Follia radical chic: via il maschile si usa lo schwa

Aperto da dotar-sojat, 14 Aprile 2021, 12:20:22 PM

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dotar-sojat

Follia radical chic: via il maschile. Usano il neutro per "plasmarci" la mente
14 Aprile 2021 - 11:56
La barbarie radical chic a Castelfranco Emilia: al posto del "maschile universale" verrà utilizzato il simbolo "Schwa" (ə)
di Giuseppe De Lorenzo

La nostra personalissima solidarietà va all'ignoto collega dell'ufficio stampa di Castelfranco Emilia. Gli siamo, o le siamo, molto vicini. Forse pensava che si sarebbe dovuto limitare a redigere i classici comunicati di un Comune, tipo quante buche sono state tappate, quando passa lo spazzino, cosa occorre fare per segnalare un lampione lampeggiante. Invece no. Da diverse settimane è costretto a declinare al neutro le parole di genere maschile universale che compaiono nelle comunicazioni ufficiali del paesino nel modenese. Direte: ma che vol dì?

In pratica in ossequio alla barbarie radical chic che chiamano "linguaggio più inclusivo", la giunta comunale ha deciso di adottare l'utilizzo della "schwa" (cioè questo segno fonetico "ə" che suona a metà tra le "a" e la "e") Tipo: "tuttə" invece di "tutti", "gentilissimə" anziché "gentilissimi"). Solo a vederla scritta gli occhi iniziano a sanguinare e il cervello si chiede per quale motivo compaia lì davanti un simbolo normalmente utilizzato nelle lingue azera, cecena, kazaka e nel cirillico. "Il 7 aprile moltǝ nostrǝ bambinǝ e ragazzǝ potranno tornare in classe". Capito? L'intenzione è quella di "valorizzare le differenze", dicono a Castelfranco, un modo per "rispecchiare i principi" del rispetto di tuttə e tuttə. E già che usino il neutro per far risaltare delle diversità pare una minchiata intergalattica. Ma che ci credano davvero fa ancora più paura. Il vero obiettivo infatti è quello di "plasmare" (plasmare!) il "modo in cui pensiamo, agiamo e viviamo le relazioni". Vogliono in pratica inculcarvi il loro modo di pensare distorto, farvi accettare l'idea che per garantire pari dignità alle donne sia necessario scrivere e dire "avvocata", "ministra", "sacerdota". O che per abbattere il maschilismo (ma de che?) e il patriarcato (ma dove?) occorra togliere la desinenza maschile in favore di lettere praticamente introvabili sulla tastiera di un pc.

In passato centri sociali, femminismi di ogni ordine e grado, tifosi del gender e del "oggi mi sveglio maschio, domani femmina, dopodomani chissà", ci hanno frantumato i maroni sdoganando l'asterisco di genere. Ricordate? "Siamo tutt* uguali", "buongiorno ai lavorator*" e sgorbi linguistici simili. Ora il passo è più istituzionale e a storpiare la lingua italiana ci penserà direttamente l'ufficio relazioni col pubblico del Comune di Castelfranco Emilia guidato dal sindaco - ma va? - del Pd. Ma davvero servono asterischi e schwa per omaggiare la parità di genere? "Per la sinistra, le donne sono da riconoscere soltanto con una desinenza o con le cosiddette quote rosa", dice giustamente Michele Barcaiuolo, esponente di FdI che una leader donna ce l'ha e non deve attendere il ritorno in Patria di Enrico Letta per portare qualche femmina ai vertici del partito. O forse l'intento di fondo è un altro. Domando: non è che con la scusa del neutro volete iniziare a tramandare per via grammaticale il fluidismo di genere tipico dei tifosi del ddl Zan? Magari ora lo utilizzate solo per il "maschile universale", poi domani troverete un modo per eliminare del tutto il maschile e il femminile in favore di una neutralità inesistente. È così?

Ma ripetiamo. Vorremmo davvero ribadire la nostra profonda solidarietà al collega che si trova a dover scrivere i post sulla pagina del Comune. Sappiate solo che per far comparire la schwa sulla pagina bisogna digitare la combinazione di una cassaforte o impostare appositamente la tastiera. Un incubo. E infatti nel commento in calce al post con cui Castelfranco annunciava questa involuzione linguistica, il redattore s'è dimenticato della sua stessa regola e ha concluso con un normalissimo "Grazie a tutti per la collaborazione". A dimostrazione che quando un precetto è idiota, il cervello tende a eliminarlo presto.
https://www.ilgiornale.it/news/cronache/follia-radical-chic-maschile-usano-neutro-plasmarci-pensiero-1938693.html
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dotar-sojat

ho trovato questo articolo di gennaio sul medesimo argomento:

Lo schwa, la vocale che aiuta l'italiano a essere più inclusivo: come si scrive e come si pronuncia

L'italiano non ha un versione neutra: tutte le parole vengono declinate al maschile o al femminile. Ma la società si evolve e la lingua deve stare al passo: alcuni linguisti allora propongono di usare lo schwa, un suono neutro presente in inglese e in alcuni dialetti italiani. Ecco una piccola guida: cos'è, da dove nasce e come si legge.
NEWS 25 GENNAIO 2021  18:01di Beatrice Manca

In italiano è semi sconosciuto ma in inglese serve a pronunciare la stragrande maggioranza delle parole: è lo schwa (ə), la vocale indefinita presente nell'alfabeto fonetico internazionale che potrebbe essere un'ottima alleata della lingua italiana nel percorso verso l'inclusività di genere. La nostra infatti è una lingua sessuata: non solo non prevede forme neutre (cioé non declinate al maschile né al femminile) ma sovrappone il neutro al maschile, sia al singolare che al plurale. Si chiama "maschile inclusivo", ma in realtà taglia fuori metà della specie umana. Lo schwa (ə) potrebbe essere una soluzione pratica per superare il binarismo di genere nella nostra scrittura: come spiegano i linguisti, il vantaggio rispetto all'asterisco è che ha un suono facile da pronunciare ma ha l'innegabile difficoltà di non essere presente nelle tastiere. Ecco una piccola guida per scriverlo, pronunciarlo e usarlo senza sbagliare.

Cos'è lo schwa
Lo schwa, detto anche scevà, è un carattere dell'Alfabeto Fonetico Internazionale utilizzato specialmente da alcune lingue come l'inglese, dove serve per pronunciare correttamente molte vocali. In italiano non esiste, se non in alcuni varianti regionali, come il napoletano. L'Enciclopedia Treccani la definisce come un suono vocalico neutro, non arrotondato, senza accento o tono, di scarsa sonorità: sua pronuncia è un suono indefinito, che assomiglia all'insieme di a, e, i, o, u. Lo schwa ha una forma per il singolare (ǝ) e una per il plurale che si chiama "schwa lungo" (з).

La storia dello schwa
Le prime testimonianze storiche dell'uso dello schwa si trovano nell'ebraico medievale e risalgono al decimo secolo dopo Cristo. L'etimologia del nome non è chiara: c'è chi lo collega alla parola ebraica shav, "niente" e chi al termine "pari", "uguale". Nel 1821 il linguista tedesco Johann Andreas Schmeller lo introdusse come vocale breve in una grammatica del tedesco bavarese e lo scrisse come un simbolo dell'alfabeto latino, cioè una e rovesciata "ə". L'esperto di fonetica Alexander John Ellis utilizzò lo stesso simbolo nella lingua inglese, e alla fine dell'Ottocento lo schwa entrò di diritto nell'alfabeto fonetico internazionale.


Perché introdurre lo schwa in italiano?
In Italiano il maschile serve anche a indicare il neutro. Quindi dire "buongiorno a tutte" implica che ci rivolga a un pubblico di sole donne, mentre dire "buongiorno a tutti" indica due possibilità: un pubblico solo maschile o un pubblico misto. Lo stesso problema si pone anche al singolare. Per indicare una professione, per esempio, si usa il maschile: "il cuoco" "il maestro" "il dottore" e non esiste un modo per renderlo neutro. Da questi presupposti si è aperto il dibattito su come introdurre soluzioni più inclusive, che superino il binarismo di genere. La più usata negli ultimi anni è stata l'asterisco: "Buongiorno a tutt*". Una scelta che ha suscitato diverse polemiche e che ha i suoi limiti: è facile da scrivere ma impossibile da pronunciare. Nella lingua parlata allora si è provato a usare la "u", per esempio dicendo: "Buongiorno a tuttu". La sociolinguista Vera Gheno, nel libro "Femminili Singolari" , propone di utilizzare invece lo schwa (ə). Una soluzione che ha diversi vantaggi: "Al contrario di altri simboli non alfabetici – scrive l'esperta – ha un suono e un suono davvero medio, non come la U che in alcuni dialetti denota un maschile".


Come si pronuncia lo schwa 
La pronuncia dello schwa è un suono completamente neutro che si produce senza articolare nulla, tenendo la lingua al centro della bocca e i muscoli rilassati. Essendo più presente in inglese che in italiano, l'esempio più facile e immediato è l'anglosassone "but": la u non si legge come una "a" né come una "o", ma come un suono rapido e neutro, una "pausa" tra due consonanti. Questa pausa è esattamente lo schwa: è il suono all'inizio della parola "about" o di "Elizabeth".

Come si scrive lo schwa da tastiera
Uno dei problemi dello schwa è che è molto difficile da scrivere da tastiera: un sistema per aver sempre il carattere a portata di mano è di utilizzare "PhraseExpress", un software gratuito che permette di sostituire automaticamente sequenze di tasti predefinite o combinazioni di tasti con un carattere. Un'alternativa è usare il simbolo matematico "∂" o di fare copia e incolla da un'altra pagina di testo. Se invece serve una soluzione più rapida da usare "una tantum" il sito ItalianoInclusivo suggerisce di usare la chiocciola "@" per il singolare e il "3" per il plurale, che ricorda graficamente la schwa lunga.



https://donna.fanpage.it/lo-schwa-la-vocale-che-aiuta-litaliano-a-essere-più-inclusivo-come-si-scrive-e-come-si-pronuncia/
https://donna.fanpage.it/
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Finnegan

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dotar-sojat

Ora l'Ong prende a schiaffi pure la lingua italiana: ecco perché
16 Giugno 2021 - 12:21
Mediterranea Saving Humans si accoda alla moda dei Murgia nostrani: addio desinenza maschile universale, arriva la "schwa"

Avatar di Giuseppe De Lorenzo
Giuseppe De Lorenzo

Ora l'Ong prende a schiaffi pure la lingua italiana: ecco perché
In principio fu il Comune di Castelfranco Emilia. Poi s'è accodata la mai doma Michela Murgia. E ora tocca alla Ong dell'ex no global Luca Casarini. Direte: cosa accomuna questi tre soggetti del panorama politico, mediatico e istituzionale italiano? La passione per il perbenismo linguistico. O meglio per il politicamente correttissimo fluidismo di genere applicato al dizionario e alla grammatica italiana.

Un paio di mesi fa il sindaco (ovviamente del Pd) del paesino nel Modenese ha dato il "la" all'uso della "schwa" nei comunicati ufficiali del Comune. In pratica il malcapitato redattore dell'ufficio stampa (spero che nel frattempo si sia dimesso) s'era trovato a redigere ogni benedetto testo declinando al neutro le parole di genere maschile universale. Nella pratica, un inferno in cui le pene hanno la forma di questo segno fonetico "ə" a metà tra le "a" e la "e". Tipo: "buongiorno a tuttə", "gentilissimə", "carə concittadini" e orrori linguistici simili. Uno sgorbio. Che aveva come obiettivo - sentite un po' - quello di "plasmare" il "modo in cui pensiamo, agiamo e viviamo le relazioni". Plasmare, capito? Volevano (e probabilmente vogliono ancora) modificare il pensiero in favore di una irragionevole neutralità di genere. Che ha come unico effetto immediato quello di rendere praticamente incomprensibile un testo. E visivamente fastidiosa la lettura dei giornali.

Già, perché sulla scorta di quanto creato dal geniale sindaco di Castelfranco, qualche giorno fa la sempre informatissima Murgia ha ben pensato di copia incollare l'idea sulle pagine di un quotidiano nazionale. Il direttore Massimo Giannini forse non l'avrà visto prima, o forse sì e sarebbe pure peggio, ma alla fine La Stampa è finita sulle rotative con un testo pieno zeppo quel simbolo della barbarie radical chic. Una roba inutile, che col femminismo e il superamendo del gender gap c'entra come il cavolo a merenda, ma che fa fighissimo. Ed è di tendenza.

Tanto di moda che ieri in un tweet passato quasi inosservato, anche Mediterranea Saving Humans ha sposato la stessa banale battaglia. "Duecento donne, uomini e bambini DEPORTATƏ illegalmente in #Libia", ha scritto su Twitter. E non si capisce se quel maiuscolo serva a sottolineare la presunta "deportazione" oppure far notare la schwa. Fatto sta che l'Ong travolta dalle indagini, nell'attesa di rimettere in acqua la Mare Jonio in vista dell'estate, intanto si prodiga a posizionarsi nel podio dei radical linguistici. Ci attendiamo nei prossimi giorni comunicati con l'abuso di "migrantə", "richiedentə asilo", "profugə" e via con altre storpiature dello stesso calibro. Perché dal buonismo migratorio al fluidismo letterario è un attimo. E i Casarini Boys non si sono fatti sfuggire l'occasione.

https://www.ilgiornale.it/news/politica/ora-long-prende-schiaffi-pure-lingua-italiana-ecco-perch-1955162.html
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Finnegan

#4
I Cruscanti dicono che l'italiano è una lingua morta a causa dell'uso semopre più massiccio dell'inglese, lo schwa è solo il colpo di grazia :))
Siamo alla resistenza contro l'occupazione del territorio, della lingua, delle menti e perfino dei corpi (microchip prossimi venturi).
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nowhereman89

Quando una ragazza mi ha raccontato di questa faccenda, con un certo entusiasmo, sono caduto in una sorta di stato depressivo, durato alcune ore.
Incredibile quello che riesca a partorire la mente umana, soffocata da questa società arrivata al capolinea.
Non credo che accetterei mai la cosa, in caso ci costringessero in discorsi ufficiali o a lavoro, a usare la "nuova vocale". È come quando ho appreso che a messa avrebbero messo il "fratelli e sorelle" modificando il Credo (grazie Francis),motivo per cui non ho mai messo più piede in nessuna chiesa. Tutto ciò è qualcosa che rifiuto come principio, che mi fa sentire ingabbiato in una società folle di cui non voglio fare parte. Non so come facciate, e vi chiedo di aiutarmi, a non prenderla a male. Non vi fa sentire esclusi e soli questo nuovo "pensiero unico"?

Finnegan

Non è che "ci fa sentire", SIAMO esclusi. Il Credo non è stato (ancora) modificato, poi esistono le messe tradizionali (messainlatino.it) per cui non ci sono scuse :))
Sulla nuova vocale usata dalle tue amiche c'è poco da dire: è inutile, anzi dannoso avere a che fare con donne così e voler insistere con loro come sento dire spesso (per "convincerle" o sottovalutando le loro tare) è come picchiare la testa contro un muro.
Non ne trovate di migliori? Fatevene una ragione, altrimenti il muro è da quella parte :smile_001:
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nowhereman89

Che io sappia padre Vergogno (Bergoglio) ha vietato le messe in latino se non per casi particolari. Deduco che qualche ordine che può ancora celebrarle ci sia allora. Per quanto riguarda la messa mi hai sgamato, effettivamente non ci vado da quando è stato eletto lui

Ent

Citazione di: nowhereman89 il 26 Settembre 2021, 06:24:05 PM
Tutto ciò è qualcosa che rifiuto come principio, che mi fa sentire ingabbiato in una società folle di cui non voglio fare parte. Non so come facciate, e vi chiedo di aiutarmi, a non prenderla a male. Non vi fa sentire esclusi e soli questo nuovo "pensiero unico"?

No, perché so di non essere solo; siamo milioni, solo in Italia, a rigettare le aberrazioni del politicamente corretto.
In linea di principio sarei favorevole al dialogo con chi la pensi anche molto diversamente da me; ma con il politicamente corretto la vedo dura, perché è difficile ragionare con chi fa comicità. Il politicamente corretto è sì una dittatura, ma una dittatura comica.
Tempo fa criticai l'abuso di anglicismi nel linguaggio e un mio conoscente replicò sostenendo che "in Italia non ci sono solo gli italiani".
Quindi mi permisi di evidenziare che gli stranieri residenti in Italia non sono anglofoni e che parlare di trend, lifestyle e step non fosse proprio il massimo per un Abdul o un Igor che volessero imparare la lingua italiana, il mio interlocutore politicamente corretto mi disse "è il principio che conta", l'inclusività.
Non mollai la presa e replicai, fino a che il discorso non si concluse con l'auspicare l'inserimento di parole rumene o arabe nel linguaggio comune, per includere gli stranieri.
Quella conversazione mi esasperò, ma fu anche istruttiva: mai prendere sul serio un fedele del politicamente corretto.

Citazione di: nowhereman89 il 26 Settembre 2021, 06:24:05 PM

Non credo che accetterei mai la cosa, in caso ci costringessero in discorsi ufficiali o a lavoro, a usare la "nuova vocale".

Io farei buon viso a cattivo gioco; di certo non mi metterei nei pasticci a causa delle loro corbellerie.

Citazione di: nowhereman89 il 26 Settembre 2021, 06:24:05 PM

È come quando ho appreso che a messa avrebbero messo il "fratelli e sorelle" modificando il Credo (grazie Francis),motivo per cui non ho mai messo più piede in nessuna chiesa.


Io settimana prossima (o al più quella dopo) passerò alla messa tradizionale e lì, niente più problemi.
Fino ad allora, quando si dice il Confiteor - e non sempre accade - continuerò ad astenermi dal dire "e sorelle".
La cosa mi ha irritato parecchio, ma penso che con il tempo il fine sovversivo (cioè femminista) andrà scomparendo e rimarrà una delle tante espressioni utilizzate per consuetudine (es. signori e signore). Ciò finché non avrà luogo una riforma liturgica in senso tradizionale.
Ad ogni modo, penso anche che sia un buon esercizio per me, per crescere nella virtù della pazienza.
Più grave è il cambiamento del Padre Nostro, e infatti io, a Messa, continuo a dire "non ci indurre", sia pur in silenzio per non destare attenzione.
In privato ho imparato a pregare in latino, come i santi, e tanti saluti ai novatori.

Mi spiace che a causa di Papa Francesco tu abbia abbandonato la frequenza della Messa; io, grazie a Papa Francesco - per eterogenesi dei fini -  ho scoperto la grandezza della Tradizione della Chiesa e la necessità di rimanervi fedele.

nowhereman89

Citazione di: Ent il 26 Settembre 2021, 07:46:46 PM

No, perché so di non essere solo; siamo milioni, solo in Italia, a rigettare le aberrazioni del politicamente corretto.



MIlioni in italia? A me il popolo italiano sembra improvvisamente diventato una massa di lumacone, intente a ingurgitare più serie tv possibile, fare polemica su qualsiasi cosa, completamente assuefatte da calcio e programmi trash. Non conosco gente contro il politicamente corretto. Le poche persone che frequento sono abbastanza schierate a favore.  Su questa cosa della vocale penso che la maggioranza dei miei conoscenti sia favorevole.. Al massimo ho trovato qualcuno a cui piace l'ironia e la comicità sul politicamente corretto (vedi zalone, lundini ecc..) ma da qui a rigettarlo c'è un mondo.
Sarà che frequento persone sbagliate io.. :)) :))

Citazione di: Ent il 26 Settembre 2021, 07:46:46 PM
Mi spiace che a causa di Papa Francesco tu abbia abbandonato la frequenza della Messa; io, grazie a Papa Francesco - per eterogenesi dei fini -  ho scoperto la grandezza della Tradizione della Chiesa e la necessità di rimanervi fedele.

bellissimo quanto filosofico questo "eterogenesi di fini". A me ha fatto invece l'effetto opposto. Quando vedo che in pratica la religione è considerata alla stregua di una storiella buonista, che ti insegna a soccorrere i migranti, fare la raccolta differenziata e aiutare le vecchiette ad attraversare la strada e tutti sembrano affermare che Dio sia sceso in terra per questo, comincio a pensare che per anni mi sono immaginato un Dio diverso, che in realtà non esiste, visto che persino il massimo rappresentante della religione che ho tanto sostenuto in passato, parla come un volontario di Emergency.  Mi è sembrato di essermi costruito un amico immaginario, quindi poi sono diventato presto ateo..

Finnegan

#10
Citazione di: nowhereman89 il 26 Settembre 2021, 07:30:12 PM
Che io sappia padre Vergogno (Bergoglio) ha vietato le messe in latino se non per casi particolari. Deduco che qualche ordine che può ancora celebrarle ci sia allora. Per quanto riguarda la messa mi hai sgamato, effettivamente non ci vado da quando è stato eletto lui
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Finnegan

Citazione di: Ent il 26 Settembre 2021, 07:46:46 PM
Citazione di: nowhereman89 il 26 Settembre 2021, 06:24:05 PM
Tutto ciò è qualcosa che rifiuto come principio, che mi fa sentire ingabbiato in una società folle di cui non voglio fare parte. Non so come facciate, e vi chiedo di aiutarmi, a non prenderla a male. Non vi fa sentire esclusi e soli questo nuovo "pensiero unico"?

No, perché so di non essere solo; siamo milioni, solo in Italia, a rigettare le aberrazioni del politicamente corretto.
In linea di principio sarei favorevole al dialogo con chi la pensi anche molto diversamente da me; ma con il politicamente corretto la vedo dura, perché è difficile ragionare con chi fa comicità. Il politicamente corretto è sì una dittatura, ma una dittatura comica.
Tempo fa criticai l'abuso di anglicismi nel linguaggio e un mio conoscente replicò sostenendo che "in Italia non ci sono solo gli italiani".
Quindi mi permisi di evidenziare che gli stranieri residenti in Italia non sono anglofoni e che parlare di trend, lifestyle e step non fosse proprio il massimo per un Abdul o un Igor che volessero imparare la lingua italiana, il mio interlocutore politicamente corretto mi disse "è il principio che conta", l'inclusività.
Non mollai la presa e replicai, fino a che il discorso non si concluse con l'auspicare l'inserimento di parole rumene o arabe nel linguaggio comune, per includere gli stranieri.
Quella conversazione mi esasperò, ma fu anche istruttiva: mai prendere sul serio un fedele del politicamente corretto.

Citazione di: nowhereman89 il 26 Settembre 2021, 06:24:05 PM

Non credo che accetterei mai la cosa, in caso ci costringessero in discorsi ufficiali o a lavoro, a usare la "nuova vocale".

Io farei buon viso a cattivo gioco; di certo non mi metterei nei pasticci a causa delle loro corbellerie.

Citazione di: nowhereman89 il 26 Settembre 2021, 06:24:05 PM

È come quando ho appreso che a messa avrebbero messo il "fratelli e sorelle" modificando il Credo (grazie Francis),motivo per cui non ho mai messo più piede in nessuna chiesa.


Io settimana prossima (o al più quella dopo) passerò alla messa tradizionale e lì, niente più problemi.
Fino ad allora, quando si dice il Confiteor - e non sempre accade - continuerò ad astenermi dal dire "e sorelle".
La cosa mi ha irritato parecchio, ma penso che con il tempo il fine sovversivo (cioè femminista) andrà scomparendo e rimarrà una delle tante espressioni utilizzate per consuetudine (es. signori e signore). Ciò finché non avrà luogo una riforma liturgica in senso tradizionale.
Ad ogni modo, penso anche che sia un buon esercizio per me, per crescere nella virtù della pazienza.
Più grave è il cambiamento del Padre Nostro, e infatti io, a Messa, continuo a dire "non ci indurre", sia pur in silenzio per non destare attenzione.
In privato ho imparato a pregare in latino, come i santi, e tanti saluti ai novatori.

Mi spiace che a causa di Papa Francesco tu abbia abbandonato la frequenza della Messa; io, grazie a Papa Francesco - per eterogenesi dei fini -  ho scoperto la grandezza della Tradizione della Chiesa e la necessità di rimanervi fedele.

Benvenuto tra noi Ent! Avrai già apprezzato la differenza, non siamo santi ma la Messa è l'immagine della santità ed un capolavoro di belllezza. La grazia discende copiosa, si prega senza fatica, si avverte la presenza del Sacro.

In linea di principio sarei d'accordo con te sui "milioni", ma allora... dove sono tutti? Dove sono le comunità, i legami familiari? Tra brava gente non ci vorrebbe molto a incontrarsi, a fare comunità. E non credo c'entri la "diffidenza". La realtà, temo, è che questi virtuosi siano più che altro timorosi e pensino solo ai casi loro.
Lo ha detto Fforde nel pluricitato Desocializzazione: "Venite fuori!" Io l'ho fatto, non solo nel virtuale, anche tu... e chi altri? Se intorno a te (ossia al di fuori della rete) c'è tutta questa brava gente che si frequenta, che stabilisce legami comunitari fammelo sapere che mi trasferisco immediatamente
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