Patente di femminismo dal Vaticano

Aperto da Il Conte di Lautréamont, 27 Ottobre 2021, 08:14:20 PM

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Finnegan

Famiglia Cristiana è da tempo il cavallo di Troia della sinistra laica, ovviamente anche femminista. La sua tiratura è bassissima, al contrario della Bussola che, come da link che hai postato, sconfessa l'articolo
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#22
Citazione di: Il Conte di Lautréamont il  1 Novembre 2021, 08:59:29 AM
Ma il problema non è se il papa o il Vaticano siano femministi: il problema che ho sollevato è se esiste un femminismo cattolico e la risposta è SI. Punto! Che questi non siano la maggioranza o non rappresentano il pensiero delle gerarchie cattoliche è un aspetto del tutto secondario. Il movimento esiste e produrrà i suoi danni, perchè ha i suoi mezzi mediatici per fare il lavaggio del cervello a quei pochi ancora scampati al rimbambimento femminista. Ci sono poi scrittrici femministe che pubblicano articoli su Famiglia Cristiana, su Avvenire, sull'Osservatore Romano, etc.. a che serve a questo punto fare outing? Ci sono cattolici che pensano le stesse cose sul femminismo senza dichiararsi femministi. Non è forse la stessa cosa?

Fin qui concordo su tutto.

Citazione di: Il Conte di Lautréamont il  1 Novembre 2021, 08:59:29 AM
C'è mai stato un giornale cattolico che abbia dato spazio ai numeri sul fenomeno delle false denunce durante i casi di separazione, o che abbia contestato la definizione di femminicidio, o che abbia parlato della violenza delle donne sugli uomini o che si sia schierato contro la convenzione di Istanbul? Nessuno. Poi non ci meravigliamo se gli uomini stanno disertando le chiese.

Se è evidente, dimostrato, che la narrazione femminista è entrata in parte del popolo cattolico, ritengo, d'altra parte, che la critica non debba essere eccessiva.
I giornali cattolici - e ministri sacri, associazioni, blog - che si oppongono al femminismo, ci sono.
Tu stesso hai appena riportato un articolo della Nuova Bussola Quotidiana, polemico verso Famiglia Cristiana; ebbene, il sito che hai citato è esempio di giornalismo cattolico che si oppone al femminismo, così come la seguita rivista "Il Timone".

Non parliamo poi dell'universo tradizionalista, dove il femminismo è costantemente contestato.
Un esempio? https://www.corrispondenzaromana.it/lodio-per-la-donna-del-femminismo/

L'autrice scrive: L'odio che il femminismo, ideologia propagandistica malsana e contro natura, ha innescato nei confronti dell'uomo fin dal suo sorgere, ovvero dalla fine del XIX secolo, prosegue la sua strada distruttiva della famiglia e del vivere sociale.
Da che mondo e mondo chi uccide è un assassino, uomo o donna che sia, invece le femministe hanno escogitato il «femminicidio», un neologismo che identifica i casi di omicidio la cui vittima è una donna
etc.

Se poi guardiamo ai blog più seguiti, scritti antifemministi sono presenti in abbondanza, ad esempio, da Costanza Miriano o da Aldo Maria Valli.

Quanto ai ministri, mi limito ad indicare, tra gli altri, il Card. Burke, che ha denunciato la femminilizzazione nella Chiesa, posta in essere, in parte, da prassi femministe.

A mio avviso, sarebbe opportuno inquadrare il femminismo nella Chiesa, come parte di un problema più grande: "due amori hanno fatto due città - scrive S. Agostino - l'amor di sè spinto fino al disprezzo di Dio ha fatto la città terrestre; l'amor di Dio spinto fino al disprezzo di sè ha fatto la città celeste".
Questa dicotomia è oggi evidente nel popolo cattolico (riguardo al ruolo della donna, ad esempio), sicché al fedele non resta che decidere da che parte stare: dalla parte di chi insegna ciò che la Chiesa ha da sempre insegnato, o dalla parte di chi contraddice i millenari insegnamenti della Chiesa, per compiacere il mondo, o peggio, perché crede nell'Uomo (e nella Donna), prima che in Dio.

Colgo l'occasione per segnalare un recentissimo video, dal canale del cattolico Aurelio Porfiri. Io non ho visto che qualche parte di questo video, perciò non posso esprimere un giudizio complessivo su di esso; da quel che ho potuto ascoltare, viene concesso troppo al femminismo dei tempi passati, ma almeno si contesta il femminismo contemporaneo.
Segnalo quindi questo video, pur non avendolo propriamente visto, perché proviene da un buon canale Youtube.





Il Conte di Lautréamont

Io tengo per questa poichè è maggiormente incisiva nell'attaccare il femminismo:


Finnegan

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La distinzione tra femminismo egualitario e femminismo prevaricatore, misandrico, è teoricamente concepibile, e di fatto concretizzata.
È vero che ci sono state femministe che volevano perseguire l'uguaglianza tra uomo e donna (abolizione di patria potestà, distruzione della tradizionale concezione della donna, etc.).
È altrettanto vero che, nel contempo, vi erano femministe palesemente misandriche.

Oggi il femminismo è esclusivamente misandrico, poiché l'uguaglianza tra uomo e donna è stata perseguita.
Perciò il femminismo antico era in parte misandrico e in parte egualitario; il femminismo attuale è esclusivamente ostile all'uomo, e cerca di raggiungere i propri obiettivi sostenendo falsamente che si debba raggiungere una parità, che già da tempo è stata raggiunta.
Se si favoriscono le donne in virtù di inesistenti discriminazioni, evidentemente si finisce con lo sfavorire gli uomini, quindi con il discriminare gli uomini: questa è l'essenza del femminismo contemporaneo.

Il femminismo egualitario ormai è stato metabolizzato dalle donne occidentali, le quali vi aderiscono pur non professandosi femministe. Questa è stata la più grande vittoria del femminismo.

Sia chiaro che il femminismo egualitario non è il "femminismo buono", poiché un femminismo buono non è mai esistito.
Pertanto questa è la mia posizione: che il femminismo non è un unicum, ma sono distinguibili più correnti all'interno del femminismo, o, se si preferisce, più femminismi.
Tra questi i suddetti (f. egualitario e f. misandrico), entrambi intrinsecamente malvagi.

Finnegan

Più che di correnti parlerei di camuffamenti e di logica evoluzione: il femminismo è sempre stato intrinsecamente misandrico ma ha sempre parlato di parità, anche se oggi sta gettando la maschera.
Che poi questa o quella singola femminista potesse non essere consapevolmente misandrica non cambia l'indirizzo generale: è la regia che conta e come si sa non sempre agli attori viene spiegato il personaggio che interpretano
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