"La Salvezza dell'Europa è il Cristianesimo": ma cosa fanno i cristiani?

Aperto da Finnegan, 21 Aprile 2023, 10:14:32 AM

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Finnegan

Articolo eccellente de La Verità (non di Stilum Curiae) che però non può prescindere dalla questione del sale scipito e della lanterna sotto il moggio:

Professore, quali aspetti dell'attuale civiltà europea, a suo parere, la rendono decadente?
«Se definiamo la "decadenza" in senso stretto come il graduale declino di quelle strutture che concretamente e simbolicamente fondano e stabilizzano una società, si possono citare tutta una serie di sintomi di declino. Tra questi, il processo di contrazione demografica, la deindustrializzazione del continente europeo, la trasformazione etnico-culturale causata dalle migrazioni di massa e l'evidente declino del significato politico-potenziale globale del nostro continente. Ma anche il tremendo declino del cristianesimo, che per molti secoli ha costituito l'essenza spirituale della nostra civiltà, la disintegrazione della famiglia classica, l'orientamento esclusivo verso interessi a breve termine, la messa in discussione dell'identità di genere, la banalizzazione dell'arroganza transumanista, l'egoismo radicale di individui atomizzati e la generale de-solidarizzazione con il nostro passato».


Qui il lettore allo stato di veglia non potrà non fare alcune riflessioni:
1. La prima causa dell'inverno demografico (si facevano figli persino durante la guerra) è la scristianizzazione del Paese e il ripudio della propria stessa civiltà, sostituita da un ripiegamento su se stessi ("egoismo radicale")
2. L'atomizzazione della società non è fenomeno solo spontaneo, causato ad esempio dal consumismo, ma dovuto in gran parte dall'infiltrazione e occupazione di ogni minimo ganglo vitale della società, inclusi ambienti sedicenti "dissidenti", "alternativi" e di "controinformazione" che praticano l'esclusione attiva di membri di buona volontà. Provate a fondare un'associazione, o anche a commentare su un sito e ve ne accorgerete: se non avete in qualche modo rapporti col potere, i vostri sforzi verranno fatti colare a picco. Anche per questo la gente è rassegnata e "bada ai fatti propri", lasciando al potere suonare entrambi i corni della narrativa nella pressoché completa inerzia della società.
Ne parla il prof. Fforde nel libro Desocializzazione: https://www.coscienzamaschile.com/index.php/topic,24.0.html
Proseguiamo nella lettura dell'articolo:

Leggendo il suo libro sembra di capire che, secondo lei, questo declino è sostanzialmente inevitabile. Dobbiamo accettarlo come una realtà che ci accompagnerà a lungo?
«Se per "accettare" si intende la rassegnazione, non sono affatto d'accordo. È nostro dovere morale lottare fino all'ultimo respiro, se necessario, contro il declino della nostra civiltà; sia per responsabilità verso i nostri antenati che verso i nostri discendenti. Naturalmente, questo obbligo non deve renderci ingenui. La ricerca storica comparata dimostra che tutte le civiltà umane, dopo un'evoluzione di circa mille anni, entrano in una fase di declino e pietrificazione, che ovunque procede con tratti del tutto analoghi, come hanno dimostrato Spengler e Toynbee e come io stesso ho analizzato nel mio libro sulle analogie tra la crisi attuale e il declino della Repubblica romana nel I secolo a.C. (Le déclin, Parigi 2013). Tuttavia, una simile visione dei limiti del possibile non dovrebbe essere autolesionista, ma piuttosto dare indicazioni su dove l'esperienza ha dimostrato che la resistenza può avere più successo e quali battaglie sono già state combattute e perse».


Qui la parte più lucida e importante dell'articolo (cose che l'umile e bannato sottoscritto va ripetendo da anni):

Sembra che lei proponga di creare una sorta di società parallela. È così? E come si può crearla?
«Sia chiaro: non sottovaluterei mai l'importanza della lotta politica e ho dedicato diversi libri a questo tema negli ultimi anni, in particolare Renovatio Europae (pubblicato anche in traduzione italiana nel 2020). Ma la lotta culturale non si vincerà nelle urne, poiché, da un lato, molte delle tendenze attuali possono essere invertite solo molto lentamente e con il massimo sforzo e, dall'altro, le strutture democratiche sono state gravemente danneggiate dall'egemonia della sinistra-liberale. Pertanto, è più importante che mai che i patrioti inizino finalmente a costruire strutture parallele resistenti che possano sopravvivere ai tempi duri che verranno, di fronte alla crescente repressione delle posizioni conservatrici in vari ambiti della vita. Dobbiamo renderci conto che nella maggior parte dei Paesi europei i conservatori sono diventati da tempo una piccola e impopolare minoranza che, per quanto possa sembrare assurdo, dovrebbe ispirarsi alle strategie messe in atto con grande successo dalle comunità di immigrati non solo per preservare ma anche per rafforzare ed espandere la propria identità».


Questa proposta non fa che riproporre le comunità cristiane cresciute intorno alle abbazie benedettine in luoghi riparati, che preservarono la civiltà occidentale mentre tutt'intorno imperversava il caos. Ma è davvero attuabile ai nostri giorni? Vediamo:

1. A giudicare dai frutti, i cristiani postconciliari non hanno neppure lontanamente la fede e i costumi di quelli del Medioevo, grazie alla lenta (ma anche rapida) scristianizzazione operata dal postconcilio e dal nuovo rito, che tanti (anche sacerdoti di discutibile reputazione) credono di insabbiare attaccando o censurando insignificanti commenti. La "nuova" Chiesa ha alienato intere popolazioni dalle proprie radici, proponendo un cristianesimo appiattito sulle posizioni del globalismo postmoderno
2. La società, incluse le comunità cattoliche, è afflitta da un notevole livello di litigiosità che non è spontaneo, ma dovuto alla metodica emarginazione e repressione che dette comunità infliggono a se stesse. Per i dettagli, si veda ancora il libro Desocializzazione: https://www.coscienzamaschile.com/index.php/topic,24.0.html
3. Anche per questo le rare comunità cattoliche (specialmente in Italia) sono caratterizzate da un'apatia e rassegnazione senza precedenti, appena mascherate da insignificanti attività parrocchiali e di movimenti, che non incidono minimamente sulla direzione nichilista presa dalla società e dalla Chiesa occidentale
Prosegue l'articolo:

Esiste un modo per invertire alcune delle tendenze attuali in Europa? E a quali aspetti della decadenza dobbiamo invece rassegnarci?
«Mi sembra inevitabile che la nostra civiltà non conosca più una vera e propria nuova fioritura, né nella sfera artistica né in quella spirituale; e mi sembra altrettanto chiaro che l'immigrazione di massa extraeuropea ha cambiato Paesi come la Francia, il Regno Unito o il Benelux in modo tale che il processo è irreversibile. Le grandi masse mi sembrano anche così scollegate dalla nostra civiltà e dalla nostra fede, e così concentrate su panem et circenses, che non riesco a immaginare come ci possa essere una ripresa. Il massimo che possiamo aspettarci dopo le crisi di questi decenni è una sorta di riforma che però ha un carattere essenzialmente nostalgico-retrospettivo e, inoltre, difficilmente contribuirà a ripristinare le libertà democratiche, già gravemente danneggiate. La responsabilità maggiore ricade quindi su noi stessi, non a livello politico, ma radicalmente individuale: solo se ognuno degli ultimi veri europei difenderà e coltiverà in modo convincente i valori del nostro passato, almeno in piccoli gruppi, potremo, nei limiti delle possibilità, tornare a essere un vero modello per chi ci circonda. E a parte questo, abbiamo anche un dovere verso le generazioni future, anzi verso le civiltà future. Se i Romani non avessero mantenuto per secoli le loro tradizioni nonostante la stagnazione intellettuale dell'epoca imperiale, la ripresa del Medioevo e del Rinascimento sarebbe stata impossibile».


Inutile dire che di questi "piccoli gruppi" non c'è traccia; al più ce n'è l'apparenza, ma non la sostanza perché non sono realmente liberi e spontanei. Questo anche perché il popolo cattolico sembra sempre attendere che qualcuno agisca al suo posto e al massimo si accoda ad iniziative calate dall'alto e sempre in qualche modo legate al potere vigente.
Un popolo che non coltiva più le proprie tradizioni e la propria cultura, che non fa più figli e sembra occupare il tempo in passatempi o devozioni in attesa della propria sparizione.
Come possa scaturire una qualsiasi iniziativa da gente così divisa e rassegnata è domanda che spalanca abissi
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Riverrun, past Eve and Adam's, from swerve of shore to bend of bay, brings us by a commodius vicus of recirculation back to Howth Castle and Environs

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