La scomparsa dei matrimoni religiosi: chissà perché

Aperto da Finnegan, 21 Gennaio 2021, 02:13:11 PM

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Finnegan

C'entrerà la secolarizzazione, ma sono convinto essendoci passato anch'io che a furia di "misericordia" e donne diversamente cristiane gli uomini si danno alla vita monastica (in gergo MGTOW "go monk"):

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, il prof. Ettore Gotti Tedeschi ha scritto per La Verità, che ringraziamo, questa riflessione estremamente interessante sul crollo, in termini numerici, dei matrimoni religiosi. Buona lettura.

§§§

La scomparsa dei matrimoni religiosi. 

Un fenomeno a dir poco inquietante, almeno quanto quello del crollo della natalità, consiste nella quasi scomparsa dei matrimoni religiosi. Venerdi scorso ho partecipato con il prof GianCarlo Blangiardo, Presidente Istat, ad un convegno dibattito patrocinato dal Senato della Repubblica e organizzato dalla senatrice Tiziana Drago per New Generation Italy. In questo Convegno <Incremento demografico e sviluppo economico- (effetto Covid sulla natalità)>,il prof. Blangiardo, ha illustrato alcuni dati, ancora provvisori, sui matrimoni celebrati in Italia nel periodo osservato: gennaio-luglio 2020.Questi dati meritano particolare attenzione. Tra gennaio e luglio 2020 il numero assoluto di matrimoni celebrati in Italia è stato di 34.059, verso 101.461 per lo stesso periodo nel 2019 e i 107.990 nel 2018. Ma il fenomeno più sorprendente e inquietante sta nella scomparsa dei matrimoni religiosi che, sempre tra gennaio e luglio 2020, son stati 4.141 verso i 47.025 del 2019. In pratica nel periodo considerato del 2019 i matrimoni religiosi hanno rappresentato quasi la metà (il 46.5%) dei matrimoni totali, mentre nel 2020 solamente il 12%.

Effetto chiese chiuse e municipi aperti? Effetto rinvio a tempi migliori del matrimonio religioso? Effetto scoraggiamento del valore del Sacramento del matrimonio? Sarà interessante leggere i commenti degli "esperti" in un eventuale dibattito in proposito, ma dobbiamo intanto riconoscere la gravità del fenomeno e le sue conseguenze, non solo sulla formazione di famiglie, quanto sul problema conseguente nascite, che vedremo solo nel 2021 e anni successivi. Sentiremo presto il lamento per un ulteriore crollo delle nascite, leggeremo dotti commenti sull'inverno demografico, ascolteremo il pianto dei produttori di pannolini per neonati e soprattutto leggeremo il compiacimento per gli ulteriori sbarchi, sempre più necessari, di migranti destinati a colmare il gap di popolazione.

Ma mentre da una parte sentiamo il sussurro di chi lamenta il crollo natalità, da altra parte intendiamo il grido di esultazione per lo stesso crollo natalità, che permette di salvaguardare meglio il pianeta grazie a meno bocche da sfamare che pretendono lo sfruttamento dell'ambiente da parte dell'avida creatura umana. Ecco, questa contraddizione tra chi lamenta le non nascite e chi esulta per le non nascite, è preoccupante. Non nascite, prescindendo da valutazioni morali, significa decrescita economica, ma significa anche (per i maltusiano ambientalisti) tutela dell'ambiente. Contraddizione irrazionale, quanto pericolosa, per le soluzioni che conseguentemente non verranno mai adottate.

Riguardo questa "contraddizione" vediamo coesistere previsioni anche fantasiose, ma opposte nella conclusione.

Per esempio quelle malthusiano-ambientaliste, catastrofiche ed allarmanti, che dicono che nel 2100 saremo più di 10miliardi, ed è intollerabile perchè Greta ne soffrirebbe troppo. Queste previsioni si scontrano con quelle, molto meno fantasiose, che dicono che sempre nel 2100, ben 20 paesi (tra cui l'Italia e il Giappone) vedranno ridursi la popolazione del 50%, e sarà la loro fine, ma Greta non andrà al loro funerale. Si tratta dello stesso modello di terrorismo demografico usato da Malthus e più recentemente dal capostipite del neomalthusianesimo, Paul Erlich dell'Università di Stanford (colui che scrisse il famoso libro " The population bomb" nel 1968), che previde centinaia di milioni di morti per fame in Asia -Cina, prima del 2000, grazie alla crescita della popolazione.

Come sta succedendo oggi per il Covid e vaccini, io non ho mai assistito ad un confronto pubblico ed adeguato tra sostenitori di tesi opposte sul tema natalità-ambiente. Anche io non riuscii mai ad ottenere un confronto con il grande prof. Giovanni Sartori sul tema natalità, che sembrava interessarlo molto anche se con visione opposta alla mia. Non son mai riuscito ad assistere neppure ad un confronto sull'analisi della evoluzione economica mondiale, innestata con il crollo nascite nel mondo occidentale dagli anni '7O, che ci ha regalato questi ultimi 50anni che hanno cambiato il mondo intero. Forse perchè le cause sono state di ordine morale e di morale non si deve mai discutere?

Ma ancora, come possono illudersi i nostri governanti di sapere realizzare e proporre ai partner europei un Recovery Plan credibile e realizzabile, se non sono chiari quei "driver" di crescita economica che si fondano su matrimoni e nascite nella situazione attuale? Quali nuove utopie dobbiamo aspettarci?

https://www.marcotosatti.com/2021/01/20/ettore-gotti-tedeschi-la-scomparsa-dei-matrimoni-religiosi-in-italia/
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Ent

Seguo e stimo da tempo Ettore Gotti Tedeschi. In particolare trovo brillanti le sue osservazioni - assenti nell'articolo, ma ricorrenti nelle sue conferenze su Youtube - circa il sovvertimento, da parte dell'Occidente contemporaneo, dell'ordine dato in Genesi.
Da Siate fecondi e moltiplicatevi alla denatalità.
Da Soggiogatela [la terra] e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente, che striscia sulla terra all'antispecismo e all'ecologismo.
Da Maschio e femmina li creò al femminismo e all'omosessualismo.

In relazione al presente articolo, non darei troppa importanza al crollo verticale dei matrimoni religiosi che si è verificato nell'ultimo anno, sebbene la maggior tenuta dei matrimoni civili potrebbe offrire interessanti spunti di riflessione.
Piuttosto trovo opportuno rilevare la gravità della crisi pluridecennale del matrimonio religioso. Nel libro "La fine della famiglia" del demografo Roberto Volpi (ed. anno 2007) è sostenuto che il crollo delle nascite sia stato principalmente causato dall'introduzione del divorzio; dagli anni '70 i matrimoni con rito civile non hanno fatto che aumentare e oggi superano il 30%, quasi un matrimonio su tre, mentre in alcune regioni del Centro-Nord superano la metà di tutti i matrimoni.
Ebbene, nel 2018, poco più di dieci anni dopo la pubblicazione del libro citato, l'Istat ha rilevato il sorpasso dei matrimoni civili su quelli religiosi (per approfondire: https://www.youtrend.it/2020/01/08/matrimoni-italia-2018-istat-religiosi-civili/). Sotto questo profilo, per ora, vi sono due Italie: al Nord i matrimoni civili sono circa il doppio di quelli religiosi; al Sud avviene il contrario. Giovi sapere che cinquant'anni fa, nel 1968, i matrimoni civili erano solo l'1,4% del totale.
Ma l'aumento relativo dei matrimoni civili non deve trarre in inganno: anche l'istituto del matrimonio civile è in crisi, colpito da una parte dalle convivenze, e dall'altra dalla notevole crescita dei single.

Dice bene Gotti Tedeschi quando collega la crisi demografica ad un'origine morale (rectius, spirituale), ma non affermerei:

Citazionenel 2100, ben 20 paesi (tra cui l'Italia e il Giappone) vedranno ridursi la popolazione del 50%, e sarà la loro fine

Fatto salvo l'imponderabile, il futuro dell'Europa non saranno spazi vuoti, perché gli spazi lasciati vuoti dagli europei saranno stati colmati da altri popoli. Invero, già ora sono colmati.
Quando si è accertata l'incapacità dei popoli europei a replicare se stessi, si sono aperte le frontiere all'immigrazione di massa, così da evitare il calo demografico: da un lato, gli stranieri compensano gli italiani non nati (ivi compresi quelli strappati con violenza dal ventre materno, e così uccisi); dall'altro le donne straniere fanno molti più figli delle italiane.
E così, nel 1990 gli stranieri in Italia erano poco più che lo 0% del totale, oggi, dopo trent'anni, sono il 10%.
In altri Paesi, come Francia, Germania o Svezia, dove l'immigrazione è qualitativamente diversa da quella italiana (hanno una percentuale più alta di musulmani) si sono già formate microsocietà, in via di espansione.

Fino ad ora gli sforzi di occidentalizzare quelle popolazioni sono stati vani e non credo che le aggressive politiche che si stanno attuando potranno sortire gli effetti desiderati; in Francia, ad esempio, è stata resa obbligatoria la frequenza all'asilo, per strappare i figli ad un'educazione genitoriale che potesse contrastare con i (dis)valori della République.
A mio avviso il prossimo futuro dell'Europa potrebbe oscillare tra il modello mediorientale, secondo cui la diversità culturale e le ostilità dei "micropopoli" sarebbero contenute da governi molto forti, quasi dittatoriali (quando non tirannici) e il modello dei Balcani, per cui alle diversità culturali o religiose corrisponderebbero Stati sovrani.

I popoli europei, da buoni nichilisti, non hanno più nulla da dire, né da insegnare; si sono rotolati nel più becero materialismo consumista, per evitare di dover guardare la propria anima - inevitabilmente religiosa ("Dio creò l'uomo a sua immagine") - riflessa nello specchio della propria coscienza.
Si sono conformati, e si conformano, ad ideologie innaturali, come se questo non fosse privo di conseguenze.
Il tramonto dell'Occidente di Oswald Spengler si conclude con la citazione di Seneca: "Ducunt volentem fata, nolentem trahunt". Adattando queste parole al nostro contesto, si potrebbe affermare: la natura umana conduce chi l'asseconda, trascina chi la rifiuta.

Finnegan

#2
In realtà gli immigrati non compensano nulla, anzi gravano sui pochi italiani rimasti produttivi. Come il femminismo, l'immigrazione che ne è mancipio ha il solo scopo di indebolire ed eventualmente annientare la società che ne è il bersaglio. E' un'arma di guerra ibirida.
Credo che a un livello solo di poco più alto della nostra classe dirigente, cooptata per la sua ignoranza e incapacità strategica, si sappia bene che le utopie giacobine presto falliscono, come pure fallisce quella di un "caos etnico gestito" e che il futuro dell'Europa sarà quello dell'America e dei Balcani, la divisione in piccoli stati etnico-religiosi. Come previde il Card. Caffarra, l'Europa o sarà cristiana o sarà musulmana.
Il calo dei matrimoni è a mio avviso imputabile a relazioni umane fragili, e in particolar modo alla scarsa serietà delle donne ormai nota. Ma il calo dei matrimoni religiosi rispetto a quelli civili è probabilmente dovuto a un clero che non crede più ai propri dogmi e annuncia il Vangelo in modo assai poco credibile. Perché sobbarcarsi un anno di futile "preparazione" al matrimonio solo per una celebrazione, che per gli italiani non ha più significato?
In una prospettiva metafisica, è un'altra colpa collettiva della nostra nazione insieme all'aborto, che potrebbe attirare castighi come hanno evidenziato Padre Cavalcoli e Roberto De Mattei (in relazione ai frequenti sismi): quando un popolo si ribella all'ordine naturale, la creazione stessa ne è sconvolta.
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Ent

Non so se, nello specifico, certe calamità naturali derivino dalla ribellione dell'uomo al Creatore. Ben può essere.
Ma di certo i mali della nostra società - in primis, nella famiglia - sono conseguenza di una pluralità di cause che ha nella crisi di fede la propria origine. Non v'è stata soltanto una ribellione collettiva alla Chiesa; si è anche manifestata una crisi nella stessa Chiesa.
Se qualcuno afferma di essere cattolico, cosa si dovrebbe intendere? Ci si potrebbe aspettare che sia un cattolico più o meno buono, ma non che abbia posizioni palesemente avverse agli insegnamenti della Chiesa.
Oggi ci sono donne cattoliche che approvano in Parlamento divorzio breve e unioni civili; che sostengono aborto, divorzio, femminismo; bramano il potere, in società, nella Chiesa, in famiglia; vagabondano per la Storia. Potrei portare esempi, ma non voglio dare scandalo.
Basta il Battesimo per dirsi cattolici? O andare a Messa? Come si è arrivati a questo punto?
A mio avviso la morale cristiana sulla famiglia (e quindi sul matrimonio) è stata attaccata su più fronti. Da una parte, i fedeli hanno disobbedito alla Chiesa (es. contraccezione o divorzio); dall'altra la stessa Chiesa ha smesso di insegnare. L'ordine famigliare ben descritto nella "Casti Connubii" viene spesso taciuto, perché oggi è impopolare parlare di capofamiglia o di fine procreativo.
Se ho una buona opinione del matrimonio, lo devo soprattutto alle conferenze di Palmaro, Miriano, D'Amico; e a quella Chiesa che si batte contro il mondo, perché si inginocchia davanti a Dio. A Dio soltanto.

A questo proposito, domenica scorsa, ho avuto occasione di ascoltare un'omelia sul tema del matrimonio. La condivido qui, per chi fosse interessato:

1) Cana: il Matrimonio è di Dio




2) Questa è invece una conferenza di alcuni anni fa, anch'essa sul matrimonio; ora non ne ricordo precisamente il contenuto, ma all'epoca lo apprezzai molto.



Finnegan

1) La parte più importante, nel contesto attuale, è alla fine: la gente non si sposa più per timore delle conseguenze del divorzio. Il matrimonio è vissuto specialmente dalle donne come un'avventura, un film che (diceva il mio parroco) quando stanca si può cambiare canale.
Recentemente ho letto su un sito maschile un'espressione che uso da anni: siamo iperqualificati per questo matrimonio. I valori che ci sono stati insegnati soprattutto con l'esempio di famiglie unite, sono oggi valori alieni, talora oggetto di divertimento. Tutto deve essere consumato in fretta, anche le persone e gettato via. Non ci resta che l'esempio monastico, come ha ben osservato il sacerdote.
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JohnTheSavage

Citazione di: Ent il 22 Gennaio 2021, 01:30:28 PM

Da Siate fecondi e moltiplicatevi alla denatalità.
Da Soggiogatela [la terra] e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente, che striscia sulla terra all'antispecismo e all'ecologismo.
Da Maschio e femmina li creò al femminismo e all'omosessualismo.


Parole da incorniciare per la loro semplicità e potenza nello spiegare quanto sta accadendo.
Women look for men with a good future. Men look for women with a good past.

Finnegan

Speriamo che almeno la gente si svegli da questo incantesimo, e smetta di ripetere come un mantra gli slogan del mondo globale
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Ent

Queste le osservazioni, per me condivisibili, del bioeticista Tommaso Scandroglio; sottolineature mie:

https://www.lanuovabq.it/it/i-dati-sui-matrimoni-e-la-fede-in-lockdown

"Dunque calano sia i matrimoni civili che quelli religiosi, ma in modo assai più marcato questi ultimi.

Lasciamo ai sociologi di professione la spiegazione scientifica di questa differente dinamica discendente. Noi, però, ci azzardiamo ad abbozzare una nostra interpretazione. Forse l'impossibilità, causa Covid, di invitare molte persone e di fare il pranzo di nozze al ristorante o tramite catering, ha inciso maggiormente sui matrimoni religiosi che su quelli civili. Ma per quale motivo? Forse chi vuole sposarsi in chiesa, anche lungi da motivazioni religiose, spesso vuole il matrimonio perfetto: pranzo, tanti amici assembrati, etc. e soprattutto la chiesa perché senza questa sarebbe come avere l'albero di Natale in casa senza palline. Dunque, spesso, chi sceglie il rito in chiesa sceglie un tipo di festeggiamento tradizionale, incompatibile con le normative anti-Covid. Detto in altri termini, il festeggiamento tradizionale non può essere disgiunto dalla celebrazione in chiesa: vietato il primo per l'eccessivo numero di invitati e per il pranzo viene meno anche la seconda. Quindi, non potendo celebrare il matrimonio secondo i propri desideri, la coppia rinuncia a tutto il pacchetto, chiesa compresa; non sceglie di certo il rito civile e rimanda il tutto a data da destinarsi, quando l'immunità di gregge sbloccherà anche il matrimonio con mille invitati.

All'opposto, viene da domandarsi:
perché, tra chi sceglie il rito civile (l'88% del totale), le limitazioni sul numero di invitati e sul pranzo non hanno inciso così profondamente? Forse perché tra le fila dei «civilisti» è presente un nutrito gruppo di nubendi, in percentuale sensibilmente maggiore rispetto a chi sceglie il rito religioso, per i quali invitati e pranzo non contano più di tanto. Parrebbe quindi esserci una buona quota tra coloro che scelgono il sindaco rispetto al sacerdote più propensa a rinunciare ad invitare tutti che a non sposarsi. E in tal senso si potrebbe forse anche scorgere in questa decisione di sposarsi adottando la soluzione «minimo sindacale» una propensione da parte di alcuni «civilisti» ad assegnare minor valore al matrimonio, inteso come mera formalità da esplicarsi dopo anni di convivenza. Dunque, poca o tanta gente, o che si mangi o non si mangi al ristorante poco importa. Tale indifferenza verso questi aspetti potrebbe essere rivelatrice non della coscienza di cosa sia essenziale nel giorno della celebrazione del matrimonio e di cosa sia invece accessorio, ma del giudizio secondo il quale il matrimonio stesso non sia essenziale. Quindi chi se ne importa degli invitati e del pranzo?

Di contro, tra coloro che scelgono il rito in chiesa
c'è un folto gruppo che crede che i festeggiamenti con tanti amici e parenti siano il cuore del giorno delle nozze. Nel primo caso non si dà importanza al matrimonio in sé, nel secondo caso si fraintende il significato profondo del matrimonio e quindi, di conseguenza, si assegnano a certi aspetti accessori del giorno delle nozze un ruolo essenziale.

Ma lasciamo da parte la valutazione e le relative riflessioni sui dati dei matrimoni nei primi sette mesi del 2020, perché il Covid, in questo caso come in moltissimi altri, è una variabile che altera in modo assai significativo la corretta interpretazione della realtà dei fatti. Al di là di questo annus horribilis rimane però il trend: meno matrimoni e, nella flessione generale, diminuiscono soprattutto i matrimoni con rito religioso, tanto che nel 2018 per la prima volta venne registrato il sorpasso dei matrimoni civili sui religiosi (50,1%).

Al netto di quella parte di incremento di matrimoni civili da addebitarsi a seconde nozze, il sorpasso del rito civile su quello religioso è spiegabile indicando le solite motivazioni: secolarismo, relativismo, vacanza della Chiesa gerarchica sui temi che contano, etc. In breve, è da decenni che la fede è in lockdown. Sia la fede dei sacerdoti/vescovi che dei laici, i quali da tempo hanno acquisito, anche a causa della solerzia di molti pastori, l'immunità di gregge alla sana dottrina. In sintesi: chi si sposa in comune è ovvio che non creda. E non confondiamo, please, il sentimento religioso vagamente cattolico con la fede cattolica. Chi crede vuole solo sposarsi in chiesa perché vuole che il suo «Sì» sia anche sacramento. Dunque meno fede, meno matrimoni religiosi.

Però non vogliamo mettere qui a tema le cause, bensì gli effetti dell'incremento dei matrimoni civili. Non giriamoci tanto intorno: nella maggior parte dei casi, chi difende la vita dal suo spuntare al suo tramonto, la famiglia e il matrimonio, la sana educazione alla sessualità, etc. è un credente. E un credente di quelli che non solo vanno a Messa la Domenica, ma che prega ogni giorno, si informa e si forma, spera e trema pensando all'Aldilà, fa scelte dannosissime secondo il mondo, ma vincenti agli occhi di Cristo e quindi non scende a compromessi, fa e offre sacrifici per amore di Dio e del prossimo. Chi non crede, nella maggior parte dei casi, sposandosi non escluderà di divorziare ed educherà i figli, volenti o nolenti, ad una certa rilassatezza nei costumi sessuali, all'etica del «se fa stare bene te allora va bene», alla libertà individualista, all'inclusività piallatrice delle differenze naturali, alla visione immanentista dell'esistenza. E, se ci fosse anche una trascendenza, sicuramente lì troveremmo solo un Dio buono che accoglie tutti. Certo, ci sono eccezioni, ma sono appunto eccezioni.

Quindi l'incremento dei matrimoni civili è una cartina tornasole di ciò che ci aspetta in futuro, prelude a un trend laicista in tutti gli ambiti eticamente sensibili. Più vite che si spegneranno nel ventre materno e più vite che si accenderanno nelle provette, più pilloline per non rimanere incinta, più lavoro per gli avvocati divorzisti, più spine staccate al nonno moribondo, più relazioni gaie. Più buio".

Finnegan

Un lato positivo c'è: non si profana il Sacramento. Perché tanto, cattolici o no, divorziano tutti nelle stesse percentuali e coppie felici in giro non ne vedo, soprattutto dopo qualche anno.
Il prof. Fforde non ha usato mezzi termini: sono matrimoni falsi, perché manca un'unione spirituale autentica. Quindi, meglio evitare lo spergiuro davanti all'altare.
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Proseguo qui questa discussione (https://www.coscienzamaschile.com/index.php/topic,1541.220.html

Citazione di: Finnegan il 31 Gennaio 2021, 10:26:42 PM
Abbiamo parlato per un'ora e di cosa? Dei suoi studi post- post- universitari :biggrin: Non un accenno da parte sua a progetti familiari, magari alle famiglie di sue sorelle o amiche... un'ape operaia.

La società delle api è una sorta di collettivismo fondato sul principio di efficienza, dove l'individuo ha senso solo in quanto funzionale all'utilità della società.
Le api operaie, in particolare, non fanno figli (tutte le api dell'alveare sono figlie dell'ape regina) e lavorano infaticabilmente per l'alveare; poi diventano bottinatrici, ma il discorso non cambia: passano la vita da un fiore all'altro, per produrre quanto più miele. Efficientissime, quindi. Tra l'altro, le medesime api, non oltre l'autunno, allontanano dall'alveare i maschi, detti fuchi, perché hanno esaurito i propri compiti (fecondare l'ape regina, in primis) e non servono più al matriarcato. Inutile rilevare le analogie tra questa società e la nostra.
La società delle api in realtà non è crudele, perché gli insetti non hanno un'umana coscienza, nè hanno il senso del bene e del male. Crudele - anzi, bestiale - è invece un'umanità che segue l'esempio delle api, sacrificando la persona, che ha una dignità insopprimibile, sugli altari pagani delle moderne ideologie.

Comincio a dubitare che l'Europa scristianizzata possa ritornare semplicemente a un paganesimo come quello greco o romano; in effetti quel paganesimo, nonostante tutto, raggiunse alte vette filosofiche e morali, in attesa della Rivelazione. Il rifiuto europeo della Rivelazione, della necessità di essere salvati, sta mettendo in discussione financo principi di diritto naturale riconosciuti dai pagani. Per certi versi siamo alle soglie del tribalismo.
E i cristiani dove sono? Le provviste vanno messe al sicuro prima che sia inverno.
Queste parole dovrebbero essere scolpite nella pietra:

CitazioneLa testimonianza cristiana deve raccogliere le sfide della propria epoca. In tempi di declino spirituale, morale e civile ("voi siete il sale della Terra, la luce del mondo") i cattolici dovrebbero essere in prima linea. [...] Fondare comunità, famiglie, fare figli dovrebbe essere la priorità numero uno. 

La forza di un popolo è nei suoi numeri: se i cristiani saranno in pochi, finiranno nelle catacombe. Se è destino, avvenga; ma non essendo fatalisti, si dovrebbe fare di tutto per impedire questo male.
La resistenza cristiana, tra le altre cose, necessita di una rivolta delle donne verso i costumi occidentali, della presa di coscienza che l'emancipazione è, per usare le parole di Pio XI,  corruzione dell'indole muliebre e della dignità materna, e perversione di tutta la famiglia, in quanto il marito resta privo della moglie, i figli della madre, la casa e tutta la famiglia della sempre vigile custode.

Anche Madre Teresa conferma: questo dono della maternità , noi lo possiamo distruggere e in modo tutto speciale attraverso il male dell'aborto, ma anche attraverso il fatto di pensare che ci sono delle cose più importanti che amare, che donarsi al servizio degli altri: la carriera, per esempio, il lavoro fuori casa. Nessun lavoro, nessun programma di carriera ,nessun possesso materiale, nessuna idea di " libertà" può sostituire l'amore. Di modo che tutto ciò che distrugge il dono della maternità, che è un dono di Dio, distrugge il più prezioso dei doni fatti da Dio alle donne, quello di amare in quanto donne [l'amore qui inteso, aggiungo io, non è un sentimento zuccheroso, ma designa, oltre al sentimento, anche comportamenti concreti, quelli della moglie e madre cattolica].
Gli esempi potrebbero continuare, ma finché la Chiesa, o parte di essa, non inizierà una rivolta spirituale contro il mondo, a mio modesto parere, le armi della "Resistenza" resteranno spuntate. E le "pillole rosse quotidiane" aumenteranno sempre di più.

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