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Sommario della discussione

Inserito da Finnegan
 - 11 Maggio 2018, 11:22:47 PM
A grande richiesta, la saga continua con "Divorzio al bisturi" (nientemeno). :lol: Venite a teatro a ridere delle vostre miserie. Poi, tutti a casa dove vi aspetta la 1001° raccomandata dell'avvocato.

Inserito da Finnegan
 - 11 Maggio 2018, 11:21:43 PM
Quando il successo arride, ci vuole il bis. Il seguito non poteva mancare:

10 anni di matrimonio!!!
100000 spettatori


Come si desume dall'immagine del cuoricino con la miccia, il divorzio non è considerato un episodio sfortunato, ma l'inevitabile conseguenza del matrimonio. L'effetto di commedie come queste è narcotizzante per le coscienze.

Inserito da Finnegan
 - 11 Maggio 2018, 11:18:38 PM
La condizione di separata/divorziata è oggi priva di riprovazione sociale; non solo regna come banalità ma è divenuta uno status symbol, grazie principalmente a cinema e stampa. Come si può vedere in questo spettacolo teatrale, che procura alle divorziate il senso di appartenenza a una comunità esclusiva:

La commedia culto di Alil Vardal
Il clan delle divorziate
due milioni di spettatori

Inserito da Finnegan
 - 11 Maggio 2018, 11:16:57 PM
Il matrimonio è per tutta la vita soltanto nelle riviste di abiti da sposa. Altrove, si tenta col cinismo di adulare il pubblico pagante, incapace di affrontare le difficoltà di coppia.
L'industria del divorzio, attenta ai bisogni del consumatore, fornisce sogni o servizi (legali) secondo le necessità del momento.
La famiglia non viene distrutta col pugno di ferro (nessuno infatti è obbligato a divorziare), ma col pretesto di dare al pubblico ciò che vuole, con un'educazione camuffata da umorismo e consigli amichevoli.

La locandina recita: Il matrimonio nuoce gravemente alla salute - Ingredienti: 55% denaro, 23% sesso, 22% bugie.