Denatalità: fine della civiltà

Aperto da Ent, 25 Settembre 2020, 01:09:18 PM

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Ent

Il titolo che ho scelto, ai nostri tempi, potrebbe sembrare ambiguo; perché in effetti molto fa pensare che il fine della nostra civiltà sia la denatalità. In realtà vorrei riflettere sulla denatalità, il cui effetto ultimo è dato dalla fine della civiltà, di qualunque civiltà.
Da ben oltre un secolo il tasso di natalità italiano va decrescendo. Già negli anni '20 del secolo scorso era stata documentata la gravità della crisi demografica italiana, in particolare dallo statistico tedesco Richard Korherr, attraverso la ricerca "Regresso delle nascite. Morte dei popoli", a cui la classe dirigente italiana non rimase indifferente.
Significativo è l'intervento di Mussolini, del 1934, sul giornale Il popolo d'Italia:
La dimostrazione che il regresso delle nascite attenta in un primo tempo alla potenza dei popoli e in un successivo tempo li conduce alla morte, è inoppugnabile. Anche le varie fasi di questo processo di malattia e di morte sono esattamente prospettate ed hanno un nome che le riassume tutte: urbanesimo e metropolismo. [...] La metropoli cresce, attirando verso di essa la popolazione della campagna, la quale, però, appena inurbata, diventa, al pari della preesistente popolazione, infeconda.
Di simile tenore è il contributo scritto dallo stesso Mussolini su La Stampa, nel medesimo anno: per l'Italia e per gli altri Paesi di razza bianca è una questione di vita o di morte. Si tratta di sapere se davanti al progredire in numero e in espansione delle razze gialle e nere, la civiltà dell'uomo bianco sia destinata a perire.
Come noto, il governo fascista attuò robuste politiche di sostegno alle nascite, che tuttavia non diedero i risultati sperati. Va osservato che all'epoca il tasso di fecondità totale - cioè il numero medio di figli per donna - seppur in decrescita, era tale da garantire il mantenimento della popolazione, essendo maggiore di 2,1.
L'atto finale della tragedia ebbe luogo dopo la metà degli anni '70, quando per la prima volta il tasso di fecondità scese sotto la soglia critica.
Segue l'indicazione del tasso di fecondità in Italia, dal 1960 al 2017 (dati Eurostat): 2,37 (1960) ; 2,38 (1970) ; 1,64 (1980) ; 1,33 (1990) ; 1,26 (2000) ; 1,46 (2010) ; 1,32 (2017).
Va osservato che i dati includono le nascite da madre con cittadinanza straniera; nel 2010, ad esempio, il numero medio di figli per donna è stato, in Italia, di 1,46: le donne italiane hanno avuto in media 1,34 figli, quelle straniere 2,43.
Ma gli stranieri non contribuiscono soltanto ad aumentare il tasso di fecondità italiano, bensì favoriscono anche la crescita della popolazione (o quanto meno ne impediscono la diminuzione).
L'immigrazione di massa, di cui tanto si parla, è un effetto della denatalità. È evidente che se non nascono figli e non si vuole subire le conseguenze economiche e sociali della decrescita demografica, occorre compensare la mancate nascite con l'ingresso di stranieri, che nel 1990 costituivano circa l'1% della popolazione italiana e nel 2020 rappresentano il 10% del totale.
Denatalità e conseguente immigrazione di massa, come noto, non costituiscono problemi per i politici progressisti, a conferma della parole di Nicolás Gómez Dávila: l'angoscia di fronte al tramonto della civiltà è afflizione reazionaria. Il democratico non può rimpiangere la scomparsa di ciò che ignora.
Eppure, se Atene piange, Sparta non ride. Si sostiene, a destra, la necessità di sostenere economicamente la natalità; cosa certamente buona, a condizione che non si pensi che bonus o detrazioni possano portare a raggiungere il tasso di 2,1 figli per donna. Se Mussolini, con poteri e misure inarrivabili alla politica democratica di oggi, ha fallito, cosa mai potrebbe fare il bonus bebè? D'altro canto in Germania e in altri Paesi europei sono state attuate, negli anni Duemila, politiche generosissime per aumentare la natalità, senza risultati apprezzabili.
Guardiamo alle regioni italiane: in Veneto il tasso di fecondità (cioè, come detto, il numero medio di figli per donna) è come in Campania, in Emilia-Romagna come in Sicilia, in Piemonte come in Calabria (http://dati.istat.it/Index.aspx?DataSetCode=DCIS_FECONDITA1); tutto ciò, nonostante le considerevoli differenze economiche tra le regioni.
Non è per ragioni economiche che le famiglie non fanno figli, ma per ragioni culturali. La fine della civiltà contadina ha notevolmente ridotto le nascite, ma lo stile di vita urbano – caratterizzato in particolar modo dallo sviluppo del settore terziario della produzione (servizi), a discapito di quello primario (agricoltura e allevamento) – da solo non può spiegare la gravità della crisi che attanaglia il nostro Paese.
Manca nell'occidentale moderno il sentirsi parte di una civiltà, l'appartenenza a una dimensione spirituale piuttosto che materiale.
L'Occidente è finito perché ha rinnegato se stesso; ha scambiato il bene con il benessere, la realizzazione nella vita con la remunerazione lavorativa, ha invertito il rapporto tra fini e mezzi; ha partorito il femminismo, il diritto della madre di far uccidere il proprio figlio nascituro, ha traviato l'armonia famigliare con l'emancipazione femminile, ha legiferato sull'omosessualità come neanche il paganesimo, ha scambiato la Legge di Dio con i diritti dell'uomo.
E allora la storia ha fatto il suo corso.
La nave sta affondando – ormai è chiaro – saliamo dunque sulle scialuppe e ignoriamo il suono dell'orchestra occidental-progressista, navighiamo a vele spiegate verso una nuova civiltà. Si salvi chi vuole!

Finnegan

#1
Già ma quale nuova civiltà? L'islam? Quella del mercato? Tertium non datur. L'unica flebile speranza è in una scossa del popolo italiano, che dovrà essere tanto maggiore quanto più tempo passerà. Se entro pochi anni le giovani coppie non faranno molti figli la partita sarà chiusa.
Forse non un secolo fa, ma sicuramente oggi quello italiano è un collasso scientificamente pilotato da poteri, che hanno interesse a indebolire il nostro Paese e farne una specie di colonia africana da sfruttare, governata da regimi-fantoccio più o meno oppressivi.
Troppo pochi uomini non capiscono ancora, che la chiave per il nostro stesso benessere materiale ed umano è culturale, anzi spirituale perché nessuna cultura sopravvive al rinnegamento della propria spiritualità. Ma lo sa bene chi ha devastato col cinema, la musica e le leggi le radici culturali del nostro Paese, come si sono resi conto molti intellettuali anche di segno opposto come Del Noce o Pasolini.
Tra parentesi, Putin non ha una vita privata da stinco di santo ma persegue l'interesse nazionale e sta costruendo chiese a rotta di collo perché ha capito la posta in gioco. Dopo anni di aborti e infecondità, la demografia russa è in ripresa. Anche i cinesi hanno abbandonato l'assurda politica del figlio unico, sarebbe il caso di rifletterci su.

Una postilla purtroppo necessaria per evitare ovvie strumentalizzazioni: Coscienza Maschile non è un forum fascista né comunista, citare un'opinione basata sui fatti non implica l'adesione a una determinata ideologia. Qui si citano tutti da Pasolini a Pound, se malgrado una non identità di vedute sul piano strettamente ideologico forniscono contributi rilevanti per la comprensione del nostro presente.
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Ent

A mio avviso la partita è già chiusa, e questo non è necessariamente un male, dipende da quale sarà l'imprevedibile futuro. Il consumismo non può durare all'infinito, sia perché infinite non sono le risorse naturali che lo alimentano, sia perché l'Occidente non è più economicamente egemone. Per tacere di imponderabili eventi politici, economici, bellici che potrebbero sconvolgere la società contemporanea, e segnare un nuovo inizio.
L'Islam è in crescita in Germania e nell'Europa protestante, al punto che è ragionevole ipotizzare in alcuni Paesi europei, tra pochi decenni, una società multiculturale, simile a certe realtà mediorientali.
Il destino dell'Italia dipende in parte dagli immigrati che riempiranno gli spazi vuoti lasciati dagli italiani; ma nulla è definito, se non la fine dell'Occidente, nei suoi fondamenti attuali.
Tengo a sottolineare che il cambiamento di civiltà potrebbe avvenire anche conservando la stessa base etnica (prescindendo quindi dall'immigrazione) oppure potrebbe anche ipotizzarsi la formazione di più civiltà internamente all'Europa.
Abbiamo visto come in Russia sia sorto con Putin qualcosa di profondamente diverso rispetto al comunismo, il cui collasso non ha segnato soltanto l'inizio di una nuova era politica, ma anche di un uomo nuovo. Putin sa che senza religione non può esserci autentica civiltà, e sta facendo ottime cose, anche se la denatalità risulta ancora a livelli inaccettabili e la strada da percorrere è ancora molta.
Non possiamo né dobbiamo escludere, per la nostra Italia, una rinascita cattolica, anche a partire da piccole realtà; questo attualmente non appare come possibilità all'orizzonte, ma sono certo che se la Chiesa (o una parte di essa) si decidesse a sfidare la mentalità del mondo, molti fedeli cattolici si comporterebbero di conseguenza.

P.S. Consultare e citare documenti, analizzare i fatti storici e porli in relazione con il presente, significa semplicemente voler imparare qualcosa dal passato, dando attuazione al detto "historia magistra vitae".

Il Conte di Lautréamont

Ho letto il saggio di Ida Magli "dopo l'Occidente" e mi è sembrato che ancora siamo in una situazione di transizione dove tutto può succedere, un pericoloso calderone rimescolato continuamente dallo stregone femminista di turno. Eppure mi sento di fare una profezia, più incisiva di quella lasciata dall'antropologa. Quando la comunità islamica arriverà a livelli importanti, tipo 20-30%, inizieranno i guai e sarà chiaro che non è possibile alcuna convivenza con chi ha già fondato un partito islamico anche in italia. Eccolo qua dal titolo molto ironico e significativo:
https://www.google.com/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=&cad=rja&uact=8&ved=2ahUKEwjQ9eun_oTsAhViaRUIHdUpCy8QFjAAegQIBhAB&url=https%3A%2F%2Fwww.liberoquotidiano.it%2Fnews%2Fitalia%2F13552163%2Fsardine-di-allah-partito-islamico-italiano-moschee-matteo-salvini.html&usg=AOvVaw3r-zGNqxPwDsQw0oZ086oE
Quando lo scontro di due civiltà si sposterà dal piano teorico a quello pratico avverrà la guerra civile in tutta l'Europa e scenderanno in campo la Russia e la Cina ( NB: due nemiche storiche dei paesi musulmani!!! ) che invaderanno il continente europeo. Uno scenario non del tutto nuovo, già profetizzato da George Orwell in 1984, con la sola differenza che il regime politico sarà diverso.
Mi sento anche di dire che tutto ciò avverrà fra 20 anni e a 30 anni si verificheranno anche i primi episodi di cannibalismo.

Il Conte di Lautréamont

Comunque mi sento anche di dire ai giovani che leggono questo blog che il futuro é tutto da combattere, almeno in Italia. L'alternativa è emigrare in Canada.

Finnegan

Sono abbastanza ottimista e credo che per ragioni almeno economiche o geopolitiche ci sarà possibile (leggi "permesso") rifondare la civiltà da piccole comunità cristiane come ai tempi di S. Benedetto, con oasi di cultura in mezzo al caos.
Certo che con questo livello di consapevolezza civile (e maschile) la strada non è in discesa. :biggrin:
Gli immigrati non sono qualificati né integrabili, il loro numero è troppo grande quindi si può ipotizzare una re-migrazione o la formazione di enclaves più o meno durevoli sul continente europeo.
McLuhan che non ha mai sbagliato un colpo preconizzava la nascita di Stati etnici (parlava della balcanizzazione degli USA), escludendo totalmente la continuazione dell'utopia multiculturale. Questi Stati comunque non resterebbero in guerra perché ilo mondo è diventato troppo piccolo e non ce le possiamo permettere.
Citazione di: Il Conte di Lautréamont il 25 Settembre 2020, 07:05:51 PM
Ho letto il saggio di Ida Magli "dopo l'Occidente" e mi è sembrato che ancora siamo in una situazione di transizione dove tutto può succedere, un pericoloso calderone rimescolato continuamente dallo stregone femminista di turno. Eppure mi sento di fare una profezia, più incisiva di quella lasciata dall'antropologa. Quando la comunità islamica arriverà a livelli importanti, tipo 20-30%, inizieranno i guai e sarà chiaro che non è possibile alcuna convivenza con chi ha già fondato un partito islamico anche in italia. Eccolo qua dal titolo molto ironico e significativo:
https://www.google.com/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=&cad=rja&uact=8&ved=2ahUKEwjQ9eun_oTsAhViaRUIHdUpCy8QFjAAegQIBhAB&url=https%3A%2F%2Fwww.liberoquotidiano.it%2Fnews%2Fitalia%2F13552163%2Fsardine-di-allah-partito-islamico-italiano-moschee-matteo-salvini.html&usg=AOvVaw3r-zGNqxPwDsQw0oZ086oE
Quando lo scontro di due civiltà si sposterà dal piano teorico a quello pratico avverrà la guerra civile in tutta l'Europa e scenderanno in campo la Russia e la Cina ( NB: due nemiche storiche dei paesi musulmani!!! ) che invaderanno il continente europeo. Uno scenario non del tutto nuovo, già profetizzato da George Orwell in 1984, con la sola differenza che il regime politico sarà diverso.
Mi sento anche di dire che tutto ciò avverrà fra 20 anni e a 30 anni si verificheranno anche i primi episodi di cannibalismo.
Un amico linguista e sociologo ha anche lui formulato questa ipotesi che mi pare fondata. Non permetteranno che l'islam prevalga in Europa e hanno già pronti i cinesi per la bisogna. Il cannibalismo c'è già (nigeriani), l'Italia si sta africanizzando nel senso deteriore del termine.
Citazione di: Il Conte di Lautréamont il 25 Settembre 2020, 07:07:57 PM
Comunque mi sento anche di dire ai giovani che leggono questo blog che il futuro é tutto da combattere, almeno in Italia. L'alternativa è emigrare in Canada.
Ecco cerchiamo di rendere il mondo migliore, se non altro per noi stessi invece di correre solo dietro a donne e corsi PUA che appartengono a un mondo che non esiste più malgrado l'apparenza.
In Canada ci sono stato, no thanks. :dirol: Chi ha interessi culturali viene persino deriso e non sono l'unico a dirlo (altra fonte: avvocata friulana che ci vive).
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Il Conte di Lautréamont

Citazione di: Finnegan il 25 Settembre 2020, 07:13:31 PM
Sono abbastanza ottimista e credo che per ragioni almeno economiche o geopolitiche ci sarà possibile (leggi "permesso") rifondare la civiltà da piccole comunità cristiane come ai tempi di S. Benedetto, con oasi di cultura in mezzo al caos.
Certo che con questo livello di consapevolezza civile (e maschile) la strada non è in discesa.
Mi ero immaginato un qualcosa simile alla Tebaide, senonchè gli immigrati ci hanno già fregato i paesi di montagna. Rimane comunque da riempire i monasteri, sulle orme di Pacomio, a patto che non ci vogliano mettere anche lì i musulmani. Quello che hai detto purtroppo incontra l'ostacolo vaticano. Infatti chi sono gli uomini di oggi pronti a una rifondazione? In attesa di una risposta intanto parlo dei Padri del deserto, che erano santi assai variegati. C'è chi scappava dalle persecuzioni di Diocleziano ( qui siamo alle persecuzioni contro gli uomini ), altri rifiutavano la vita e i doveri che venivano imposti dai Romani. Per esempio è stato ipotizzato che Sant'Antonio Abate e San Paolo di Tebe abbiano preso la via del deserto per evitare la riscossione dei tributi. Infatti loro, in qualità di grandi proprietari, dovevano anticipare le tasse all'erario imperiale e poi esigere i tributi dai loro sottoposti. Immagina le scene quando i coloni non potevano pagare. Il rifiuto del mondo disumano di allora pare parallelo alla transumanità di oggi che vuole imporsi come normalità. Altri erano padri separati, altri ex-assassini ricercati dallo stato ( San Mosè ), altri funzionari dello stato che le avevano combinate grosse a corte ( Arsenio il Grande ), uomini diffamati ( Macario il Grande ), una casistica varia. Oggi non so se i sopravvissuti alla mondanità saranno ben accetti tra le mura delle nuove comunità cristiane.

Finnegan

Prima dei monasteri c'erano el catacombe o le case private, non è un problema di luogo.
Il Vaticano non è un monolite, ci sono elementi validi anche se "discreti" (ma non sempre) per ovvie ragioni. Si pensi a Mond. Gherardini, decano della basilica vaticana e grandissimo teologo che ha denunciato i guasti del postconcilio (e, forse, dello stesso Concilio).
Allora come oggi c'era un forte burocratizzazione, e considerevoli mutamenti sociali.
Credo che una comunità che non accetta gente che vuole vivere secondo il Vangelo, a prescindere dal suo passato non possa dirsi cristiana. Ma non mi risulta che, persino nelle peggiori comunità, facciano domande e nelle migliori non devi certo sembrare politicamente corretto.
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Il Conte di Lautréamont

La mia preoccupazione è il contrasto tra ieri e oggi. Ieri il criminale San Mosè, che sventrò una donna in gravidanza solo per la curiosità di vedere come era fatto un feto, lo hanno fatto santo. Oggi un divorziato non partecipa alla comunione. Chi è disumano, il mondo di ieri o quello di oggi?

Finnegan

#9
Beh non è mica stato fatto santo per quello. Un divorziato PUO' ricevere la Comunione se non vive con una nuova compagna (o se ha figli e non può tornare indietro, se non ha rapporti con lei), oppure se il precedente matrimonio è stato dichiarato nullo ("annullato") dalla Sacra Rota e si è sposato con la nuova compagna.
Non è una regola recente, è sempre stato così.
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