Suicida l'uomo accusato dell omicidio della moglie - breve riflessione

Aperto da dotar-sojat, 18 Agosto 2020, 08:00:33 AM

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dotar-sojat


https://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/sicilia/caltagirone-si-suicidato-in-carcere-luomo-accusato-di-aver-ucciso-la-moglie_21998311-202002a.shtml

Prendo spunto da questo tragico fatto di cronaca per una riflessione.
Ovviamente non abbiamo abbastanza elementi per capire i motivi della separazione (lui la maltrattava? Lei aveva un altro? Difficoltà economiche?), sappiamo solo che lei non lo voleva più vedere e lui non accettava di perderla.
Sappiamo già che le solite psicologhe scriveranno di "quegli uomini che non accettano un no come risposta", senza andare oltre. Noi proviamoci.
Io leggo di un uomo disperato, che ha compiuto un gesto orribile per disperazione (lo stato confusionale in cui è stato trovato esclude la premeditazione), e corroso dal rimorso si è tolto la vita. Mi dà l'idea di un uomo ancora innamorato della moglie, la quale però non lo voleva più, e questo distacco, questo abbandono, gli ha fatto crollare il mondo addosso. Perché? In tanti si separano e si costruiscono una nuova vita, eppure leggiamo spesso di uomini disperati a cui la sola idea di perdere la moglie fa perdere il senno.
Mi dà l'idea che si tratti di beta zerbini che nella vita hanno conosciuto solo una donna, a cui hanno sempre detto sì per timore di perderla, e alla fine, dopo ventanni di zerbinaggio lei decide comunque di tagliare (motivi e ipotesi possiamo solo immaginarli), e a lui crolla il mondo addosso. Sa che un beta a 50anni è finito, non ne trova un'altra a meno che non sia in grado di pagare (beta provider), mentre una donna lo rimedia sempre un altro beta, magari anche più giovane.
Ovviamente questo non giustifica l'omicidio, chiaro, la mia è solo una riflessione vista controcorrente
Spera nel meglio, aspettati il peggio

Ent

Da anni ormai non guardo televisione - salve le eccezioni delle "maratone elettorali" - e tra le varie ragioni che mi hanno spinto a questa scelta, ricoprono un posto d'onore i telegiornali, tanto abili a presentare come sistemici casi non rappresentativi della realtà, alimentando senza alcuna ragione diffidenza, pregiudizi e financo paura tra la popolazione; e con questo spesso inducendo il legislatore ad intervenire demagogicamente per soddisfare le ingiustificate pretese dell'elettorato.

Quando si subisce una separazione, si patisce distacco, abbandono, crolla il mondo addosso; e questo è fisiologico: se si è costruito un vita insieme, separarsi è un po' come cancellare la propria identità, buttare via il libro della propria vita e dover cominciare tutto da capo, nuove abitudini, nuove compagnie, nuova casa, nuovi rapporti con gli eventuali figli. Per tacere del tradimento della fiducia da parte di chi promise di dare amore all'altro per tutta la vita (e qui ribadisco che l'amore, prima che un sentimento, è una scelta operosa, un volere, un dovere). Rammento di alcuni personaggi famosi, vincenti, uomini seri, che sono crollati a causa della separazione dalla moglie.

Io non so se mi sposerò mai, perché, tra le altre cose, non intendo arretrare di un millimetro su alcuni principi fondamentali; e uno di questi principi è la contrarietà alla separazione (e quindi al divorzio): come non si può smettere di essere padri, madri o figli, così non si può smettere di essere marito o moglie.
Passando dall'aspetto individuale a quello sociale, occorre rimarcare che il divorzio è una delle principali cause della rovina del nostro Paese, e mi spiace che anche quei popoli che, secondo le regole democratiche, si opposero al referendum (Veneto, Trentino, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria: https://it.wikipedia.org/wiki/Referendum_abrogativo_in_Italia_del_1974#Tendenze_regionali_del_voto) abbiano dovuto patirne le conseguenze nefaste.

Finnegan

Oggi anche quelle regioni voterebbero per il divorzio. Perché "quando non c'è più l'amore" anche i patti più sacri si rompono e poi "è meglio che litigare tutti i giorni". A questo siamo giunti.
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dotar-sojat

È anche il problema dei divorzi facili. Una volta prima di divorziare, salvo casi di violenze, le coppie si prendevano il tempo di riflettere, di riappacificarsi, di riavvicinarsi, soprattutto con dei figli.
Ora invece puoi divorziare in un amen, non si perde tempo a ricucire i rapporti, la moglie poi s a che otterrà casa, figli, assegno, per cui chi glielo fa fare?
Spera nel meglio, aspettati il peggio

Finnegan

La prima causa del divorzio è questa: che è facile e conviene (alla moglie). Inoltre non ci sono più certi legami familiari estesi che lo scoraggiavano, oggi le coppie vivono e decidono per conto proprio il parentado se esiste se ne disinteressa.
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Ent

Io sono anche convinto che molte situazioni che causano le separazioni siano generate dalla stessa legalità della separazione.
Se si dovesse stare con un'altra persona su una stessa barca in mare aperto - senza quindi possibilità di scendere, di andarsene - non è forse vero che si cercherebbe di evitare le conflittualità, di non portare la convivenza a livelli esasperati?
I vincoli, di fatto o legali, possono spesso sembrare un ostacolo alla libertà, invece sono una protezione per evitare che scelte emotive possano nuocere gravemente al proprio autore: e dove c'è il male, non c'è libertà.

A conferma dell'utilità dei legami familiari posso riportare un aneddoto. Un uomo aveva una relazione extraconiugale e la moglie l'ha saputo; lui, anziché fare ammenda, difendeva la relazione con l'amante, così che si iniziò a parlare di separazione. Ma a questo punto interviene la famiglia di lui, in particolar modo il padre, che dà una colossale lavata di capo al figlio (adulto sui 40 anni) e lo mette in riga, tenendolo poi sotto controllo. Così i due non si sono separati, la ferita si è rimarginata e sono, a distanza di anni, una famiglia come tante.
Se la famiglia di lui non avesse abitato nel medesimo paese, probabilmente il matrimonio del figlio sarebbe fallito.

A livello sociale, secondo me, siamo alla frutta. Come rilevava Dotar-sojat, divorziare è sempre più facile e l'attacco alla famiglia diventa ogni giorno più consistente. D'altra parte, per divorziare occorre prima essere sposati; e oggi, in molti preferiscono convivere, scegliendo forme d'unione più precarie del matrimonio e tendenzialmente più fallimentari. Chiaramente non mi illudo che sia stato toccato il fondo.
Concludo con una provocazione: se tutto è permesso, se ciascuno può fare ciò che vuole, perché non aggiungere alle attuali forme di unione civile, anche il matrimonio indissolubile? Chi lo scegliesse sarebbe obbligato alla fedeltà al coniuge, e correlativamente, avrebbe diritto alla fedeltà del coniuge; la separazione sarebbe ammessa solo per gravissimi motivi, il divorzio mai (sarebbe il rimedio alla questione dei padri separati).
Se non erro, in alcuni Stati degli USA un simile negozio giuridico esiste; non si tratterebbe d'altro che chiedere un piccolo spazio accanto alle unioni arcobaleno e ai matrimoni dissolubili. Ma forse non tutto è permesso, forse è permesso solo ciò che può portare alla dissoluzione sociale.

Finnegan

E' il "covenant marriage": ma appunto tutto è permesso tranne quello. La mediazione familiare è fondamentale, ma oggi, quando c'è nelle famiglie nucleari urbane, lavora al contrario: al minimo problema la figlia è esortata a separarsi!

Giustamente dove c'è male non c'è libertà, ma le leggi attuali addirittura lo incentivano e la natura umana è quella che è.
Le soluzioni sarebbero semplici, ma manca la volontà politica.
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dotar-sojat

Questo, come l'aborto, il gender, l'ipergamia femminile, è considerato progresso e indietro non si torna
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Finnegan

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Il Conte di Lautréamont

Voglio andare contro-corrente. E' un grossolano errore demonizzare il divorzio. Quando una coppia non funziona è bene separarsi e queste cose non le dico io, ma persone cresciute in famiglie conflittuali, tra cui due miei carissimi amici. Non avete la benchè minima idea di quanto i bambini soffrono di fronte ai litigi quotidiani dei loro genitori!!! E qui si parla solo di scontri verbali. Poi nel caso di violenza fisica e psicologica credo che sia impossibile andare avanti. Allora qual è il problema? Questo: che oggi non si divorzia più per casi di necessità come quelli che ho citato, bensì per ogni capriccio della donna, la quale riesce a trasformare la separazione in un enorme business. Basta leggere i casi di separazione: c'è quella che divorzia perchè il marito è diventato vegetariano, perchè si è comprato il cane, perchè porta la mamma in vacanza, perchè a causa del lavoro il marito torna a casa sporco e puzzolente, perchè soffre di alitosi, perchè russa troppo quando dorme, perchè è diventato ciccione, ...etc, etc, etc, ... e quando non si ha la necessaria fantasia per giustificare la fine del matrimonio allora ecco che si ricorre alla formuletta della "separazione senza colpe", una vera e propria vergogna di stato, visto che sarebbe persino incostituzionale.

Finnegan

I risultati del divorzio li vediamo sin troppo, non solo vite maschili distrutte ma una società al collasso che sarà presto rimpiazzata da altre che non divorziano.
Per casi estremi c'è la separazione, ma consentire un nuovo matrimonio no, altrimenti sposarsi diventa una farsa e la società va in pezzi.
Se c'è questa conflittualità nelle coppie è PROPRIO PERCHE' IL DIVORZIO E' FACILE E CONVENIENTE.
Con i guai personali e sociali che crea il divorzio è insensato proporre come rimedio "più divorzio" come "più Europa", più austerità ecc.
E' come voler risolvere il problema del traffico nei centri storici costruendo autostrade sopra magnifici monumenti (il caso di Genova insegna).
Se divorziare significasse per una donna finire per strada e venire additata come una poco di buono ci penserebbe due volte prima di sfasciare una famiglia e anche di tormentare il marito.

Comunque la si veda, una società fondata sul divorzio dura pochissimo, se non saremo così intelligenti da pensarci noi ci penseranno i popoli che ci sostituiranno. E allora altro che litigi, vedremo pure la Boldrini col velo:


Personalmente preferisco i sani valori occidentali di quando non c'era il divorzio. Ma fate voi.
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dotar-sojat

Poco tempo fa leggevo (ahimè non ricordo dove, forse sul giornale) una intervista ad un noto esperto di media e comunicazione, al quale veniva richiesto perché media, social, pubblicità, tv, cinema siano letteralmente infarciti di tematiche inclusive (omosessualità, aborto, immigrazione, black lives matter, sessualità femminile, ecc).
La risposta banale è perché vendono e i grandi marchi, inon produttori, le agenzie e i consulenti dei vipps (attori, cantanti, influencer, stilisti, ecc) spingono in questa direzione.
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Padano74

Citazione di: Ent il 18 Agosto 2020, 12:47:38 PM

A conferma dell'utilità dei legami familiari posso riportare un aneddoto. Un uomo aveva una relazione extraconiugale e la moglie l'ha saputo; lui, anziché fare ammenda, difendeva la relazione con l'amante, così che si iniziò a parlare di separazione. Ma a questo punto interviene la famiglia di lui, in particolar modo il padre, che dà una colossale lavata di capo al figlio (adulto sui 40 anni) e lo mette in riga, tenendolo poi sotto controllo. Così i due non si sono separati, la ferita si è rimarginata e sono, a distanza di anni, una famiglia come tante.
Se la famiglia di lui non avesse abitato nel medesimo paese, probabilmente il matrimonio del figlio sarebbe fallito.


In questo caso sarebbe stata opportuna la separazione: di sicuro quella "coppia" non sarà mai più tale.

Finnegan

Non arrivo a capire questa dicotomia di molti uomini che cercano una relazione stabile ma sono attaccati al divorzio. Qualcosa non torna.
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Ent

Citazione di: Padano74 il 24 Agosto 2020, 09:18:20 AM
In questo caso sarebbe stata opportuna la separazione: di sicuro quella "coppia" non sarà mai più tale.

Se si fossero separati lei probabilmente sarebbe rimasta sola, avrebbe dovuto crescere la figlia da sola e portato rancore per tutta la vita al traditore. Lui anche avrebbe provato risentimento per la moglie, l'avrebbe odiata perché costretto al mantenimento e per essere stato privato della presenza della propria figlioletta; e oltre a questo, una volta sbollita la passione per l'amante, sarebbe caduto nella frustrazione dell'essere stato preda dei propri sensi. Non avrebbero cancellato il dolore, ma l'avrebbero cristallizzato per tutta la propria vita; avrebbero aggiunto al male, un male più grande.
Ma così non è stato. Il marito è stato per un po' di tempo "Il Traditore", poi un nuovo figlio l'ha reso un po' più marito e padre e meno traditore; e la vita si è arricchita di nuove gioie, nuovi episodi da ricordare, nuove feste di compleanno, nuove vacanze, nuovi dolori, nuove preoccupazioni, Natale è arrivato ancora e così Capodanno, i figli crescono in una famiglia unita... Insomma, la vita ha fatto il suo corso e il tradimento non è più una ferita sanguinante, ma una delle cicatrici che il male della vita lascia sulla pelle di ciascuno, o forse solo un ricordo offuscato dal tempo.



Finnegan

Sono gli stessi separati a dirlo: riconciliarsi conviene SEMPRE, non solo economicamente. E non è impossibile come si pensa, persino oggi.
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Il Conte di Lautréamont

Tutto dipende dal motivo della rottura. I tradimennti si superano, le persone violente invece rimangono tali per cui separarsi è l'unica soluzione. Ecco un triste caso del 3 gennaio 2020:

ttps://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2020/01/03/marito-accoltellato-da-moglie-grave_23e86d26-9686-4815-bde4-88340fa9293a.html

Ma come si fa a vivere con un'alcolizzata come questa?

Finnegan

Sono certamente casi-limite ma ci sarebbero sicuramente meno violenze in una società dove il divorzio e i salti del ramo non sono comuni e incentivati.
Per certe situazioni la separazione basterebbe, ma non il divorzio che permette il salto del ramo. Chi vuole sposarsi (o separarsi) ci pensi bene prima o diventi un adepto MGTOW :biggrin:
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dotar-sojat

Tanto per raccontarne una: ho letto sul settimanale della mia zona che l'altro giorno nel mio comune un tunisino ha accoltellato la moglie per gelosia... grave in ospedale
La donna è una italiana di 40anni, lui immigrato di 36.
Storia strasentita
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Finnegan

E' una storia molto comune anche all'estero: lei passa il Muro, non trova più alfa, i beta che schifo, meglio un immigrato naturalmente più giovane. Ma il musulmano non ci sta a fare il pupazzo e dopo vari diverbi la fa fuori.
Impregnate di valori boldriniani come "apertura, dialogo, tolleranza, accoglienza, diversità" grazie ai quali fanno carriera fin dall'università, queste capiscono troppo tardi che non hanno a che fare col buon selvaggio della cultura globale con cui divertirsi a piacimento secondo i valori della donna "liberata".
Una tipica illusione di questa povera gente è che le culture allogene condividano l'ideologia globalista, materialista, promiscua ed edonista e non vedano l'ora di assimilarsi all'emancipato e progressivo Occidente. Errore che spesso, purtroppo, costa loro la vita.
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