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Citazione di: Finnegan il 19 Settembre 2020, 03:37:31 PMNon sono assolutamente d'accordo. Suor Maria è solo per metà Madre Teresa e quindi non suggerisce per nulla una Chiesa terrestre, anzi, il fenomeno dei cigni che le fanno visita, la riportano nel seno della tradizione trascendentale, del mistero, dell'agiografia che ha del soprannaturale. Nè tanto meno offre l'immagine di una Chiesa collusa nel traffico dei migranti, visto che è lei ad essere emigrata in Africa. Quindi è una salviniana, una di quelle che li aiuta a casa loro. Ma ciò che mi fa rimanere perplesso è che nessuno vede la conversione di Jep, che è progressiva e inevitabile dopo l'incontro con la santa. Quale differenza c'è tra Viola e Jep? Una sola: che la donna esce da quel mondo e si fa missionaria; lui invece rimane in quel mondo, ma torna a scrivere per indicare la via della salvezza. E' lui che fa intendere la volontà di preparare un libro/saggio sul tema della grande bellezza. E' lui che trova una missione da compiere nel mondo della cultura, all'età di 65 anni, per salvare la cultura dal nichilismo. E attenzione: quale amore rimpiange? Quello carnale? No, quello spirituale, ovvero quel tipo di amore affettivo che mi sono sforzato di spiegare più di una volta che non lo ha creato il Romanticismo ma il Cristianesimo per primo con San Paolo e Sant'Agostino e che divenne caratteristica peculiare e fondamento del matrimonio cristiano. Ora per me non è la prima volta che leggo commenti negativi sul film di Sorrentino. Tuttavia tutte le volte faccio una semplice domanda "Chi è la grande bellezza" e nessuno dei suoi detrattori mi sa rispondere.
Appunto, non c'è alcun afflato spirituale nel film, anzi vi si scorge una sottesa anti-trascendenza (i vescovi e l'arte come incarnazione del male). "Madre Teresa" (già dal nome che viene spontaneo darle) suggerisce la Chiesa terrestre, umanitaria, una burocrazia del sociale collusa col governo nella lucrosa gestione dei migranti.
CitazioneInsomma, la Madre Teresa di Sorrentino è ben distante dalla concretezza della Santa, pare rappresentare sì una forma di semplicità, ma piuttosto evanescente. "Le radici sono importanti" è cosa altra da "Convertiti e credi al Vangelo", e infatti Gambardella non riparte dal Cristianesimo ma da un amore (o da un'infatuazione?) vecchio di decenni. Non è indicata una via oggettiva (il Cristianesimo), ma soggettiva, da ricercare in noi stessi (le nostre origini). Tra l'altro, ci si potrebbe domandare quale sarebbe stata la vita di Gambardella se avesse coltivato quel giovanile amore; io azzardo che, mutatis mutandis, si sarebbe ritrovato ad essere protagonista del processo di decadenza, a cui solo il Cristianesimo può essere argine. Il Cristianesimo per Sorrentino sembra però essere come una forma - forse privilegiata - di quella semplicità e purezza d'animo cui accennavo, non l'unica via, ma una species del genus; sospetta è poi la ridicolizzazione dell'alto prelato invitato alla festa finale, che si pone in antitesi rispetto alla suora, come il male nei confronti del bene. Sospetta, dicevo, perché potrebbe tradire l'ingenua, ma non rara, opinione che la gerarchia della Chiesa Cattolica, per incarnare appieno la propria missione evangelica, dovrebbe imitare la suora, rinunciando alle sue forme di governo, alla sua filosofia, alla ragione, e ai fasti della bellezza artistica.Appunto, non c'è alcun afflato spirituale nel film, anzi vi si scorge una sottesa anti-trascendenza (i vescovi e l'arte come incarnazione del male). "Madre Teresa" (già dal nome che viene spontaneo darle) suggerisce la Chiesa terrestre, umanitaria, una burocrazia del sociale collusa col governo nella lucrosa gestione dei migranti.
Citazione di: Il Conte di Lautréamont il 19 Settembre 2020, 10:36:55 AMAndiamo, perfino gente del cinema ha evidenziato la concretissima lottizzazione e da parte del partito al potere, con tanto di citazione di Letta e compagni che per poco non hanno querelato. Cosa può mai venire di buono da un simile verminaio?
Non capisco perchè ci si deve vedere sempre il marcio nei film di Sorrentino.
Citazione di: Finnegan il 18 Settembre 2020, 08:40:21 PMA me non ha dato per nulla questa sensazione. Innanzitutto non è vero che ha ridicolizzato il ceto medio. Lui ha preso in giro tutta la società, la civitas di oggi, immeritevole dei monumenti di ieri, senza esclusioni di colpi, tant'è vero che per far vedere un'anima buona deve farla resuscitare dal passato. Stefania, scrittrice radical chic ( che possiamo dedurre femminista di sinistra ed esempio fulgido di de-meritocrazia ) viene criticata dallo stesso protagonista, perchè personaggio culturale mediocre che ha fatto carriera grazie alla politica. Lui, Jep, è uno scrittore noto e importante giornalista, non classificabile come ceto medio, perchè è esponente di spicco del mondo culturale romano. Romano, scrittore teatrale, è altro rappresentante della cultura preso di mira per la sua mediocrità. A me sembra che Sorrentino se la prende innanzitutto con il mondo culturale e dell'informazione, il cosiddetto quarto potere. Poi c'è il ceto medio, ma...c'è un grande MA. E' così importante prendersela direttamente con le altre categorie, quelle del potere, ( giudici, politici, forze dell'ordine, la grande imprenditoria, l'alta finanza ) se provengono tutte quante da quel ceto medio che lui contesta? Può il politico di oggi non sentirsi offeso da questo film perchè non è chiamato in causa direttamente? Pensi veramente che una società corrotta come quella dileggiata dal regista possa eleggere grandi politici? Tutt'altro e il riferimento inquietante è posto all'inizio, a quei 15 minuti "politici" che ti hanno fatto addormentare. Chi è il ceto medio e il mondo culturale? Sono marionette manovrate dal potere, il quale però non è migliore di loro e non compare direttamente nel film solo perchè sta dietro le quinte. Perchè forse vedi chi manovra le marionette sul Gianicolo? E quindi tutta la mondanità, la volgarità, il sesso usa e getta, il rave party sono i nuovi strumenti del panem et circenses con cui gli uomini di potere, non certo migliori di quegli uomini dileggiati, ma solo più furbi, legittimano la loro leadership. Ma lui ne ha accennato all'inizio, non poteva farne il soggetto del film, che in tal caso si sarebbe chiamato "La grande bruttezza".
Il film è l'ennesimo attacco all'ormai inesistente ceto medio, accusato in forma vicaria delle nefandezze della classe al potere che la pellicola non scalfisce. Non una parola sulla burocrazia, e de-meritocrazia che ci opprimono, la politicizzazione della vita economica e sociale.
Servillo e comprimari sono l'archetipo del guitto, della macchietta che si profonde in smorfie disgustose per additare l'elettorato avversario al pubblico ludibrio.
E questo sarebbe "cristiano"? Madre Teresa non c'entra nemmeno di striscio.
Citazione di: Finnegan il 18 Settembre 2020, 10:40:46 AMSe è per questo "La grande Bellezza" si discosta completamente anche dai suoi film oltre che ai classici italiani. Dimmi che cosa ha in comune questo film con "Il Divo"? Tolto Toni Servillo nient'altro.
Credo che questo post valga molto più del film, un pasticcio ideologizzato che non a nulla a che vedere col classico cinema italiano
Citazione di: Il Conte di Lautréamont il 17 Settembre 2020, 10:03:34 PMCredo che questo post valga molto più del film, un pasticcio ideologizzato che non a nulla a che vedere col classico cinema italiano
Mi è capitato spesso di parlare di questo film in termini estremamente positivi, proprio perchè fa una critica spietata della società contemporanea e tutte le volte mi sono accorto, invece, di quanto sia stato detestato dal pubblico italiano. Tralascio la ricerca del perchè a chi è più intelligente e più paziente di me e mi fiondo subito nella spiegazione dell'importanza di questo film. Innanzitutto i 15 minuti iniziali sono basilari e lo può capire chi ha studiato il surrealismo. Il regista compie una serie di associazioni libere, quasi delle vedute oniriche su Roma, con lo scopo di introdurre i personaggi che non sono altro che dei "non personaggi", con lo stesso significato che avevano i protagonisti dei romanzi di Dickens: maschere carnevalesche, burattini, teatranti o forse andrebbero meglio definiti come pure e semplici caricature. E qui subito si stabilisce un feroce contrasto tra gli uomini del passato che hanno creato Roma, con l'umanità presente che si "gode" Roma, distruggendosi e quindi distruggendola ( giacchè la città non è fatta solo di pietra ma anche di persone, la città sono i suoi abitanti ). La galleria di uomini e donne non è altro che un atlante dei vizi capitali della capitale italiana. Non ce ne uno che si salvi, a parte il protagonista che almeno ha una crisi di coscienza nel momento in cui lui incontra la grande bellezza e Viola che dopo la morte del figlio dona tutti i suoi beni alla Chiesa cattolica e diventa una missionaria in Africa. Alla fine del film tutti si sono chiesti che cosa fosse questa "grande bellezza". Eppure era lì, talmente caricaturata, che non se ne è accorto nessuno. Basta andare a leggere le distorte recensioni reperibili su internet o sui giornali del periodo. Eppure è semplice, la "grande bellezza" è suor Maria, l'alter ego di Madre Teresa di Calcutta, che piomba nella trama sotto forma di una potentissima ierofania e costringe le persone a ragionare sul senso della vita. Che sia lei la "grande bellezza" non ci sono dubbi, ma ovviamente i critici di oggi non hanno più gli occhi allenati nel riconoscere i simboli: ve la ricordate la scena in cui lei riceve nella notte la visita dei cigni? Similia cum similibus. E quando sembra che il regista voglia dire "guardate è proprio lei la grande bellezza" subito la fa sorridere con tutta la bocca orrendamente sdentata. E che ci fa questo personaggio in mezzo a tanta volgare profanità? Perchè il film è ambientato a Roma e non poteva essere ambientato da altre parti, ovvero nel centro della storia del mondo che è coincisa con la nascita del Cristianesimo. E così il regista non poteva rinunciare a ricorrere ad una santa per introdurre quella ierofania che salva l'umanità dall'inferno della vita. Già l'inferno, che il comune mortale pensa confusamente che sia una valle di lacrime. Niente affatto. Sorrentino chiama inferno il nulla che si cela dietro alle azioni di tutti quei vuoti personaggi, quel nulla che, come direbbe Baudelaire, con uno sbadiglio s'ingoierebbe il mondo.
"Sono anni che tutti mi chiedono perchè non torno a scrivere un nuovo libro. Ma guarda 'sta gente, 'sta fauna. Questa è la mia vita. Non è niente. Flaubert voleva scrivere un romanzo sul niente, non c'è riuscito. Ci posso riuscire io?"
Il film ha indicato una via oltre al nichilismo.
Citazione di: Il Conte di Lautréamont il 17 Settembre 2020, 10:03:34 PMImmaginavo vi fosse una lettura del genere, era chiaramente surrealista ma non avevo elementi per capire, grazie per la spiegazione
Mi è capitato spesso di parlare di questo film in termini estremamente positivi, proprio perchè fa una critica spietata della società contemporanea e tutte le volte mi sono accorto, invece, di quanto sia stato detestato dal pubblico italiano. Tralascio la ricerca del perchè a chi è più intelligente e più paziente di me e mi fiondo subito nella spiegazione dell'importanza di questo film. Innanzitutto i 15 minuti iniziali sono basilari e lo può capire chi ha studiato il surrealismo. Il regista compie una serie di associazioni libere, quasi delle vedute oniriche su Roma, con lo scopo di introdurre i personaggi che non sono altro che dei "non personaggi", con lo stesso significato che avevano i protagonisti dei romanzi di Dickens: maschere carnevalesche, burattini, teatranti o forse andrebbero meglio definiti come pure e semplici caricature. E qui subito si stabilisce un feroce contrasto tra gli uomini del passato che hanno creato Roma, con l'umanità presente che si "gode" Roma, distruggendosi e quindi distruggendola ( giacchè la città non è fatta solo di pietra ma anche di persone, la città sono i suoi abitanti ).
CitazioneECCO COME E PERCHE' "LA GRANDE BELLEZZA" DI PAOLO SORRENTINO HA VINTO L'OSCARpremesso che "ogni ha i suoi gusti", vorrei spezzare una lancia a favore del film.
Postato il Mercoledì, 05 marzo @ 06:27:09 GMT di davide
DI SERGIO DI CORI MODIGLIANI
http://sergiodicorimodiglianji.blogspot.it"
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