Domanda.

Aperto da Alexandros, 17 Aprile 2021, 10:41:35 AM

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Alexandros

Secondo voi la Questione maschile può trovare risoluzione attraverso dei correttivi di legge o c'è a monte anche un problema culturale con cui bisognerà per forza fare i conti, prima o dopo? Intendo dire: esiste, secondo voi, un approccio culturale alle questioni sociali che sta creando un clima di contrapposizione tra i generi, ponendo tutta la questione nell'ottica distruttiva del noi/loro? Mi interessa molto il vostro parere.

Finnegan

#1
Ho cominciato ad occuparmi di questione maschile, per far passare il messaggio che per migliorare la condizione degli uomini e la società in generale è necessario un cambio radicale di paradigma.
Il primo passo della coscienza maschile è ripudiare i disvalori femministi esplosi col '68, che troppi uomini persino difendono malgrado abbiano fatto nettamente peggiorare la loro situazione nei decenni.
L'illusione di fondo è che l'uomo possa avere un trattamento paritario in una barbarie consumista organizzata, di merci come di persone ridotte a merci che, nel senso deteriore del termine, è femminea per definizione.
Il secondo passo, che dovrebbe essere elementare da comprendere, è lavorare per la tutela di coppie stabili che dovrebbero essere la norma in una società se vuole sopravvivere (MGTOW è dichiaratamente una strategia di sopravvivenza e di "sabotaggio" del sistema ma proprio per questo non può né vuole essere un modello sostenibile di società).
Oggi gli uomini amano la propria schiavitù, ciò che li rende incapaci di reagire, insignificanti: intrattenimento di massa specialmente porno (tittytainment), idolatria delle donne sottolineata da molti spazi maschili, apatia e assenza assoluta di ideali, cultura, miglioramento personale. Lo zerbinaggio maschile non va confuso con l'amore per le donne ma fa il paio con una crescente conflittualità tra i sessi. In diversi spazi maschili ossessione monocorde per il sesso (senza alcun tipo di relazione) e antagonismo verso le donne sono due facce della stessa medaglia.
Su Tinder c'è un'umanità che vuole positivamente essere senza speranza, è l'antitesi dell'identità maschile che consiste nell'avere un ruolo attivo nella società.
Ma il passo più importante da compiere è dare corpo a un ideale concreto di società migliore e lavorare per una rinascita della civiltà, che è una prerogativa MASCHILE. Se gli uomini vi rinunciano cessano di esistere in quanto tali e non possono meravigliarsi di essere "discriminati".
Scriveva McLuhan che il villaggio globale è una società al femminile, con lo Stato ad incarnare una figura materna cui cittadini eterni poppanti chiedono pigolando cibo ed aiuto.
In uno spirito di critica costruttiva, l'attivismo maschile (almeno nella sua forma più visibile e ufficiale) è nato (quando c'èra meno consapevolezza) e ancora si declina in parte con queste modalità: elemosinare dal Leviatano femminista riconoscimento e trattamento simile a quello della "razza padrona" delle donne e degli altri 34 generi oggi catalogati. Non mancano richieste (ovviamente mai corrisposte) di trattative, intese e persino alleanze con le femministe in una desolante ricerca di legittimazione.
Si spera di ricavare qualcosa dalle femministe, ma con i compromessi solo apparentemente innocui al politicamente corretto sono loro a vincere, annacquando e confondendo sempre più l'opposizione maschile, esattamente come quella politica divenuta indistinguibile dal partito al potere.
L'illusione è che mostrando le sperequazioni a danno degli uomini, il potere ne prenda atto senza reagire e (dopo decenni di leggi ginocentriche che hai evidenziato) conceda piccole riforme, grazie alle quali l'informe società burocratica post-sessantottina diventerebbe "il migliore dei mondi possibili".
L'obiezione fatalista corrente è che il "progresso" (bel progresso...) è inevitabile e certi cambiamenti irreversibili. In realtà, una società migliore (anche sotto il profilo dell'armonia tra i sessi) è possibile e non così lontana perché quella attuale ha i giorni contati. Sempre che gli uomini la vogliano.
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Alexandros

Si, condivido molto di quello che hai scritto. Infatti, detto fuori dai denti, con "problema culturale", intendevo proprio il femminismo moderno. Voglio dire: se un movimento maschilista propriamente inteso non c'è (e se qualcosa vagamente inizia a muoversi, sono i primi segni di vita di un fenomeno nuovissimo e senza storia), ed è palpabile un clima di contrapposizione, ma scusate... questo clima chi lo ha creato? Chi è il responsabile? Ecco, quindi, che per me un problema culturale c'è, ed e innegabile, ma appartiene a certa cultura, che è ben identificabile. E allora le soluzioni possono essere si legislative, ma non possono esimersi dal passare anche da un confronto culturale, da una contrapposizione, che può essere effettuata solo iniziando a schierarsi, idealmente, con tutto quello che hai elencato, e dirsi favorevoli soprattutto alla difesa della famiglia c.d. "tradizionale", termine che non amo particolarmente ma che rende l'idea e ci fa capire di cosa stiamo parlando. Questo indipendentemente se la nostra scelta di vita sia quella di non sposarci, oppure di restare single a vita, di generare, di non generare: la difesa di un modello familiare tradizionale è un puntello sociale che agisce nell'interesse di tutti, a prescindere. Imho.

Finnegan

#3
Diciamo solo famiglia, le altre non sono tali :biggrin:
Chiaro che nella situazione attuale metter su famiglia è un azzardo e molti non sono neanche interessati a farlo a prescindere dalle leggi, ma l'obiettivo comune dovrebbe essere quello, se non per continuare la civiltà italiana almeno per "pagarci le pensioni".
Non sarebbe neanche difficile, ho evidenziato modelli funzionanti occidentali e non, basterebbe imitarli nei loro elementi essenziali (es. divisione di massima dei ruoli) ma pregiudizi femministi li fanno considerare indesiderabili e irrealizzabili perfino dagli uomini. E' una guerra psicologica che demoralizza e confonde i maschi, che non ne sono neppure consapevoli anzi se glielo dici alcuni reagiscono male ma è da lì che bisogna partire.
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Alexandros

Citazione di: Finnegan il 17 Aprile 2021, 12:23:47 PM
Diciamo solo famiglia, le altre non sono tali :biggrin:
Chiaro che nella situazione attuale metter su famiglia è un azzardo e molti non sono neanche interessati a farlo a prescindere dalle leggi, ma l'obiettivo comune dovrebbe essere quello, se non per continuare la civiltà italiana almeno per "pagarci le pensioni".
Non sarebbe neanche difficile, ho evidenziato modelli funzionanti occidentali e non, basterebbe imitarli nei loro elementi essenziali (es. divisione di massima dei ruoli) ma pregiudizi femministi li fanno considerare indesiderabili e irrealizzabili perfino dagli uomini. E' una guerra psicologica che demoralizza e confonde i maschi, che non ne sono neppure consapevoli anzi se glielo dici alcuni reagiscono male ma è da lì che bisogna partire.
Si, senza dubbio. E lo dico senza vergogna da ex-mangiapreti, che si è ritrovato negli ultimi anni ad assumere posizioni molto vicine a quelle della Chiesa cattolica, e non lo avrei mai detto. Se me lo avessero fatto vedere 10 anni fa nella sfera di cristallo, avrei detto:"impossibile, quello non sono io". Per dire che si, si può cambiare idea, ma a volte sei proprio spinto a farlo.

Finnegan

#5
Concediamo agli uomini le attenuanti, le donne di oggi (mediamente) non ispirano progetti familiari. Anche quelle con le migliori intenzioni comunicano egoismo e volubilità di fondo. A dirlo scrivono articoli al vetriolo, ma quando conosci quelle all'antica ti rendi conto della differenza.
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