Milo Manara

Aperto da Waldgänger, 17 Maggio 2020, 09:42:20 AM

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Waldgänger

Citazione di: Finnegan il 20 Maggio 2020, 08:31:45 AM
Quindi potevi vedere i figli solo in ambiente controllato, sotto lo sguardo vigile delle assistenti sociali?
...Fortunatamente no; le riunioni erano fra adulti.
Il fatto è che la ex si era affidata ad un'avvocata femminista, che voleva alimentare il conflitto e riteneva che alla sua cliente interessasse - come di default - spremere più soldi possibile.
Il TpM non aspettava altro, per sciorinare tutta la filiera del conflitto e mettere nell'angolo il padre; l'idoneità genitoriale della madre era di default; quella del padre andava verificata.
Solo in un secondo tempo la ex si è resa conto di essere capitata in una banda di fanatiche, e allora ha finto di assecondare il circo, poi, dopo la sentenza, ha proposto: "Senti, freghiamocene delle sentenze e facciamo alla francese; a una donna come me non importa - come invece alle chiocce-matriarche italiane - di affermare un primato materno, io non baso su quello la mia autostima; approfittiamo del fatto che hai tanto tempo libero dal lavoro, prenditi il figlio più spesso che puoi, così io ricavo il tempo per lavorare".
Poi va da sé che siamo sempre stati insieme nei momenti topici del bimbo: pediatra, riunioni a scuola, iscrizioni allo sport, compleanni ecc.
Vi sembrerà strano, ma da quel momento ho dovuto ridurre al minimo attività extra-lavorative e vita sociale.
Quest'ultima, in particolare, è un disastro per il padre italiano: le madri socializzano fra loro proprio in virtù del loro status di madri, con prole sempre al seguito; al parco, in ludoteca, all'uscita da scuola, i bimbi giocano e loro chiacchierano. In tutte quelle occasioni, il genitore maschio è invisibile.
Se si vuole uscire con altri uomini, è semplicemente inconcepibile, in Italia, che qualcuno si porti un figlio piccolo al seguito; quindi: o solo amici adulti; o uscita col bimbo, da soli.
E' lì che scoppia la contraddizione fra l'affido condiviso e la cultura maschile italiana; cioè quella cultura che i padri italiani attribuiscono ai giudici, senza accorgersi che essi stessi ne sono intrisi.
Fra i padri separati dell'associazione, sapete dove andavano quei pochi fortunati che riuscivano a vedere i figli? andavano dai propri genitori (che io non avevo): cercavano un contesto che "facesse famiglia".

Finnegan

Trovo sacrosanto che un padre, specialmente quando è separato, abbia la possibilità di vedere i propri figli.
Ma portando questo concetto all'estremo, arriviamo alla figura del mammo, così diffusa nei Paesi scandinavi: Il padre a sbrigare le faccende di casa e la madre a occuparsi della sua carriera. È un ribaltamento dei ruoli contro natura, come molte altre cose oggi.
Uscire con gli amici in compagnia del proprio figlio va bene, ma bisogna anche favorire la rinascita di spazi maschili, necessari alla sussistenza del "clan"  che è un elemento costitutivo dell'identità maschile.

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johann

non spetta certo a me salire in cattedra e insegnare a nessuno che sopratutto i piccoli maschi mentre dal lato materno si crogiolano nelle coccole della madre dal lato paterno come delle spugne assorbono voracemente ogni aspetto che gli giunge dal'idealizzata figura paterna o in generale da quella maschile più prossima  figura il cui operato cercano di emulare nei propri giochi (mia esperienza diretta con mio nipote)   
se avessi un figlio maschio  piuttosto che seguire la pedagogia educativa femminile applicata ai maschi per effeminarli sin da subito con girotondi e giocherelli da femmine anziche portarlo a passeggiare al parco lo porterei a vedere qualche cantiere edilizio  i trattori al lavoro nei campi   un aeroporto  oppure se la sua indole e' più naturale piuttosto che diventare un "gattaro"  lo porterei in campagna in mezzo agli animali a vedere toccare sporcarsi di quel mondo    gli comprerei quintali di lego e meccano  solo per lui  mi prodigherei con il fai da te per stimolarlo con ogni lavoro che sia squisitamente e prettamente maschile  in cui un padre possa riuscire ad essere di esempio    dal lavorare il legno a lavori di edilizia dalle riparazioni domestiche a quelle delle macchine fare in modo di trarlo dal risucchio della stantia e sentimentaloide palude ginocentrica per coinvolgerlo il più possibile in ogni ambito che conservi prerogative tipicamente maschili a cominciare da mondo della tecnologia applicata per veicolarne l'indole verso lo studio ad esempio della scienza bombardandolo (in senso positivo) con un fiume di esempi maschili edificanti che la storia regala ai maschi e non alle femmine (archimede leonardo galileo ecc ) e più in generale prima che l'omologazione al ribasso effeminana  tenti di fagocitarselo attraverso il mondo della scuola   cercherei di valorizzare, accentuare, marcare, fissare,  nell'embrionale carattere di mio figlio ogni tratto ogni valenza ogni carattere che rimanda alla consapevolezza maschile  marcando distanze, fissando confini, delimitando tutti i limiti, che riesco a trasmettergli con quello femminile  in modo che cresca non credendosi migliore  ma giustamente diverso e distinto dalle femmine   non credendosi un "fuoriserie" rispetto all'insorgente standard effeminato   ma il rappresentante ogoglioso e fiero del sesso maschile e con esso dello stesso ordine sessuato del creato   portatore di una specificita umana di cui avere l'onore di rappresentare e anche l'onere di esserne all'altezza   specificita'  che oltre certe soglie non e' negoziabile per niente e nessuno   specificita' di cui non vergognarsi mai come tutto questo debosciato perche effeminato mondo tentera' di convincerlo     
Un uomo che è un uomo DEVE credere in qualcosa (dal film: il mio nome è nessuno)

Waldgänger

@ Finnegan e @ Johann:

Condivido totalmente la vostra visione su quella che dovrebbe essere la "catena generazionale della maschilità".
Dovrebbe risultar chiaro che stiamo conducendo due discorsi paralleli: voi parlate della famiglia fisiologica, in cui c'è un genitore "educante" ed uno "accudiente" (care-giver, che si occupa dell'educazione affettiva e della "logistica").
Per un padre con affido condiviso (o vedovo), la fisiologia se ne va a ramengo; ciò non è ben chiaro in partenza ai giovani padri, e non lo era neanche a me; intorno al condiviso c'è idealizzazione, che poi viene demolita dalla pratica quotidiana.

Occorre partire dal presupposto che il condiviso è il male minore (rispetto al figlio orfano di genitore vivo); la totale eliminazione del male sarebbe l'indissolubilità del matrimonio.
Tenendo ferma questa premessa, si va poi a vedere che cos'è un vero condiviso, e quanti giovani uomini mammizzati-moglizzati vi sono preparati.

Un padre separato che si rifugia dai propri genitori, si sta avviando verso uno pseudo-condiviso, che presenta dei vantaggi: la propria madre-matriarca non vedrà l'ora di ri-esercitare il Potere dell'Accudimento, stavolta doppio: su figlio e nipote. Ciò lascerà il padre libero di concentrarsi sul proprio specifico ruolo educativo.

Un padre separato che si arrangia in un bilocale, si sta avviando verso un condiviso un po' stentato: l'ambiente domestico paterno risulterà perdente rispetto a quello materno; difficilmente il bimbo vi potrà ricreare i propri spazi.

Il padre separato (e single) che si possa permettere la cameretta per il figlio (è stato il mio caso), parte con un'ottima premessa logistica: lo spazio del bambino replicherà in tutto - a cominciare dal guardaroba - il contesto materno; il bimbo non avrà motivo di preferire l'uno o l'altro.
L'optimum logistico, tuttavia, non significa automaticamente l'optimum genitoriale-paterno, perché il ruolo di educazione alla maschilità verrà fatalmente sacrificato sull'altare dell'accudimento logistico, a meno che il padre non abbia capacità quasi oltre-umane. D'altronde, neppure la madre separata (e lavoratrice) riesce a svolgere un ruolo che vada al di là della logistica di sussistenza.

Una visita dal pediatra per un malanno infantile brucia un intero pomeriggio. Poi c'è il corso sportivo pomeridiano. Poi c'è l'aiuto nei compiti scolastici. Poi ci sono le vaccinazioni obbligatorie all'ASL. Poi ci sono gli acquisti per casa e bambino; in certe fasi i bimbi hanno gli "scatti di crescita": cambiano taglia di vestiario ogni pochi mesi; si sta vivi e morti a far shopping. Ecc. ecc.

Il curare la catena generazionale maschile presuppone che ci sia un altro/a ad assolvere alla logistica-accudimento.
Personalmente, da ex attivista in associazione di padri separati, non ne ho conosciuto UNO SOLO che abbia svolto un condiviso come il mio; ne ho conosciuti alcuni che non sapevano neanche che taglia di vestiario avesse il figlio; ne ho conosciuti altri che hanno spinto per il condiviso solo dopo essersi assicurati la presenza di una nuova partner [attenzione: quest'ultimo è un campo minato, specialmente se si ha una figlia femmina; con un'altra donna in casa, è molto probabile che la figlia smetta di frequentare il padre].

Finnegan

Citazione di: johann il 20 Maggio 2020, 12:32:39 PM
non spetta certo a me salire in cattedra e insegnare a nessuno che sopratutto i piccoli maschi mentre dal lato materno si crogiolano nelle coccole della madre dal lato paterno come delle spugne assorbono voracemente ogni aspetto che gli giunge dal'idealizzata figura paterna o in generale da quella maschile più prossima  figura il cui operato cercano di emulare nei propri giochi (mia esperienza diretta con mio nipote)   
se avessi un figlio maschio  piuttosto che seguire la pedagogia educativa femminile applicata ai maschi per effeminarli sin da subito con girotondi e giocherelli da femmine anziche portarlo a passeggiare al parco lo porterei a vedere qualche cantiere edilizio  i trattori al lavoro nei campi   un aeroporto  oppure se la sua indole e' più naturale piuttosto che diventare un "gattaro"  lo porterei in campagna in mezzo agli animali a vedere toccare sporcarsi di quel mondo    gli comprerei quintali di lego e meccano  solo per lui  mi prodigherei con il fai da te per stimolarlo con ogni lavoro che sia squisitamente e prettamente maschile  in cui un padre possa riuscire ad essere di esempio    dal lavorare il legno a lavori di edilizia dalle riparazioni domestiche a quelle delle macchine fare in modo di trarlo dal risucchio della stantia e sentimentaloide palude ginocentrica per coinvolgerlo il più possibile in ogni ambito che conservi prerogative tipicamente maschili a cominciare da mondo della tecnologia applicata per veicolarne l'indole verso lo studio ad esempio della scienza bombardandolo (in senso positivo) con un fiume di esempi maschili edificanti che la storia regala ai maschi e non alle femmine (archimede leonardo galileo ecc ) e più in generale prima che l'omologazione al ribasso effeminana  tenti di fagocitarselo attraverso il mondo della scuola   cercherei di valorizzare, accentuare, marcare, fissare,  nell'embrionale carattere di mio figlio ogni tratto ogni valenza ogni carattere che rimanda alla consapevolezza maschile  marcando distanze, fissando confini, delimitando tutti i limiti, che riesco a trasmettergli con quello femminile  in modo che cresca non credendosi migliore  ma giustamente diverso e distinto dalle femmine   non credendosi un "fuoriserie" rispetto all'insorgente standard effeminato   ma il rappresentante ogoglioso e fiero del sesso maschile e con esso dello stesso ordine sessuato del creato   portatore di una specificita umana di cui avere l'onore di rappresentare e anche l'onere di esserne all'altezza   specificita'  che oltre certe soglie non e' negoziabile per niente e nessuno   specificita' di cui non vergognarsi mai come tutto questo debosciato perche effeminato mondo tentera' di convincerlo     
Tutto questo è possibile moglie sabotatrice permettendo. Se un uomo prova ad insegnare ai figli qualcosa di sano, le mogli gli danno del pazzoide, davanti ai figli.
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Finnegan

Citazione di: Waldgänger il 20 Maggio 2020, 05:03:42 PM
@ Finnegan e @ Johann:

Condivido totalmente la vostra visione su quella che dovrebbe essere la "catena generazionale della maschilità".
Dovrebbe risultar chiaro che stiamo conducendo due discorsi paralleli: voi parlate della famiglia fisiologica, in cui c'è un genitore "educante" ed uno "accudiente" (care-giver, che si occupa dell'educazione affettiva e della "logistica").
Per un padre con affido condiviso (o vedovo), la fisiologia se ne va a ramengo; ciò non è ben chiaro in partenza ai giovani padri, e non lo era neanche a me; intorno al condiviso c'è idealizzazione, che poi viene demolita dalla pratica quotidiana.

Occorre partire dal presupposto che il condiviso è il male minore (rispetto al figlio orfano di genitore vivo); la totale eliminazione del male sarebbe l'indissolubilità del matrimonio.
Tenendo ferma questa premessa, si va poi a vedere che cos'è un vero condiviso, e quanti giovani uomini mammizzati-moglizzati vi sono preparati.

Un padre separato che si rifugia dai propri genitori, si sta avviando verso uno pseudo-condiviso, che presenta dei vantaggi: la propria madre-matriarca non vedrà l'ora di ri-esercitare il Potere dell'Accudimento, stavolta doppio: su figlio e nipote. Ciò lascerà il padre libero di concentrarsi sul proprio specifico ruolo educativo.

Un padre separato che si arrangia in un bilocale, si sta avviando verso un condiviso un po' stentato: l'ambiente domestico paterno risulterà perdente rispetto a quello materno; difficilmente il bimbo vi potrà ricreare i propri spazi.

Il padre separato (e single) che si possa permettere la cameretta per il figlio (è stato il mio caso), parte con un'ottima premessa logistica: lo spazio del bambino replicherà in tutto - a cominciare dal guardaroba - il contesto materno; il bimbo non avrà motivo di preferire l'uno o l'altro.
L'optimum logistico, tuttavia, non significa automaticamente l'optimum genitoriale-paterno, perché il ruolo di educazione alla maschilità verrà fatalmente sacrificato sull'altare dell'accudimento logistico, a meno che il padre non abbia capacità quasi oltre-umane. D'altronde, neppure la madre separata (e lavoratrice) riesce a svolgere un ruolo che vada al di là della logistica di sussistenza.

Una visita dal pediatra per un malanno infantile brucia un intero pomeriggio. Poi c'è il corso sportivo pomeridiano. Poi c'è l'aiuto nei compiti scolastici. Poi ci sono le vaccinazioni obbligatorie all'ASL. Poi ci sono gli acquisti per casa e bambino; in certe fasi i bimbi hanno gli "scatti di crescita": cambiano taglia di vestiario ogni pochi mesi; si sta vivi e morti a far shopping. Ecc. ecc.

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Personalmente, da ex attivista in associazione di padri separati, non ne ho conosciuto UNO SOLO che abbia svolto un condiviso come il mio; ne ho conosciuti alcuni che non sapevano neanche che taglia di vestiario avesse il figlio; ne ho conosciuti altri che hanno spinto per il condiviso solo dopo essersi assicurati la presenza di una nuova partner [attenzione: quest'ultimo è un campo minato, specialmente se si ha una figlia femmina; con un'altra donna in casa, è molto probabile che la figlia smetta di frequentare il padre].
E' evidente che separazione e divorzio, purtroppo arrecano SEMPRE danno ai figli e alla loro educazione. Troppa gente è favorevole al divorzio, vedendolo come la soluzione "quando l'amore non c'è più" rivelando così una visione del matrimonio come fatto privato, non sociale, finalizzato alla soddisfazione di un interesse individuale ("l'amore").
Però sicuramente il condiviso è il male minore, un padre che non può vedere il figlio è la rovina per quest'ultimo.
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Waldgänger

Citazione di: Finnegan il 20 Maggio 2020, 08:03:11 PM
Tutto questo è possibile moglie sabotatrice permettendo. Se un uomo prova ad insegnare ai figli qualcosa di sano, le mogli gli danno del pazzoide, davanti ai figli.
...Ahimè, quant'è vero ciò!!
Sappiamo che oggi un padre - sposato o convivente, non fa differenza - vive sotto costante ricatto: "O fai come dico io, o ti mando in rovina".
Immaginate cosa significhi, per un figlio, essere educato da due genitori dei quali SA chi sia l'unica cui spetta l'ultima parola.
Lo scardinare il femminismo passa da un solo imperativo maschile (ciò che a molti MRA-antissessisti sfugge del tutto; essi sono concentrati solo sul proprio "qui ed ora"): riappropriarsi dei figli.

Finnegan

Citazione di: Waldgänger il 21 Maggio 2020, 07:11:38 AM
Immaginate cosa significhi, per un figlio, essere educato da due genitori dei quali SA chi sia l'unica cui spetta l'ultima parola.
Questo è il PUNTO FONDAMENTALE di tutta la causa maschile. E il motivo per cui nella coppia l'uomo NON PUO' farsi rispettare.
CitazioneLo scardinare il femminismo passa da un solo imperativo maschile (ciò che a molti MRA-antissessisti sfugge del tutto; essi sono concentrati solo sul proprio "qui ed ora"): riappropriarsi dei figli.
Ma anche farli, ché con queste donne neppure la continuità di un popolo è assicurata.
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Waldgänger

Citazione di: Finnegan il 21 Maggio 2020, 09:34:08 AM
Ma anche farli, ché con queste donne neppure la continuità di un popolo è assicurata.
Su questo ho una mia visione; che (ho scoperto a posteriori) sarebbe quella MGTOW: no taxation whitout representation.
Completo sciopero di tutta la maschilità planetaria; diventare renitenti in tutti gli aspetti comunitari, matrimonio e paternità compresi.
Se il governo coreano è stato messo in crisi da quelle quattro sgallettate di "femministe dei 4 No", possiamo provarci pure noi, a livello globale.

Finnegan

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