Un sacerdote, la Messa in latino e la secolarizzazione

[Finnegan]

Causa sistematica censura di Marco Tosatti, riprendo qui una discussione con un sacerdote, la cui ultima risposta è stata:

Guardi che l'idea che il Novus ordo Missae sia stato compilato a tavolino da Bugnini e tre o quattro pastori protestanti e qualche massone è soltanto sua.
Che ci sia stato anche questo aspetto non significa che ci sia stato solo questo. Il furore ideologico vi fu soprattutto nell'applicazione, anche se non ovunque: ad esempio, non a Genova.
Nella Diocesi del card. Siri, finché vi fu lui, il seminario andava avanti. Con molti errori anche da parte sua: don Seppia, così "tradizionale" nelle forme fu ordinato da lui. Don Farinella così fuori di testa anche, per non parlare di Don Gallo, accolto sempre da lui.
Però, sotto di lui, non vi furono tavolini, Messe beat e quant'altro e la contestazione delle comunità di base fu lasciata sapientemente estinguersi da sola.
Il rito di Paolo VI è celebrabilissimo in maniera non solo dignitosa, ma talvolta più solenne di quello tridentino: il problema, perciò, non fu e non è tanto un rito, ma l'aver lasciato che molti si permettessero di celebrarlo in qualunque modo. La desistenza dall'autorità, di cui parlava Amerio.
Lo sa che gli abusi c'erano anche prima? Che i preti operai in Francia celebravano già in francese, perché si erano fatti una loro traduzione, rivolti al popolo sui tavoli, con interruzioni e interventi dei fedeli?
Ma lei pensa davvero che il magma che è esploso dopo il Vaticano II sia frutto solo di Bugnini e di altre sette/otto persone?

La presenza - inaudita - di pastori protestanti (se non erro ben sei!) è nota e documentata. Come sembra ormai definitivamente acclarato che ci fossero massoni, almeno Bugnini. Ma se anche così non fosse, le criticità della nuova Messa sono state evidenziate tante volte, anche da cardinali come Ottaviani e Bacci.

Il rito di Paolo VI è celebrabilissimo in maniera non solo dignitosa, ma talvolta più solenne di quello tridentino

A me questa solennità non risulta, a meno di non valutarla, per esempio, dagli elementi del coro (che magari canta in latino).
Anche un rito protestante, o mormone, si può celebrare in maniera "dignitosa". Il punto è l'effetto che ha sulla fede di chi vi partecipa.
Tutte queste risposte eludono la questione principale, ovvero che il nuovo rito, pure celebrato nel modo migliore possibile, nel lungo periodo si rivela dannoso come dimostrano i fatti e il noto studio di due cardinali: https://www.coscienzamaschile.com/index.php/topic,145.0.html

Ma lei pensa davvero che il magma che è esploso dopo il Vaticano II sia frutto solo di Bugnini e di altre sette/otto persone?

Ho già detto di non aver mai sostenuto questo, ma che le riforme hanno segnato il liberi tutti per abusi liturgici prima quasi inesistenti (e tendenti ad anticipare il Novus Ordo) ed eresie di ogni genere, non più condannate.
Anche qui non si forniscono risposte convincenti alla prova lampante di quanto affermo: le chiese dove si celebra il rito tradizionale sono piene di fedeli, giovani famiglie e vocazioni, le altre sempre più deserte. In certe diocesi le vocazioni (es. francescani a Milano) rasentano lo zero, mentre quelle tradizionali sono il 20% del totale. A cosa dobbiamo questo se non a un rito che attira folle di gente, al punto da non trovare posto in chiesa?

[Il Conte di Lautréamont]

Hai nominato la massoneria e hai preso la scossa. Che ti devo dire. E' un cavo scoperto dell'alta tensione della società italiana.

[Finnegan]

Hai nominato la massoneria e hai preso la scossa. Che ti devo dire. E' un cavo scoperto dell'alta tensione della società italiana.

Non sono certo il primo, la rete trabocca di questo materiale. Tengo a precisare per ovvi motivi, che non ho mai detto che questo sacerdote difendesse la massoneria, semmai è animato da zelo (che dai risultati mi pare vano) per la Messa moderna. Altri ben più preparati di me (cardd. Ottaviani e Bacci in primis) hanno spiegato perché, massoneria o no, la Messa attuale è dannosa. Di fatto le chiese si stanno desertificando