Gallarate : case popolari ai genitori separati

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«Prima i (nostri) genitori separati». Nel nuovo bando per l'assegnazione degli alloggi popolari saranno premiati in graduatoria i padri e le madri rimasti senza un'abitazione in seguito alla separazione. Una scelta che il sindaco Andrea Cassani rivendica: «Gallarate pensa ai genitori separati».

La decisione è stata presa dalla giunta in settimana, approvando la delibera sul piano annuale dell'offerta abitativa, che determina i criteri del nuovo bando comunale per l'assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, atteso per i prossimi mesi.

Per legge i Comuni, nel predisporre questo Piano relativo all'offerta di quelle che una volta si chiamavano "case popolari", oltre ai dati riferiti agli alloggi destinati ai "servizi abitativi pubblici", devono stabilire: l'eventuale soglia percentuale eccedente il 20% per l'assegnazione ai nuclei familiari in condizioni di indigenza delle unità abitative di proprietà comunale (a cui il Comune deve garantire la copertura delle spese di alloggio), la percentuale fino al 10% delle unità abitative disponibili nel corso dell'anno da destinare ai nuclei familiari appartenenti alla categoria "Forze di Polizia e Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco", e l'eventuale ulteriore categoria di particolare e motivata rilevanza sociale (anziani, nuclei monoparentali, famiglie di nuova formazione, disabili o altro) da "avvantaggiare" nelle assegnazioni.

Per la giunta comunale di Gallarate la decisione presa è stata quella, innanzitutto, di «confermare senza alcun incremento la soglia del 20% stabilita dalla Regione Lombardia per l'assegnazione ai nuclei familiari in condizioni di indigenza», poi di fissare «al 5% delle unità abitative disponibili nel corso dell'anno» la quota da attribuire alle famiglie degli appartenenti alle forze dell'ordine e ai vigili del fuoco, e infine, e questa è la vera novità, di definire quale altra categoria di particolare e motivata rilevanza sociale i «nuclei familiari con unico componente che, in seguito a sentenza di separazione o divorzio (in assenza di situazioni di violenza di genere), devono lasciare l'abitazione principale».

Una scelta che il sindaco Andrea Cassani rivendica con forza: «Le sempre più numerose situazioni a rilevanza sociale che riguardano i genitori separati ci hanno indotto a individuare questa categoria come destinataria di un punteggio premiale nelle graduatorie per gli alloggi pubblici. La giunta comunale ha deliberato che questi nuclei familiari con unico componente saranno aiutati con delle premialità nelle graduatorie per l'ottenimento degli alloggi di edilizia residenziale pubblica».

L'assessore ai servizi sociali Paolo Bonicalzi lo aveva scritto nero su bianco nel documento unico di programmazione: «Proseguiranno le azioni volte a potenziare le politiche​ della casa in favore di giovani coppie, single e famiglie a basso reddito. Saranno inoltre realizzate​ appropriate forme di consolidamento dell'attività di supporto abitativo alle famiglie vulnerabili».

Prima i genitori separati, dunque, in linea con una storica battaglia della Lega salviniana, ma anche della lista Maroni Presidente di cui l'attuale sindaco è stato dirigente in Regione Lombardia. L'emergenza, soprattutto sul fronte dei padri separati, è peraltro attualissima: la sezione varesina dell'associazione Papà Separati Lombardia ha recentemente parlato di duecento richieste di sostegno in tutta la provincia di Varese.