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Sommario della discussione

Inserito da Padano74
 - 15 Maggio 2020, 08:46:33 AM
"Se fossi un uomo io oggi avrei paura delle donne, inclusa me stessa. Oppure ne sarei annoiato a morte".

Concordo pienamente.
Inserito da Finnegan
 - 15 Maggio 2020, 08:31:38 AM
Ho trovato questo libro in rete scritto da Laura De Luca

"Manifesto per la liberazione dell'uomo (Scritto da una donna )"
http://www.tenews.it/giornale/2020/03/08/manifesto-per-la-liberazione-dell-uomo-81218/

Il libro pare ottimo. Di recente c'è stato addirittura una specie di manifesto contro i libri scritti dalle donne, in cui si diffidavano gli uomini dal citarli e si ingiungeva di usare, da ora in poi, un SOLO libro da considerare l'Unica e Definitiva bibbia del settore. C'è mancato solo il rogo di libri nella pubblica piazza.
Penso invece che se una donna diffonde contenuti a favore dei diritti maschili e (rullo di tamburi perché è caso rarissimo) di critica alle donne non possa fare che bene. Giudicate voi:

"C'è qualcosa di anacronistico nelle ultime rivendicazioni femminili, è ora di dire basta alle donne inutilmente mascolinizzate e con certe invenzioni ideologiche come il 'femminicidio' o le quote rosa."

L'autrice spiega che il suo è principalmente un manifesto per la liberazione dell'uomo dalla stupidità delle donne e afferma che "Se fossi un uomo io oggi avrei paura delle donne, inclusa me stessa. Oppure ne sarei annoiato a morte".

E continua "la liberazione inoltre non va intesa ovviamente dalle donne (chi vorrebbe mai eliminarle fisicamente?) ma esclusivamente dalla loro stupidità, beninteso quando sono stupide o istupidite".

Poi Laura De Luca procede ad enunciare il manifesto per la liberazione dell'uomo, manifesto che conta di 58 articoli.
Fa seguito un elenco di donne definite orribili.
Un elenco che inizia con le starnazzanti opinioniste televisive per terminare con quelle non classificate.

Nella conclusione due righe mi hanno fatto riflettere "Ci sono due modi di penalizzare i 'diversi', entrambi deplorevoli: emarginarli oppure considerarli 'uguali' in nome di una male intesa democrazia."