Discriminazioni giudiziarie contro gli uomini

Aperto da Serenissimo, 6 Settembre 2018, 07:02:04 PM

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Serenissimo

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    Che vi sia una differenza tra uomini e donne (a scapito degli uomini) nelle pene e nell'incarcerazione a parità di reato e movente è cosa risaputa (riscontrabile nelle sentenze e misure di polizia, infatti la donna tende ad essere ritenuta più "debole" e "inoffensiva" e soprattutto "vittima" a prescindere) ed è testimoniata da diversi studi:

    Una ricerca dell'Università di San Francisco, pubblicata anche sul Berkeley Journal of Gender, Law & Justice, afferma:
    "Abbiamo anche esaminato, attraverso questo studio e precedenti studi della California, i dati più generali sulle disparità di genere nel condannare a morte e abbiamo trovato una sostanziale disparità riguardante il genere-dell'-imputato e il genere-della-vittima. Le donne colpevoli di omicidio capitale hanno molte meno probabilità degli uomini di essere condannate a morte, e gli imputati che uccidono le donne hanno di gran lunga maggiori probabilità di essere condannati a morte degli imputati che uccidono gli uomini. Noi sosteniamo che tutti questi risultati sono in linea con le norme cavalleresche, e possiamo concludere che, nelle decisioni dei pubblici ministeri di chiedere la morte e nelle decisioni delle giurie di imporla, la cavalleria sembra essere viva e vegeta."
    FONTE: [Shatz, Steven F. and Shatz, Naomi R., Chivalry is Not Dead: Murder, Gender, and the Death Penalty (February 19, 2011). Univ. of San Francisco Law Research Paper No. 2011-08; Berkeley Journal of Gender, Law & Justice, Vol. 27, No. 1, 2012.].

    Sonja B. Starr dell'Università del Michigan ha riscontrato che "le arrestate femmine hanno significativamente più probabilità di evitare accuse e condanne del tutto, e due volte più probabilità di evitare il carcere se condannate", e che a parità di reato e movente, gli uomini subiscono, mediamente, pene del 63% più severe rispetto alle donne.
    FONTE: [Starr, Sonja B., Estimating Gender Disparities in Federal Criminal Cases (August 29, 2012). University of Michigan Law and Economics Research Paper, No. 12-018.]

    Theodore R. Curry e colleghi dell'University of Texas hanno "trovato l'evidenza che i delinquenti che vittimizzavano femmine ricevevano condanne sostanzialmente più lunghe dei delinquenti che vittimizzavano maschi. I risultati mostrano anche che gli effetti del genere delle vittime sulla lunghezza delle sentenze sono condizionate dal genere dell'autore del reato, in modo tale che i delinquenti maschi che vittimizzavano le femmine ricevevano le condanne più lunghe di qualsiasi altra combinazione genere della vittima/genere dell'autore del reato".
    FONTE: [Theodore R. Curry, Gang Lee, S. Fernando Rodriguez (2004). Does Victim Gender Increase Sentence Severity? Further Explorations of Gender Dynamics and Sentencing Outcomes. Crime & Delinquency 50:319–43.]

    Addirittura secondo le statistiche del Dipartimento di Giustizia statunitense (che inizialmente non divise questo dato a seconda del genere, ma grazie ad Alan Dershowitz del Washington Times, che chiese agli autori di farlo, vennero alla luce i risultati), le donne che uccidono i propri mariti hanno il 12,9% di probabilità di essere assolte e il 17% di ottenere la libertà condizionale, mentre i mariti che uccidono le mogli hanno solo il l'1,4% di possibilità di essere assolti e appena l'1,6% di ottenere la libertà condizionale. Inoltre, le donne colpevoli di aver ucciso i propri mariti ricevono una condanna media di 6 anni, mentre gli uomini colpevoli di aver ucciso le proprie mogli ricevono una condanna media di 17 anni. (Per comparazione, la sentenza media per l'omicidio di un non-familiare, negli USA, è di 14,7 anni).
    FONTE: [Michael Weiss, Cathy Young. Feminist Jurisprudence: Equal Rights Or Neo-Paternalism? Policy Analysis No. 256, Cato Institute, June 19, 1996.]

    Anche fonti femministe, come uno studio del 2012 su "Feminist Criminology" confermano il dato, mostrando che a parità di crimine, nei reati sessuali, gli uomini ricevono condanne più lunghe:
    "L'ipotesi "donna cattiva" affermerebbe che le donne siano condannate più duramente, ma i dati mostrano che gli uomini ricevono condanne più lunghe per i reati sessuali rispetto alle donne. Il supporto è fornito per l'"ipotesi cavalleria" per spiegare l'immediata disparità di condanna".
    FONTE: [Embry R & Lyons Jr. PM. (2012) Sex-based sentencing: sentencing discrepancies between male and female sex offenders. Feminist Criminology, 7(2):146-162.]

    In aggiunta, uno studio del 2013 afferma che "non è sorprendente che Mellor e Deering (2010) abbiano trovato atteggiamenti differenti nei confronti di abusi sessuali infantili perpetrati da maschi e da femmine in un campione di 231 psichiatri, psicologi, psicologi in prova e operatori di protezione dell'infanzia. I perpetratori femminili avevano più possibilità di essere trattati con clemenza, portando ad una minimizzazione degli abusi sessuali commessi da donne su bambini [...]. Inoltre, il sistema di giustizia penale sembra essere discriminante nei confronti dei maschi. Sandler e Freeman (2011) hanno trovato che al sesso femminile si riduce significativamente la probabilità di incarcerazione per i trasgressori condannati per reati sessuali. Deering e Mellor (2009) hanno confermato un minor tempo di carcere e un più breve periodo di fermo per le pedofili femminili nel loro studio australiano. In termini di politiche di arresto, Felson e Pare (2007) hanno dimostrato che è particolarmente improbabile che la polizia arresti donne che aggrediscono i loro partner maschili. Gli stessi risultati sono stati precedentemente riportati da Brown (2004).".
    FONTE: [Koller, Jürgen. "The ecological fallacy" (Dutton 1994) revised. Journal of Aggression, Conflict and Peace Research 5.3 (2013): 156-166.]

    Secondo uno studio dell'Università di Harvard, non si salverebbero da questo gap sessista (che viene paragonato a quello razzista nelle percentuali) neanche gli omicidi veicolari:
    "In particolare, le caratteristiche delle vittime sono importanti determinanti della condanna tra gli omicidi veicolari, dove le vittime sono fondamentalmente casuali e dove il modello ottimale di punizione prevede che le caratteristiche delle vittime debbano essere ignorate. Tra gli omicidi veicolari, i conducenti che uccidono donne ottengono il 56 per cento di sentenze più lunghe. I conducenti che uccidono neri ottengono il 53 percento di sentenze più corte.".
    FONTE: [Bruce Sacerdote and Edward Glaeser. "Vengeance, Deterrence, and Incapacitation." The Journal of Legal Studies 32, 2 (June 2003).]

    Una ricerca statunitense del 2001 su 77.236 casi federali ha esaminato le differenze nelle sentenze per quanto riguarda i reati di rapina in banca, traffico di droga, possesso/traffico di armi, furto, frode e immigrazione, trovando che maschi e neri avevano meno probabilità di ottenere assoluzione quando questa opzione era disponibile, meno probabilità di ricevere diminuzioni di pena e più probabilità di ricevere aumenti di pena rispetto a bianchi e a femmine.
    FONTE: [Mustard, D. (2001). Racial, ethnic and gender disparities in sentencing: Evidence from the U.S. federal courts. Journal of Law and Economics, 44, 285-314.]

    Uno articolo del 2000 su Criminal Justice Policy Review mostra come ancora nel 2000, a Chicago, Miami e Kansas City, le donne continuavano ad avere minori percentuali di incarcerazione. Inoltre, sebbene la discriminazione colpisse maggiormente gli uomini di colore rispetto ai bianchi, non vi era differenza nel trattamento a seconda dell'etnia per quanto riguardava le donne.
    FONTE: [Spohn C and Beichner D (2000) "Is Preferential Treatment of Females Offenders a Thing of the Past? A Multisite Study of Gender, Race, and Imprisonment". Criminal Justice Policy Review vol 11 no 2 pp 149–84.]

    Questo stesso risultato è stato confermato da una ricerca del 2006 sul Journal of Quantitative Criminology.
    FONTE: [Darrell Steffensmeier, Stephen Demuth. Does Gender Modify the Effects of Race–ethnicity on Criminal Sanctioning? Sentences for Male and Female White, Black, and Hispanic Defendants. J Quant Criminol (2006) 22:241-261.]

    Minore possibilità di incarcerazione per le donne e sentenze più lunghe per gli uomini sono state trovate anche per quanto riguarda i dati del Sud dell'Australia, come riportato da uno studio del 2010 su Current Issues in Criminal Justice.
    FONTE: [Jeffries, Samantha & Bond, Christine (2010) Sex and sentencing disparity in South Australia's higher courts. Current Issues in Criminal Justice, 22(1), pp. 81-97.]

    Addirittura nel Regno Unito le linee guida hanno richiesto ai giudici di sentenziare le donne.

    P.S: Ovviamente questo vale in tutto il mondo perchè in tutto il mondo vige lo stereotipo "uomo forte e rude/donna debole, inerme e inoffensiva". Inoltre va detto che sicuramente in Italia questo gap a sfavore degli uomini è ancora maggiore di quanto avviene negli USA, cioè in un nazione in cui la giustizia verso le donne è più severa a confronto rispetto alla giustizia italiana verso le donne, infatti negli USA il "gap" percentuale tra uomini e donne carcerate (92% uomini, 8% donne) è minore del relativo "gap" in Italia (97% uomini, 3 % donne), quindi in Italia in Italia la sproporzione di severità tra donen e uomini è ancora maggiore. Questo significa che in Italia tale disparità a scapito maschile nella giustizia è sicuramente ancora più netta rispetto alla pur già drammatica disparità a scapito maschile negli USA.
Da una dona a un molin no gh'è gran diferenza.

Finnegan

#1
A quanto pare niente quote rosa in galera, paragonate agli uomini le donne godono quasi dell'impunità. Gli uomini sono cosiderati quasi schiavi molesti, da sfruttare e all'occorrenza punire.
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Riverrun, past Eve and Adam's, from swerve of shore to bend of bay, brings us by a commodius vicus of recirculation back to Howth Castle and Environs

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