Rischi della CONVIVENZA

Aperto da Finnegan, 18 Febbraio 2018, 02:07:50 PM

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Finnegan

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PRIMA DI INIZIARE UNA CONVIVENZA, PENSACI BENE

Alcuni uomini iniziano con leggerezza una convivenza pensando che non ponga oneri a loro carico e permetta loro di sfuggire alle insidie legali del matrimonio. In realtà, è statisticamente provato che le convivenze anche con figli sono ancora meno stabili dei matrimoni, ma spesso con conseguenze altrettanto pesanti in caso di separazione. Per di più, a differenza della separazione la convivenza non pone alcun obbligo a carico della tua compagna (coabitazione, fedeltà, assistenza morale e materiale ecc. che potresti far valere in tribunale) e può cessare senza alcuna formalità, per cui le risulta persino più semplice chiedere il mantenimento: non deve neanche prendersi la pena di sposarti, le basta solo vivere a casa tua per qualche tempo e se ci sono figli le conseguenze saranno altrettanto pesanti di quelle di un divorzio.
ESEMPIO PRATICO:
un vicino di casa ha raccontato a un utente di Coscienza Maschile che la sua compagna, al terzo mese di gravidanza, lo ha mollato così...  perché si era stufata. Avuta la bambina, essendo neonata il giudice, nella sua imparzialità, ha stabilito ovviamente che lei ha l'affidamento praticamente esclusivo (ma il mantenimento no), ma soprattutto che la bimba, fino all'età di 3 anni, non potrà mai rimanere da sola con il padre (es. un fine settimana, una notte, ecc.). Quindi lui è condannato, per almeno tre anni (poi... si vedrà cosa deciderà l'imparziale giustizia) a stare con la figlia solo insieme all'ex. Ovviamente lui è disperato e arrabbiato.
Ti invitiamo pertanto a non imitarlo e a riflettere bene prima di iniziare una convivenza, che anche se non formalizzata da una cerimonia rimane un impegno legale importante. Se vuoi mettere su famiglia, è preferibile il matrimonio che pur comportando rischi simili, è statisticamente un legame più solido della convivenza, che oltretutto viene quasi sempre intrapresa senza riflettere sulle conseguenze e senza accordi di nessun genere tra le parti.

1. Sei certo che la tua compagna tenga realmente a te e sia affidabile nel lungo periodo? Fai attenzione alle donne:
- Interessate solo alle compere e al divertimento
- Che hanno avuto molte esperienze, specialmente se recenti o con uomini di incerta reputazione
- Pigre
- Incapaci di empatia, che si comportano con un certo distacco come se recitassero un copione
- Che criticano e pretendono di cambiare te e il tuo stile di vita
- Che hanno idee femministe e considerano la donna oppressa dall'uomo
- Che avanzano pretese economiche o di altro tipo nei tuoi confronti
- Che tendono ad allontanarti dai tuoi amici (dicendoti ad esempio "tu sei migliore di loro") e ti impongono di frequentare i loro
- Inseparabili da una madre insopportabile, viziate dal padre o con una figura paterna carente/assente
- Apparentemente senza il minimo difetto: molte si comportano come nell''800 all'inizio, per rimettere l'orologio al 2000 appena maturano diritti su di te
- Che rifiutano di discutere gli aspetti pratici, specialmente legali ed economici della convivenza, comprese le conseguenze in caso di separazione
- Morbosamente attaccate al loro animale domestico: al primo posto metteranno sempre la loro bestiola, il cane sarà il loro fidanzato e tu sarai trattato come un cane
- Per approfondimenti su come evitare brutte sorprese con le donne vedi qui il parere di un uomo di vasta esperienza:
http://coscienzamaschile.com/index.php/topic,31.msg72.html#msg72
- Se sei cattolico praticante puoi considerare di limitare (relativamente) le conseguenze di un eventuale divorzio chiedendo la dispensa dalla trascrizione allo stato civile dell'atto di matrimonio. Tale dispensa viene concessa spesso per mantenere la pensione di reversibilità. Puoi rivolgerti al vescovo della tua diocesi o (preferibilmente) al parroco che provvederà a inoltrare la richiesta al vescovo.

RISCHI DELLA CONVIVENZA
2. Mantenimento anche oneroso: la legge 76/2016 (cosiddetta legge Cirinnà) permette all'ex convivente (solitamente la donna) e indipendentemente dalle ragioni della cessazione della convivenza, di percepire un assegno di mantenimento proporzionato alla durata della convivenza, per un periodo fino a cinque anni. Gli alimenti sono dovuti soltanto se l'ex convivente versa in condizione di "grave difficoltà economica", attenzione quindi a donne disoccupate, senza casa e non ultimo all'"elasticità" dei giudici. Ciò vale anche se la convivenza non è formalizzata dalla residenza anagrafica. Non è necessario un periodo minimo di convivenza: gli alimenti sono dovuti dal primo giorno!
Se convivi con una donna che ha figli di altri uomini, e trascorri un tempo sufficientemente lungo con loro creando un legame, la legge potrebbe considerarti "figura paterna" e obbligarti a mantenerli.
Se vivi in un Paese anglosassone e credi di trovarti in un luogo civile per gli uomini, leggi la testimonianza di un nostro utente: nel Regno Unito una convivenza anche di poco più di un anno comporta, agli occhi di un giudice, gli stessi vantaggi e prerogative legali a vantaggio della donna di un matrimonio. E la legge britannica (come pure di tutti i paesi anglosassoni basati sulla Common Law: USA, Australia ecc.) si fonda sui "landmark cases", sui precedenti. Questo significa che ancor più che in Italia dove i magistrati sono in quqlche modo limitati da norme scritte uguali per tutti, la legge la fa il giudice. Ci sono casi in cui l'uomo/padre e' tenuto a pagare gli alimenti per bambini (anche non suoi!) allevati in coabitazione, è tenuto a rimborsare o restituire i contributi finanziari che la donna convivente avrà deciso di dare, sua sponte. Ovviamente questo si applica anche quando la relazione si sfascia per decisione di entrambe le parti.
3. Perdita dell'affido dei figli e della casa: se hai dei figli con la tua convivente li dovrai riconoscere o ti può venire imposta la paternità, e valgono esattamente le stesse norme del matrimonio: lei avrà il diritto di educarli e crescerli e tu il dovere di mantenerli anche se affidati esclusivamente a lei.
Oggi c'è l'affido condiviso, ma è difficile farlo rispettare e anche le conseguenze sul tuo reddito e sulla casa dove abiti sono di fatto le stesse del divorzio: le statistiche dicono che, anche in caso di affido congiunto, i figli sarebbero "prevalentemente collocati" presso la madre, dovresti contribuire al loro mantenimento con una media di 500 euro al mese e vedresti i tuoi figli un pomeriggio a settimana e a week-end alternati.
La formula da osservare è più o meno questa: per un figlio 15-20% del tuo reddito; per due figli 20-25%; per tre figli... meglio non pensarci.
Dovresti inoltre rimborsare parte delle spese straordinarie che lei sosterrebbe per i figli quali, ad esempio spese mediche o per motivi di studio.
Dovresti infine sloggiare dalla casa familiare, assegnata alla madre nell'"interesse dei figli", anche se l'affitto è intestato a te o la casa è di proprietà tua o di una terza persona, per esempio i tuoi genitori, restando però obbligato a pagare una parte rilevante dell'affitto o del mutuo o (se non c'è mutuo) percependo un affitto irrisorio e solo se il reddito della donna lo permette.
Tieni inoltre presente che anche se nella convivenza le norme sul mantenimento sono meno rigorose, il giudice fissa spesso un assegno sproporzionato a favore dei figli, se non economicamente autonomi anche ben oltre la loro maggiore età, che può essere utilizzato dalla donna per spese personali.
Se non ci sono figli non puoi mandar via la convivente di casa ma dovrai darle, secondo la giurisprudenza, "il tempo di organizzarsi". Addirittura se la convivenza è stata abbastanza lunga, sempre secondo i giudici per mandare via di casa la tua convivente dovrai adire il tribunale con tutte le incertezze del caso.
Gli accordi legali eventualmente sottoscritti prima della separazione non possono derogare alle norme sul mantenimento della ex convivente e in favore dei figli: se sorgono contrasti per l'affidamento dei figli sarà il Tribunale dei Minorenni a decidere; per il mantenimento dei figli, deciderà il Tribunale Ordinario.
Sono comunque ammessi contratti con cui la coppia può regolare specifici interessi economici, purché non riguardino affido dei figli e mantenimento. Per esempio, puoi firmare con la tua compagna una scrittura privata che preveda la restituzione dei soldi spesi per la ristrutturazione della casa familiare. Ciò detto, ti consigliamo di non fare eccessivo affidamento su tali contratti, specialmente se la tua compagna ha limitati mezzi economici.
4. Ricordati che se lei è sposata o divorziata può perdere o vedersi ridotto l'assegno di mantenimento che percepisce da suo marito e dovresti mantenerla soltanto tu.
5. Se lei collabora nella tua impresa familiare e la convivenza è registrata in Comune, la tua convivente ha diritto a una parte degli utilie a una quota dei beni acquistati con gli incrementi dell'azienda. Se la convivenza non è registrata non ha nessun diritto economico. Fai attenzione se inizia ad insistere per ottenere da te un regolare contratto di lavoro: può essere il segnale che si sta preparando a lasciarti e chiedere il mantenimento.
6. Conseguenze penali: Le donne che vogliono separarsi, talora consigliate da avvocati senza scrupoli, formulano spesso false accuse di stupro o incesto nei confronti dell'uomo. Tali accuse vengono archiviate in circa il 90% dei casi, ma la donna non rischia nulla e anzi ottiene grazie al processo penale la custodia esclusiva dei figli e altri vantaggi. Fai attenzione se la tua donna riferisce regolarmente ad amici e familiari della vostra vita di coppia e se dà una versione dei fatti che ti mette potenzialmente in cattiva luce. Quando l'uomo non può mantenere i figli direttamente, è possibile che la donna utilizzi le somme, spesso sproporzionate, fissate per il mantenimento dei figli anche per spese personali.
Il reato di maltrattamenti in famiglia può sussistere anche tra conviventi. Secondo i giudici anche nella convivenza c'è un obbligo di mantenimento la cui violazione è un reato penale. Se non ottemperi la tua convivente può denunciarti per violazione degli obblighi di assistenza familiare e chiedere anche il risarcimento dei danni.
7. Se la tua convivente muore non avrai diritto alla sua eredità né alla pensione di reversibilità, se però hai dei figli con lei, saranno eredi a tutti gli effetti concorrendo nel patrimonio della madre con altri eventuali figli nati da un precedente matrimonio.
Eventuali somme versate per mantenere o prenderti cura della tua convivente non potranno in nessun caso essere recuperate.
Se convivi con una donna sposata con un altro uomo o da questo legalmente separata, sappi che in caso di sua morte sarà l'altro uomo l'erede o avrà diritto a una porzione di eredità anche in caso di testamento a tuo favore.
Potrai partecipare all'eredità solo se la tua compagna ha fatto un testamento a tuo favore, rispettando le quote che spettano agli eredi necessari quali l'eventuale coniuge anche separato, i figli, i suoi genitori.
Se la tua convivente muore a causa di infortunio sul lavoro o incidente stradale puoi chiedere il risarcimento dei danni patrimoniali a tuo favore a carico di chi ha causato la sua morte. Devi però dimostrare la stabile convivenza ed il fatto che la tua compagna contribuiva in gran parte al tuo mantenimento.
8. Se pensi di convivere con una donna straniera ritenuta più affidabile, tieni conto che una volta stabilita in Italia spesso si adatterà rapidamente al clima sociale vigente e non esiterà ad approfittare di leggi a suo esclusivo vantaggio. Esperti intervistati alla RAI e uomini che hanno sposato donne straniere in Italia, confermano che questi matrimoni hanno possibilità persino minori di riuscita.
Inoltre, molte donne si trasferiscono abusivamente con la prole nei Paesi d'origine, rendendo per l'uomo estremamente difficile rivedere i suoi figli anche dopo procedure lunghe e costose.

PER LIMITARE I RISCHI
9. Per queste ragioni e per evitare sorprese, è preferibile documentare per iscritto o con ogni mezzo a disposizione (ad es. messaggi amichevoli alla tua donna o ad amici e familiari) sin dall'inizio della relazione lo svolgimento onesto del rapporto.
In particolare, è opportuno documentare che la tua compagna è sempre stata consenziente ad avere rapporti con te, che non l'hai "illusa" con false promesse di matrimonio (per le quali un giudice potrebbe obbligarti a pagare danni e interessi), che non l'hai "maltrattata" in alcun modo.
10. Esistono studi legali specializzati nel fornire assistenza agli uomini, per attenuare anche di molto le conseguenze della separazione, specialmente l'entità degli assegni di mantenimento.
Le soluzioni che propongono sono più efficaci se adottate sin da prima della convivenza, anche come deterrente alla separazione.
11. Molti uomini italiani e di altre nazioni hanno formato famiglie stabili in Paesi dove il divorzio non è previsto o è poco frequente. I Paesi più comunemente citati sono l'Irlanda (tasso di divorzio 0,6x1000) e il Sud-Est asiatico, in particolare la Thailandia e le Filippine (Paese in cui non esiste divorzio).
12. Gli accordi legali eventualmente sottoscritti prima della separazione non sono riconosciuti: se sorgono contrasti per l'affidamento dei figli è il Tribunale dei Minorenni a decidere; per il mantenimento dei figli e dell'ex moglie, decide il Tribunale Ordinario. Tuttavia, si discute se ammettere tali accordi (con eventuali limitazioni) nel nostro ordinamento. Può essere quindi utile un contratto prima dell'inizio della convivenza che stabilisca diritti ed obblighi anche in caso di separazione (eventuale mantenimento, affido condiviso dei figli ecc.). Non ti costa nulla e serve ad avere un'idea delle intenzioni della tua donna, che in caso di separazione consensuale potrebbe (ma non contarci!) rispettare i termini dell'accordo. Inoltre, potrebbe anche essere ratificato dal giudice se in futuro il nostro ordinamento dovesse ammettere i contratti prematrimoniali.
13. Il mobilio della casa familiare in comproprietà si considera ugualmente di proprietà comune, salvo documentarne che ne sei proprietario solo tu con gli scontrini di acquisto o con un inventario firmato. Per gli effetti personali (elettronica e piccoli elettrodomestici, oggettistica, quadri, libri e anche effetti personali maschili come i vestiti!) si presume proprietario fino a prova contraria chi li possiede: all'inizio della convivenza è importante redigere un inventario di tutti i tuoi beni mobili (bastano delle foto) che dovrai firmare tu e la tua donna su ogni pagina; per gli acquisti successivi puoi conservare gli scontrini di acquisto. Se ritieni prossima una separazione, ti conviene rimuovere i tuoi beni dalla casa familiare prima di rivolgerti (o avere a che fare) col giudice.
14. Per attenuare le conseguenze patrimoniali di un'eventuale separazione è preferibile intestare ogni bene comune a nome tuo, non intestare a tua moglie beni (casa, auto) acquistati da te, farle conservare il suo lavoro, fare tutto il possibile perché sia economicamente indipendente.
15. E' preferibile aprire un conto bancario cointestato con la tua compagna per le spese familiari (figli, bollette ecc.) in cui versare soltanto lo stretto necessario per le spese correnti. Evita di cointestare alla tua compagna il conto dove viene versato il tuo stipendio.
Se hai solo "la firma" di un conto bancario intestato alla tua compagna, quest'ultima può escluderti in ogni momento dall'accesso al conto corrente.
Tieni presente che la tua compagna può legalmente prosciugare ogni conto di cui abbia la firma: se hai versato cifre rilevanti su un conto cointestato, specialmente se c'è il rischio di una separazione, trasferisci il tuo denaro su un conto intestato solo a te prima che lo faccia lei.
16. Inutile dire che non bisogna mai intestare alcun genere di bene alla tua donna (case, auto) né farle regali costosi (gioielli, vestiti). Le eventuali agevolazioni possono costarti in futuro la perdita del bene e i regali non possono essere recuperati in nessun caso.
Se la tua donna o i suoi parenti possiedono una casa, stabilitevi lì anche se è meno confortevole. Se ci sono figli, è l'unica soluzione sicura per attenuare le conseguenze della cessazione della convivenza sulla casa familiare. Tutte le altre (mutuo intestato alla tua compagna, a te o in comune) sono da sconsigliare nella stessa misura: se la casa è intestata a te difficilmente la recupererai prima dell'autonomia economica dei tuoi figli (che può arrivare a 30 anni, 40 anni o mai). Se il mutuo è in comune potrai chiedere al giudice la vendita della casa solo dopo che i figli saranno economicamente autonomi e in grado di permettersi un alloggio proprio. Anche intestare il mutuo alla tua compagna non risolve il problema, perché il giudice fisserà a tuo carico un mantenimento più oneroso mentre la tua ex compagna paga comodamente una casa di sua esclusiva proprietà.
Se sei tu proprietario della casa o pagate (tu o la tua donna) un affitto, scegli un alloggio il più modesto ed economico possibile. Non spendere mai denaro in ristrutturazioni e mobili costosi.
17. Se puoi non mettere mai a conoscenza la tua donna della precisa entità dei tuoi redditi e metti da parte delle cifre anche piccole a sua insaputa per situazioni di necessità (separazione in primis). E' ovvio che questo funziona solo in via preventiva, per evitare tentazioni e se inevitabile portare a una separazione consensuale, perché se la tua ex va battagliera in tribunale non ti servirà a nulla
18. Abituala a uno stile di vita sobrio, dedicandole più tempo e meno soldi: non spendere per far colpo su di lei, abituandola ad avere tutto, perderesti solo rispetto. Invece, regalale ogni tanto fiori, non gioielli, invece di andare al centro commerciale portala al cinema o a una gita.

Questo post riguarda: FAQ sulla convivenza, organizzazione convivenza, come organizzare la convivenza, aspetti legali della convivenza, Cirinnà
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