Da dove viene l'ossessione per l'ingegneria sociale

Aperto da Finnegan, 8 Novembre 2023, 04:32:42 PM

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Finnegan

Ti sei mai chiesto il perché di questa recente ossessione per l'ingegneria e la pianificazione sociali? Le loro radici risalgono almeno al '500 (opere su civiltà utopiche pianificate, con gli uomini programmati geneticamente e allevati come bestiame). Sono quindi ben più antiche delle esigenze degli affari.

Viviamo in un'orgia di simbolismo gnostico e neoplatonico che ancora ci avvolge. Joyce è stato tra i pochi autori a ironizzarci su, e non ha mai smesso di divertrsi con quest'accozzaglia pagana. Il suo istruttore di questa tradizione cabalistica fu il famoso AE (George Russell) che Joyce ringrazia formalmente in Finnegans Wake con una formula precisa ma derisoria: "AE"IOU (A. E. I Owe yoU). Ora, per il platonico come per lo gnostico, un simbolo, o una poesia, è semplicemente un segno che collega il Paradiso e l'Inferno. L'arte e la bellezza rimandano da questo mondo a un altro mondo da cui tutti siamo caduti. Secondo questa antica visione pagana, oggi così predominante, l'uomo è un angelo caduto. Per molti anni Maritain ha spiegato questa visione pagana dell'uomo come un angelo che guida una macchina, il suo corpo (L'architetto Le Corbusier, discendente da una famiglia albigese, definì i suoi obbrobri "macchine per abitare"). Pertanto, data la premessa pagana secondo cui l'uomo è semplicemente un angelo caduto, l'ideale del moderno umanesimo industriale è abbastanza coerente. Rinforziamo l'angelo caduto e mettiamolo in macchine sempre più potenti finché il mondo intero assomiglierà a Marilyn Monroe in una Cadillac decappottabile.
L'ossessione per il moderno transumanesimo, dell'ibridazione uomo-macchina, viene da lì.
Alimentati dalla magia dell'occhio della telecamera e dai mezzi per duplicare universalmente le sue immagini, abbiamo iniziato ad avvicinarci alla realizzazione di questo sogno angelico.
In questa visione angelica l'attività dell'arte non ha nulla a che fare col risveglio delle facoltà cognitive (ne dirò in altro topic) tipica di ogni processo artistico né con il nostro potere miracoloso di "incarnare" (ricreare) il mondo esterno con l'atto stesso della percezione.
È piuttosto un mezzo per sollevarci dalla nostra condizione umana e per riportarci al mondo divino da cui siamo caduti alla nascita. In questa visione l'artista diventa tutt'uno con il superuomo nietzscheano, il transvalutatore di valori. La realtà non deve essere considerata attendibile o venerata, ma deve essere rifatta dagli ingegneri sociali.

Si scontrano due visioni opposte: da un lato l'essere umano considerato una macchina da programmare, dall'altro l'uso dell'arte (che non ha una funzione di intrattenimento) come pillola rossa, come mezzo per risvegliare gli uomini e farne dei cittadini consapevoli. Ne riparleremo
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Riverrun, past Eve and Adam's, from swerve of shore to bend of bay, brings us by a commodius vicus of recirculation back to Howth Castle and Environs

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