Ogni strategia, come l'arte, dev'essere pensata al contrario

[Finnegan]

Gli artisti sono le antenne del genere umano: anticipano anche di un secolo le sfide che deve affrontare l'umanità, per cui l'arte è una bussola indispensabile di navigazione sociale.
Edgar Allan Poe, che oltre a scrivere racconti da brivido era un umanista di cultura enciclopedica, fu tra i primi a rendersi conto che la poesia deve essere scritta al contrario: il poeta deve cominciare con l'effetto da ottenere sul lettore e quindi cercare i mezzi per ottenere quell'effetto e nessun altro.
È la medesima intuizione alla base del libro giallo, inventato dallo stesso Poe: l'investigatore lavora a ritroso dagli effetti (l'evento criminale) per ricostruire le circostanze che hanno prodotto l'evento.
È anche il principio alla base della poesia simbolista, che ci dice moltissimo sull'allora nascente cultura contemporanea, e ci fornisce l'indispensabile comprensione della cultura urbana e tecnologica. Il processo poetico che appare nei lavori di Poe, Baudelaire ed Eliot, come anche negli scrittori di romanzi polizieschi, è anche il metodo di ricostruzione storica usato da Étienne Gilson.
Il processo poetico rivelato da Poe e i simbolisti è il mezzo per stabilire un nuovo umanesimo cattolico e una nuova società, ma ci torneremo in un'altra discussione.
Basterà qui notare che finora ogni riforma, anche all'interno della Chiesa cattolica, si è basata su un'ideologia che si proponeva di riscrivere completamente la realtà. Invece di tener presente il dato storico e sociale, riformatori presuntuosi hanno voluto adattare il mondo alle loro idee e preferenze personali.
Ogni strategia intelligente invece, deve partire dagli effetti che si propone di ottenere all'interno della società e, esattamente come facevano Poe e i simbolisti, cercare i mezzi per ottenere tali effetti. Ciò presuppone una profonda conoscenza del terreno sociale su cui si vuole agire.
Per esempio, una politica che si proponesse di rilanciare la natalità, dovrebbe anticipare l'età in cui si diviene genitori evitando studi spesso inutili e lavoro a tutti i costi; come anche i quartieri-dormitorio, con la separazione tutta moderna tra luogo di residenza e lavoro.
Lo stesso vale per altri problemi cruciali come la rifondazione di comunità autentiche nel nostro Paese: i gadgets tecnologici ci connettono con il mondo ma ci impediscono di parlare col vicino. Basta pensare a quel che succede su un aereo: ci si mette una cuffia e gli esseri umani intorno a noi non esistono più.
L'uomo è un essere incarnato e per realizzare qualcosa di utile ha bisogno del contatto personale con i suoi simili: non è assolutamente possibile farlo con comunità puramente telematiche e virtuali.
La prima cosa da fare sarebbe quindi bandire pc e cellulari in determinati periodi della settimana e creare spazi e momenti di aggregazione. Cosa che non avviene spontaneamente perché siamo così abituati a stare incollati ad uno schermo che se andiamo, per esempio, ad una conferenza siamo portati a porre domande al relatore come fossimo su YouTube, ma molto difficilmente scambieremo una parola col nostro vicino di posto. Ciò richiede iniziative più mirate, anche a livello di sensibilizzazione della gente sulla posta in gioco delle relazioni di prossimità per il futuro del nostro Paese.