Governo per le pari opportunità: contro la famiglia

Aperto da Ent, 23 Febbraio 2021, 12:51:51 PM

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https://www.lanuovabq.it/it/governo-per-le-pari-opportunita-contro-la-famiglia

Segnalo un interessante editoriale del prof. Stefano Fontana - già autore del felice libello "La nuova Chiesa di Karl Rahner" - che evidenzia le contraddizioni e le pericolose politiche del nuovo "Ministero per le pari opportunità e la famiglia".
Con il "Family Act" - mi si permetta di rilevare l'ennesima anglofilia governativa - proseguirà la deriva contro la famiglia, contro l'uomo, contro la civiltà.
Non ho voluto riportare la parte finale dell'articolo, polemica verso il Sen. Pillon, perché non ho approfondito la questione, che comunque costituirebbe un tema ulteriore rispetto a quanto è opportuno qui evidenziare.
Sottolineature e grassetti miei.

"Tutti ricordiamo che nel discorso programmatico di Mario Draghi in parlamento non si parlava minimamente di famiglia. E invece, con un gioco di prestigio, il ministro Elena Bonetti annuncia in una intervista di ieri a La Stampa che sta preparando un Family Act con numerosi interventi per la famiglia: progetti antiviolenza sulle donne, parità salariale di genere, fiscalità agevolata, imprenditoria femminile, assegno unico per il figlio. Ma cosa intende il ministro Bonetti per famiglia?

Il ministero presieduto dalla renziana Bonetti non si chiama "ministero per la famiglia", ma "ministero per le pari opportunità e la famiglia". La chiave di interpretazione della famiglia sono quindi le pari opportunità di genere. Le quali non condurranno mai alla famiglia, o condurranno ad una famiglia deformata, non più famiglia. Il motivo è molto semplice. I diritti che stanno alla base delle pari opportunità sono diritti soggettivi e individuali, non presuppongono la coppia, ma pretendono di essere essi i presupposti della coppia. Questa nasce dal patto – di fatto o giuridico è oggi considerato lo stesso - tra due individui che, nel patto, vantano una parità da individuo a individuo. Partendo dalla parità di genere si arriva alla somma 1 + 1 ma non alla famiglia, perché la famiglia precede gli individui che la compongono. Non sono essi, sommandosi, a costituire la famiglia sulla base delle loro relazioni individuali – compresa quella della parità di genere – ma è la famiglia a costituirli. La prova è che se si parte dalla famiglia fondata sul matrimonio e solo in seguito si considera la problematica della parità di genere tra moglie e marito, questa verrà vista in modo completamente diverso: non più un rapporto rivendicativo tra due individui, ma relativo all'essere cellule diverse e complementari di un organismo. È tutto un altro mondo.   

Sulla base della sua (errata) visione della famiglia, il ministro Bonetti imposta malamente anche la cosiddetta questione del "femminicidio", tra le principali preoccupazioni dell'annunciato Family Act. Il problema della cosiddetta violenza sulle donne non si risolve con la parità di genere impostata come vorrebbe il ministro, ma con il recupero della famiglia quale essa deve essere. Invece, capita oggi che la violenza sulle donne viene attribuita alla mancanza di parità di genere a causa proprio della persistenza della famiglia tradizionale che sarebbe maschilista. Si usa il femminicidio contro la famiglia. Se si considerano uomo e donna come marito e moglie alla luce della famiglia fondata sul matrimonio, si risolve anche la parità di genere perché viene inserita in un contesto familiare indisponibile agli stessi due sposi e non frutto di rivendicazioni individuali. La parità di genere non fonderà mai i due in qualcosa di superiore a loro stessi, ossia nella famiglia della cui logica vivere, ma li lascerà sempre e solo al livello di due individui che combattono per i loro diritti individuali, avendo talvolta la meglio e talaltra la peggio.

Questi due individui possono essere indifferentemente dello stesso genere o di genere diverso e in ogni caso si parlerà di parità di genere, perché essi non sono che individui che si autodeterminano nei loro diritti, e possono farlo in un modo come in un altro. Quindi sulla base della parità di genere tutte le unioni sono famiglia e tutte possono avere figli. Nella intervista a La Stampa richiamata sopra, Il ministro Bonetti ha anticipato che il suo Family Act conterrà anche un assegno per il figlio, indipendentemente dalla tipologia della coppia a cui è assegnato e indipendentemente dalla modalità tecnica in cui è stato  concepito. Del resto, perché stupirsi? Sappiamo tutti – lo sapevano anche i cattolici che l'hanno votata – che, dopo la legge Cirinnà, per l'ordinamento italiano tutte le unioni sono famiglia e quindi ogni Family Act riguarda automaticamente, senza che sia necessario specificarlo, ogni tipo di unione".

Ent

Citazionecapita oggi che la violenza sulle donne viene attribuita alla mancanza di parità di genere a causa proprio della persistenza della famiglia tradizionale che sarebbe maschilista.


Fermo restando - come tutti qui sanno - che la violenza sulle donne è un fenomeno grave ma rarissimo, e che un uomo, in quanto uomo, ha più probabilità di essere vittima di reati di violenza (es. omicidio), e che gli omicidi di donna sono eventi statisticamente marginali nella nostra società e che quasi nessuno tra gli omicidi di donna può essere qualificato come femminicidio (cioè uccisione di una donna in quanto donna), è necessario rimarcare l'abnorme falsità della diceria secondo cui la mancanza di "parità di genere" sia causa della violenza sulle donne.

Tale luogo comune non solo è falso, ma è l'opposto della realtà. Si dovrebbe invece affermare che la parità di genere alimenta la violenza sulle donne.
Nelle società tradizionali gli uomini violenti tendono a frenarsi più di fronte a una donna che verso un altro uomo. Essi percepiscono le donne come diverse da sé, una categoria protetta.
Ad esempio, in certe società criminali di stampo tradizionale vige il principio secondo cui "donne e bambini non si toccano", e violare tale principio sarebbe offesa gravissima all'ordinamento di quelle società (anche le società criminali hanno un proprio codice di valori).

Ma, all'opposto, se le donne vengono percepite come uguali agli uomini (parità di genere), che cosa giustificherebbe i maggiori freni inibitori all'esercizio della violenza nei confronti delle donne?

Invito a considerare che, tra i Paesi europei, sono quelli scandinavi, indottrinati da decenni di femminismo, a manifestare oggi i più alti tassi di violenza sulle donne.
I Paesi europei con il minor tasso di omicidio di donne sono invece quelli in cui sopravvive un barlume di cultura patriarcale e "maschilista", segnatamente Spagna e Italia.

Sono però convinto che le femministe che contano sappiano bene tutto questo; ad esse non importa nulla delle donne, ma anzi, sono pronte ad immolare le stesse donne sull'altare della propria ideologia, come più e più volte, dal fatidico '68, hanno fatto.

Finnegan

#2
La famiglia in Italia non esiste più, non capisco questo accanimento contro un cadavere. Matrimoni e natalità sono a zero, nel 2031 cesseranno quelli in chiesa (proiezioni pre-pandemia). Persino le convivenze tendono a sfilacciarsi in legami sempre più labili ed effimeri.
Queste politiche, insieme all'aborto, non sono nient'altro che un genocidio di massa.
Però anche in momenti di oppressione la società era vitale, mentre oggi?
Se la gente non divorziasse e facesse figli, non ci sarebbe nemmeno bisogno del valido Sen. Pillon, che dietro di sé non ha il popolo ma il deserto, forse non nel consenso ma sicuramente nei fatti. Per fare un paragone biblico, è come se Mosè attraversasse il Mar Rosso da solo, col popolo eletto (cioè, oggi, noi battezzati) a gozzovigliare in Egitto.
Non ritengo fuori argomento segnalare che nella mia parrocchia per esempio, i pur validissimi sacerdoti insistono su pie pratiche individuali, adatte forse più a persone anziane nonostante la cospicua presenza di giovani, piuttosto che su iniziative comunitarie. E la Messa è la massima espressione della comunità, del Corpo Mistico di Cristo. Qualche iniziativa c'è stata peraltro in passato ma è andata deserta.
Ho detto questo perché lo ritengo paradigmatico della situazione di stallo in cui si trova l'intera società italiana e occidentale. Forse un giorno si farà piena luce sulle cause della riduzione in macerie del nostro tessuto sociale e ne vedremo delle belle. Peccato non ci sia tempo per svegliarsi perché tra pochi anni, saremo canuta minoranza sul nostro ex territorio.
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Ent

Citazione di: Finnegan il 23 Febbraio 2021, 01:45:50 PM
La famiglia in Italia non esiste più, non capisco questo accanimento contro un cadavere.

L'oltraggio al cadavere, dall'Iliade alla storia più recente, tradisce un odio viscerale.

Citazione di: Finnegan il 23 Febbraio 2021, 01:45:50 PM
Matrimoni e natalità sono a zero, nel 2031 cesseranno quelli in chiesa (proiezioni pre-pandemia).

Sì, ho letto di questa previsione, che poi è stata ridimensionata. Ma il problema rimane, è vero che i matrimoni religiosi stanno crollando.
Le famiglie tradizionali sono poche, ma per loro sono troppe.

Citazione di: Finnegan il 23 Febbraio 2021, 01:45:50 PM

Nella mia parrocchia per esempio, i pur validissimi sacerdoti insistono su pie pratiche individuali, adatte forse più a persone anziane nonostante la cospicua presenza di giovani, piuttosto che su iniziative comunitarie.

Quali pie pratiche individuali? E che iniziative comunitarie proporresti?

Nella mia ex parrocchia - progressista ma non troppo - si insisteva sull'aspetto comunitario. I giovani (in genere entro i 19 anni) si trovavano al sabato sera per una specie di "catechesi", poi si giocava a calcio. Altre volte, eccezionalmente, ci si trovava a cena insieme all'oratorio o si andava in gita da qualche parte. Matrimoni tra giovani dell'Oratorio? Non pervenuti.

Poi hanno organizzato periodici pranzi tra famiglie con bambini dopo la Messa della domenica; buona parte delle famiglie disertava, chi andava passava il pomeriggio della domenica con altre famiglie; non saprei dire quali risultati siano stati ottenuti...
Un'altra iniziativa comunitaria è stata portare i ragazzi frequentemente in pizzeria o fare feste: anche qui, si sta insieme. Bello. E poi? Non mi risulta che, passata la festa, la pratica religiosa sia aumentata.
Avevamo anche una squadra di calcio dell'oratorio che partecipava a tornei con le squadre di altri oratori. Era divertente, ma non ti dico che parole giravano e che comportamenti, mai una preghiera.

Quando si tratta con bambini, ragazzi e giovani, le iniziative comunitarie possono essere molteplici e fantasiose; ma di fatto, come evangelizzazione, sono poco efficaci (forse perché ad esse non si accosta un'adeguata formazione dottrinale).
Probabilmente si potrebbe fare di più per unire le famiglie con bambini (penso a scuole parrocchiali o parentali).
Ma per gli altri adulti, che sono in genere la maggioranza, anche a me, oltre alle iniziative liturgiche, viene in mente ben poco; magari pranzi, conferenze, cineforum, catechesi.

dotar-sojat

E intanto la cirinna' tiene comizi a scuola...

Bisogna riconoscere tutti gli amori e tutte le famiglie, non c'è differenza tra la mia famiglia e quella di due uomini o di due donne". Sono le parole pronunciate dalla senatrice del Pd, Monica Cirinnà, durante un incontro in streaming con gli studenti dell' l'I.I.S. "Leonardo da Vinci" di Maccarese-Fiumicino. L'iniziativa rientra nel progetto "A scuola di genere", promosso dallo stesso istituto con il patrocinio della Regione Lazio, della Pro Loco Fregene-Maccarese e del comune di Fiumicino, guidato da Esterino Montino, di cui Monica Cirinnà è moglie.

Ma questa non è l'unica conferenza dedicata ai ragazzi alla quale la madrina delle unioni civili prenderà parte. Per venerdì prossimo è previsto un altro "live" con i giovani alunni dell' Istituto Statale di Istruzione Secondaria Superiore Pietro Giordani di Parma. I temi sono sempre gli stessi: "Rispettare e far rispettare i diritti di tutti" e "mettere in pratica il motto che ci invita ad essere uniti nella diversità". Ma qualcuno già parla di "indottrinamento ideologico".

A sollevare il caso sono le associazioni pro life, che accusano gli istituti coinvolti di non aver chiesto il consenso informato dei genitori dei ragazzi che hanno dovuto ascoltare il monologo della senatrice. Il punto è che i temi affrontati sono parecchio divisivi. Basti pensare al polverone sollevato dal caso del liceo Giulio Cesare di Roma, dove la preside aveva deciso di vietare i corsi organizzati dal collettivo scolastico su aborto e gender, proprio per la mancanza di contraddittorio e la necessità di informare le famiglie.
Spera nel meglio, aspettati il peggio

Finnegan

#5
Citazione di: Ent il 23 Febbraio 2021, 02:58:55 PM
Quali pie pratiche individuali? E che iniziative comunitarie proporresti?

Nella mia ex parrocchia - progressista ma non troppo - si insisteva sull'aspetto comunitario. I giovani (in genere entro i 19 anni) si trovavano al sabato sera per una specie di "catechesi", poi si giocava a calcio. Altre volte, eccezionalmente, ci si trovava a cena insieme all'oratorio o si andava in gita da qualche parte. Matrimoni tra giovani dell'Oratorio? Non pervenuti.

Poi hanno organizzato periodici pranzi tra famiglie con bambini dopo la Messa della domenica; buona parte delle famiglie disertava, chi andava passava il pomeriggio della domenica con altre famiglie; non saprei dire quali risultati siano stati ottenuti...
Un'altra iniziativa comunitaria è stata portare i ragazzi frequentemente in pizzeria o fare feste: anche qui, si sta insieme. Bello. E poi? Non mi risulta che, passata la festa, la pratica religiosa sia aumentata.
Avevamo anche una squadra di calcio dell'oratorio che partecipava a tornei con le squadre di altri oratori. Era divertente, ma non ti dico che parole giravano e che comportamenti, mai una preghiera.

Quando si tratta con bambini, ragazzi e giovani, le iniziative comunitarie possono essere molteplici e fantasiose; ma di fatto, come evangelizzazione, sono poco efficaci (forse perché ad esse non si accosta un'adeguata formazione dottrinale).
Probabilmente si potrebbe fare di più per unire le famiglie con bambini (penso a scuole parrocchiali o parentali).
Ma per gli altri adulti, che sono in genere la maggioranza, anche a me, oltre alle iniziative liturgiche, viene in mente ben poco; magari pranzi, conferenze, cineforum, catechesi.
1° Venerdì del Mese e pratiche di riparazione come le novene. Tutte cose lodevoli, ma sempre riferite ai singoli e praticate di preferenza da persone anziane e sole, nonostante in parrocchia i giovani siano la maggioranza.
D'altra parte il vecchio parroco aveva proposto un momento conviviale dopo la Messa, cui però partecipavano pochi. Perfino tra cattolici la gente non si rende conto del valore cruciale della comunità, dell'agire assieme. Ecco perché dico che siamo ben lontani dai "primi cristiani nelle catacombe", come spesso amiamo definirci, il cui tessuto comunitario era solidissimo.
In altri Paesi i cattolici lavorano insieme, con una miriade di iniziative: istruzione gestita a casa da famiglie federate con libri di testo scritti da cattolici, aiuto di prossimità per persone in difficoltà, consulenza economica e legale gratuita, federazione tra imprese, pellegrinaggi ed altre iniziative veramente comunitarie. E non a caso ci sono famiglie numerose.
Qui la gente va a Messa, magari fa un po' di volontariato e poi ognuno per sé, senza contare il desolante spettacolo di gente che avrebbe l'età per diventare padre e madre di famiglia e neanche si parla.
Nei campi di concentramento si faceva di tutto per spezzare ogni legame sociale e affettivo, ora non è neanche più necessario, la gente lo fa spontaneamente.
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#6
Citazioneistruzione gestita a casa da famiglie federate con libri di testo scritti da cattolici, aiuto di prossimità per persone in difficoltà, consulenza economica e legale gratuita, federazione tra imprese, pellegrinaggi ed altre iniziative veramente comunitarie. E non a caso ci sono famiglie numerose.

Davvero ottime iniziative.

In Italia non si è ancora adeguatamente compreso che i valori della civiltà cattolica e quelli dell'Occidente contemporaneo sono inconciliabili. Probabilmente questo ritardo è dovuto alla maggior tenuta della fede popolare italiana e alla tendenziale coincidenza tra la religione cattolica e la religione della nazione. La pratica religiosa in Italia è sì in netta decrescita, ma si è ancora lontano dai dati francesi, per fare un esempio.

Forse le avversità che hanno colpito più altri Paesi che il nostro, hanno portato i cattolici di quei Paesi a sviluppare una reazione, quasi a voler dire: a mali estremi, estremi rimedi. Ecco allora che in Francia, dopo decenni di secolarizzazione aggressiva e di offuscamento clericale, sta fiorendo il tradizionalismo cattolico, che giustamente concepisce la religione come integralità, piuttosto che come uno dei tanti aspetti della vita individuale.

Lo stesso è avvenuto, ma per altre ragioni, negli Stati Uniti; lì la varietà culturale e religiosa ha escluso che i cittadini potessero identificarsi con il mondo circostante, e ha alimentato così la costruzione di micro-società (cattolici, evangelici, mormoni, amish, liberal, etc.).

Tornando all'Italia, come premesso, si stenta a comprendere che i tempi favorevoli sono finiti, che il mondo che ci circonda non è buono, che è in atto un'emergenza - acclarata tra gli addetti ai lavori, e pochi altri.
Sono però convinto che quando si apriranno gli occhi davanti alla realtà, anche qui sorgeranno diffusamente analoghe iniziative. In effetti negli ultimi anni si stanno moltiplicando i segnali d'allarme e sorgono associazioni, divulgatori, blog che avvertono l'Italia cattolica dei perniciosi tempi in cui ci troviamo. Ancora troppo poco: certamente si dovrebbe accelerare, onde evitare di trovarci senza provviste all'arrivo dell'inverno.

Eppure è altresì vero che anche all'estero si è dovuto costruire - e ancora si sta costruendo - con pazienza, mattoncino dopo mattoncino.

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