Cura Ludovico contro il maschio: è realtà

Aperto da Finnegan, 19 Giugno 2018, 10:55:13 PM

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Finnegan


La "cura Ludovico" esiste – Si dice che i veri grandi artisti sono tali perché hanno una capacità visionaria interdetta ad altri. Vedono o prevedono in qualche misura ciò che sarà nel futuro. Non perché siano dei paragnosti: semplicemente la loro sensibilità e capacità di analisi del reale, passata al setaccio di una grande cultura personale, li fornisce di strumenti predittivi spesso più che verosimili. E' il caso della "cura Ludovico" rappresentata da Stanley Kubrick nel suo film "Arancia meccanica" (tratto dall'omonimo romanzo di Anthony Burgess). Un giovane violento viene "curato" tramite iniezione di droghe che lo fanno star male e sotto l'effetto delle quali è obbligato ad assistere a immagini di grande violenza. In sottofondo alle immagini viene mandata musica di Beethoven, ecco perché il nome "cura Ludovico". All'uscita del film l'idea fece orrore, in qualche caso suscitò risate scettiche, eppure Kubrick aveva visto lontano. Quarant'anni dopo alcuni ricercatori in quel di Barcellona applicano la realtà virtuale come strumento di cura per uomini accusati di aver commesso violenza domestica. Non ci sono graffette agli occhi (e non c'è nemmeno Beethoven) ma visori da realtà aumentata, grazie ai quali questi uomini diagnosticati come "malati per mancanza patologica di empatia con le donne", vestono i panni virtuali di una donna e affrontano uomini ugualmente virtuali che intimano il silenzio o di guardarli in faccia mentre parlano (violenze terrificanti invero...). I poveracci sottoposti a questo esperimento crollano in breve, un po' come il buon drugo Alex di Arancia Meccanica: si sentono in colpa e aumentano (stando ai ricercatori) il loro livello di empatia. Non mi meraviglierei a sapere che, usciti dalla "cura", diventano realmente violenti, pur non essendoli mai stati... Nel film ciò che Alex subisce ci appare una tortura, e così sembra anche la terapia inventata a Barcellona, Spagna (paese che si contende con l'Italia il riconoscimento di patria del femminazismo, come vedremo nel prossimo futuro), Unione Europea, anno 2018. Pensiamo questa cosa all'opposto, in onore alle pari opportunità: si potrebbe impostare una realtà virtuale dove una donna, nelle vesti di un uomo, subisce le tante variegate umiliazioni e violenze psicologiche che le donne sanno concepire e mettere in atto con grande perizia. Magari simulando anche processi penali a suo carico costruiti su false accuse per abusi sessuali, stupro, maltrattamenti, violenza, stalking e chi più ne ha più ne metta, carcere ingiusto incluso. E poi si potrebbe far sperimentare loro anche una forma di empatia attraverso cure reali, non più virtuali. Ad esempio consentendo loro di vedere i figli qualche notte al mese, durante le quali riscontrare in essi una manipolazione psicologica dell'ex coniuge finalizzata a generare odio, con in più un bell'assegno mensile da versare all'ex, talmente sostanzioso da dover dormire in macchina o pranzare alla Caritas. Chissà se qualche scienziato metterà testa e risorse anche a un siffatto programma di recupero per donne. Sarebbe più che utile. Prima candidata: la donna sarda di cui ho parlato venerdì. Vistasi privata da un giudice dell'affido, dato in esclusiva all'ex marito, cosa più unica che rara, ha dato di matto, ha sottratto il minorenne portandoselo a chilometri di distanza, mobilitando parenti, amici e giornalisti a proprio favore. In attesa che la forza pubblica restituisca il bambino al genitore affidatario, verrebbe voglia di contattare la donna e, a nome di tutti i padri separati, sussurrarle all'orecchio, in modo che tutte le altre donne però possano sentire: "brutta sensazione vero, gioia?". Non si contano i padri e gli uomini che in quelle sensazioni ci vivono. O, frequentemente, ci muoiono (due suicidi solo settimana scorsa). In conclusione: amici ricercatori spagnoli, capisco che qualcuno vi avrà dato un bel po' di grana per il vostro esperimento, tuttavia, con il permesso dell'Accademia della Crusca accettate questo mio invito: i vostri visori per la realtà virtuale con cui torturare i vostri concittadini uomini ficcateveli in culo.

Le donne invece sono incurabili – Nessuno finanzia invece ricerche sperimentali per capire l'origine, e magari trovare una cura, di alcune gravi manifestazioni di "mancanza di empatia" da parte delle donne verso determinate altre categorie di esseri umani. I bambini in primis, come ho più volte notato in queste pagine, ma non solo. Anche sugli anziani c'è un accanimento particolare, specie se manifestano problemi psichiatrici. E non è solo un fatto di abusi e violenze nelle case di cura, anche al di fuori di esse non mancano esempi. Come nel caso delle due donne che a Castel Volturno hanno costretto per più di un anno e mezzo un'anziana di 66 anni, disabile e con problemi psichici, a prostituirsi. Altro che mancanza di empatia. Per fare una roba del genere serve un'anima talmente sub-umana che Mengele spostati... Poi c'è la malafede professionale, che è forse una delle patologie più diffuse e dannose in termini sociali: se di mezzo ci sono un minorenne e un uomo accusato, non si va tanto per il sottile, le perizie compilate da donne sono quasi standard. Ultimo esempio a Salerno, dove la neuropsichiatra infantile Maria Rita Russo è stata rinviata a giudizio per false dichiarazioni al PM che indagava su un caso di pedofilia in famiglia. Semplicemente aveva scritto che l'uomo sotto accusa era un pedofilo, punto e stop. Cosa dimostrata poi non vera in tribunale, ma intanto l'uomo la galera se l'è fatta per un po' e la sua reputazione non esiste più. La domanda retorica, a cui molti amici di questo blog potrebbero rispondere al volo, è: quante Maria Rita Russo si annidano tra le consulenti dei vari tribunali d'Italia? Ci sarà mai modo di toglierle di mezzo e mandarle a lavorare in una miniera in Cina, dove sicuramente sarebbero più utili? Infine c'è il male femminile incurabile per eccellenza: quello di fare commercio di se stesse. Al di fuori strenue sostenitrici della parità, dei diritti e dell'emancipazione, in privato vittime dell'irresistibile richiamo del denaro. Sistematicamente quando si tratta di una separazione coniugale, ma anche nelle relazioni promiscue. #MeToo è basato quasi esclusivamente su questo assunto. Così anche Sylvester Stallone si ritrova sul banco degli imputati dopo secoli, e pure Jamie Foxx, accusato di aver schiaffeggiato una donna col pene (vi prego non ridete, è stato denunciato davvero...). Ed è una realtà che trova applicazione sistematica anche tra le persone ordinarie. Tipo la bella barista senegalese che a Vicenza ricattava un facoltoso imprenditore, arrivando a estorcergli 30.000 euro. Ma anche tipo la ragazzetta che si fa una scopata volante durante l'università, rimane incinta e si fa viva dopo ben sedici anni con il padre per avere una "buonuscita" di 100.000 euro. Chissà, magari a saperlo prima quell'uomo avrebbe avuto piacere di esercitare fin dall'inizio la propria parternità, senza trasformarla, lustri dopo, in uno strumento commerciale. Ma si sa: il controllo sulla progenie, sulla sua continuazione o meno, è tutto in mano alla donna, che ne fa l'uso che vuole. Il tutto a norma di legge. E per tutte queste anomalie non ci sono cure, né fondi per sperimentarne alcuna, sebbene ce ne sia palesemente un gran bisogno.
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