Il gen. Laporta rivela ancora: come neutralizzare la democrazia

Aperto da Finnegan, 7 Agosto 2020, 08:31:49 PM

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Finnegan

Non fatevi sfuggire i grassetti!

LA DEMOCRAZIA ORMAI SUPERFLUA

Guerra incessante e democrazia superflua

Da millenni, la guerra fa nascere e morire gli Stati, con una miracolosa eccezione, la dissoluzione dell'Unione sovietica la notte del Santo Natale 1991, Natale cattolico, non ortodosso. Mai più guerra, dissero quando fu ammainata la Bandiera Rossa sul Cremlino per far posto al tricolore russo. Speranza tradita: la guerra dilaga dappertutto al di fuori dell'area G20. Oggi anche la Turchia, membro G20, combatte al confine con la Siria e in Libia, contro gli interessi cattolici e statunitensi.

Le guerre successive al 1989 non sono solo come abbiamo potuto immaginarle, grazie al cinema e alla TV. Bombe, soldati e carri armati (come nei Balcani e in Siria) sono solo un'opzione fra tante, consentite dalla società, dall'economia, dalla scienza, dal hi-tech. Non di meno lo scopo generale della strategia è sempre "preservare la propria capacità decisionale e limitare quella dell'avversario". I nostri padri, difettando d'altri mezzi, realizzavano la strategia solo mediante l'applicazione della forza. Il risultato banale è l'incremento di vittime civili e militari. Da quando le armi di distruzione di massa sono entrate in scena, le classi alte e i decisori di primo livello sono coinvolti nel rischio come i soldati in trincea. Le cose quindi cambiarono. Il controllo degli armamenti e i relativi trattati furono la terapia per evitare un'altra guerra mondiale. Tuttavia, scontro dopo scontro, la guerra nucleare è oggi più che mai una minaccia per tutto il mondo.

Se lo scopo generale della strategia è, come abbiamo detto, sempre immutato: preservare la propria capacità di decidere e limitare quella dell'avversario; oggi abbiamo molti ed efficaci strumenti per la guerra, per spremere le persone come olive per l'olio, senza apparentemente spargere sangue. Lo spargimento di sangue diventa indispensabile? Allora le guerre diventano "missioni umanitarie", "esportazione della democrazia" oppure "primavera musulmana". Il nudo lemma "guerra" non è più politicamente corretto; è considerato un incitamento all'odio, sebbene lo scopo di tali missioni e primavere sia esattamente quello della guerra tradizionale: rapinare il più debole. In tal modo stiamo dimenticando che solo tre classi di pericolosi decisori politici si nascondono dietro la bandiera della pace: 1) i codardi; 2) i più forti, decisi a mantenere lo status quo; 3) i più deboli mentre mestano per diventare i più forti.

I mezzi non militari per la guerra (o se preferite, per la pace) consentono d'apparire e dichiararsi i più pacifici, nonostante le proprie aggressive intenzioni. Anzi, più uno Stato (o un'entità transnazionale) è aggressivo, tanto più apparirà pacifico e sostenitore dei movimenti di pace e disarmo (dell'avversario, ovviamente). Quanto più uno Stato (o un'entità transnazionale) ha un obiettivo difficoltoso, tanto più adotterà strategie indirette per dissimulare i propri scopi. Tutte le aggregazioni sociali, i movimenti LGBT, le ONG, i mercenari e così via influiscono sui bilanci politici, quindi sulla sicurezza e sull'economia. Una strategia efficace deve quindi utilizzare tutti i mezzi consentiti dalle risorse sociali, dalla scienza, dall'economia e da Hi-Tech, col sostegno delle intelligenze artificiali anche (quando non soprattutto) per manipolare il consenso di massa.

In conclusione, mentre il "piano di inganno" una volta concerneva solo gli eserciti contrapposti, oggi l'inganno è l'anima stessa della politica e della strategia che ne promana. Questo spiega perché i servizi di intelligence hanno assunto un ruolo preminente nel processo decisionale, corrompendo prima di tutto le aggregazioni sociali, i mass media e le magistrature, finendo per condizionare, più o meno velatamente, la stessa autorità politica. I servizi di intelligence sono infine essenziali per ingannare e colpire alle spalle l'avversario, ancor più per confondere le acque circa la reale provenienza dell'attacco, specialmente se è portato a danno di un presunto alleato. Questo comporta la corruzione profonda della democrazia, fino a renderla superflua. Questa è la civiltà? Dopo tutto la UE s'è evoluta lungo questo percorso. Tale degenerazione corruttiva rende possibile che oggi a noi rimanga solo una mummia di democrazia, un totem Mummydem, la divinità d'una nuova religione, alla quale è essenziale sottomettere il popolo. Mummydem è la nuova Trinità, composta da Mercato, Finanza e Politica. Ai suoi vertici possono trovarsi i peggiori criminali, resi presentabili dalla disinformazione e, contemporaneamente, dalla repressione realizzate dagli apparati di sicurezza. Beninteso, sicurezza per Mummydem e i suoi accoliti, non per il popolo votante, se mai sia chiamato a votare.

Crimencrazia ed Emergenza

La criminalità anti democratica, gli officianti di Mummydem sono la nuova aristocrazia mondiale, non di certo aristocrazia di spada o di sangue; sono aristocrazia per cooptazione e per i privilegi cui accedono in conseguenza delle cerchie (finanziarie, criminali, pedofile, negriere, ecclesiali...) cui sono ammessi; una "crimencrazia" vocata a calpestare l'umanità. Come accadde in antico, troviamo figure assai simili agli imperatori, ai re, ai principi, ai duchi, ai conti e all'aristocrazia minore, secondo le risorse cui hanno accesso. Polizie, eserciti e gabellieri sono sotto il controllo della crimencrazia, dominando vassalli, piccoli proprietari, mendicanti e schiavi, quest'ultimi tanto numerosi come mai accadde nella storia. Imprenditori e magistrati sono di volta in volta parte oppure complici, più raramente avversari della crimencrazia. Capi delle milizie e dei gabellieri devono essere strapagati, non avendo più diritto legale di taglieggiare i malcapitati nelle loro grinfie. Questo non esclude il loro sottaciuto diritto e quello dei sottoposti di predare, purché occultamente; l'illegalità è infatti tale quando si svela in televisione, non prima. In realtà, TV, Web, Facebook, WathsApp, Tweet e così via sono il nuovo Olimpo di Mummydem, priva di interesse per un'umanità libera, piuttosto determinata a dominare incontrastata dal suo Olimpo. Mummydem è quindi la nuova religione di pace e tolleranza (come dubitarne?), politeista, pronta ad accogliere le nuove divinità – persino Pachamama e similari- purché si prostrino a Mummydem e collaborino a sottomettere il popolo ai suoi officianti.

Mummydem è patrona dello Stato di Polizia, efferato più di quello portatoci dall'Illuminismo, oggi tornato sotto molteplici facce: sovranista o antisovranista, nazionale o sovranazionale, pauperista o capitalista, pacifista e guerrafondaio; sempre cangiante in funzione delle peculiari comunità da sottomettere; comunque attrezzato a incrementare il culto di Mummydem, l'adorazione della trinità che penetra nel cuore delle persone, nella loro libertà di pensiero, nelle loro libertà fondamentali, nell'intimità degli individui e delle famiglie, per omologarli o perseguitarli. Il suo demone più leale è policefalo, è l'angelo rosso "Emergenza": antimafia, anti comunismo, anti fascismo, anti crisi, anti razzismo, anti omofobia, anti virus, anti qualunque cosa sia funzionale a Mummydem e, soprattutto, alla sue configurazioni più subdole "Emergenza democratica" e da ultimo "Emergenza sanitaria". Mentre nuove teste del mostro son pronte a germogliare, ciascun volto del demone Emergenza ha i suoi cicisbei e i propri riti, impegnati a introdurre leggi divisive, utili a porre il popolo in guerra contro se stesso, consentendo ai cicisbei d'accreditarsi presso Mummydem e quindi accedere nel paradiso della sua aristocrazia.

È curioso osservare quanto Mummydem sia esattamente come gli storici falsari descrissero la Chiesa Cattolica del Medio Evo ("i secoli bui"). Codesti cicisbei non s'avvedono che la Chiesa inesistente da loro descritta è esattamente quella invece oggi ben presente e determinata a dominare incontrollata sotto le spoglie di Mummydem. Curioso, non vi pare?


Mummydem, Guerra e Cicisbei

Mummydem, constatiamolo, "è guerra". Le sue divinità sono in guerra l'una contro l'altra e, tutte insieme, contro il popolo. In altre parole, Mummydem è incessantemente in guerra per rigenerarsi. Essa deve continuamente identificare nemici in una parte per convogliarle contro le rimanenti.

Mummydem odia Donald Trump, sottrattosi da tutti i conflitti accesi dai suoi predecessori dopo il 1989. La guerra, elevata a perversione politica sin dal secondo dopoguerra, fu denunciata da due grandi presidenti statunitensi, Dwight Eisenhower e John Kennedy. Il primo svelò il suo pensiero lasciando la Casa Bianca, il secondo non fu altrettanto prudente. Il terzo grande profeta del secolo scorso, con le idee chiare sul potere antipopolare, assetato di sangue, fu Pio XII, impavido combattente contro comunismo, nazismo e le loro metamorfosi post illuministe. Questo gli costò l'ostilità di quanti sognano lo Stato di polizia, iniettato dal demone Emergenza.

Mentre i cicisbei sembrano travolgere ogni resistenza, la Chiesa Cattolica, per la prima volta nella sua millenaria storia, se ne lascia subornare. Non di meno è evidente l'impossibilità di scristianizzare la società per rimpiazzarvi un modello cicisbeo gradevole, stabile e affidabile. Al contrario, la precarietà del lavoro s'affianca a quella della famiglia, dell'esistenza, delle relazioni sociali. Tutto vortica incontrollabilmente verso la schiavitù, la povertà, il caos, infine verso il conflitto nucleare. Le famiglie benestanti, le classi dirigenti, finora distaccati osservatori del disagio riversato sulle classi medio basse, finalmente s'avvedono del pericolo costituito da un manipolo di cicisbei, profumati, cinici e corrotti. Costoro presumono d'essere i pupilli di Mummydem; in realtà essi sono nient'altro che volgari marionette, maggiordomi satanisti, impegnati a oltraggiare Dio, Patria e Famiglia. È una guerra antica quanto antica è la Chiesa: «per sua natura un uomo non è destinato a usare un altro uomo come un fine» disse San Tommaso nella Summa Teologica, scritta oltre otto secoli fa, dando corpo definitivo alla dottrina cattolica contro la schiavitù e aprendo la strada alla dottrina sociale della Chiesa. Oggi ritorna quanto accadde alla fine del XVIII secolo. Esiste nuovamente un distacco fra verità, opinione e urgenza del bisogno. Le nobili classi abbienti convertirono la verità in opinione, lasciando libero spazio alla collera legittima di chi non aveva né verità né opinione, ma solo necessità di rappresentanza. Era l'originale voce di Dio inscritta nel cuore di ogni uomo. La Rivoluzione francese non volle riconoscere la divinità di Dio in quella voce primordiale.

La crimencrazia non sopporta quindi le nitide posizioni cattoliche antecedenti il Vaticano II.

Parole insopportabili per quanti, messi da parte Nikita Kruschev e John Kennedy, sfruttano il popolo da Est a Ovest, da Nord a Sud, utilizzando l'equilibrio del terrore, le guerre arabo israeliane per elevare il costo del barile e delle materie prime, per costruire il neocolonialismo, per irreggimentare i popoli, manipolarne il consenso, per imporre il dominio della moneta sul lavoro, per schiavizzare le persone col consenso dei vescovi, anche mediante una cosiddetta pandemia o piuttosto un pandemonio.


Borghesi un tempo corrotti ora pure ridicoli

Berlinguer comunista? Berlinguer legato a doppio filo a Mosca? I soliti piccolo borghesi italiani, Gebbia o Veneziani che siano, dividono il mondo in destra e sinistra, i capponi manzoniani, l'un contro l'altro. Il ricco è di destra, lo scalcagnato è di sinistra. A sinistra la cultura, a destra l'ignoranza. A sinistra il lavoro, a destra la rendita. Dall'assassinio d'Aldo Moro è sempre più evidente la finzione ad uso dei gonzi come voi, caro Veneziani. La legge di Mummydem è invece semplice, in un solo rigo: il denaro verso l'alto, il letame verso il basso. La tessera d'un partito o d'un altro vale purché rispetti questa legge. Enrico Berlinguer lo sapeva molto bene, avendola respirata in famiglia. Questo gli consentì la disinvoltura di convivere con Mosca che finanziava il PCI, il quale partito — con la benedizione di Gianni Agnelli, Giulio Andreotti e del Dipartimento di Stato USA — fece spendere al governo italiano una montagna incalcolabile di miliardi. Nel 1967 finanziammo Togliattigrad con 250 miliardi di lire. Passano dieci anni. Siamo nel 1977, alla vigilia dell'uccisione di Aldo Moro. Lo scontro fra NATO e Patto di Varsavia è apparentemente allo spasimo. Eppure affioravano, per chi voleva vederle, singolari trasversalità, non così evidenti come ora, tuttavia ben concrete, come concreti furono i 650 milioni di dollari che l'indebitatissima Italia concesse nel 1977 all'Unione sovietica a tasso agevolato. Ripeto: 650 milioni di dollari, nel 1977, cioè esattamente quanto ci prestò il Fondo Monetario Internazionale. Il tasso d'inflazione italiano nel 1977 era al 17 per cento, quando Giulio Andreotti regalò a Mosca 650 milioni di dollari. In quegli anni uno dei suoi parenti più cari, cui non piacciono granché le donne, studiava al Massachusetts Institute of Technology.

Il ministro del tesoro statunitense, Michael Blumenthal, dette il benestare a Giulio Andreotti, capo del governo, per svenare l'Italia e dare soldi al nemico sovietico. Bizzarro, non vi pare? I soldi collegarono Giulio Andreotti, Mosca, Washington, Berlinguer, Kissinger e Gianni Agnelli. Non lambirono Aldo Moro, assassinato e povero. I soldi, montagne di soldi; soldi senza odore né colore politico. Quale obiettivo per tanti soldi? Quale lo scopo inconfessabile, al quale Berlinguer s'adattò dopo l'attentato subito a Sofia il 3 ottobre 1973? Un segreto davvero atroce se ancor oggi i cicisbei pennivendoli del PCI alzano cortine di fumo sulla questione.

Nel 1977 iniziò la marcia verso gli euromissili e la costruzione della base di Comiso. Gli appalti, un'altra montagna di soldi, furono preceduti da trattative fra l'ammiraglio Fulvio Martini, inviato da Francesco Cossiga (lo statista di altri stati) e la mafia. Appalti aggiudicati alle cooperative emiliane. Bizzarro vero? La base a Comiso fu un non senso militare, un costosissimo non senso a stritolare Aldo Moro, Pio La Torre, Carlo Alberto Dalla Chiesa e Piersanti Mattarella. Il fratello di quest'ultimo, Sergio, imparò la lezione e rimase nell'ombra. Enrico Berlinguer, di schiatta più antica, la lezione la conosceva da sempre: commemorò e s'indignò in silenzio, a costo zero. 1977, un anno prima dell'assassinio di Aldo Moro. Il debito complessivo verso l'Italia, degli scalcagnati paesi del Patto di Varsavia era di 4,5 miliardi di dollari. Un anno prima del teatro sanguinoso di via Fani e dell'assassinio di Aldo Moro. Lo statista leccese, oggi raffigurato con l'Unità in tasca, sarebbe morto perché Francesco Cossiga, Giulio Andreotti, Benigno Zaccagnini ed Enrico Berlinguer erano democristiani e comunisti con valori peculiari? Veneziani è più ridicolo di Salvini, contribuendo al culto d'un ulteriore falso mito, dopo quello dello "statista" per conto di altri stati, Francesco Cossiga.


Chi fu Enrico Berlinguer

Suo nonno, Enrico pure lui, vedeva lungo. Il suo primogenito, Mario (padre del Nostro) sposò Mariuccia Loriga, figlia di Giovanni Loriga e d'una figlia di Pietro Satta-Branca. Il 25 ottobre 1924 Mario bussò alla loggia Giovanni Maria Angioy di Sassari, del Grande Oriente d'Italia. Gli fu aperto. Aveva già stretto forte e duratura amicizia con Palmiro Togliatti fra i banchi del liceo Azuni di Sassari, scambiandosi favori in quantità, prima, durante e dopo la guerra. Aldo, il secondogenito, sposò Maria Pilo, figlia dell'avvocato Luigi Pilo, fondatore del fascio sassarese, intimo di Dino Grandi. Anche la copertura fascista fu così assicurata. Ines, la prima delle femmine, sposò Stefano Siglienti, in primo piano nella finanza internazionale, ministro del Tesoro nel primo governo repubblicano, legato a doppio filo agli azionisti e al Dipartimento di Stato Usa. Siglienti gestì i fondi del Piano Marshall. Una curiosità: le biografie ufficiali di Enrico Berlinguer oscurano la seconda moglie del padre, Corinna Adelaide Augusta Fidelia, detta Niki, già vedova di Carmelo Nicitra, direttore dell'Istituto di cultura Fascista, e i loro tentacoli fino a Salò.

Chiunque poteva vincere la guerra: la famiglia Berlinguer aveva vinto prima che iniziasse. Enrico Berlinguer militesente, ovvio, s'iscrisse al Partito Comunista Italiano ad agosto del 1943, col fascismo sfasciato. Prima d'allora il suo fascicolo nella fascista questura sassarese è vuoto. Dopo fu sotto l'ali di Togliatti, amico di suo padre. La battuta di Giancarlo Pajetta su Berlinguer: «Giovanissimo si iscrisse al Comitato Centrale del Partito Comunista Italiano» ha tratto con quanto avvenne prima e dopo l'ingresso di Berlinguer nel PCI. È ancora più spiegabile con la morte d'Aldo Moro. In conclusione, è più facile che il generale Gebbia sia trotzkista (quantunque wikipediano) che Berlinguer comunista. Non di meno è un reale mito; è necessario rammentarlo in questi giorni, mentre altri potenziali miti s'affannano per il primo piano.

Quando Berlinguer sollevò la «questione morale», egli fu parte della malattia di cui si proponeva quale terapia. La profondità e la gravità del corruttivo morbo ingravescente infettò tutta l'Italia, tutti i suoi strati sociali, dai più alti agli infimi, come oggi possiamo constatare. Quanti stanno per urlare delle malefatte democristiane e socialiste, si chetino. Dopo l'assassinio di Aldo Moro, "anche" per mano degli accattocomunisti, fu guerra incessante nel gineceo politico. Tangentopoli fu una momentanea vittoria dei pugnalatori di Aldo Moro. Dopo oltre mezzo secolo di decadenza, stragi, tradimenti, ladrocini trasversali, non si può più fingere. Caligola nominò senatore Incitatus, Impetuoso, il suo cavallo preferito. Oggi la scelta è fra somari e iene: politici, giornalisti, imprenditori, ammiragli, generali, un'intera classe dirigente e i loro lacchè. Si va così verso un atroce scoppio di violenza. L'Italia ha allevato in questi anni più d'una classe rivoluzionaria. Se ne sono finalmente resi conto anche nei ginecei di Mummydem. I cicisbei sanno d'essere condannati dalla loro stessa risibilità. Tremano, mentre ostentano sicurezza: gli italiani sanno quanto tali mostri siano ben decisi a difendere gli interessi dell'Italia fino all'ultima goccia di...profumo, col favore di Mummydem. Rimane una sola via per evitare il disastro, con un po' di fortuna e soprattutto con l'aiuto di Dio. (11-continua)

www.pierolaporta.it

Piero Laporta

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Riverrun, past Eve and Adam's, from swerve of shore to bend of bay, brings us by a commodius vicus of recirculation back to Howth Castle and Environs

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