Milo Manara

Aperto da Waldgänger, 17 Maggio 2020, 09:42:20 AM

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Waldgänger

...E niente, non c'è verso; la musa ispiratrice dell'uomo del post-Umanesimo è sempre e solo femmina.
Il sacrificio maschile è dovuto, quindi invisibile.
Da alcuni lustri vado ripetendo - vox clamans in deserto - che andrebbe approfondito il Matriarcato Psichico dell'area mediterranea; l'unico che ne abbia parlato (con profonda cognizione di causa) è Armando, sulla scorta della sua accurata conoscenza di Erich Neumann e relativi studi sulla mitologia euro-asiatica.
Ho digitato "ricerca" anche in questo forum: nessun risultato.
https://www.artribune.com/arti-visive/2020/05/le-donne-lavoratrici-in-prima-linea-nella-lotta-contro-il-covid-19-lomaggio-di-milo-manara/ .

Finnegan

#1
Credo ne abbia parlato anche Ernst Bernhard, il terapeuta di Bobi Bazlen. Cosa puoi dirci del matriarcato psichico?
D'altra parte, il femminismo è cominciato ed è molto più forte nei Paesi non-mediterranei e penso che Manara abbia disegnato quei fumetti per motivi di propaganda, più che per una ispirazione femminile.
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Waldgänger

Citazione di: Finnegan il 17 Maggio 2020, 12:17:45 PM
Cosa puoi dirci del matriarcato psichico?
...Io ben poco, essendo - come ho detto - un "rozzo" in materia filosofica: Armando ha parlato così tanto di Neumann (soprattutto su "Il Covile"), che ho comprato "Storia delle origini della coscienza" e l'ho trovato piuttosto difficile, perché presuppone un background sofisticato (studi classici). E' più approcciabile e divulgativo Dieter Lenzen.
In effetti, ho privilegiato la militanza attiva: a proposito della quale - dopo l'esperienza dell'associazionismo dei padri separati, disastrosamente divisiva - sposo (so che dirlo qui è una spina nel fianco) la visione ecumenica di Rino: superare i distinguo nella QM per elaborare una sintesi del minimo comune denominatore.
Da questo punto di vista, appoggio (come Rino) il lavoro che sta facendo Davide S., affiancato dal nostro compagno - nel ns vecchio blog Violenza Donne e nell'indagine col Prof. Macrì - Fabio N.. Stanno raggiungendo una platea che noi - con forum, blog e social - ci sognavamo.
Ho una mia precisa visione sull'immaginario maschile del Materno (altro argomento tabù; chissà perché).
Da autodidatta, ho studiato un po' la psicologia dell'età evolutiva, con focus sull'emancipazione dei figli femmine e maschi; è un qualcosa che ci marchia per sempre.
Ciò che ingabbia il maschio è il mancato conflitto con la madre (vista l'insussistenza del pericolo di con-fusione); tutto l'immaginario maschile sul Femminino sarà fatalmente condizionato dal modello materno; e, simmetricamente, proprio quel (salvifico) conflitto anti-madre, renderà le FF più indipendenti sul piano affettivo-emotivo.

Finnegan

Mai poi Rino finisce con l'appoggiare personaggi ambigui, che sfruttano le sofferenze degli uomini per ottenere visibilità, e prima ancora di ottenere l'ambita poltrona già cominciano a tendere la mano alle femministe, agli LGBT di cui appogiano l'agenda antimaschile, a incensare le donne. Insomma la consueta parabola, molto accelerata, dei politicanti di professione (quale S. è). La presunzione e lo spregio con cui trattano altri uomini (Incel) mostrano che per loro i diritti maschili sono solo uno scalino elettorale da calpestare.
Ricordo Grillo che galvanizzava con i suoi comizi, sembrava che avrebbe cambiato il Paese e invece ha finito per venderci a poteri stranieri che ci stanno cancellando.
Chi riesce a montare un simile carrozzone, con esperti e specialisti che spuntano ogni giorno dal cappello, e "volenterosi" collaboratori che passano informazioni non facilmente reperibili, ha agganci con strutture di potere (provate a farlo voi e ditemi i risultati) e prima o poi presenta il conto sotto forma di delusione e tradimento, la norma della poltica italiana da almeno 30 anni.
Di norma non può esserci conflitto con la madre perché spetta al padre "svezzare" il figlio, per questo la nostra società ha abolito i padri per farne degli eterni poppanti consumatori.
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Waldgänger

Citazione di: Finnegan il 17 Maggio 2020, 03:47:03 PM
Di norma non può esserci conflitto con la madre perché spetta al padre "svezzare" il figlio, per questo la nostra società ha abolito i padri per farne degli eterni poppanti consumatori.
...Beh, magari le cose andassero così! saremmo mezzi salvi!
Il conflitto anti-materno del figlio maschio non è previsto, perché manca il pericolo d'identificazione, e quindi il bisogno di contestare al fine di individualizzarsi.
Scampata l'identificazione (che, invece, minaccia le figlie), resta il viluppo, l'abbraccio mortifero, della fusionalità affettiva (Madre uroborica, secondo Neumann, che divora il figlio per re-incorporarlo dopo averlo espulso): in tale fusionalità, non si rischia di divenire Uno (come per le femmine): si resta una diade, ma in una castrante dipendenza reciproca [che, in seguito, verrà rievocata e proiettata su altre donne adulte].
In quell'abbraccio mortifero dovrebbe intervenire il Padre, per enucleare il figlio maschio dall'alveo materno e proiettarlo nella comunità degli adulti.
Dovrebbe; se ancora ci fosse.
Mi chiedo perché, per gli UU, sia sempre stato un tabù analizzare il rapporto col Materno; è da lì che comincia - in assenza del Padre - il proprio cammino di ritorno al bosco.

Finnegan

Come ha scritto Risé: il padre è il grande assente di oggi. E non per caso.
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Waldgänger

...Come dicevo, il Matriarcato Psichico (insito nel nostro DNA culturale, specialmente al Sud, al punto da caratterizzare la cultura mafiosa) e il Materno (irrisolto), sono forieri delle principali disgrazie maschili, sul piano affettivo-emotivo.
Il Materno non-elaborato oscilla fra due estremi: dalla Madre Divorante a quella trascurante.
La prima agisce mediante il Potere dell'Accudimento, come strumento di controllo, instillando una dipendenza che si rivelerà disastrosa durante la vita adulta maschile: ogni figura femminile che s'incontrerà, rievocherà quell'archetipo relazionale; e la giovane donna cercherà di replicare, verso il giovane uomo, quel modello che ha visto caratterizzare il potere della propria madre sul proprio padre.
La Madre trascurante, all'opposto, lascerà nel figlio (ma stavolta in modo del tutto inconsapevole) un bisogno affettivo insoddisfatto, che ricadrà sulle successive giovani donne nel cammino adulto del figlio. La Madre trascurante è incredibilmente più diffusa di quel che appaia: quella maltrattante, che si palesa oggettivamente agli altri come disfunzionale, è fenomeno marginale; la trascurante, invece, è dissimulata, non riconoscibile al di fuori della famiglia.
Non lascerà conseguenze disastrose nella figlia femmina, perché questa, nel suo conflitto oppositivo adolescenziale, si sarà sforzata di affermare un proprio modello di femminilità necessariamente più positivo; ma il figlio maschio, esonerato da quel conflitto salvifico, crescerà con l'animo ridotto a un deserto arido, invocherà un diluvio affettivo e ne ricaverà una palude melmosa, in cui resterà invischiato.

Finnegan

Trascurante è soprattutto il padre, per sentenza del giudice che gli impedisce di vedere i figli e di recidere il cordone ombelicale con la madre.
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Waldgänger

Citazione di: Finnegan il 18 Maggio 2020, 09:15:05 AM
Trascurante è soprattutto il padre, per sentenza del giudice che gli impedisce di vedere i figli e di recidere il cordone ombelicale con la madre.
...Uhm, sì e no. Il Padre è psichicamente assente - in quanto castrato - anche nelle famiglie unite; è divenuto un mammo.
Similmente, in quell'altra agenzia educativa che è la scuola: i prof sono già una minoranza, una riserva indiana; e, come in quest'ultima i discendenti dei grandi guerrieri della prateria-bosco sono diventati alcolisti, così nella scuola i prof si limitano a mimare l'approccio delle loro colleghe-dominanti, vanificando quello che avrebbe dovuto essere il proprio apporto alternativo-complementare.

Finnegan

Anche MGTOW Italia e i PUA dicono che in compagnia delle femmine gli uomini si "betaizzano", perdono "energia maschile" e diventano degli eunuchi. Le relazioni con le donne sono diventate tossiche per la virilità, non dovrebbe essere così ed è un fatto le cui cause andrebbero indagate.
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dotar-sojat

Citazione di: Finnegan il 19 Maggio 2020, 08:23:37 AM
Anche MGTOW Italia e i PUA dicono che in compagnia delle femmine gli uomini si "betaizzano"
e chi ci va? io ci ho provato inutilmente per 20 anni, poi ho smesso per frustrazione (per fortuna, mi vien ora da dire)
i miei amici che invece lo hanno fatto ora sono tutti zerbini, ahiloro... non c'è scampo
conosco anche uomini che da giovani erano abbastanza chud (non avevano problemi nell'avere ragazze) e poi, una volta ammanettati al dito con la fede... zerbini...
Spera nel meglio, aspettati il peggio

Finnegan

#11
E' un fenomeno le cui cause non sono state indagate in dettaglio, ma poitremmo farlo noi.
Da notare che quando un uomo si betaizza, persino la moglie lo lascia quindi fare lo zerbino non gli serve a nulla.
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Waldgänger

Citazione di: Finnegan il 19 Maggio 2020, 12:02:10 PM
E' un fenomeno le cui cause non sono state indagate in dettaglio, ma potremmo farlo noi.
Beta-izzante è TUTTA LA VITA e tutto l'apprendistato sociale del giovane uomo odierno occidentale.
Feci il servizio di leva in un battaglione composto prevalentemente da pastori sardi: ragazzotti schietti, tutti d'un pezzo, con alto senso dell'onore; temprati e frugali; venivano dal bosco e non vedevano l'ora di tornarci.
Stavamo in una caserma che era peggio di un odierno centro accoglienza clandestini: per loro, quello era uno stare a bighellonare fra le mollezze.
Come "continentale" ero stranamente benvoluto fra loro, anche se, al confronto, mi sentivo una signorinella: quando tornavano dalla licenza, mi portavano un assaggio dei loro prodotti agricoli; insieme, rinunciavamo a qualche libera uscita domenicale: loro si procuravano un capretto, mettevano una branda all'aperto e la usavano come griglia.
Togli i momenti camerateschi per soli maschi; aggiungi una scuola femminizzata; il resto viene da sé.

Finnegan

La mancanza di spazi maschili dove formare clan (parola non a caso oggi tabù) è unobdei motivi principali. Ma perché in compagnia delle donne gli uomini si betaizzano? Come mai non reagiscono?

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dotar-sojat

#14
Citazione di: Finnegan il 19 Maggio 2020, 06:37:27 PM
La mancanza di spazi maschili dove formare clan (parola non a caso oggi tabù) è unobdei motivi principali. Ma perché in compagnia delle donne gli uomini si betaizzano? Come mai non reagiscono?

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Secondo me è solamente la paura di rimanere soli, in molti uomini è tale da accettare qualsiasi imposizione femminile.
Senza contare che la condizione di padre divorziato terrorizza per i motivi che ben conosciam.
Senza contare che socialmente  di la "donna single" è quella che fa quello che vuole, sfrutta i maschi a suo piacimento, e magari è anche mantenuta dall ex... l'uomo single è ancora considerato un povero sfigato che non ha trovato nemmeno un cesso da sposare.
Io lo vedo ancora, soprattutto in parenti e amici di famiglia, mio fratello è quello "arrivato" perché è sposato e ha due bimbe, io sono quello che "vive ancora da solo e non ha una ragazza".
Poi ha me fregacazzi, sto bene e cerco sempre di farlo capire alla mia famiglia, ma per tanti sembra sia un'onta, una mancanza, una debolezza, da sfigati...
Eh si che si è sempre detto "meglio soli che..."
Spera nel meglio, aspettati il peggio

Finnegan

#15
Probabilmente la paura di rimanere soli. Questa dipendenza dalla compagnia femminile indica che gli uomini non hanno più una dignità e uno scopo nella vita. Altrimenti una compagna stile Facebook la manderebbero a quel paese e sicuramente non le correrebbero dietro.
Comunque vedo che si sposano donne anche molto belle con uomini sub-beta, obesi e insicuri, che nin avendone mai vista una da vicino credono di aver fatto un grande affare.

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Waldgänger

Citazione di: Finnegan il 19 Maggio 2020, 07:34:54 PM
Probabilmente la paura di rimanere soli. Questa dipendenza dalla compagnia femminile indica che gli uomini non hanno più una dignità e uno scopo nella vita.
E' il frutto del Matriarcato Psichico; l'essere cresciuti avendo, quale paradigma della relazione col Femminino, il Potere dell'Accudimento - instillato dalla Madre Divorante -, cui abbandonarsi con voluttà.
Vi racconterò un fatto personale che vi farà rizzare i capelli e, al contempo, disvelerà molto.
Come padre separato, la mia antagonista più castrante non è stata la madre di mio figlio; ma la MIA.
La madre di mio figlio è una donna del nord Europa, caratterizzata da un femminismo che da noi suona strano: "Non voglio essere mantenuta da te: questo è un utilitarismo che lascio alle italiane. Voglio solo il tempo per poter lavorare: perciò ti chiedo di occuparci di nostro figlio per il 50% del tempo, alla faccia delle idiozie che hanno stabilito questi stupidi giudici italiani".
Detto fatto.
Ma ciò era insopportabile per MIA madre, matriarca del Sud Italia: oltre a considerare una "mezza snaturata" la mia ex, considerava un "mezzo debosciato" me, che intendevo occuparmi di mio figlio. Era l'usurpazione di un ruolo non mio.

Finnegan

Non lamentarti ché ti è andata MOLTO bene

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Waldgänger

Citazione di: Finnegan il 19 Maggio 2020, 09:09:52 PM
Non lamentarti ché ti è andata MOLTO bene.
...Verissimo: sono caduto in piedi; anche per un secondo motivo che dirò subito.

Va premesso che sono stato "temprato" ad una "scuola" che viene risparmiata ai più: sono stato uno dei tanti meridionali emigrati per lavoro al Nord. Quindi, un percorso tutto diverso da coloro che passano dall'accudimento della famiglia d'origine a quello della moglie.

[Nota bene: le figlie femmine - quelle che si sono fortificate nel naturale conflitto oppositivo contro la madre - sono coloro che scalpitano per uscire dalla casa materna. La donna è un animale fortemente territoriale. Le femmine di mammiferi interagiscono sinergicamente con la tana, specialmente in presenza di cuccioli: lì sono capaci di scacciare anche grossi predatori, che non affronterebbero in campo aperto. La donna fa tutt'uno con la casa, rivendica il proprio territorio, nel quale il maschio è tollerato solo se sfruttabile come bestia da soma; due donne - madre e figlia - sono troppe per la stessa tana. Il figlio maschio italiano, invece, resta a crogiolarsi nella tana materna, in quel malsano rapporto che alimenta il Potere - e relativa sudditanza - dell'Accudimento].

E dunque, sono stato padre separato senza alcun appoggio parentale; qui entra in gioco il secondo colpo di fortuna: un lavoro amministrativo in un ente locale, con orari pensati per un personale prevalentemente femminile: due soli rientri pomeridiani alla settimana.
Come avrei fatto, rispetto a mio figlio, con qualunque altro lavoro: dall'impiegato di banca al camionista?
Queste fortune non mi hanno risparmiato dall'assaggiare il Sistema Bibbiano ordito dal Tribunale dei Minori: il giudice istruttore era donna; le due avvocate erano donne; le assistenti sociali e la neuro-psichiatra infantile - figure inutilmente coinvolte dalla giudice per accerchiare il padre e alimentare il Sistema Bibbiano - erano donne. Nelle riunioni, le vedevi tutte lanciarsi furtive occhiate d'intesa. Ed ecco perché sono ugualmente finito in Via del Pratello con gli striscioni dell'associazione.

Finnegan

Forse il problema maggiore non è la territorialità della donna, ma che l'uomo non ha più un territorio. Per questo ciondola per casa, è necessario ristabilire spazi maschili.
Quindi potevi vedere i figli solo in ambiente controllato, sotto lo sguardo vigile delle assistenti sociali?

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Waldgänger

Citazione di: Finnegan il 20 Maggio 2020, 08:31:45 AM
Quindi potevi vedere i figli solo in ambiente controllato, sotto lo sguardo vigile delle assistenti sociali?
...Fortunatamente no; le riunioni erano fra adulti.
Il fatto è che la ex si era affidata ad un'avvocata femminista, che voleva alimentare il conflitto e riteneva che alla sua cliente interessasse - come di default - spremere più soldi possibile.
Il TpM non aspettava altro, per sciorinare tutta la filiera del conflitto e mettere nell'angolo il padre; l'idoneità genitoriale della madre era di default; quella del padre andava verificata.
Solo in un secondo tempo la ex si è resa conto di essere capitata in una banda di fanatiche, e allora ha finto di assecondare il circo, poi, dopo la sentenza, ha proposto: "Senti, freghiamocene delle sentenze e facciamo alla francese; a una donna come me non importa - come invece alle chiocce-matriarche italiane - di affermare un primato materno, io non baso su quello la mia autostima; approfittiamo del fatto che hai tanto tempo libero dal lavoro, prenditi il figlio più spesso che puoi, così io ricavo il tempo per lavorare".
Poi va da sé che siamo sempre stati insieme nei momenti topici del bimbo: pediatra, riunioni a scuola, iscrizioni allo sport, compleanni ecc.
Vi sembrerà strano, ma da quel momento ho dovuto ridurre al minimo attività extra-lavorative e vita sociale.
Quest'ultima, in particolare, è un disastro per il padre italiano: le madri socializzano fra loro proprio in virtù del loro status di madri, con prole sempre al seguito; al parco, in ludoteca, all'uscita da scuola, i bimbi giocano e loro chiacchierano. In tutte quelle occasioni, il genitore maschio è invisibile.
Se si vuole uscire con altri uomini, è semplicemente inconcepibile, in Italia, che qualcuno si porti un figlio piccolo al seguito; quindi: o solo amici adulti; o uscita col bimbo, da soli.
E' lì che scoppia la contraddizione fra l'affido condiviso e la cultura maschile italiana; cioè quella cultura che i padri italiani attribuiscono ai giudici, senza accorgersi che essi stessi ne sono intrisi.
Fra i padri separati dell'associazione, sapete dove andavano quei pochi fortunati che riuscivano a vedere i figli? andavano dai propri genitori (che io non avevo): cercavano un contesto che "facesse famiglia".

Finnegan

Trovo sacrosanto che un padre, specialmente quando è separato, abbia la possibilità di vedere i propri figli.
Ma portando questo concetto all'estremo, arriviamo alla figura del mammo, così diffusa nei Paesi scandinavi: Il padre a sbrigare le faccende di casa e la madre a occuparsi della sua carriera. È un ribaltamento dei ruoli contro natura, come molte altre cose oggi.
Uscire con gli amici in compagnia del proprio figlio va bene, ma bisogna anche favorire la rinascita di spazi maschili, necessari alla sussistenza del "clan"  che è un elemento costitutivo dell'identità maschile.

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johann

non spetta certo a me salire in cattedra e insegnare a nessuno che sopratutto i piccoli maschi mentre dal lato materno si crogiolano nelle coccole della madre dal lato paterno come delle spugne assorbono voracemente ogni aspetto che gli giunge dal'idealizzata figura paterna o in generale da quella maschile più prossima  figura il cui operato cercano di emulare nei propri giochi (mia esperienza diretta con mio nipote)   
se avessi un figlio maschio  piuttosto che seguire la pedagogia educativa femminile applicata ai maschi per effeminarli sin da subito con girotondi e giocherelli da femmine anziche portarlo a passeggiare al parco lo porterei a vedere qualche cantiere edilizio  i trattori al lavoro nei campi   un aeroporto  oppure se la sua indole e' più naturale piuttosto che diventare un "gattaro"  lo porterei in campagna in mezzo agli animali a vedere toccare sporcarsi di quel mondo    gli comprerei quintali di lego e meccano  solo per lui  mi prodigherei con il fai da te per stimolarlo con ogni lavoro che sia squisitamente e prettamente maschile  in cui un padre possa riuscire ad essere di esempio    dal lavorare il legno a lavori di edilizia dalle riparazioni domestiche a quelle delle macchine fare in modo di trarlo dal risucchio della stantia e sentimentaloide palude ginocentrica per coinvolgerlo il più possibile in ogni ambito che conservi prerogative tipicamente maschili a cominciare da mondo della tecnologia applicata per veicolarne l'indole verso lo studio ad esempio della scienza bombardandolo (in senso positivo) con un fiume di esempi maschili edificanti che la storia regala ai maschi e non alle femmine (archimede leonardo galileo ecc ) e più in generale prima che l'omologazione al ribasso effeminana  tenti di fagocitarselo attraverso il mondo della scuola   cercherei di valorizzare, accentuare, marcare, fissare,  nell'embrionale carattere di mio figlio ogni tratto ogni valenza ogni carattere che rimanda alla consapevolezza maschile  marcando distanze, fissando confini, delimitando tutti i limiti, che riesco a trasmettergli con quello femminile  in modo che cresca non credendosi migliore  ma giustamente diverso e distinto dalle femmine   non credendosi un "fuoriserie" rispetto all'insorgente standard effeminato   ma il rappresentante ogoglioso e fiero del sesso maschile e con esso dello stesso ordine sessuato del creato   portatore di una specificita umana di cui avere l'onore di rappresentare e anche l'onere di esserne all'altezza   specificita'  che oltre certe soglie non e' negoziabile per niente e nessuno   specificita' di cui non vergognarsi mai come tutto questo debosciato perche effeminato mondo tentera' di convincerlo     
Un uomo che è un uomo DEVE credere in qualcosa (dal film: il mio nome è nessuno)

Waldgänger

@ Finnegan e @ Johann:

Condivido totalmente la vostra visione su quella che dovrebbe essere la "catena generazionale della maschilità".
Dovrebbe risultar chiaro che stiamo conducendo due discorsi paralleli: voi parlate della famiglia fisiologica, in cui c'è un genitore "educante" ed uno "accudiente" (care-giver, che si occupa dell'educazione affettiva e della "logistica").
Per un padre con affido condiviso (o vedovo), la fisiologia se ne va a ramengo; ciò non è ben chiaro in partenza ai giovani padri, e non lo era neanche a me; intorno al condiviso c'è idealizzazione, che poi viene demolita dalla pratica quotidiana.

Occorre partire dal presupposto che il condiviso è il male minore (rispetto al figlio orfano di genitore vivo); la totale eliminazione del male sarebbe l'indissolubilità del matrimonio.
Tenendo ferma questa premessa, si va poi a vedere che cos'è un vero condiviso, e quanti giovani uomini mammizzati-moglizzati vi sono preparati.

Un padre separato che si rifugia dai propri genitori, si sta avviando verso uno pseudo-condiviso, che presenta dei vantaggi: la propria madre-matriarca non vedrà l'ora di ri-esercitare il Potere dell'Accudimento, stavolta doppio: su figlio e nipote. Ciò lascerà il padre libero di concentrarsi sul proprio specifico ruolo educativo.

Un padre separato che si arrangia in un bilocale, si sta avviando verso un condiviso un po' stentato: l'ambiente domestico paterno risulterà perdente rispetto a quello materno; difficilmente il bimbo vi potrà ricreare i propri spazi.

Il padre separato (e single) che si possa permettere la cameretta per il figlio (è stato il mio caso), parte con un'ottima premessa logistica: lo spazio del bambino replicherà in tutto - a cominciare dal guardaroba - il contesto materno; il bimbo non avrà motivo di preferire l'uno o l'altro.
L'optimum logistico, tuttavia, non significa automaticamente l'optimum genitoriale-paterno, perché il ruolo di educazione alla maschilità verrà fatalmente sacrificato sull'altare dell'accudimento logistico, a meno che il padre non abbia capacità quasi oltre-umane. D'altronde, neppure la madre separata (e lavoratrice) riesce a svolgere un ruolo che vada al di là della logistica di sussistenza.

Una visita dal pediatra per un malanno infantile brucia un intero pomeriggio. Poi c'è il corso sportivo pomeridiano. Poi c'è l'aiuto nei compiti scolastici. Poi ci sono le vaccinazioni obbligatorie all'ASL. Poi ci sono gli acquisti per casa e bambino; in certe fasi i bimbi hanno gli "scatti di crescita": cambiano taglia di vestiario ogni pochi mesi; si sta vivi e morti a far shopping. Ecc. ecc.

Il curare la catena generazionale maschile presuppone che ci sia un altro/a ad assolvere alla logistica-accudimento.
Personalmente, da ex attivista in associazione di padri separati, non ne ho conosciuto UNO SOLO che abbia svolto un condiviso come il mio; ne ho conosciuti alcuni che non sapevano neanche che taglia di vestiario avesse il figlio; ne ho conosciuti altri che hanno spinto per il condiviso solo dopo essersi assicurati la presenza di una nuova partner [attenzione: quest'ultimo è un campo minato, specialmente se si ha una figlia femmina; con un'altra donna in casa, è molto probabile che la figlia smetta di frequentare il padre].

Finnegan

Citazione di: johann il 20 Maggio 2020, 12:32:39 PM
non spetta certo a me salire in cattedra e insegnare a nessuno che sopratutto i piccoli maschi mentre dal lato materno si crogiolano nelle coccole della madre dal lato paterno come delle spugne assorbono voracemente ogni aspetto che gli giunge dal'idealizzata figura paterna o in generale da quella maschile più prossima  figura il cui operato cercano di emulare nei propri giochi (mia esperienza diretta con mio nipote)   
se avessi un figlio maschio  piuttosto che seguire la pedagogia educativa femminile applicata ai maschi per effeminarli sin da subito con girotondi e giocherelli da femmine anziche portarlo a passeggiare al parco lo porterei a vedere qualche cantiere edilizio  i trattori al lavoro nei campi   un aeroporto  oppure se la sua indole e' più naturale piuttosto che diventare un "gattaro"  lo porterei in campagna in mezzo agli animali a vedere toccare sporcarsi di quel mondo    gli comprerei quintali di lego e meccano  solo per lui  mi prodigherei con il fai da te per stimolarlo con ogni lavoro che sia squisitamente e prettamente maschile  in cui un padre possa riuscire ad essere di esempio    dal lavorare il legno a lavori di edilizia dalle riparazioni domestiche a quelle delle macchine fare in modo di trarlo dal risucchio della stantia e sentimentaloide palude ginocentrica per coinvolgerlo il più possibile in ogni ambito che conservi prerogative tipicamente maschili a cominciare da mondo della tecnologia applicata per veicolarne l'indole verso lo studio ad esempio della scienza bombardandolo (in senso positivo) con un fiume di esempi maschili edificanti che la storia regala ai maschi e non alle femmine (archimede leonardo galileo ecc ) e più in generale prima che l'omologazione al ribasso effeminana  tenti di fagocitarselo attraverso il mondo della scuola   cercherei di valorizzare, accentuare, marcare, fissare,  nell'embrionale carattere di mio figlio ogni tratto ogni valenza ogni carattere che rimanda alla consapevolezza maschile  marcando distanze, fissando confini, delimitando tutti i limiti, che riesco a trasmettergli con quello femminile  in modo che cresca non credendosi migliore  ma giustamente diverso e distinto dalle femmine   non credendosi un "fuoriserie" rispetto all'insorgente standard effeminato   ma il rappresentante ogoglioso e fiero del sesso maschile e con esso dello stesso ordine sessuato del creato   portatore di una specificita umana di cui avere l'onore di rappresentare e anche l'onere di esserne all'altezza   specificita'  che oltre certe soglie non e' negoziabile per niente e nessuno   specificita' di cui non vergognarsi mai come tutto questo debosciato perche effeminato mondo tentera' di convincerlo     
Tutto questo è possibile moglie sabotatrice permettendo. Se un uomo prova ad insegnare ai figli qualcosa di sano, le mogli gli danno del pazzoide, davanti ai figli.
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Finnegan

Citazione di: Waldgänger il 20 Maggio 2020, 05:03:42 PM
@ Finnegan e @ Johann:

Condivido totalmente la vostra visione su quella che dovrebbe essere la "catena generazionale della maschilità".
Dovrebbe risultar chiaro che stiamo conducendo due discorsi paralleli: voi parlate della famiglia fisiologica, in cui c'è un genitore "educante" ed uno "accudiente" (care-giver, che si occupa dell'educazione affettiva e della "logistica").
Per un padre con affido condiviso (o vedovo), la fisiologia se ne va a ramengo; ciò non è ben chiaro in partenza ai giovani padri, e non lo era neanche a me; intorno al condiviso c'è idealizzazione, che poi viene demolita dalla pratica quotidiana.

Occorre partire dal presupposto che il condiviso è il male minore (rispetto al figlio orfano di genitore vivo); la totale eliminazione del male sarebbe l'indissolubilità del matrimonio.
Tenendo ferma questa premessa, si va poi a vedere che cos'è un vero condiviso, e quanti giovani uomini mammizzati-moglizzati vi sono preparati.

Un padre separato che si rifugia dai propri genitori, si sta avviando verso uno pseudo-condiviso, che presenta dei vantaggi: la propria madre-matriarca non vedrà l'ora di ri-esercitare il Potere dell'Accudimento, stavolta doppio: su figlio e nipote. Ciò lascerà il padre libero di concentrarsi sul proprio specifico ruolo educativo.

Un padre separato che si arrangia in un bilocale, si sta avviando verso un condiviso un po' stentato: l'ambiente domestico paterno risulterà perdente rispetto a quello materno; difficilmente il bimbo vi potrà ricreare i propri spazi.

Il padre separato (e single) che si possa permettere la cameretta per il figlio (è stato il mio caso), parte con un'ottima premessa logistica: lo spazio del bambino replicherà in tutto - a cominciare dal guardaroba - il contesto materno; il bimbo non avrà motivo di preferire l'uno o l'altro.
L'optimum logistico, tuttavia, non significa automaticamente l'optimum genitoriale-paterno, perché il ruolo di educazione alla maschilità verrà fatalmente sacrificato sull'altare dell'accudimento logistico, a meno che il padre non abbia capacità quasi oltre-umane. D'altronde, neppure la madre separata (e lavoratrice) riesce a svolgere un ruolo che vada al di là della logistica di sussistenza.

Una visita dal pediatra per un malanno infantile brucia un intero pomeriggio. Poi c'è il corso sportivo pomeridiano. Poi c'è l'aiuto nei compiti scolastici. Poi ci sono le vaccinazioni obbligatorie all'ASL. Poi ci sono gli acquisti per casa e bambino; in certe fasi i bimbi hanno gli "scatti di crescita": cambiano taglia di vestiario ogni pochi mesi; si sta vivi e morti a far shopping. Ecc. ecc.

Il curare la catena generazionale maschile presuppone che ci sia un altro/a ad assolvere alla logistica-accudimento.
Personalmente, da ex attivista in associazione di padri separati, non ne ho conosciuto UNO SOLO che abbia svolto un condiviso come il mio; ne ho conosciuti alcuni che non sapevano neanche che taglia di vestiario avesse il figlio; ne ho conosciuti altri che hanno spinto per il condiviso solo dopo essersi assicurati la presenza di una nuova partner [attenzione: quest'ultimo è un campo minato, specialmente se si ha una figlia femmina; con un'altra donna in casa, è molto probabile che la figlia smetta di frequentare il padre].
E' evidente che separazione e divorzio, purtroppo arrecano SEMPRE danno ai figli e alla loro educazione. Troppa gente è favorevole al divorzio, vedendolo come la soluzione "quando l'amore non c'è più" rivelando così una visione del matrimonio come fatto privato, non sociale, finalizzato alla soddisfazione di un interesse individuale ("l'amore").
Però sicuramente il condiviso è il male minore, un padre che non può vedere il figlio è la rovina per quest'ultimo.
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Waldgänger

Citazione di: Finnegan il 20 Maggio 2020, 08:03:11 PM
Tutto questo è possibile moglie sabotatrice permettendo. Se un uomo prova ad insegnare ai figli qualcosa di sano, le mogli gli danno del pazzoide, davanti ai figli.
...Ahimè, quant'è vero ciò!!
Sappiamo che oggi un padre - sposato o convivente, non fa differenza - vive sotto costante ricatto: "O fai come dico io, o ti mando in rovina".
Immaginate cosa significhi, per un figlio, essere educato da due genitori dei quali SA chi sia l'unica cui spetta l'ultima parola.
Lo scardinare il femminismo passa da un solo imperativo maschile (ciò che a molti MRA-antissessisti sfugge del tutto; essi sono concentrati solo sul proprio "qui ed ora"): riappropriarsi dei figli.

Finnegan

Citazione di: Waldgänger il 21 Maggio 2020, 07:11:38 AM
Immaginate cosa significhi, per un figlio, essere educato da due genitori dei quali SA chi sia l'unica cui spetta l'ultima parola.
Questo è il PUNTO FONDAMENTALE di tutta la causa maschile. E il motivo per cui nella coppia l'uomo NON PUO' farsi rispettare.
CitazioneLo scardinare il femminismo passa da un solo imperativo maschile (ciò che a molti MRA-antissessisti sfugge del tutto; essi sono concentrati solo sul proprio "qui ed ora"): riappropriarsi dei figli.
Ma anche farli, ché con queste donne neppure la continuità di un popolo è assicurata.
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Waldgänger

Citazione di: Finnegan il 21 Maggio 2020, 09:34:08 AM
Ma anche farli, ché con queste donne neppure la continuità di un popolo è assicurata.
Su questo ho una mia visione; che (ho scoperto a posteriori) sarebbe quella MGTOW: no taxation whitout representation.
Completo sciopero di tutta la maschilità planetaria; diventare renitenti in tutti gli aspetti comunitari, matrimonio e paternità compresi.
Se il governo coreano è stato messo in crisi da quelle quattro sgallettate di "femministe dei 4 No", possiamo provarci pure noi, a livello globale.

Finnegan

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Waldgänger

#30
Citazione di: dotar-sojat il 19 Maggio 2020, 06:49:56 PM
Secondo me è solamente la paura di rimanere soli, in molti uomini è tale da far accettare qualsiasi imposizione femminile.
Eh si che si è sempre detto "meglio soli che..."
Il destino maschile è condizionato per larga parte dalle leggi morali della comunità (= sacrificabilità); per un'altra parte, dalla sua indole (= influenza del Matriarcato Psichico).

A questo secondo riguardo, conosco:
A) uomini attempati che - contrariamente all'immaginario collettivo - cercano di ritardare il più possibile il pensionamento, per il terrore di ritrovarsi per tutto il giorno a tu per tu con la moglie; ma non considerano minimamente l'opzione di separarsene; la sola idea di restar soli li angoscia.
B) Uomini attempati che finiscono con lo sposare la badante straniera dei genitori, dopo la scomparsa di questi.

Da giovane, avevo conosciuto un anziano prete ortodosso: viveva in un monastero sull'isola di Rodi e parlava discretamente l'italiano, imparato durante il fascismo.
Fino a pochi anni prima, aveva vissuto nel vicino villaggio, nella casa coniugale, e aveva fatto il sarto; poi, usciti i figli, si era ordinato, al preciso scopo di lasciar l'anziana moglie - che, di tanto in tanto, tornava ancora a visitare - e ANDARE A VIVERE IN UNA COMUNITA' MASCHILE.

Finnegan

A) Non considero mai la separazione un fatto positivo
B) Non è una buona idea, se non sposano la badante almeno li tiene in vita, perché sa che altrimenti perde il lavoro. A sposarla invece... beh leggetevi la cronaca
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Citazione di: Finnegan il 21 Maggio 2020, 04:47:48 PM
Se non sposano la badante, almeno quella li tiene in vita, perché sa che altrimenti perde il lavoro. A sposarla invece... beh leggetevi la cronaca
Questa è una compilation che avevo fatto nel nostro (con Fabio N., Santiago ed altri) blog: https://violenza-donne.blogspot.com/2013/05/badanti-ai-fatti-loro.html .

Finnegan

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Finnegan

Accipicchia, hai un "pedigree" niente male. Per favore segnalaci altri documenti se ce ne sono, nella sezione Osservatorio sul femminismo. Ti sarei molto grato se potessi aprire un topic in quella sezione dedicato agli articoli che hai già linkato, saranno utili per altri uomini.
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Waldgänger

Eravamo un buon gruppo (tutti padri separati, oggi i nostri figli sono maggiorenni); il blog ha funzionato bene per una decina d'anni: il che, per un volontariato, è un buon risultato.
Nel tempo, siamo stati, uno alla volta, "riassorbiti" dalle nostre varie vicende personali; Fabio e Santiago, ovviamente, sono ancora "su piazza" e perseguono dei filoni che travalicano alla grande il semplice volontariato.
Va detto che la maggior parte di noi era di una generazione non certo da "nativi digitali" (qualcuno oggi viaggia sui 75); tutto cominciò a sfaldarsi quando l'unico capace di smanettare sulla piattaforma blogger (conoscenza del linguaggio HTML) dovette disimpegnarsi dal volontariato per concentrarsi sul lavoro.
Durante quel decennio, l'utenza internet cominciava a spostare l'attenzione da forum/blog verso i social.
Su Fb, io, essendo iscritto a qualche gruppo mascolinista e considerando la fascia d'età piuttosto giovane degli iscritti, avevo lanciato degli appelli affinché qualcuno si offrisse per il ruolo di webmaster del blog Violenza Donne: nessun risultato, e ciò è stato un peccato perché il blog è rimasto "ibernato" con un grave problema tecnico, che lo rende non fruibile come archivio (ci sono centinaia di abtract della migliore letteratura scientifica internazionale): è "rotto" il sistema del menù degli "Approfondimenti"; gli abstract e gli "speciali" (come quello sulle badanti) sono sempre lì dentro, ma l'utente non ha modo di vederli e cliccarli.
Attualmente, vedo con piacere che l'offerta mascolinista è molto variegata: resiste qualche forum (come questo e Questione Maschile), ci sono canali Youtube, nonché ottimi blog, fra cui uno che, a quanto pare, ha raccolto il focus della nostra eredità - cioè il monitoraggio della cronaca -, e sarebbe questo: https://violenzasenzagenere.altervista.org/ .

Finnegan

Eccellente, non esitare a riportare articoli qui, se in numero sufficiente ne faremo una sezione indicizzata e facilmente reperibile.
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Waldgänger

Un altro autogoal degli uomini mammizzati [che hanno introiettato il Matriarcato Psichico] italiani, è il fottersene dell'immagine di sé che proiettano sulle figlie femmine.
Queste, eleggono proprio il padre quale modello maschile verso cui orientare le loro future scelte adulte; e cosa ti vedono (spesso e volentieri)? Il bamboccio che in casa dipende in tutto e per tutto dall'accudimento simil-materno della moglie.
Di loro, si salva solo l'aspetto da providers [altrimenti chiamati, al Sud, "ciucci di fatica", cioè asini da lavoro].

dotar-sojat

ricordo che alcuni anni fa a Milano fece scalpore l'omicidio di un noto medico (dr.Colturani) che venne legato, imbavagliato dalla bandante rumena e il suo compagno per rapinarlo, morì di infarti se non sbaglio.
se ne parlò molto a Milano perché era appunto un medico molto noto e suo figlio a quel tempo era un giovane giornalista sportivi di telelombardia.
Spera nel meglio, aspettati il peggio

Waldgänger

Citazione di: Finnegan il 17 Maggio 2020, 12:17:45 PM
Cosa puoi dirci del matriarcato psichico?
Breve saggio (con citazioni di Ida Magli, Bachofen, ecc.) : .

Finnegan

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