Beksinski,i quadri dell'uomo che ha visto l'inferno

Aperto da Salar, 23 Marzo 2018, 02:45:44 AM

Discussione precedente - Discussione successiva

0 Utenti e 1 Visitatore stanno visualizzando questa discussione.

Salar

In seguito a un incidente Zdislaw Beksinski dice di aver visto l'inferno,e di dipingere per non impazzire,a giudicare dalle immagini abbiamo motivo di credergli.































Finnegan

#4
Notevole la somiglianza tra la vicenda di Beksinski e quella di un tale Gavril, un comunista ateo romeno che, nel 1973, dopo essere stato dichiarato morto, è tornato in vita dopo 13 ore nelle quali ha sperimentato l'esistenza dell'inferno e del paradiso.

Sostienici con una donazione: www.coscienzamaschile.com/dona

Riverrun, past Eve and Adam's, from swerve of shore to bend of bay, brings us by a commodius vicus of recirculation back to Howth Castle and Environs

Salar

Tratto da Vice

esperienze di premorte infernali

"Ho visto l'inferno": breve storia delle esperienze di pre-morte negative
Benjamin Bruel

ott 18 2016, 6:44am
Normalmente le esperienze di pre-morte iniziano con una luce bianca. Lasci il tuo corpo, sali verso l'alto e rimani a osservare le tue membra inanimate su un letto d'ospedale. Ma cosa succede quando invece della luce vedi l'inferno?

Facebook

Twitter

Cristo nel limbo, Hieronimus Bosch, 1575.

Normalmente inizia tutto con una luce bianca. Lasci il tuo corpo, sali verso l'alto e rimani a osservare le tue membra inanimate su un letto d'ospedale o la barella di un'ambulanza. Dopo, risucchiato a velocità veritiginosa in un tunnel, ti ritrovi in un luogo fiabesco e irrealisticamente calmo. Immerso in uno stato di beatitudine assoluta incontri un essere fatto di luce. Dio, Cristo, il Padre, la guida. "Non è ancora la tua ora, hai una missione sulla terra," annuncia il corpo luminoso di turno.
In quel momento il ricordo dell'universo materiale si fa più presente. Lasci quell'ambiente caldo e ovattato e riprendi possesso del tuo corpo: chi sostiene di aver vissuto un'esperienza di pre-morte (o NDE, Near Death Experience) afferma che la vita nell'aldilà esiste eccome. Ne abbiamo già parlato qui attraverso i racconti di alcuni testimoni: quando il cuore si ferma, l'anima sopravvive e se sei fortunato hai un assaggio del paradiso.
SPONSORED

ESSERE ARTISTA? RISPONDE DOLCENERA


Da dove parte l'ispirazione Scopri di più qui


Chi è sfortunato, invece, può finire—sempre per chi ha avuto esperienze di pre-morte—dalla parte del male, fatta di presenze demoniache, arpie e mostri di ogni sorta. Tra i testi che affrontano il tema della morte imminente, ce n'è uno che ha fatto scuola: La vita oltre la vita di Raymond Moody, medico e psichiatra. Pubblicato nel 1975, La vita oltre la vita è il primo documento che contenente testimonianze di persone passate attraverso esperienze di pre-morte. Tutti i racconti seguono uno schema di base: allontanamento dal corpo, tunnel, luci, luogo paradisiaco o barriere—un ruscello, un muro, una staccionata—a simboleggiare il passaggio definitivo nell'aldilà. Che però, appunto, non avviene.

Nel libro di Moody, così come nella maggior parte dei testi sul tema, le esperienze negative, terrificanti o infernali vengono a malapena citate. Il primo tipo segue il percorso classico di un'esperienza positiva, dalla quale si differenzia per la sofferenza e l'impossibilità di abbandonare il proprio corpo e il proprio ego. Nella seconda, la persona si ritrova immersa nel nulla. Luce fioca, calma assoluta, a volte qualche forma geometrica indistinta e, successivamente, la sensazione che tutto sia assurdo e privo di senso. Nell'ultimo caso, la persona si ritrova letteralmente tra le fiamme dell'inferno.

Non esistono dati precisi sulle esperienze di pre-morte di tipo negativo. Secondo la Near Death Experiences Research Foundation (NDERF), circa 13 milioni di americani (il cinque percento della popolazione degli Stati Uniti) avrebbero vissuto un'esperienza di pre-morte. Di questi, secondo l'International Association for Near Death Studies (IANDS), dall'uno al 15 percento le avrebbe classificate come negative o infernali.

PUBBLICITÀ

Secondo Evelyne Elsaesser-Valarino dell'IANDS, "gli studi dicono che tra il quattro e il cinque percento delle esperienze di pre-morte sarebbe di tipo negativo. Ma è possibile che i numeri reali siano ben più alti, dato che non è facile ripercorrere un'esperienza così dolorosa. Da un lato, offrire una testimonianza significa confrontarsi nuovamente con un trauma, e dall'altro, alcuni credono che quest'esperienza negativa sia la conseguenza della condotta tenuta in vita."

Nella Prima lettera di San Paolo ai Corinzi si legge:

"Così anche la risurrezione dei morti: si semina corruttibile e risorge incorruttibile; si semina ignobile e risorge glorioso, si semina debole e risorge pieno di forza; si semina un corpo animale, risorge un corpo spirituale. [...] Ecco io vi annunzio un mistero: non tutti, certo, moriremo, ma tutti saremo trasformati [...]"

Secondo i ricercatori e chi le vive, la particolarità delle esperienze di pre-morte—ciò che le differenzia dalle allucinazioni—è l'aspetto della trasformazione. La trasformazione del rapporto di ognuno col mondo: la volontà di diventare persone migliori, più aperte verso il mondo. E, per alcuni, l'idea di avere una missione da portare a termine.

John W. Price, un pastore americano originario di Houston, studia le esperienze di pre-morte dal 1969. Durante il servizio militare, Price aveva incontrato un reduce del Vietnam che gli aveva raccontato del piacere che provava nello "sparare addosso ai gialli." Un giorno, intercettato da una pallottola, l'uomo era stato ferito gravemente. Nel suo delirio—o esperienza di pre-morte, Price non è ancora certo—l'uomo era arrivato in un luogo infernale, desolato, dove lo avevano raggiunto i volti di bambini e donne assassinati. Da allora il pastore ha intervistato più di 300 persone, 21 delle quali hanno vissuto esperienze di pre-morte altamente negative. Da queste interviste è nato il suo libro Revealing Heavens : The Christian Case for Near Death Experiences.

PUBBLICITÀ

"Prima ero scettico a proposito dell'Inferno," spiega. Ma col tempo si è convinto della sua esistenza e dell'impatto del nostro comportamento sulla terra sul luogo in cui finiremo una volta morti.


La caduta nell'Inferno dei dannati, Peter Paul Rubens, 1620.

"Le voglio raccontare una storia, la più recente tra le testimonianze negative che ho raccolto," mi ha detto. "Era uno spacciatore, uno spacciatore di buon livello, qui a Houston. Uno che aveva distrutto molte vite. È stato arrestato e messo in prigione, dove ha rimediato un coltello. Voleva suicidarsi. Quando l'ho incontrato era traumatizzato, mi ha detto di essere finito in un luogo demoniaco. C'era una creatura, un mostro simile a un tirannosauro. Gli aveva squarciato il ventre finché un'altra creatura non l'aveva richiuso e il primo aveva ricominciato. Era stato dolorosissimo," mi ha raccontato Price.
Dopodiché le creature erano scomparse ed erano state rimpiazzate da una terza che gli aveva spiegato la sua punizione: "In vita hai fatto del male, quindi io ti trapasserò per l'eternità." Secondo lo spacciatore si trattava di Dio, ma John W. Price è convinto che quello fosse il Diavolo. "Tanto che quando si è messo a urlare, 'Dio, aiutami!' è stato soccorso. Era un trabocchetto del demonio."

La storia fa pensare al mito di Sisifo, quella della sofferenza eterna e ripetitiva. Per Evelyne Elsaesser-Valarino, un aspetto degno di nota in questi racconti di esperienze negative è la dimensione temporale: "Contrariamente alle esperienze positive, nel corso delle quali il tempo sembra non esistere (con una grande mole di informazioni veicolata nei pochi minuti di un arresto cardiaco, per esempio), le esperienze negative implicano una sofferenza per un tempo infinito." A sostegno di questa ipotesi, cita la testimonianza raccolta da una collega:

PUBBLICITÀ

"Era tutto buio, c'erano delle persone che urlavano, c'erano delle fiamme [...] Non era una galleria, era uno spazio molto più grande, enorme. Sono scesa fluttuando, e dall'alto ho visto moltissima gente, tutti che urlavano e gridavano... Saranno state.. non so, un milione di persone. Erano piede di odio. Volevano da bere, ma non c'era acqua. E poi, all'improvviso, l'ho notato. Aveva delle piccole corna... e l'ho riconosciuto. Era il diavolo!"

Fanny*, una trentenne americana con una figlia piccola, è cristiana. L'ho contattata attraverso una pagina cattolica su Facebook; la sua testimonianza è da prendere con le pinze, ma secondo Fanny tutto si lega indissolubilmente ai suoi comportamenti. Dapprima mi ha raccontato di quello che immagina essere il purgatorio:
"C'erano uomini e donne di tutte le età, non bambini, in piedi, accovacciati, in movimento. Alcuni si sussurravano a vicenda cose incomprensibili. Le tenebre squarciavano lo spazio, riuscivo ad avvertirne la presenza. Ognuno era completamente assorbito da se stesso, troppo concentrato sulla propria misteria per stabilire una connessione mentale o emotiva con l'altro. Riuscivano a percepire gli altri, ma erano bloccati da queste tenebre."

Quella che emerge da queste testimonianze è la rappresentazione occidentale dell'aldilà. La più nota in tal senso è quella di Howard Storm, che ha vissuto un'esperienza di pre-morte infernale dopo la quale ha scritto diversi resoconti e tenuto conferenze, alcune delle quali sono disponibili su YouTube. Tra le altre testimonianze disponibili online ma non verificabili c'è quella di una certa "Meg," raccolta dal dottor Jeffrey Long e pubblicata sul sito della NDERF:
"Ho un ricordo fortissimo dell'odore, che era disgustoso. Ricordava quello della carne andata a male o dei capelli bruciati. Le risate e gli improperi a me rivolti erano quasi sovrastati dal fragore delle fiamme che mi circondavano. Dopodiché ho visto delle persone che correvano e urlavano, un gruppo di ragazzini sui 12 anni che gridavano terrorizzati da questi esseri mostruosi. Ho subito riconosciuto Gareth, il ragazzo che era in macchina con me [al momento dell'incidente]. Era appeso a testa in giù, con le mani e i piedi inchiodati come Cristo in croce. Quellle creature mostruose hanno iniziato a frustarlo, il tutto mentre cantavano in una lingua incomprensibile [...]"

Per Evelyne Elsaesser-Valarino, che ha una visione opposta rispetto a John W. Price, non c'è correlazione tra la propria condotta terrena e l'esperienza vissuta in caso di pre-morte. La maggior parte dei ricercatori è della stessa opinione. La prova sarebbe data dal fatto che alcune persone avrebbero vissuto esperienze sia positive che negative. "Penso dipenda piuttosto dal modo in cui ognuno vede la propria vita. Quella che conta è l'immagine che si ha di sé," aggiunge, spiegando che l'esperienza di pre-morte si inquadra sempre in un contesto ben preciso, "quello di chi la vive, che ha una storia personale, una certa visione del mondo e un suo sistema di credenze."


Il gran giorno della sua ira, John Martin.

Sempre secondo Evelyne Elsaesser-Valarino, in quei momenti il soggetto si sente "abbandonato, isolato, scaraventato in un luogo privo di senso e che non ha relazione con il suo passato" né con la sua volontà.

Nel 2012, il cardiologo olandese Pim van Lommel ha pubblicato il libro Consciousness Beyond Life: The Science of the Near-Death Experience, in cui ripercorre vent'anni di casi di morti clinche seguite dal risveglio del paziente anche attraverso gli articoli da lui pubblicati sulla rivista di settore Lancet.

PUBBLICITÀ

Stando alle sue indagini, su 344 pazienti rianimati con successo dopo un arresto cardiaco, 41 (12 percento) hanno riferito di una classica esperienza pre-morte con l'uscita dal proprio corpo. Secondo van Lommel la coscienza non sarebbe collocata nel corpo. Intervistato da Paris Match, ha spiegato che "la conservazione delle funzioni cognitive—memoria, persistenza della coscienza, percezione e sensazione di una certa vivacità—non si può spiegare se non attraverso una trasformazione radicale della nostra concezione del cervello. Quest'ultimo non sarebbe il supporto o il luogo in cui si produce la coscienza, ma il recettore di una coscienza non locale, che ha un funzionamento paragonabile a quello di una radio o un televisore." In pratica, secondo van Lommel, l'anima, la coscienza, sarebbe collocata all'esterno del cervello, dotata di un'esistenza reale al di fuori del corpo.

Ma che si creda o meno alle esperienze di pre-morte, positive o infernali, tutti sembrano d'accordo su un punto: la trasformazione radicale e assoluta della vita delle persone che affermano di averla vissuta.

*Il nome è stato modificato.

Finnegan

#6
Le cronache dell'epoca narrano che durante l'assise conciliare (del Vaticano II), quando Monsignor Francois Adam, vescovo di Sion, Svizzera, osò parlare della «presenza attiva di satana», si sentì nell'aula vaticana «une vague de feu rire», uno scroscio di risa.

La Chiesa Cattolica, da decenni, è preda di simili personaggi, che hanno sostituito le risatine al Vangelo. Le conseguenze dell'aver abbandonato la lotta primaria che Roma conduceva contro il male sono oggi perfettamente evidenti.

Pensare che fino a trent'anni prima del Concilio, tra i missionari sparsi nel mondo, in Africa come in Asia, era ricorrente una stranissima affermazione:

«il diavolo è il nostro miglior missionario».


Erano i sacerdoti italiani del PIME (Pontificio Istituto Missioni Estere) ad affermarlo, e a pochi anni dal Concilio; preti ed esorcisti che stavano in prima linea nelle terre di Missione — e forse per questo prendevano l'argomento seriamente.

Continuano nelle loro "memorie" i padri del PIME:

«I nostri migliori cristiani sono difatti quelli convertiti dal demonio, ossia quei cinesi che avevano trovato rifugio e protezione contro le vessazioni del diavolo solo nella nostra chiesa».

In quelle missioni, raccontavano i padri, i casi di possessione, tra i buddisti, erano molto frequenti, e per "trattare" efficacemente questi episodi i pagani del luogo si rivolgevano ai cattolici, dovendo constatare che quei sacerdoti venuti dall'Italia erano gli unici "capaci" di allontanare, attraverso la pratica esorcistica prescritta nel "Rituale Romano", le ricorrenti vessazioni di cui cadevano vittime, e verso cui le autorità religiose del luogo si dimostravano impotenti. Se è dunque vero che tutt'oggi l'orientale (soprattutto il giapponese) conosce poco del cristianesimo, della sua dottrina e della sua morale, una cosa l'ha sempre saputa (e fin meglio dei "padri conciliari"...): che i cattolici hanno un potere speciale sui demoni.

Portino dunque pazienza i lettori "scettici" – a cui interessa prevalentemente l'economia e la geopolitica, USA e Russia, ISIS ed immigrazione, ed alla ricerca di queste informazioni vanno ad abbeverarsi anche a certe fonti non sempre cristalline –, perché l'argomento che qui trattiamo interesserà anche loro, e dunque li preghiamo di volerci seguire anche in questa occasione.

Ora, in sede di presentazione mi preme voler ricordare un concetto-base nel parlare di demonologia — perché oggigiorno il cattolico ignora, non per sua colpa, alcune basilari verità teologiche (quel nerbo, quella struttura che un tempo, anche presso il semplice volgo, adornava la nostra fede rendendola tanto bella).

Il demone, spirito sì di menzogna, essendo a sua volta una creatura è obbligato a seguire i divini voleri. La teologia cattolica (con san Tommaso), al contrario dello gnosticismo-manicheo (dio buono/dio cattivo), è chiarissima su questo punto: "satana viene dopo il vero Dio, è creatura di Dio, quindi non è eterno, è inferiore a lui, dipendente da lui, limitato nella sua azione e obbligato a seguire le sue direttive".

È quanto poterono constatare con i loro occhi, nel biennio 1929-1930, i religiosi della missione di Junan e di Chumatien (Cina) gestita dai Padri del Verbo Divino (rielaboro nuovamente la cronaca di questi fatti, avvenuti in terra di missione, dal nostro nuovo libro).

Durante i mesi di esorcismo che i padri verbiti dovettero praticare su una ragazza del posto, tale Tien Wei, la Vergine ordinò al demonio (minacciandolo per il tramite di «un angelo con la lancia in mano») di tenere "prediche" ai buddisti del luogo. Queste "prediche", che si protrassero per alcune settimane in tutta la zona, duravano circa tre ore, e tutti gli astanti ascoltavano attenti, senza muoversi e senza perdere una parola. I diversi temi delle massime eterne – morte, giudizio, inferno, verità della Chiesa cattolica, etc. – erano esposti dall'indemoniata con tanta vivacità e chiarezza che il racconto faceva rabbrividire e tremare gli uditori accorsi. Il diavolo – sempre sotto la supervisione del vescovo locale, delle suore e del sacerdote esorcista (i quali, per la poca predisposizione "ecumenica" del parlare, temevano un linciaggio da parte delle autorità buddiste) – aveva parlato anche contro gli idoli della pagoda, ed ai buddisti presenti aveva svelato segreti che li avrebbero dovuti profondamente disingannare sulle falsità della loro religione, compreso il traffico demoniaco di cui costantemente si macchiavano i bonzi e di cui cadevano vittime le popolazioni locali soffrendo straordinarie vessazioni, malattie inspiegabili e ricorrenti.

Alla fine, Padre Heir, uno dei missionari verbiti presenti all'esorcismo, esclamò: "Potessi predicare anch'io così!". Lo disse perché molti buddisti del luogo, dopo aver assistito a quei fatti oggettivamente straordinari, si convertirono in quanti poterono, tiranneggiati com'erano dalle autorità religiose locali.

Non a caso, e per favorire un corretto inquadramento "dottrinale" del problema demonologico tanto vituperato, Calliari scrive nella prima parte del suo trattato:

«Il diavolo, la sua esistenza, la sua natura, i suoi poteri, i suoi limiti, la sua azione nel mondo e tra gli uomini devono essere studiati e compresi nell'unico ambito in cui essi hanno avuto origine e trovano il loro fondamento critico e scientifico, la Sacra Scrittura e la rivelazione divina. Oggi, e non soltanto oggi, ma in tutti i tempi nel passato, e con tutta certezza anche nel futuro, si fa e si farà un gran parlare del diavolo e del suo influsso nelle vicende umane, politiche, economiche, morali e sociali, ma il più delle volte seguendo un cliché ormai scontato, forgiato su credenze popolari, su folklore, su mitologie, su tradizioni, su leggende e – quando si avesse la pretesa di camminare su un terreno più sicuro – sulla psicologia, sulla psicanalisi, sulla parapsicologia, sulla falsa nozione di mistica. Con quale risultato? Col risultato che la figura di questo personaggio ne esce confusa, scialba, sfocata, il più delle volte irriconoscibile, contraddittoria, quindi incomprensibile o addirittura falsa. Fin dai primi tempi della Chiesa l'espulsione del demonio era uno degli argomenti più efficaci per provare la verità della fede cristiana. Lo stesso avviene oggi in terra di missione — e non soltanto là. È segno di intelligenza e di prudenza non chiudere volontariamente gli occhi di fronte a questa realtà, ma affrontarla con saggezza e coraggio e applicarle i rimedi per diminuirne o eliminarne più facilmente i mali».

Come precisa dunque anche l'oblato Calliari nel corso della sua opera, questa indiscutibile e documentatissima verità – l'efficacia che la Chiesa Cattolica tuttora detiene sui demoni – è una delle più chiare dimostrazioni per provare la verità della fede cristiana. Ce lo racconta lo stesso San Paolo, nell'aneddoto dei sette fratelli ebrei di Efeso, che nel tentativo di esorcizzare un indemoniato sfruttando il nome di Cristo vennero violentemente malmenati, a tal punto che dovettero fuggire via mezzi nudi (Atti, XIX, 13). Ad Efeso, come avvenne presso i buddisti nelle terre di missione secondo le cronache sopra accennate dei Padri Verbiti, molti maghi ed indovini confessarono di essere degli imbroglioni e si fecero Cristiani.

La Chiesa Cattolica difatti detiene il primato di autorità sulle genti, sul creato e sugli stessi spiriti; può, anzi deve (come sua principale missione, oggi dimenticata dai "padri conciliari") combattere il demonio, nemico di Dio e dell'uomo; ostacolarne ed impedirne l'opera capendo dove si manifesta e quali sono le "quinte colonne" che la favoriscono; strappare dal suo influsso gli infelici che ne fossero diventati vittime; ristabilire, in sintesi, il regno di Dio in quel creato che, a seguito della caduta, era stato per secoli il regno del «principe di questo mondo», detronizzato poi dalla croce di Cristo. Nessuno meglio della Chiesa dunque, Corpo Mistico di Gesù, conosceva satana e quelle sue colonne nel mondo (a cui Calliari dedica la seconda e centrale parte del libro), e tuttora continua a possedere gli strumenti per combatterlo e per sconfiggerlo. La lotta contro satana fa difatti parte della sua missione primordiale e fondamentale perché Cristo «è apparso per distruggere le opere del diavolo» (1 Gv 3,8).

Ecco il motivo di tanto sfacelo odierno — l'aver abbandonato l'unica battaglia che la Chiesa era predisposta a combattere e l'averlo fatto soprattutto nei tempi potenzialmente più pericolosi e tenebrosi che l'uomo abbia mai conosciuto.

Oggi tentiamo dunque di diffondere nuovamente un testo che fa della teologia e della dottrina della Chiesa di sempre un piedistallo, e perciò si presenta provvidenzialmente sano e scevro da errori in un panorama in cui abbondano le tante produzioni "commerciali" a firma di sacerdoti dalla dubbia preparazione teologica e che hanno cavalcato una certa fama di essere "in lotta contro il male".

Anche Padre Calliari riteneva la nostra un'epoca tenebrosa, tanto che nelle prime pagine del suo libro la descrive come "un'epoca in cui Asmodeo è padrone ormai visibile dei tempi".

Scrive Calliari:

«Asmodeo è "colui che fa perire"; è il "cattivo demonio" ricordato nel libro di Tobia (Tb 3,8), colui che ha fatto morire i sette mariti di Sara. È il nemico dell'unione coniugale e della procreazione dell'uomo, il demone della lussuria. Ritroviamo qui la già ricordata tattica diabolica intesa a impedire la procreazione della vita umana. Il ricordo della felicità perduta suscita in lui una gelosia feroce per colui che è destinato ad occupare il suo posto nel regno della beatitudine, un odio irriducibile per l'uomo, creatura inferiore a lui ma destinata a salire al di sopra di lui, e l'intento perseguito con tenacia «satanica» di impedire la nascita di nuove vite che accrescano il numero dei futuri candidati alla felicità eterna. In questa visuale dev'essere intesa anche la campagna pro aborto, contro la vita, evidentemente di origine satanica, che si fa sempre più estesa e più rovente in tutto il mondo, e la propaganda anticoncezionale per limitare al massimo, o addirittura impedire, fin dall'inizio, il moltiplicarsi delle vite umane nel mondo. La tattica anticoncezionale è sempre esistita in diverse forme, come dimostra la storia delle molte sette gnostiche orientali ed europee del passato, e delle società segrete a base gnostica dei tempi più vicini a noi, tutte intese a combattere la vita, ma dobbiamo riconoscere che tale tattica non aveva mai avuto in passato un'estensione così vasta e un numero di vittime così grande come ai giorni nostri. Il nostro tempo si può veramente definire il trionfo del demone chiamato Asmodeo».

«Il dominio universale del mondo è stato l'obiettivo di sempre dei Governi dominati dal maligno. Le tecniche sovversive adottate da questi Governi sono: infiltrarsi segretamente in tutte le strutture sociali per disintegrarle dall'interno; scatenare una folle esigenza di libertà tra i popoli; impadronirsi dei mezzi di comunicazione sociale per orientare e disorientare, per informare e disinformare l'opinione pubblica; creare il caos ad ogni livello per disorientare le intelligenze; provocare il caos legislativo ed amministrativo; creare la divisione; creare il disordine nel mondo del lavoro per ricattare le masse operaie. (...) Non ci può essere dubbio sull'esistenza di tre gruppi che tendono alla conquista e al dominio del mondo intero. Questi gruppi si trovano intersecati e inseriti l'uno nell'altro, tuttavia restano distinti e separati nell'ideologia e nell'azione pur intendendo raggiungere lo stesso obiettivo. L'odio contro la Chiesa li unisce tutti insieme. Il massone odia la Chiesa perché è un ostacolo al suo concetto di libertà personale. L'occultista la odia dell'odio che si è già riscontrato in satana. La setta odia la Chiesa perché, avendo rigettato la pietra angolare che è Cristo, pretende di ricostruire la Gerusalemme ideale solo sulle rovine della Chiesa e della civiltà nata da Cristo».

«La Scuola francofortese – leggiamo nella prefazione – non vuole una rivoluzione cruenta ab aextrinseco, ma una degenerazione incruenta e "soft" ab intrinseco; vuole il disfacimento e la perversione del singolo uomo grazie all'eros, alle droghe, alla musica rock, alla moda e ai rotocalchi rosa. In tutto ciò essa si avvicina al massimo alla tattica del diavolo nel tentare l'uomo al male per trascinarlo al vizio abituale e alla perdizione eterna. In un certo senso essa è più crudele del Gulag, poiché esso toglie solo la libertà fisica mentre la prima distrugge anche quella intrinseca».

L'odio laicista per la Chiesa belligerante, o la negazione della sua portata salvifica conduce automaticamente alla distorsione ed alla falsificazione più ingiusta ed irrazionale della realtà storica. Realtà storica, è utilissimo ripeterlo, che scade nell'ignorante falsificazione storica, negando ad esempio che fu il teocentrismo medioevale il solo a rappresentare un'ossatura unica in tre capisaldi tra loro inseparabili: Dio, Cristo e Chiesa. E fu intorno a questo trinomio che si svolse tutta la vita medioevale nelle grandi città, nei villaggi e nelle campagne. Ed è esclusivamente contro questo sacro trinomio che vediamo, oggi più che mai, scatenarsi la rabbia satanica e la sua strategia, nel tentativo di scalzarne le basi e distruggere ogni idea di ordine e di corretta visione ultraterrena.

Questa storia "universale" che abbiamo qui velocemente abbozzato – la lotta tra le "due città", la civitas dei contro la civitas satanae – è parte integrante e basilare del presente lavoro. Calliari, in questo libro, dimostrerà indiscutibilmente che satana è il vero, primo ed unico motore di questa strategia sovversiva ed anti-umana, e la ispira con l'unico scopo di farsi adorare dal mondo intero e che sta conoscendo l'avvicinarsi di un epilogo temporaneamente vittorioso.

Domando scusa per la lunga introduzione, ma l'importanza dell'argomento trattato e la stessa voluminosità del testo (478 pagine) richiedevano un minimo di approccio critico.

Concludo ribadendo con forza che lo scritto di padre Calliari è un trattato di demonologia veramente completo (neanche da paragonarsi con il più noto, ma contenente grosse deficienze e lacune, Demonologia di von Petersdorff). Pertanto siamo molto felici di poterlo dare alle stampe oggi, sia perché basa la sua preparazione teologica su una dottrina sicura e salda, sia perché indaga i secolari movimenti di scristianizzazione demoniaca rifacendosi allo studio degli autori più prestigiosi in materia antisovversiva (Barruel, Cretineau-Joly, Mons. Delassus, J. Vaquié, de Poncins, Pierre Loyer, Lallemand, i documenti della Revue Internationale des Sociétés secrètes e molti altri), avendo anche l'ardire di servirsi per il suo studio dei famigerati Protocolli come del manuale dell'inquisizione meglio noto come Malleus maleficarum. Ciliegina sulla torta, essendo stato anche esorcista nella pratica, l'Oblato Calliari dedica la parte finale del suo lavoro al tema vero e proprio della possessione, presentando casistiche di esorcismo ed analizzando i fatti nel concreto.

Noi, ormai da quasi tre decenni, cerchiamo di mettere un po' di luce in quelle zone oscure della storia, attraverso il nostro sito e le nostre edizioni. Se la tentazione tocca tutti noi senza eccezione (dai più grandi santi ai più piccoli dei peccatori), possa almeno la conoscenza della tattica usata dal nemico – che è sempre più o meno la stessa da duemila anni a questa parte – metterci sull'allarme ed aiutarci nella difesa dei suoi assalti, sia spirituali che intellettuali.

Come sempre, ringrazio i lettori per averci seguito fin qui, invitandoli caldamente allo studio del testo di Paolo Calliari.

Lorenzo de Vita
Sostienici con una donazione: www.coscienzamaschile.com/dona

Riverrun, past Eve and Adam's, from swerve of shore to bend of bay, brings us by a commodius vicus of recirculation back to Howth Castle and Environs

Risposta rapida

Attenzione: non sono stati aggiunti messaggi in questa discussione negli ultimi 120 giorni.
A meno che tu non voglia realmente rispondere, prendi in considerazione l'idea di iniziare un nuova discussione.

Nota: questo messaggio verrà visualizzato solamente dopo essere stato approvato da un moderatore.

Nome:
Email:
Verifica:
Lasciare vuota questa casella:
Digita le lettere visualizzate nell'immagine
Ascolta le lettere visualizzate / Carica una nuova immagine

Digita le lettere visualizzate nell'immagine:
Cognome del Presidente della Repubblica (minuscolo)?:
Scorciatoie: ALT+S invia msg / ALT+P anteprima