Messaggi recenti

#1
Foro di Coscienza Maschile / Re: Obbligo militare e discrim...
Ultimo messaggio di Finnegan - Oggi alle 01:02:03 AM
Neppure a me...
#2
Foro di Coscienza Maschile / Re: La presa per i fondelli de...
Ultimo messaggio di Finnegan - Oggi alle 01:01:07 AM
Una volta una mia morosa disse: "Sono tutte uguali". Per ragioni di compatibilità anatomica vale anche per gli uomini: la lunghezza è molto simile anche a prescindere dalla corporatura, tranne che nei pornazzi dove usano arnesi di plastica o se li sono allungati artificialmente, per cui Siffredi non fa testo
#3
Foro di Coscienza Maschile / Re: Alessia Pifferi condannata...
Ultimo messaggio di Finnegan - Oggi alle 12:56:38 AM
Bene, hai commenti da fare?
Purtroppo è dimostrato che le donne ricevono condanne più miti a parità di reato, se non in primo grado in appello. Questa eccezione non smentisce la regola
#4
Citazione di: Finnegan il Ieri alle 10:26:11 PMSappiamo molto poco di cosa sta succedendo là
A proposito di questo, ma a voi si apre google map o bing map sull'Ucraina con la funzione di "vista aerea"? A me no!
#5
Citazione di: Finnegan il Ieri alle 10:26:47 PMLa lunghezza conta poco, conta più la larghezza
Perfettamente d'accordo, ma questo vale a livello di prestazione. La lunghezza per la donna ha un forte valore simbolico che fa emergere la sua tipica libido da scimmietta pliocenica: designa il maschio alfa che si deve riprodurre. Gli attuali studi sull'impotenza e sull'infertilità hanno evidenziato che i maschi che soffrono di questi disturbi sono massimamente quelli che hanno una lunghezza del pene sotto la media. Uno di questi studi fu "Stretched penile length and its associations with testosterone and infertility" di Austen D. Slade et Alii su 664 persone. Ovviamente la sua non era una conclusione definitiva ma sono reperibili molti altri studi che confermano i suoi risultati.
La preferibilità delle donne verso i peni più lunghi è dovuta non a scopi puramente sessuali ma ai fini riproduttivi. Vogliono essere rassicurate che il soggetto maschio con cui si devono accoppiare sia virile, ovvero fertile, in grado di procreare dei bambini. La lunghezza del pene è infatti associata ad un maggiore livello di testosterone, il che poi lo pone in vantaggio sugli altri pretendenti maschi. Chi ha più testosterone ha anche uno scheletro più sviluppato ( pensate per esempio a Rocco Siffredi e a John Holmes alti rispettivamente 1,85 e 1,88 mt ) e una maggiore probabilità di campare più a lungo. Quindi quando vi raccontano che le dimensioni non contano sono le solite fregnacce blupillate che non dovrebbero mai comparire nei siti della QM, fra l'altro smentiti da chiunque abbia avuto varie esperienze con il (poco) gentil sesso e abbia letto qualche pagina di antropologia.
#6
Foro di Coscienza Maschile / Alessia Pifferi condannata all...
Ultimo messaggio di Andrea - Ieri alle 10:56:35 PM
Alessia Pifferi è stata condannata all'ergastolo
I giudici l'hanno ritenuta colpevole di aver lasciato morire di stenti la figlia di 18 mesi, abbandonandola da sola in casa per sei giorni nel luglio del 2022

Condividi
Aggiungi ai preferiti
Foto di Alessia Pifferi in tribunale con una bottiglietta d'acqua in mano
Alessia Pifferi durante l'udienza del processo contro di lei, Milano, 13 maggio 2024 (ANSA/MATTEO CORNER)

Ventisette
La newsletter per capire cosa succede - in Europa - prima e dopo le elezioni europee di giugno.

Iscriviti
Caricamento player
Alessia Pifferi è stata condannata all'ergastolo. I giudici l'hanno ritenuta colpevole di aver lasciato morire di stenti la figlia di 18 mesi, Diana, nel luglio del 2022. La sentenza di primo grado è stata pronunciata dal giudice Ilio Mannucci Pacini nel primo pomeriggio di lunedì, al termine di un lungo processo iniziato nel marzo del 2023. Il pubblico ministero che rappresenta l'accusa aveva chiesto l'ergastolo, la difesa della donna invece l'assoluzione. La donna era accusata di omicidio volontario pluriaggravato: significa che le erano contestate diverse aggravanti come la premeditazione, l'aver agito in ambito famigliare e per motivi «futili e abietti». In caso di condanna la pena massima per questo reato è proprio l'ergastolo.

Alessia Pifferi abitava a Milano nella zona di Ponte Lambro, un quartiere vicino all'aeroporto di Linate, nella zona sudorientale della città. Il 14 luglio del 2022, un giovedì, uscì di casa poco prima delle 18 per raggiungere il compagno a Leffe, un comune in Valseriana, in provincia di Bergamo. Lasciò la figlia in casa da sola, senza avvertire parenti, amici o vicini di casa. Pifferi disse al compagno che la bambina era al mare con la sorella. Ai magistrati che la interrogarono disse che pensava di tornare a casa il giorno dopo, invece rimase quasi una settimana lontano da casa. Tornò a Milano soltanto mercoledì 20 luglio, poco dopo le 10 di mattina.

Durante una delle prime udienze del processo, Pifferi disse di essersi subito accorta che la figlia non dava segni di vita. Era immobile dove l'aveva lasciata. Tentò di rianimarla con il massaggio cardiaco, la portò in bagno per bagnarle i piedi, la faccia e la testa nel tentativo di farla rinvenire. Poi la mise nel suo lettino e le spruzzò dell'acqua in bocca per farla bere. Solo allora si rese davvero conto che la bambina era morta: uscì di casa e chiese aiuto a una vicina che chiamò i soccorsi.

Secondo i risultati dell'autopsia la bambina morì di disidratazione. Inizialmente i consulenti della procura dissero che alla bambina erano state somministrate benzodiazepine, cioè psicofarmaci che normalmente vengono usati per gestire gli stati di ansia, per controllare le convulsioni e come sedativi. L'ipotesi si basava sui risultati dell'esame del capello. L'accusa ipotizzò che la bambina fosse stata indotta dai farmaci in una sorta di torpore, per evitare che chiedesse aiuto piangendo. Sul comodino del letto dove fu trovata c'era una boccetta di En, un medicinale che contiene delorazepam, un principio attivo che appartiene al gruppo delle benzodiazepine.

Tuttavia gli esami fatti durante il cosiddetto incidente probatorio, cioè il procedimento con cui si anticipa e si acquisisce la formazione di una prova emersa durante le indagini prima del processo vero e proprio, rivelarono che nella bottiglietta d'acqua e nel biberon lasciato a Diana Pifferi non c'erano «composti di interesse tossicologico». L'esame del capello della consulenza iniziale aveva individuato solo una potenziale contaminazione dovuta ai prodotti utilizzati dalla madre.

Alessia Pifferi aveva sempre negato di aver somministrato sostanze alla figlia, salvo il paracetamolo (il principio attivo della tachipirina). Gli avvocati di Pifferi avevano sostenuto che «l'assenza di benzodiazepine nel biberon e nella bottiglietta dimostra che Alessia è sempre stata genuina nel suo racconto e, sul piano giuridico, che la premeditazione manca di elementi concreti».

Durante il primo interrogatorio, Alessia Pifferi disse ai magistrati che le era già capitato di lasciare a casa la bambina da sola per tutto il fine settimana, dal venerdì al lunedì. Un'amica raccontò agli investigatori che una sera si fermò a dormire insieme a Pifferi, a casa del compagno: «Alessia aveva tenuto Diana nel passeggino. Non l'aveva portata a letto con lei, ma l'ha lasciata lì tutta la notte», ha detto.

In un'udienza dello scorso settembre Pifferi raccontò anche che non sapeva di essere incinta della figlia: le nacque all'improvviso il 29 gennaio del 2021 nel bagno della casa del compagno, in provincia di Bergamo. La bambina, nata prematura, fu ricoverata per un mese e mezzo all'ospedale di Bergamo. Pifferi disse di non sapere chi fosse il padre.

Alessia Pifferi e l'avvocata Alessia Pontenani poco prima della sentenza
Alessia Pifferi e l'avvocata Alessia Pontenani poco prima della sentenza (Stefano Porta/LaPresse)

Durante tutto il processo c'era stato uno scontro tra il pubblico ministero Francesco De Tommasi e l'avvocata di Pifferi, Alessia Pontenani, per via della richiesta presentata dalla difesa di una consulenza neuroscientifica, cioè un esame per accertare se Alessia Pifferi fosse capace di intendere e di volere, e quindi processabile. L'accusa si era sempre opposta a questa richiesta sostenendo che l'avvocata, insieme a due psicologhe del carcere di San Vittore dove Pifferi era detenuta, le avessero «messo in testa» di non avere responsabilità in quanto incapace di intendere e di volere.

I giudici della Corte d'Assise avevano infine commissionato una perizia psichiatrica, nonostante il parere contrario dell'accusa. Elvezio Pirfo, perito del tribunale, aveva stabilito che il quadro psichiatrico della donna «non è tale da far scemare in maniera significativa la capacità di intendere e volere né da minarne la capacità di stare consapevolmente in giudizio». Secondo la perizia, insomma, Pifferi era capace di intendere e di volere.


Durante le ultime udienze il pubblico ministero Francesco De Tommasi aveva chiesto ai giudici di condannare Pifferi all'ergastolo. Lunedì mattina, prima della sentenza, l'avvocata di Pifferi Alessia Pontenani aveva chiesto ai giudici di assolverla dal reato di omicidio. «Lei credeva che alla bambina non sarebbe successo nulla», aveva detto. «Non la voleva uccidere, non esiste giuridicamente l'omicidio legato a una morte per disidratazione. Esiste la morte come conseguenza di un altro reato, cioè l'abbandono di minore. Io chiedo che lei venga assolta dal reato di omicidio e condannata per morte come conseguenza del reato di abbandono di minore».

Dopo la sentenza, il pubblico ministero Francesco De Tommasi ha detto che l'ergastolo è una pena giusta e che in questo modo si è riportato al centro del processo la vittima, cioè la figlia di Pifferi. «Ho visto una donna che ha recitato una parte, mi aspettavo l'ergastolo. Vi è stata raccontata una storia che non trova riscontri in questo processo», ha detto il pubblico ministero. «Alessia Pifferi vi è stata descritta come una vittima e una bambina. In questo processo c'è un'unica bambina che si chiama Diana e c'è un'unica vittima che si chiama Diana. C'è una bugiarda che si chiama Alessia Pifferi, c'è un'unica attrice che si chiama Alessia Pifferi. Datele la speranza di compensare attraverso la sofferenza della pena il dolore che prima poi le scorrerà dentro».

La richiesta di perizia psichiatrica sollecitata dalla difesa è anche al centro di un procedimento penale parallelo avviato dal pubblico ministero De Tommasi, che ha chiesto e ottenuto dal giudice per le indagini preliminari di intercettare per due mesi le conversazioni in carcere tra Pifferi e due psicologhe, indagate per falso ideologico insieme all'avvocata Alessia Pontenani. L'iniziativa del pubblico ministero De Tommasi è stata molto criticata dalla camera penale di Milano, l'associazione degli avvocati penalisti che discute con la magistratura e con altre istituzioni dei problemi della giustizia. Secondo la camera penale l'indagine parallela vìola diverse norme e avrà conseguenze che vanno oltre il caso in questione, perché non solo compromette l'assistenza alle persone detenute, ma è un attacco diretto e illegittimo al ruolo della difesa.

https://www.ilpost.it/2024/05/13/alessia-pifferi-ergastolo/
#7
Foro di Coscienza Maschile / Re: La presa per i fondelli de...
Ultimo messaggio di Finnegan - Ieri alle 10:26:47 PM
La lunghezza conta poco, conta più la larghezza
#8
Foro di Coscienza Maschile / Re: Obbligo militare e discrim...
Ultimo messaggio di Finnegan - Ieri alle 10:26:11 PM
Sappiamo molto poco di cosa sta succedendo là
#9
Foro di Coscienza Maschile / La presa per i fondelli dei se...
Ultimo messaggio di Junio2 - Ieri alle 10:00:50 PM
Oggi il politicamente corretto dei sessuologi prende in giro continuamente noi maschi raccontandoci ancora la scemenza che la dimensione della virilità non conta nel sesso libero. Basta farci trattare come pecoroni persino in questo, ci mancano solo loro, pensano che noi maschi siamo degli ignoranti anche nella nostra intimità.

#10
Foro di Coscienza Maschile / Re: Obbligo militare e discrim...
Ultimo messaggio di Junio2 - Ieri alle 09:45:06 PM