq una promiscuità innaturale per definizione che quindi non può essere descritta attraverso modelli animali se non si vuole scendere nel ridicolo. La sessualità umana è figlia dei tempi moderni, tempi in cui il sesso è primariamente un'attività ludica e questo è più che mai vero oggi rispetto al passato. Mai prima d'ora sessualità e genitorialità sono stati concetti così separati tra di loro. Una sessualità non ordinaria viene sempre più incentivata dalla cultura moderna, dalle canzoni, dalla letteratura, ormai il sesso è un attività ricreativa completamente slegata dal concetto di famiglia. In questo orizzonte va affrontato il tema incel e su questi presupposti va fatta sensibilizzazione.
Il diritto al piacere che la sessualità genera va soppesato con le conseguenze sociali che una promiscuità sessuale così estrema può comportare, per cui la soddisfazione di pochi non può valere in un ottica collettivista l'insoddisfazione di molti. Tutti tendiamo al piacere e rifuggiamo dal dolore, ma questo diritto al piacere non va spogliato del del senso di responsabilità e dalla consapevolezza che ogni nostra azione comporta una reazione che si ripercuote su altri individui in una realtà interconnessa. Bisognerebbe far capire che se una mamma ora può beneficiare del nido per i bimbi, dell'assegno di maternità, se può avere bonus bebè e altre agevolazioni, se ha uno stato che le paga gli anticoncezionali, che punisce i molestatori è perché esiste la collaborazione tra individui che è l'essenza stessa di società e civiltà.
Penso che si debba sempre di più puntare sul senso di responsabilità dell'individuo, sensibilizzarlo ed educarlo al valore della sessualità e affettività come qualcosa che vanno oltre il piacere fisico, che possono arricchire l'esistenza di una persona traducendosi in comportamenti positivi di quella persona nella società. Non sto dicendo che bisogna dire che il sesso è un diritto, sto dicendo che la sessualità responsabile dovrebbe essere un dovere civico, che vada premiato, incentivato e incoraggiato.
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Alexandros

Non conosco questo Santiago, nel senso che ignoro proprio chi sia, ma dalle 4 cose che leggo qua mi sembra chiaro che sia un tizio con poche idee e ben confuse, siamo oltre il limite della farneticazione, mi sembra anche imbarazzante entrare nello specifico e non saprei da dove iniziare, perché non c'è alcuna logica, si potrebbe rispondergli solo "BOOOOM!", e buttarla in caciara. Ma su che basi scrive queste cose? Giusto per comprenderne la scala di gravità... è uno scrittore, un opinionista, un esperto di qualcosa, un politico, insomma che pesce è?

Finnegan

#17
Gli ho chiesto molte volte quali qualifiche avesse per esporre le sue teorie controverse, non mi ha mai risposto e ha continuato a ripetere che non capivo il suo pensiero qui ampiamente citato.
Questo topic di libera critica per il quale ho ricevuto ogni sorta di pressioni per cancellarlo (ma siamo in Germania Est?) è una semplice disamina vigorosa ma costruttiva, che ha sortito l'effetto positivo di non leggere più (almeno credo) teorie decivilizzatrici in spazi maschili.
Al momento ho deciso di sospenderlo poiché la critica sembra essere stata recepita. Sempre che la cortesia sia ricambiata, ché se qualche estimatore di Santiago ricomincia proxy wars per conto di boss di noti portali (che l'hanno recentemente linkato per cui la complicità è manifesta e innegabile), sarà mia cura passare al setaccio i suoi tomi e la credibilità degli articoli dei suddetti portali.

Gli uomini, e l'Italia, per rinascere hanno bisogno di cultura, civiltà, coppie stabili e un progetto credibile per la nostra povera patria. Quando un numero sufficiente di uomini, a partire dagli attivisti maschili lo capirà, i diritti degli uomini faranno un passo da gigante.

* Quale ad esempio il glande che servirebbe ad estrarre il seme dell'ominide venuto un attimo prima di lui (qualunque andrologo smentirebbe in due secondi tale teoria, ci sono persino concepimenti senza rapporto...)
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Finnegan

Altra prova che l'idea della paternità come costrutto sociale trova corrispondenze (anzi ha la sua origine) nel femminismo:

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dotar-sojat

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