Una lacrimuccia della tua ex e ti ritrovi in carcere

Aperto da Finnegan, 28 Giugno 2020, 07:34:30 PM

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Finnegan


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UNA LACRIMUCCIA DELLA TUA EX E TI RITROVI IN CARCERE

Prendi una donna (non sia mai la tua mogliettina o la tua ex) che vuole distruggerti. Mettila nelle mani di un avvocato (più probabile che sia avvocatA) che ha interesse a distruggerti... per esempio se sei ricco potrebbe intravedere parcelle sostanziose per se stessa e risarcimenti altrettanto sostanziosi per la tua ex. Prendi una situazione in cui tuo figlio, per età o per plagio, non sia in grado o non voglia difenderti. A questo punto prendi la tua mogliettina, bimbo in braccio, e immaginala davanti al magistrato o all'interno del centro antiviolenza, accompagnata dalla avvocata, a versare una lacrimuccia. Non importa che la violenza (di qualsiasi genere) ci sia veramente. Immagina semplicemente che la tua donna PENSI di essere vittima. Oppure che sulla base di elementi opinabili la sua avvocatA, qualora disonesta (e noi dobbiamo rifiutarci di credere che ne esistano) le voglia far credere che no... ma forse sì, ella sia vittima. Mettici a contorno anche la psicologa o l'assistente sociale del centro anti violenza SE ce l'hanno con te "inquantouomo". Gente che anche in buona fede, per formazione ideologica e andazzo generale vuole o può vedere il marcio dove non c'è. Una volta, un sano e meritato ceffone dato a tuo figlio era educazione, oggi ti rende padre violento. Ricordi cosa ho scritto in precedenza? Oggi a sentire i criteri ISTAT devi stare attento a non lamentarti della zuppa che prepara tua moglie, se no sei violento solo per questo. Mi spiego?
Lo so, esagero... di solito i professionisti, le donne, i figli, sono più seri e capaci rispetto al quadro che sto prospettando qui. Pare non a Bibbiano (lì vedremo come finirà). Pare neanche in Spagna, a Madrid, dove è stata scoperta una ONG, chiamata "Infancia Libre" (bastardi!), che era in realtà una associazione a delinquere finalizzata a sottrarre i figli ai padri attraverso false denunce di abusi sessuali ed attraverso condotte volte a far perdere le tracce di mamme e bambini. Le "signore" erano addirittura arrivate al punto di far prescrivere da medici compiacenti antidepressivi e diagnosi di stress traumatico per far saltare la scuola ai bambini ed evitare che fossero visti dai padri e rintracciati dalla polizia, essendo stata anche perpetrata una vera e propria condotta di sottrazione di minore.
E che dire della testimonianza disperata sui social di tanti padri che raccontano di angherie e denunce poi rivelatesi infondate?
Dunque la cronaca conferma che nonostante non si debba a priori dubitare dell'onestà dei professionisti del settore, c'è molto, molto da preoccuparsi.
Il quadro è quello che ho descritto e se c'è la possibilità di appigliarsi a qualcosa o (anche no) e la tua signora decide di distruggerti, può distruggerti.
L'importante è la lacrimuccia. Donna con bambino in braccio e lacrimuccia davanti al giudice, e sei rovinato.

Puoi essere accusato ingiustamente di violenza sessuale per un nonnulla.
Puoi essere accusato di violenza in famiglia per un nonnulla.
Puoi essere accusato di atti di libidine/pedofilia sui tuoi figli per un nonnulla.

L'importante è la lacrimuccia... che non è manco indispensabile.
Attenzione: accuse come quella di violenza sessuale o pedofilia sono sempre da prendere seriamente in considerazione e sono gravissime.
In teoria la giustizia trionfa sempre e se sei stato accusato ingiustamente non hai nulla da temere. In teoria. In pratica rischi immediatamente tutta una serie di conseguenze nell'attesa dei tempi della giustizia... appunto, i tempi della giustizia! Rischi la custodia cautelare in carcere (anche per anni), l'allontanamento dalla casa familiare, la sospensione dell'esercizio della potestà di genitore (ma non l'obbligo degli assegni...).
Tutto questo ha anche un impatto devastante su una causa di separazione e divorzio perché entrano in gioco decisioni da prendere su addebito, assegni e affido dei figli, oltre, naturalmente, ai risarcimenti del danno materiale e morale.
Un'accusa falsa (o magari –Dio non voglia- indotta anche se certamente in buona fede da avvocatA e assistenti sociali del centro antiviolenza ergo gente interessata a parcelle ed al business delle case-famiglia) di violenza sessuale è un serio grattacapo perché tutto un castello di norme e di sentenze precedenti ti mettono in una situazione veramente problematica. La querela NON può essere revocata. In molti casi (coinvolti minori o figli) si procede d'ufficio. C'è gente condannata anche nelle circostanze più impensabili. Cito solo il caso di un muratore marchigiano condannato definitivamente dalla Cassazione perché accusato, da una donna incontrata al mare, con cui fece sesso "spinto" e filmato, di essere stata abusata dato che, a dire di lei, ci furono nel corso della relazione sia episodi di sesso consenziente sia episodi in cui, poverina, sarebbe stata prevaricata senza che però la donna riuscisse "con certezza a rievocare i singoli episodi di violenza subiti". Condannato, perciò, senza prove oggettive. Condannato perché nei casi di violenza sessuale si è arrivati all'assurda situazione di fatto per cui sarai tu, colpevole "inquantomaschio", a dover dimostrare che i fatti non configuravano violenza, che la donna era consenziente, e così via. Quello che dice la donna è vero fino a prova contraria. Per punire un reato odioso si è arrivati alla ancor più odiosa situazione dell'inversione dell'onere della prova. Mi spiego. Regola di civiltà vuole che l'accusato non possa essere condannato se non viene provata la sua colpevolezza. In questo caso no. In questo caso l'accusato è colpevole se non riesce a provare la sua innocenza.
Perciò, occhio, amico lettore: quando fai sesso con tua moglie stai molto attento che NON sia alticcia, che ti dica "sì lo voglio" APERTAMENTE. Da un punto di vista strettamente legale, sarebbe bene concordare per iscritto ogni rapporto sessuale con tanto di firma per accettazione del rapporto!
Attento a non darle una pacca sul sedere a sorpresa, perché tecnicamente potrebbe essere violenza sessuale. Per quella pacca potrà accusarti nei venti anni successivi e quindi ti toccherà tenere un diario aggiornato con ogni notizia su fatti e circostanze perché vent'anni dopo lei ricorderà tutto perfettamente, come per magia "avvocatoindotta", stanne certo, tu no. Molto, poi, dipende dall'interpretazione del giudice, è vero... tocca quindi sperare che sia uomo e che sia uso a dare pacche sul sedere alla moglie. Senza tenere un diario.
Inciviltà che grida vendetta davanti alla coscienza di qualsiasi persona che analizzi la situazione con razionalità e reale senso del giusto.
Tutto questo quadro porta la donna ad avere un potere contrattuale immenso nella separazione. Le basterà anche solo minacciarti di denunciare come "quella volta" tu hai fatto così e cosà. Quella volta che magari spinto all'esasperazione per la sua prepotenza o la sua violenza verbale, le hai dato uno schiaffo.
Male! non si fa. Mai dare uno schiaffo ad una donna, per nessun motivo.
Ma se si è fatto una volta, si può anche capire: a volte sbagliamo perché indotti. Ma non raccontatelo alle femministe d'assalto... apriti cielo! Come se anche le donne non siano brave a tirarsi i capelli tra di loro, in qualche caso anche per motivi talmente banali da farci sorridere. Come se anche gli uomini tra di loro non possano arrivare alle vie di fatto per ragioni svariate. La violenza è violenza, le vie di fatto si condannano, a prescindere dal sesso, non è una questione di genere. Le vie di fatto sono sempre reato penalmente perseguibile. Poi, sta ai protagonisti di ogni vicenda gestire le cose con buon senso. Ragionamento logico, no? Ed invece il ceffone a tua moglie può essere il pretesto per rovinarti la vita, addebitarti la separazione e levarti i figli. Il ceffone dato a tua moglie mentre sbraitava perché non sei stato abbastanza cortese con tua suocera è diverso da quello che hai dato a quel tizio che ti ha insultato dopo che ti ha tamponato e distrutto la macchina. Con il ceffone dato a tua moglie, lei può levarti tutto. Le basterà un avvocato(A) smaliziato(A). Con quell'automobilista, invece, finisce con una bella birra insieme, al bar più vicino. Sempre che questi ti compili il modulo CID per l'assicurazione... . Se è un uomo, alla fine, lo farà... lo farà. Se è uomo. Se è UN UOMO.
E se tutto questo non bastasse, c'è di peggio.
C'è che ci sono stati casi di donne che si procuravano INTENZIONALMENTE delle lesioni per potere accusare il marito di violenze. Ci sono molti vantaggi no? L'uomo viene allontanato, si scorda casa e figli, dovrà risarcire e pagare lauti mantenimenti e laute parcelle all'avvocato(A) della "vittima".
Succede, è successo.
In qualche caso la brava "signora" è stata scoperta perché il marito era riuscito a filmare con telecamere nascoste in casa la donna che si picchiava da sola. È cronaca.
Suggerirei alle brave femministe di monitorare i casi di donne vittime di violenza per verificare se esiste correlazione fra questi casi e certi avvocati e/o certi entourage professionali. Magari si scoprono intrecci statisticamente sospetti, no? Non si vuole insinuare niente di particolare. Si vuole credere che i professionisti del "settore" siano tutti onesti.
Ma una bella indagine statistica potrebbe comunque fare chiarezza. E tutelerebbe la credibilità proprio dei professionisti onesti che immaginiamo essere tutti. La chiarezza conviene ai giusti. La verità non nuoce mai ai giusti. Specie in tempi di belle novità, come il cosiddetto "codice rosso" che introducendo una corsia preferenziale nella trattazione giudiziaria dei casi di violenza domestica accelera i tempi sia per i colpevoli anche a beneficio degli innocenti e non solo di quello delle vere vittime.
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