Denatalità: fine della civiltà

Aperto da Ent, 25 Settembre 2020, 01:09:18 PM

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Ent

Il titolo che ho scelto, ai nostri tempi, potrebbe sembrare ambiguo; perché in effetti molto fa pensare che il fine della nostra civiltà sia la denatalità. In realtà vorrei riflettere sulla denatalità, il cui effetto ultimo è dato dalla fine della civiltà, di qualunque civiltà.
Da ben oltre un secolo il tasso di natalità italiano va decrescendo. Già negli anni '20 del secolo scorso era stata documentata la gravità della crisi demografica italiana, in particolare dallo statistico tedesco Richard Korherr, attraverso la ricerca "Regresso delle nascite. Morte dei popoli", a cui la classe dirigente italiana non rimase indifferente.
Significativo è l'intervento di Mussolini, del 1934, sul giornale Il popolo d'Italia:
La dimostrazione che il regresso delle nascite attenta in un primo tempo alla potenza dei popoli e in un successivo tempo li conduce alla morte, è inoppugnabile. Anche le varie fasi di questo processo di malattia e di morte sono esattamente prospettate ed hanno un nome che le riassume tutte: urbanesimo e metropolismo. [...] La metropoli cresce, attirando verso di essa la popolazione della campagna, la quale, però, appena inurbata, diventa, al pari della preesistente popolazione, infeconda.
Di simile tenore è il contributo scritto dallo stesso Mussolini su La Stampa, nel medesimo anno: per l'Italia e per gli altri Paesi di razza bianca è una questione di vita o di morte. Si tratta di sapere se davanti al progredire in numero e in espansione delle razze gialle e nere, la civiltà dell'uomo bianco sia destinata a perire.
Come noto, il governo fascista attuò robuste politiche di sostegno alle nascite, che tuttavia non diedero i risultati sperati. Va osservato che all'epoca il tasso di fecondità totale - cioè il numero medio di figli per donna - seppur in decrescita, era tale da garantire il mantenimento della popolazione, essendo maggiore di 2,1.
L'atto finale della tragedia ebbe luogo dopo la metà degli anni '70, quando per la prima volta il tasso di fecondità scese sotto la soglia critica.
Segue l'indicazione del tasso di fecondità in Italia, dal 1960 al 2017 (dati Eurostat): 2,37 (1960) ; 2,38 (1970) ; 1,64 (1980) ; 1,33 (1990) ; 1,26 (2000) ; 1,46 (2010) ; 1,32 (2017).
Va osservato che i dati includono le nascite da madre con cittadinanza straniera; nel 2010, ad esempio, il numero medio di figli per donna è stato, in Italia, di 1,46: le donne italiane hanno avuto in media 1,34 figli, quelle straniere 2,43.
Ma gli stranieri non contribuiscono soltanto ad aumentare il tasso di fecondità italiano, bensì favoriscono anche la crescita della popolazione (o quanto meno ne impediscono la diminuzione).
L'immigrazione di massa, di cui tanto si parla, è un effetto della denatalità. È evidente che se non nascono figli e non si vuole subire le conseguenze economiche e sociali della decrescita demografica, occorre compensare la mancate nascite con l'ingresso di stranieri, che nel 1990 costituivano circa l'1% della popolazione italiana e nel 2020 rappresentano il 10% del totale.
Denatalità e conseguente immigrazione di massa, come noto, non costituiscono problemi per i politici progressisti, a conferma della parole di Nicolás Gómez Dávila: l'angoscia di fronte al tramonto della civiltà è afflizione reazionaria. Il democratico non può rimpiangere la scomparsa di ciò che ignora.
Eppure, se Atene piange, Sparta non ride. Si sostiene, a destra, la necessità di sostenere economicamente la natalità; cosa certamente buona, a condizione che non si pensi che bonus o detrazioni possano portare a raggiungere il tasso di 2,1 figli per donna. Se Mussolini, con poteri e misure inarrivabili alla politica democratica di oggi, ha fallito, cosa mai potrebbe fare il bonus bebè? D'altro canto in Germania e in altri Paesi europei sono state attuate, negli anni Duemila, politiche generosissime per aumentare la natalità, senza risultati apprezzabili.
Guardiamo alle regioni italiane: in Veneto il tasso di fecondità (cioè, come detto, il numero medio di figli per donna) è come in Campania, in Emilia-Romagna come in Sicilia, in Piemonte come in Calabria (http://dati.istat.it/Index.aspx?DataSetCode=DCIS_FECONDITA1); tutto ciò, nonostante le considerevoli differenze economiche tra le regioni.
Non è per ragioni economiche che le famiglie non fanno figli, ma per ragioni culturali. La fine della civiltà contadina ha notevolmente ridotto le nascite, ma lo stile di vita urbano – caratterizzato in particolar modo dallo sviluppo del settore terziario della produzione (servizi), a discapito di quello primario (agricoltura e allevamento) – da solo non può spiegare la gravità della crisi che attanaglia il nostro Paese.
Manca nell'occidentale moderno il sentirsi parte di una civiltà, l'appartenenza a una dimensione spirituale piuttosto che materiale.
L'Occidente è finito perché ha rinnegato se stesso; ha scambiato il bene con il benessere, la realizzazione nella vita con la remunerazione lavorativa, ha invertito il rapporto tra fini e mezzi; ha partorito il femminismo, il diritto della madre di far uccidere il proprio figlio nascituro, ha traviato l'armonia famigliare con l'emancipazione femminile, ha legiferato sull'omosessualità come neanche il paganesimo, ha scambiato la Legge di Dio con i diritti dell'uomo.
E allora la storia ha fatto il suo corso.
La nave sta affondando – ormai è chiaro – saliamo dunque sulle scialuppe e ignoriamo il suono dell'orchestra occidental-progressista, navighiamo a vele spiegate verso una nuova civiltà. Si salvi chi vuole!

Finnegan

#1
Già ma quale nuova civiltà? L'islam? Quella del mercato? Tertium non datur. L'unica flebile speranza è in una scossa del popolo italiano, che dovrà essere tanto maggiore quanto più tempo passerà. Se entro pochi anni le giovani coppie non faranno molti figli la partita sarà chiusa.
Forse non un secolo fa, ma sicuramente oggi quello italiano è un collasso scientificamente pilotato da poteri, che hanno interesse a indebolire il nostro Paese e farne una specie di colonia africana da sfruttare, governata da regimi-fantoccio più o meno oppressivi.
Troppo pochi uomini non capiscono ancora, che la chiave per il nostro stesso benessere materiale ed umano è culturale, anzi spirituale perché nessuna cultura sopravvive al rinnegamento della propria spiritualità. Ma lo sa bene chi ha devastato col cinema, la musica e le leggi le radici culturali del nostro Paese, come si sono resi conto molti intellettuali anche di segno opposto come Del Noce o Pasolini.
Tra parentesi, Putin non ha una vita privata da stinco di santo ma persegue l'interesse nazionale e sta costruendo chiese a rotta di collo perché ha capito la posta in gioco. Dopo anni di aborti e infecondità, la demografia russa è in ripresa. Anche i cinesi hanno abbandonato l'assurda politica del figlio unico, sarebbe il caso di rifletterci su.

Una postilla purtroppo necessaria per evitare ovvie strumentalizzazioni: Coscienza Maschile non è un forum fascista né comunista, citare un'opinione basata sui fatti non implica l'adesione a una determinata ideologia. Qui si citano tutti da Pasolini a Pound, se malgrado una non identità di vedute sul piano strettamente ideologico forniscono contributi rilevanti per la comprensione del nostro presente.
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Ent

A mio avviso la partita è già chiusa, e questo non è necessariamente un male, dipende da quale sarà l'imprevedibile futuro. Il consumismo non può durare all'infinito, sia perché infinite non sono le risorse naturali che lo alimentano, sia perché l'Occidente non è più economicamente egemone. Per tacere di imponderabili eventi politici, economici, bellici che potrebbero sconvolgere la società contemporanea, e segnare un nuovo inizio.
L'Islam è in crescita in Germania e nell'Europa protestante, al punto che è ragionevole ipotizzare in alcuni Paesi europei, tra pochi decenni, una società multiculturale, simile a certe realtà mediorientali.
Il destino dell'Italia dipende in parte dagli immigrati che riempiranno gli spazi vuoti lasciati dagli italiani; ma nulla è definito, se non la fine dell'Occidente, nei suoi fondamenti attuali.
Tengo a sottolineare che il cambiamento di civiltà potrebbe avvenire anche conservando la stessa base etnica (prescindendo quindi dall'immigrazione) oppure potrebbe anche ipotizzarsi la formazione di più civiltà internamente all'Europa.
Abbiamo visto come in Russia sia sorto con Putin qualcosa di profondamente diverso rispetto al comunismo, il cui collasso non ha segnato soltanto l'inizio di una nuova era politica, ma anche di un uomo nuovo. Putin sa che senza religione non può esserci autentica civiltà, e sta facendo ottime cose, anche se la denatalità risulta ancora a livelli inaccettabili e la strada da percorrere è ancora molta.
Non possiamo né dobbiamo escludere, per la nostra Italia, una rinascita cattolica, anche a partire da piccole realtà; questo attualmente non appare come possibilità all'orizzonte, ma sono certo che se la Chiesa (o una parte di essa) si decidesse a sfidare la mentalità del mondo, molti fedeli cattolici si comporterebbero di conseguenza.

P.S. Consultare e citare documenti, analizzare i fatti storici e porli in relazione con il presente, significa semplicemente voler imparare qualcosa dal passato, dando attuazione al detto "historia magistra vitae".

Il Conte di Lautréamont

Ho letto il saggio di Ida Magli "dopo l'Occidente" e mi è sembrato che ancora siamo in una situazione di transizione dove tutto può succedere, un pericoloso calderone rimescolato continuamente dallo stregone femminista di turno. Eppure mi sento di fare una profezia, più incisiva di quella lasciata dall'antropologa. Quando la comunità islamica arriverà a livelli importanti, tipo 20-30%, inizieranno i guai e sarà chiaro che non è possibile alcuna convivenza con chi ha già fondato un partito islamico anche in italia. Eccolo qua dal titolo molto ironico e significativo:
https://www.google.com/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=&cad=rja&uact=8&ved=2ahUKEwjQ9eun_oTsAhViaRUIHdUpCy8QFjAAegQIBhAB&url=https%3A%2F%2Fwww.liberoquotidiano.it%2Fnews%2Fitalia%2F13552163%2Fsardine-di-allah-partito-islamico-italiano-moschee-matteo-salvini.html&usg=AOvVaw3r-zGNqxPwDsQw0oZ086oE
Quando lo scontro di due civiltà si sposterà dal piano teorico a quello pratico avverrà la guerra civile in tutta l'Europa e scenderanno in campo la Russia e la Cina ( NB: due nemiche storiche dei paesi musulmani!!! ) che invaderanno il continente europeo. Uno scenario non del tutto nuovo, già profetizzato da George Orwell in 1984, con la sola differenza che il regime politico sarà diverso.
Mi sento anche di dire che tutto ciò avverrà fra 20 anni e a 30 anni si verificheranno anche i primi episodi di cannibalismo.

Il Conte di Lautréamont

Comunque mi sento anche di dire ai giovani che leggono questo blog che il futuro é tutto da combattere, almeno in Italia. L'alternativa è emigrare in Canada.

Finnegan

Sono abbastanza ottimista e credo che per ragioni almeno economiche o geopolitiche ci sarà possibile (leggi "permesso") rifondare la civiltà da piccole comunità cristiane come ai tempi di S. Benedetto, con oasi di cultura in mezzo al caos.
Certo che con questo livello di consapevolezza civile (e maschile) la strada non è in discesa. :biggrin:
Gli immigrati non sono qualificati né integrabili, il loro numero è troppo grande quindi si può ipotizzare una re-migrazione o la formazione di enclaves più o meno durevoli sul continente europeo.
McLuhan che non ha mai sbagliato un colpo preconizzava la nascita di Stati etnici (parlava della balcanizzazione degli USA), escludendo totalmente la continuazione dell'utopia multiculturale. Questi Stati comunque non resterebbero in guerra perché ilo mondo è diventato troppo piccolo e non ce le possiamo permettere.
Citazione di: Il Conte di Lautréamont il 25 Settembre 2020, 07:05:51 PM
Ho letto il saggio di Ida Magli "dopo l'Occidente" e mi è sembrato che ancora siamo in una situazione di transizione dove tutto può succedere, un pericoloso calderone rimescolato continuamente dallo stregone femminista di turno. Eppure mi sento di fare una profezia, più incisiva di quella lasciata dall'antropologa. Quando la comunità islamica arriverà a livelli importanti, tipo 20-30%, inizieranno i guai e sarà chiaro che non è possibile alcuna convivenza con chi ha già fondato un partito islamico anche in italia. Eccolo qua dal titolo molto ironico e significativo:
https://www.google.com/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=&cad=rja&uact=8&ved=2ahUKEwjQ9eun_oTsAhViaRUIHdUpCy8QFjAAegQIBhAB&url=https%3A%2F%2Fwww.liberoquotidiano.it%2Fnews%2Fitalia%2F13552163%2Fsardine-di-allah-partito-islamico-italiano-moschee-matteo-salvini.html&usg=AOvVaw3r-zGNqxPwDsQw0oZ086oE
Quando lo scontro di due civiltà si sposterà dal piano teorico a quello pratico avverrà la guerra civile in tutta l'Europa e scenderanno in campo la Russia e la Cina ( NB: due nemiche storiche dei paesi musulmani!!! ) che invaderanno il continente europeo. Uno scenario non del tutto nuovo, già profetizzato da George Orwell in 1984, con la sola differenza che il regime politico sarà diverso.
Mi sento anche di dire che tutto ciò avverrà fra 20 anni e a 30 anni si verificheranno anche i primi episodi di cannibalismo.
Un amico linguista e sociologo ha anche lui formulato questa ipotesi che mi pare fondata. Non permetteranno che l'islam prevalga in Europa e hanno già pronti i cinesi per la bisogna. Il cannibalismo c'è già (nigeriani), l'Italia si sta africanizzando nel senso deteriore del termine.
Citazione di: Il Conte di Lautréamont il 25 Settembre 2020, 07:07:57 PM
Comunque mi sento anche di dire ai giovani che leggono questo blog che il futuro é tutto da combattere, almeno in Italia. L'alternativa è emigrare in Canada.
Ecco cerchiamo di rendere il mondo migliore, se non altro per noi stessi invece di correre solo dietro a donne e corsi PUA che appartengono a un mondo che non esiste più malgrado l'apparenza.
In Canada ci sono stato, no thanks. :dirol: Chi ha interessi culturali viene persino deriso e non sono l'unico a dirlo (altra fonte: avvocata friulana che ci vive).
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Il Conte di Lautréamont

Citazione di: Finnegan il 25 Settembre 2020, 07:13:31 PM
Sono abbastanza ottimista e credo che per ragioni almeno economiche o geopolitiche ci sarà possibile (leggi "permesso") rifondare la civiltà da piccole comunità cristiane come ai tempi di S. Benedetto, con oasi di cultura in mezzo al caos.
Certo che con questo livello di consapevolezza civile (e maschile) la strada non è in discesa.
Mi ero immaginato un qualcosa simile alla Tebaide, senonchè gli immigrati ci hanno già fregato i paesi di montagna. Rimane comunque da riempire i monasteri, sulle orme di Pacomio, a patto che non ci vogliano mettere anche lì i musulmani. Quello che hai detto purtroppo incontra l'ostacolo vaticano. Infatti chi sono gli uomini di oggi pronti a una rifondazione? In attesa di una risposta intanto parlo dei Padri del deserto, che erano santi assai variegati. C'è chi scappava dalle persecuzioni di Diocleziano ( qui siamo alle persecuzioni contro gli uomini ), altri rifiutavano la vita e i doveri che venivano imposti dai Romani. Per esempio è stato ipotizzato che Sant'Antonio Abate e San Paolo di Tebe abbiano preso la via del deserto per evitare la riscossione dei tributi. Infatti loro, in qualità di grandi proprietari, dovevano anticipare le tasse all'erario imperiale e poi esigere i tributi dai loro sottoposti. Immagina le scene quando i coloni non potevano pagare. Il rifiuto del mondo disumano di allora pare parallelo alla transumanità di oggi che vuole imporsi come normalità. Altri erano padri separati, altri ex-assassini ricercati dallo stato ( San Mosè ), altri funzionari dello stato che le avevano combinate grosse a corte ( Arsenio il Grande ), uomini diffamati ( Macario il Grande ), una casistica varia. Oggi non so se i sopravvissuti alla mondanità saranno ben accetti tra le mura delle nuove comunità cristiane.

Finnegan

Prima dei monasteri c'erano el catacombe o le case private, non è un problema di luogo.
Il Vaticano non è un monolite, ci sono elementi validi anche se "discreti" (ma non sempre) per ovvie ragioni. Si pensi a Mond. Gherardini, decano della basilica vaticana e grandissimo teologo che ha denunciato i guasti del postconcilio (e, forse, dello stesso Concilio).
Allora come oggi c'era un forte burocratizzazione, e considerevoli mutamenti sociali.
Credo che una comunità che non accetta gente che vuole vivere secondo il Vangelo, a prescindere dal suo passato non possa dirsi cristiana. Ma non mi risulta che, persino nelle peggiori comunità, facciano domande e nelle migliori non devi certo sembrare politicamente corretto.
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Il Conte di Lautréamont

La mia preoccupazione è il contrasto tra ieri e oggi. Ieri il criminale San Mosè, che sventrò una donna in gravidanza solo per la curiosità di vedere come era fatto un feto, lo hanno fatto santo. Oggi un divorziato non partecipa alla comunione. Chi è disumano, il mondo di ieri o quello di oggi?

Finnegan

#9
Beh non è mica stato fatto santo per quello. Un divorziato PUO' ricevere la Comunione se non vive con una nuova compagna (o se ha figli e non può tornare indietro, se non ha rapporti con lei), oppure se il precedente matrimonio è stato dichiarato nullo ("annullato") dalla Sacra Rota e si è sposato con la nuova compagna.
Non è una regola recente, è sempre stato così.
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Ent

#10
Citazione di: Il Conte di Lautréamont il 25 Settembre 2020, 08:32:16 PM
La mia preoccupazione è il contrasto tra ieri e oggi. Ieri il criminale San Mosè, che sventrò una donna in gravidanza solo per la curiosità di vedere come era fatto un feto, lo hanno fatto santo. Oggi un divorziato non partecipa alla comunione. Chi è disumano, il mondo di ieri o quello di oggi?

L'autore del gesto efferato che descrivi, dopo gli omicidi accusava se stesso dicendo:" Ho quarant'anni e finora non ho mai pregato, ma se vivrò altri quarant'anni non cesserò di pregare Dio, perché mi perdoni i miei peccati" (https://www.sursumcorda.cloud/articoli/padri-del-deserto/1058-vita-e-detti-dei-padri-del-deserto-padre-apollo.html).
Quest'uomo si è pentito, è come il figliol prodigo, che dopo aver molto peccato, sinceramente si pente, e chiede il perdono dei propri peccati.
Lo stesso principio vale per il divorziato. È pentito oppure no? Ha riparato il riparabile? In caso affermativo può ricevere la Comunione, altrimenti no.
Per esempio, il divorziato, civilmente risposato, non è ammesso alla Comunione perché è palesemente un peccatore non pentito.
Che sia un peccatore, risulta dal vangelo: "Chiunque ripudia la propria moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio; chi sposa una donna ripudiata dal marito, commette adulterio" (Luca 16,18-19).
L'adulterio, a differenza dell'omicidio, non si esaurisce con il perfezionamento di un atto (l'essersi risposato), ma perdura con la situazione adulterina. Se il divorziato - validamente sposato davanti a Dio - non intende rinunciare alla nuova convivente, come potrebbe essere sinceramente pentito? Non può esserlo finchè non si astenga dal peccato della nuova relazione, perciò non può ricevere la Comunione.
Gli esempi che si potrebbero fare sono molteplici, ma il principio è sempre lo stesso: se un peccatore è sinceramente pentito e chiede perdono, può ricevere la remissione dei peccati.

Finnegan

I divorziati non sono trattati come appestati, ieri come oggi quel che conta è essere disposti a cambiare vita, che non implica sempre tornare con una moglie impossibile o, se si hanno figli, abbandonare la nuova compagna (purché si rispetti l'astinenza).
Tutto questo può far sorridere, ma intanto la società collassa a vista d'occhio, persino le nostre città hanno piani urbani incoerenti, mentre i nostri padri che avevano fede ci hanno trasmesso opere d'arte meravigliose, e malgrado avessero meno tecnologia vivevano una vita ricca di significato e generalmente più felice.
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Il Conte di Lautréamont

Citazione di: Ent il 25 Settembre 2020, 09:34:51 PM
L'autore del gesto efferato che descrivi, dopo gli omicidi accusava se stesso dicendo:" Ho quarant'anni e finora non ho mai pregato, ma se vivrò altri quarant'anni non cesserò di pregare Dio, perché mi perdoni i miei peccati" (https://www.sursumcorda.cloud/articoli/padri-del-deserto/1058-vita-e-detti-dei-padri-del-deserto-padre-apollo.html).
Quest'uomo si è pentito, è come il figliol prodigo, che dopo aver molto peccato, sinceramente si pente, e chiede il perdono dei propri peccati.
Lo stesso principio vale per il divorziato. È pentito oppure no? Ha riparato il riparabile? In caso affermativo può ricevere la Comunione, altrimenti no.
Per esempio, il divorziato, civilmente risposato, non è ammesso alla Comunione perché è palesemente un peccatore non pentito.
Che sia un peccatore, risulta dal vangelo: "Chiunque ripudia la propria moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio; chi sposa una donna ripudiata dal marito, commette adulterio" (Luca 16,18-19).
L'adulterio, a differenza dell'omicidio, non si esaurisce con il perfezionamento di un atto (l'essersi risposato), ma perdura con la situazione adulterina. Se il divorziato - validamente sposato davanti a Dio - non intende rinunciare alla nuova convivente, come potrebbe essere sinceramente pentito? Non può esserlo finchè non si astenga dal peccato della nuova relazione, perciò non può ricevere la Comunione.
Gli esempi che si potrebbero fare sono molteplici, ma il principio è sempre lo stesso: se un peccatore è sinceramente pentito e chiede perdono, può ricevere la remissione dei peccati.
Mi sono espresso male. Il senso era che a San Mosè, con un crimine efferato sulla coscienza, è stata data la possibilità di cabiare vita, mentre ad un divorziato che non ha commesso nessun reato viene negata la comunione nella maggior parte dei casi. Per quanto riguarda la citazione di Gesù, dal Vangelo di Luca, è fuori luogo, perchè è decontestualizzata. Oggi il matrimonio religioso deve rispettare la legge italiana e sta qui l'inghippo. E' la Chiesa che commette adulterio accettando il compromesso con lo Stato che le impone di permettere il divorzio. Se uno ha in mente che il matrimonio può finire con un divorzio dovrebbe sposarsi in Comune; i matrimoni celebrati in Chiesa dovrebbero essere indissolubili e se c'è stata una mancanza da parte dell'una o dell'altra parte, sullo scioglimento dovrebbe pronunciarsi soltanto un tribunale ecclesiatico, perchè è stato un matrimonio religioso. Pensa che rivoluzione! Prima di tutto si impedirebbe ai coniugi di divorziare per un capriccio ( credo che si arriverebbe all'abbattimento dell'80% dei divorzi, quelli delle donne ); poi nei casi rimanenti di divorzio si procederebbe all'annullamento del matrimonio, previa verifica delle colpe; alla fine gli spargimenti di sangue sarebbero evitati, persino le lotte intestine sull'affidamento dei figli. Perchè deve decidere lo stato se il matrimonio è religioso? Io proporrei una legge per sottrarre i casi di divorzio nei matrimoni religiosi dalla competenza dei tribunali dello stato.

Finnegan

Nelle Filippine è così, in Irlanda pure fino al 1997. Sarebbe un'ottima proposta di legge, ma di questo passo bisognerà proporla a un Parlamento musulmano.
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Ent

#14
Citazionead un divorziato che non ha commesso nessun reato viene negata la comunione nella maggior parte dei casi.

Segnalo questa intervista sul tema della Comunione ai divorziati, che chiarisce la questione molto meglio di quanto potrei fare io: https://www.sanfrancescopatronoditalia.it/articolo.php?id_articolo=3255

CitazioneE' la Chiesa che commette adulterio accettando il compromesso con lo Stato che le impone di permettere il divorzio.

Per la Chiesa il matrimonio è indissolubile - a tal riguardo la citazione del Vangelo - perciò per la Chiesa il divorzio non esiste.
Per la Chiesa l'unico matrimonio che esiste è quello religioso. Del matrimonio civile siglato congiuntamente al matrimonio religioso, la Chiesa accetta le obbligazioni di carattere civilistico che non contrastino con il diritto canonico e il diritto divino.
In altre parole, il matrimonio civile non ha effetto per la Chiesa, se non è associato al matrimonio vero, il matrimonio religioso.
Per esempio, se Tizio si sposa solo civilmente e divorzia, Tizio per la Chiesa non è mai stato sposato (è come se fosse stato convivente), perciò potrebbe successivamente sposarsi in Chiesa e ricevere i sacramenti.
Il divorzio conta per la Chiesa solo in quanto violazione dei doveri dei coniugi (tali si è solo se sposati in chiesa), ma non in quanto rottura del vincolo sacramentale. Il vincolo sacramentale non può venire meno, neppure per volontà della Chiesa (l'annullamento del matrimonio è un'altra cosa), figurarsi per decisione di un giudice civile. La Chiesa quindi non riconosce gli effetti del divorzio.
Insomma, se due persone, sposate sia in chiesa sia in comune, divorziassero, risulterebbero non più sposate per lo Stato, e ancora sposate per la Chiesa. Lo Stato non decide del matrimonio religioso, ma solo del matrimonio civile; solo sul matrimonio civile lo Stato ha giurisdizione, mai su quello religioso.
Per quanto mi riguarda attribuirei potestà legislativa esclusiva in capo alla Chiesa anche per gli effetti civili del matrimonio religioso, ma purtroppo lo Stato si è arrogato un potere che, per il momento, è difficile possa perdere. Ad ogni modo, come accennavo, se gli effetti civili del matrimonio non sono accettabili dalla Chiesa, il fedele cattolico non deve riconoscerli (es. divorzio).

Citazionei matrimoni celebrati in Chiesa dovrebbero essere indissolubili

La tua proposta è ragionevole, io stesso sostengo da tempo qualcosa di molto simile. In effetti non si capisce perché due coniugi dovrebbero accettare l'indissolubilità del matrimonio religioso e nel contempo essere costretti ad accettare la precarietà del matrimonio civile. Se all'attuale matrimonio civile e alle unioni civili e alle convivenze, si aggiungesse il matrimonio indissolubile, chi mai potrebbe avere valide ragioni per opporsi?
Sono certo che se si introducesse un matrimonio indissolubile anche sul piano civile, ci guadagnerebbero non solo i diretti interessati, ma anche l'intero popolo italiano; diminuirebbe, ad esempio, il numero dei padri separati. Ma chi potrebbe farsi carico di una simile proposta, i partiti che sostengono il matrimonio arcobaleno? Solo la destra potrebbe, dato che afferma di sostenere la famiglia; eppure ho la sensazione che Chesterton sia ancora attuale, quando afferma: il compito dei Progressisti è di continuare a fare errori. Il compito dei Conservatori è di impedire che gli errori vengano corretti.


johann

e' la gente il problema,  una massa di "invertebrati morali" che continua a glissare sulla necessità di riprendersi in mano il proprio destino,  cosa manca per convincersi a voltar pagina (sul serio) e finirla una volta per tutte con l'ancien regime targato 1789,  quello per capirci della marsigliese,  ex illuminista, ex totalitario, ex rivoluzionario, ex ideologico ex marxista ex capitalista ex 68ino ..ex ..ex  ..  regime che ci ha consegnato alla Storia (storia con la s maiuscola) come eredi omertosi di quelle generazioni che sono state artefici delle più grandi porcate degeneri che su scala globale siano mai state inflitte all'umanità': 2 secoli di guerre e rivoluzioni praticamente dappertutto, intervallate da 2 conflitti mondiali "ufficiali", totalitarismi, dittature, genocidi, olocausti come l'aborto, e poi il rinselvatichimento della natura umana con il 68, il femminismo l'eugenetica l'omo-gender-lbgt-crazia ecc ......  ammesso, ma per nulla concesso, che la democrazia e il nostro cellulare siano quelle "icone di civiltà'" che tutto giustificano e tutto compendiano non potremmo una volta tanto chiederci quale prezzo e' stato pagato per arrivare fin dove siamo oggi,  e poi se proprio siamo "arrivati"  qualcuno può spiegare, dove diavolo siamo?   Che c*** di "dimensione" umana stiamo vivendo?   Per non parlare poi dove siamo diretti!     Via!! ....non facciamo finta di non essere consapevoli che proprio nel nostro tempo il modello di umanesimo relativista e materialista di matrice illuminista dopo mille trasmutazioni riciclaggi e abissi di degenerazione, ha esaurito la sua inerzia ideologica e si e' suicidato con le sue stesse mani, e che oggi persino i miasmi culturali dovuti alla sua  decomposizione (c'e' sempre il marxista recidivo) sono di fatto del culturame nichilista in progress

eppure nonostante quello che in coscienza tutti sappiamo, questa specie di carogna ideale continua a fare da modello ispiratore per l'ideologia globale di sistema del pensiero unico progressista,   senza tante conversioni di tipo religioso o ascesi spirituali se lo si volesse spazzare via lo si potrebbe fare subito, basterebbe che l'uomo contemporaneo si svegliasse dalla sua catalessi e con l'uso del proprio raziocinio ricominciasse a ...."vedere"  la verità' delle cose       forse LA domanda da fare e'  ....perché questo non succede?, ...una domanda per chi?   per i potentati per le lobby per le consorterie di potere per i "filantropi"  soros Gates murdoc berlusca ecc,  per le intellighenzie asseverate che "culturano" dai media asseverati   ....no! secondo me questa domanda va fatta non solo ai tanti ...troppi "stasi" in circolazione,  ma in definitiva a noi stessi
dovremmo tutti avere un sussulto di onestà intellettuale, e almeno una gran parte di noi dovrebbe cominciare a chiedersi perché si scandalizza tanto,  ad esempio per la degenerazione lasciva del femminismo  se dall'altra parte in perfetta incoerenza "5stelle"  non  alza un sopracciglio sulla relativizzazione svalutativa portata avanti dalla cultura mainstream verso le verità' oggettive della natura umana,   la mia impressione e che, oceani di chiacchiere a parte, in questa pandemica ipocrisia di massa, il fac simile umanoide moderno: effeminato,  fedifrago, e conformista,  ci sta' tutto sommato bene,  in fondo in un mondo d'immagine dove ognuno recita la parte del se stesso che più gli conviene,  dove domina il grigiore delle "vie di mezzo" dove tutte le discriminanti di principio prima o poi vengono a patti col dialogo compromissorio,   dove si cavalcano "senza briglia" tutti i trend e le mode culturali che passa "il convento"   dove comunque vada c'è sempre l'alibi ferale:  vuoto spirituale? ..colpa della chiesa,  maleducazione? ...colpa della famiglia,  scarsa cultura? ... colpa della scuola ...niente lavoro? ...colpa della società, ecc sempre colpa di "altro" mai di se stessi    dove a partire da certa politica si dicono tutti post ideologici ma poi se in senso metaforico li poni sulla cima del sinai a vergare al posto di Dio le tavole della legge della propria visione di uomo e di società'  ti ritrovi con "pulsioni ideali" che quando non sono schifosamente allineati al mainstream come le sardine  danno i soliti intrugli a base di estratti destrorsi o sinistrorsi in salsa demagogo populista o omologo mainstream   uno "stasi" che fa finta di avere a cuore la democrazia ma non spreca un fiato in favore dei manifestanti di hong kong, magari per fare la propria parte affinché il paese non si pregiudichi il ruolo di tappa nella nuova via della seta cinese 

in altre parole non si esce, (perché non si vuole uscire) dalla sola e unica forma mentis che ha cittadinanza politica in italia e in occidente  quella per cui in tutto l'arco costituzionale da mattarella alla femminista meloni, passando per il nativo centrosocialaro di salvini e il suo codice rosso, transitando per forza italia e il suo gemello siamese pd  assieme agli altri 0, bolscevichi  mettendoci dentro anche l'oltre Tevere della chiesa di bergoglio,  ben prima delle appartenenze alle varie "maison" politiche  si e' battezzata alla "religione" unica dell'ecumenismo progressista,   tutta gente che finge di sapere, o peggio, di credere, che la civiltà, e l'identità occidentale ...la propria vera identità  e stata costruita sulle fondamenta della cultura classica e sui valori giudaico-cristiani  e che rinnegarli significa rinnegare se stessi,   insomma tutti quelli che fanno finta di non sapere  di non vedere di non sentire l'essenza della verità' delle cose alla base della propria esistenza e che non ammettono a se stessi che oggi se si vuole essere rivoluzionari antisistema bisogna fare un bel mucchio di tutto questo "stallatico" culturale con il suo 68 e la sua destra e sinistra  considerarlo nemico antropologico dell'uomo oggettivo naturale e combatterlo costi quel che costi     ... alt! ferma tutto .....siccome questo genere di risoluzione individuale presuppone coraggio, fermezza, integrità' e' onestà intellettuale  mi rendo conto che e chiedere troppo alla "qualità'" umana della maggioranza della popolazione per cui se un giorno come vorrebbe grillo  e i sogni inconfessabili della sinistra di sempre si trasformerà l'occidente un una specie di appendice occidentale della cina  con l'economia in pasto a un capitalismo allo stato brado totalmente emancipato da ogni morale  e la sfera civile e umana della società'  "in consegna" a una riedizione millenials del mai morto e sepolto comunismo  sarà soprattutto "grazie" a loro
Un uomo che è un uomo DEVE credere in qualcosa (dal film: il mio nome è nessuno)

Finnegan

#16
Da anni vado dicendo che se la condizione maschile non migliora è anche perché, in fondo, gli uomini ci sguazzano in questa palude femminista. Gli sono stati inculcati i nuovi tabù della modernità, per cui gli è stato accuratamente inibita la riscoperta di sani valori, ma c'è anche un'indolenza, un ripiegamento su se stessi e un rifiuto quantomeno di informarsi ed essere aperti a nuove idee.
Per la maggior parte degli attivisti maschili viviamo nel migliore dei mondi possibili, il femminismo è solo un accidente secondario di questo sistema, basta qualche ora di affido in più (che non viene mai concessa) e il problema è risolto, se poi si riesce ad avere sesso a volontà (che per "inspiegabili" ragioni viene negato) tutto va per il meglio.
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Il Conte di Lautréamont

Credo che si debba prendere seriamente in considerazione il fatto che la popolazione occidentale è senescente e quindi la QM può interessare soltanto i giovani e quelli di mezza età se sono separati. Ecco perché non cambierà mai nulla, perché i giovani sono una minoranza, fra l'altro inebetita con falsi valori, calcio, TV demenziale, alcol, droga, sesso ( per chi ne ha la possibilità ). Poi mancano i canali di informazione e come qualcuno riceve un minimo di notorietà viene minacciato dai soliti noti. Chi poteva fare qualcosa era la Chiesa. Purtroppo devo credere che quel che diceva Mons. Minutella corrisponda a verità.

Finnegan

Secondo me l'unica ragione umana di ottimismo è che i padroni del vapore cambino programma
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Ent

#19
Anche la Norvegia, uno dei Paesi più ricchi al mondo, è colpita dal crollo delle nascite.

Questo è un recente articolo (https://sputniknews.com/europe/202103121082321329-norways-fertility-rate-plummets-to-all-time-low/) in cui si evidenzia come nel 2020 sia stato raggiunto il tasso di natalità più basso di sempre, nello Stato scandinavo.

Il tasso di fertilità in Norvegia è in diminuzione ogni singolo anno, dal 2009. Nel 2020 si è raggiunto il record negativo di 1,48 figli per donna, nonostante il notevole calo degli aborti. Il tasso di fertilità delle donne immigrate è maggiore delle norvegesi, ma anch'esso in calo (1,68 figli per donna; 2,20 per le donne d'origine africana).
Gli stranieri sono il 18% della popolazione norvegese.

Interessante il primo dei commenti, posti a margine dell'articolo:

What do they expect with anti male, feminists running everything and women having life-long careers (often doing mens jobs) instead of staying at home and producing children as they obviously should do. If women had been so lazy, arrogant and selfish millions of years ago, manking would have died out!

Finnegan

La cura del femminismo dà inevitabilmente simili risultati. Metto nella sezione Ci danno ragione.
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Ent

Riporto, quale testimonianza di valore storico, un passo del libro "Regresso delle nascite: morte dei popoli". 
Il linguaggio è sopra le righe rispetto all'attuale sensibilità, ma la sostanza merita considerazione. Vorrei che si capisse quanto i problemi che consideriamo attinenti all'oggi, siano in realtà anelli (forse gli ultimi?) di una lunga catena.

Marito e moglie

"Ecco un fenomeno di civiltà di importanza fondamentale: l'emancipazione della donna. L'eterna politica della vera donna è la conquista dell'uomo, per mezzo del quale essa diventa madre di bambini, e può quindi essere storia, avvenire. Al contrario la donna senza razza, senza bambini, non è più storia, vorrebbe fare la storia degli uomini, imitarla. Grassl chiama - dal punto di vista puramente medico – la sterilità della donna, un'interruzione dello stato naturale. L'uomo che non procrea ha ancora lo stesso valore. La donna che volontariamente è sterile, è svalutata.

L'esistenza di ogni popolo dipende dal fatto che la donna rimanga fedele alla legge della generazione. Che questo fatto oggi non avvenga, ne danno prova le tristi conseguenze. La fecondità matrimoniale diminuisce pazzamente. In Germania la cifra di tale fecondità, da 268 che era nel 1870, è discesa nel 1924 a 148. L'Italia può, a questo riguardo, andare orgogliosa: essa conta ancora oltre 20000 famiglie con 10 e più figli.

La donna emancipata vuole essere "padrona del suo corpo e del suo destino". Essa o impedisce il concepimento o si libera del suo frutto con l'aborto, che oggi ha assunto proporzioni spaventose. Spengler scrive: " invece dei bambini, esse hanno conflitti spirituali... È del tutto indifferente che una signora americana non trovi alcuna ragione per avere figli, perché non intende rinunziare ad alcuna stagione o che una parigina adduca per motivo il timore che il suo amante se ne vada, o che un'eroina ibseniana sostenga di voler appartenere a se stessa. Esse appartengono tutte a se stesse e sono tutte infeconde".

Veininger ha parlato della "prostituta", che oggi si fa sempre più strada nella vita pubblica. Grassl ripete l'espressione cruda. Prostituta e madre si trovano di fronte animate da un odio mortale l'una rispetto all'altra.
La prostituta abbassa con disprezzo lo sguardo sulla madre, che essa considera come schiava dell'uomo e dei figli. Specialmente nella società la prostituta domina e spinge sempre più nell'ombra la madre. La madre viene schernita e dileggiata, la prostituta viene protetta. Ciò avveniva a Roma con le sue grandi etere, in Arabia con le sue cantatrici e in India con le sue bajadere, non diversamente.

In ciò è la radice dell'odierno sfacelo della famiglia. La donna è oggi la compagna della vita dell'uomo – il contadino la conosce come la madre dei suoi figli.
Il matrimonio ibseniano, la "superiore comunanza spirituale", nella quale entrambe le parti sono "libere" si fa sempre maggiore strada. Così si spiega l'immane aumento dei divorzi. Nel 1925 si registravano in Germania più di 35000 divorzi, cioè il doppio di quello che veniva registrato nel 1913. A Berlino in media ogni tre matrimoni si divorzia [...].

La ripugnanza al matrimonio e l'amore per il proprio sesso [sic] si manifestano con sempre maggiore intensità.
La famiglia, cellula embrionale del corpo del popolo, è in gravissimo pericolo.
Essa è in un processo di disfacimento e di decomposizione. Se questa evoluzione procede ulteriormente, tutto il corpo della popolazione è destinato a perire".


(Regresso delle nascite: morte dei popoli, anno 1928)

Finnegan

#22
Nulla di nuovo sotto il sole... Anche se ci hai pensato tu, come sempre devo fare una precisazione per evitare strumentalizzazioni: la citazione di testi per ragioni storiche, o scientifiche non implica adesione alle idee o tesi dell'autore.
Detto questo: all'epoca c'era l'idea che la causa della denatalità fosse l'urbanesimo. Tesi non priva di fondamento ma che a mio avviso non spiega tutto, o meglio spiega qualcosa se si considera che nelle città si tende ad avere uno stile di vita edonistico e anti-tradizionale.
Le politiche dell'epoca furono del resto inefficaci, perché nessuno fa figli per mera carità di patria. E nessuno si sobbarca i gravosi sacrifici di una famiglia senza avere alti valori in comune con la moglie e ragionevoli prospettive di trasmetterli alla prole. Il che esclude dalla scelta il 99,n% delle donne di oggi: quelle, per capirci, la cui prima aspirazione è ridere e che vedono il matrimonio come una serie di viaggi e cene romantiche.
Poi ci sarebbe da dire "qualcosina" sulle "sorprese" che possono riservare gli esseri umani oggi. Una ragione in più per non mettersene uno in casa, anche se è una donna.
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