La città delle donne di F. Fellini

Aperto da Junio1, 12 Luglio 2020, 09:01:30 PM

Discussione precedente - Discussione successiva

0 Utenti e 1 Visitatore stanno visualizzando questa discussione.

Il Conte di Lautréamont

Piuttosto che pensare alla caccia alle streghe, in questo caso rieditata nella forma di ceto medio, dovresti rispondere alla domanda. Chi è la Grande Bellezza?

Il Conte di Lautréamont

Citazione di: Finnegan il 18 Settembre 2020, 08:40:21 PM
Il film è l'ennesimo attacco all'ormai inesistente ceto medio, accusato in forma vicaria delle nefandezze della classe al potere che la pellicola non scalfisce. Non una parola sulla burocrazia, e de-meritocrazia che ci opprimono, la politicizzazione della vita economica e sociale.
Servillo e comprimari sono l'archetipo del guitto, della macchietta che si profonde in smorfie disgustose per additare l'elettorato avversario al pubblico ludibrio.
E questo sarebbe "cristiano"? Madre Teresa non c'entra nemmeno di striscio.
A me non ha dato per nulla questa sensazione. Innanzitutto non è vero che ha ridicolizzato il ceto medio. Lui ha preso in giro tutta la società, la civitas di oggi, immeritevole dei monumenti di ieri, senza esclusioni di colpi, tant'è vero che per far vedere un'anima buona deve farla resuscitare dal passato. Stefania, scrittrice radical chic ( che possiamo dedurre femminista di sinistra ed esempio fulgido di de-meritocrazia ) viene criticata dallo stesso protagonista, perchè personaggio culturale mediocre che ha fatto carriera grazie alla politica. Lui, Jep, è uno scrittore noto e importante giornalista, non classificabile come ceto medio, perchè è esponente di spicco del mondo culturale romano. Romano, scrittore teatrale, è altro rappresentante della cultura preso di mira per la sua mediocrità. A me sembra che Sorrentino se la prende innanzitutto con il mondo culturale e dell'informazione, il cosiddetto quarto potere. Poi c'è il ceto medio, ma...c'è un grande MA. E' così importante prendersela direttamente con le altre categorie, quelle del potere, ( giudici, politici, forze dell'ordine, la grande imprenditoria, l'alta finanza ) se provengono tutte quante da quel ceto medio che lui contesta? Può il politico di oggi non sentirsi offeso da questo film perchè non è chiamato in causa direttamente? Pensi veramente che una società corrotta come quella dileggiata dal regista possa eleggere grandi politici? Tutt'altro e il riferimento inquietante è posto all'inizio, a quei 15 minuti "politici" che ti hanno fatto addormentare. Chi è il ceto medio e il mondo culturale? Sono marionette manovrate dal potere, il quale però non è migliore di loro e non compare direttamente nel film solo perchè sta dietro le quinte. Perchè forse vedi chi manovra le marionette sul Gianicolo? E quindi tutta la mondanità, la volgarità, il sesso usa e getta, il rave party sono i nuovi strumenti del panem et circenses con cui gli uomini di potere, non certo migliori di quegli uomini dileggiati, ma solo più furbi, legittimano la loro leadership. Ma lui ne ha accennato all'inizio, non poteva farne il soggetto del film, che in tal caso si sarebbe chiamato "La grande bruttezza".

Ent

In linea di principio, potrei affermare che tanto più un film è recente, quanto meno mi piace. Ma "La Grande Bellezza" sfugge a questa regola.
Volendo premettere che il ricordo di questo film non è per me più così vivido, e che proprio in questi giorni vorrei rivederlo, penso che esso possa essere apprezzato, sotto più profili.
La Roma contemporanea è un inno alla decadenza, non soltanto della città, ma anche della civiltà da essa rappresentata, la civiltà occidentale. Viene messa in risalto la corruzione della classe artistica e intellettuale, non più capace di esprimere bellezza e preda dei propri vizi e capricci; e il degrado artistico-intellettuale va di pari passo a quello morale. Ma sul finire della narrazione compare la figura salvifica, rappresentata dalla suora, che con la frase "le radici sono importanti" offre anche al tormentato protagonista una via per sperare. E così egli ritorna al proprio passato, al giovane sentimento che lo animò e alla volontà di ripartire dalla semplicità. Solo attraverso questa semplicità, questa purezza d'animo, potrà scaturire la Grande Bellezza.
A mio parere, se è vero che la critica del regista è incentrata sulla élite, nulla impedisce di vedere in quella società grottesca l'emblema dell'Occidente, compresi quindi i gradini inferiori della scala sociale; del resto, non è forse vero che il disordine morale espresso dai personaggi è ormai ovunque dilagante?
"La Grande Bellezza" è quindi più che una critica della società contemporanea, è piuttosto un'aperta denuncia della decadenza che la sta corrodendo.
Il regista è però impreciso nell'indicare la via della liberazione e, a parer mio, riesce ad essere fuorviante. Anche a me la suora è parsa affine a Madre Teresa, ma non alla autentica Madre Teresa, bensì allo stereotipo che se ne è fatto. Madre Teresa, ricevendo il Nobel, esplicitò l'amore di Cristo ("morì sulla Croce per mostrare quell'amore più grande, e morì per voi e per me e per quel lebbroso e per quell'uomo che muore di fame") e denunciò audacemente la crisi della famiglia e l'aborto:
Sono stata sorpresa di vedere in Occidente tanti ragazzi e ragazze darsi alle droghe, e ho cercato di capire perché – perché succede questo, e la risposta è: perché non hanno nessuno nella loro famiglia che li accolga. Padre e madre sono così occupati da non averne il tempo. I genitori giovani sono in qualche ufficio e il figlio va in strada e rimane coinvolto in qualcosa. Stiamo parlando di pace. Queste sono cose che distruggono la pace, ma io sento che il più grande distruttore della pace oggi è l'aborto, perché è una guerra diretta – un'uccisione diretta – un omicidio commesso dalla madre stessa. [...] Tante persone sono molto, molto preoccupate per i bambini in India, per i bambini in Africa dove tanti ne muoiono, di malnutrizione, fame e così via, ma milioni muoiono deliberatamente per volere della madre. E questo è ciò che è il grande distruttore della pace oggi. Perché se una madre può uccidere il proprio stesso bambino, cosa mi impedisce di uccidere te e a te di uccidere me? Nulla. (fonte: https://lanuovabq.it/it/aborto-la-più-grande-minaccia-per-la-pacela-grande-lezione-di-madre-teresa).
Insomma, la Madre Teresa di Sorrentino è ben distante dalla concretezza della Santa, pare rappresentare sì una forma di semplicità, ma piuttosto evanescente. "Le radici sono importanti" è cosa altra da "Convertiti e credi al Vangelo", e infatti Gambardella non riparte dal Cristianesimo ma da un amore (o da un'infatuazione?) vecchio di decenni. Non è indicata una via oggettiva (il Cristianesimo), ma soggettiva, da ricercare in noi stessi (le nostre origini). Tra l'altro, ci si potrebbe domandare quale sarebbe stata la vita di Gambardella se avesse coltivato quel giovanile amore; io azzardo che, mutatis mutandis, si sarebbe ritrovato ad essere protagonista del processo di decadenza, a cui solo il Cristianesimo può essere argine. Il Cristianesimo per Sorrentino sembra però essere come una forma - forse privilegiata - di quella semplicità e purezza d'animo cui accennavo, non l'unica via, ma una species del genus; sospetta è poi la ridicolizzazione dell'alto prelato invitato alla festa finale, che si pone in antitesi rispetto alla suora, come il male nei confronti del bene. Sospetta, dicevo, perché potrebbe tradire l'ingenua, ma non rara, opinione che la gerarchia della Chiesa Cattolica, per incarnare appieno la propria missione evangelica, dovrebbe imitare la suora, rinunciando alle sue forme di governo, alla sua filosofia, alla ragione, e ai fasti della bellezza artistica.

Il Conte di Lautréamont

"La grande bellezza è una storia piena di ottimismo: ha un lieto fine perché racconta un uomo che ha disillusione e disincanto, e che, dopo decadi di blocco creativo, all'età di sessantacinque anni si rimette a scrivere. Credo che sia un film capace di restituire speranza sul futuro dell'essere umano, sulla soluzione alla sua solitudine e al suo declino".
Così Sorrentino si esprimeva riguardo al proprio film. Certamente lui non dà una soluzione univoca al nichilismo. Uscirne è sempre una questione soggettiva. Lo vediamo nei due personaggi, un uomo e una donna, Jep e Viola che toccati dalla morte scelgono due strade diverse per uscire dal nichilismo. Jep riscopre la purezza e la nobiltà dei sentimenti del mondo degli adolescenti prima che venisse a contatto con la corruzione morale degli adulti e tale riscoperta gli permette di tornare a scrivere. Viola dà in beneficienza i suoi beni alla Chiesa Cattolica e si fa missionaria. Non capisco perchè ci si deve vedere sempre il marcio nei film di Sorrentino.

Finnegan

CitazioneInsomma, la Madre Teresa di Sorrentino è ben distante dalla concretezza della Santa, pare rappresentare sì una forma di semplicità, ma piuttosto evanescente. "Le radici sono importanti" è cosa altra da "Convertiti e credi al Vangelo", e infatti Gambardella non riparte dal Cristianesimo ma da un amore (o da un'infatuazione?) vecchio di decenni. Non è indicata una via oggettiva (il Cristianesimo), ma soggettiva, da ricercare in noi stessi (le nostre origini). Tra l'altro, ci si potrebbe domandare quale sarebbe stata la vita di Gambardella se avesse coltivato quel giovanile amore; io azzardo che, mutatis mutandis, si sarebbe ritrovato ad essere protagonista del processo di decadenza, a cui solo il Cristianesimo può essere argine. Il Cristianesimo per Sorrentino sembra però essere come una forma - forse privilegiata - di quella semplicità e purezza d'animo cui accennavo, non l'unica via, ma una species del genus; sospetta è poi la ridicolizzazione dell'alto prelato invitato alla festa finale, che si pone in antitesi rispetto alla suora, come il male nei confronti del bene. Sospetta, dicevo, perché potrebbe tradire l'ingenua, ma non rara, opinione che la gerarchia della Chiesa Cattolica, per incarnare appieno la propria missione evangelica, dovrebbe imitare la suora, rinunciando alle sue forme di governo, alla sua filosofia, alla ragione, e ai fasti della bellezza artistica.
Appunto, non c'è alcun afflato spirituale nel film, anzi vi si scorge una sottesa anti-trascendenza (i vescovi e l'arte come incarnazione del male). "Madre Teresa" (già dal nome che viene spontaneo darle) suggerisce la Chiesa terrestre, umanitaria, una burocrazia del sociale collusa col governo nella lucrosa gestione dei migranti.
Citazione di: Il Conte di Lautréamont il 19 Settembre 2020, 10:36:55 AM
Non capisco perchè ci si deve vedere sempre il marcio nei film di Sorrentino.
Andiamo, perfino gente del cinema ha evidenziato la concretissima lottizzazione e da parte del partito al potere, con tanto di citazione di Letta e compagni che per poco non hanno querelato. Cosa può mai venire di buono da un simile verminaio?

Il film mostra solo maschere, non persone, Servillo neppure recita fa solo odiose smorfie per tutta la durata della pellicola, non c'è nulla di bello o di artistico, solo falsità propagandistiche diffuse da guitti, da macchiette indegne di una fiera di paese.
Come film è inesistente, una semplice operazione di marketing per ottenere fondi pubblici.
Sostienici con una donazione: www.coscienzamaschile.com/dona

Riverrun, past Eve and Adam's, from swerve of shore to bend of bay, brings us by a commodius vicus of recirculation back to Howth Castle and Environs

Il Conte di Lautréamont

Citazione di: Finnegan il 19 Settembre 2020, 03:37:31 PM
Appunto, non c'è alcun afflato spirituale nel film, anzi vi si scorge una sottesa anti-trascendenza (i vescovi e l'arte come incarnazione del male). "Madre Teresa" (già dal nome che viene spontaneo darle) suggerisce la Chiesa terrestre, umanitaria, una burocrazia del sociale collusa col governo nella lucrosa gestione dei migranti.
Non sono assolutamente d'accordo. Suor Maria è solo per metà Madre Teresa e quindi non suggerisce per nulla una Chiesa terrestre, anzi, il fenomeno dei cigni che le fanno visita, la riportano nel seno della tradizione trascendentale, del mistero, dell'agiografia che ha del soprannaturale. Nè tanto meno offre l'immagine di una Chiesa collusa nel traffico dei migranti, visto che è lei ad essere emigrata in Africa. Quindi è una salviniana, una di quelle che li aiuta a casa loro. Ma ciò che mi fa rimanere perplesso è che nessuno vede la conversione di Jep, che è progressiva e inevitabile dopo l'incontro con la santa. Quale differenza c'è tra Viola e Jep? Una sola: che la donna esce da quel mondo e si fa missionaria; lui invece rimane in quel mondo, ma torna a scrivere per indicare la via della salvezza. E' lui che fa intendere la volontà di preparare un libro/saggio sul tema della grande bellezza. E' lui che trova una missione da compiere nel mondo della cultura, all'età di 65 anni, per salvare la cultura dal nichilismo. E attenzione: quale amore rimpiange? Quello carnale? No, quello spirituale, ovvero quel tipo di amore affettivo che mi sono sforzato di spiegare più di una volta che non lo ha creato il Romanticismo ma il Cristianesimo per primo con San Paolo e Sant'Agostino e che divenne caratteristica peculiare e fondamento del matrimonio cristiano. Ora per me non è la prima volta che leggo commenti negativi sul film di Sorrentino. Tuttavia tutte le volte faccio una semplice domanda "Chi è la grande bellezza" e nessuno dei suoi detrattori mi sa rispondere.

Finnegan

#46
Non discuto i gusti altrui, ma definire questo film salviniano è il colmo. L'articolo di Sergio di Cori prova oltre ogni dubbio la lottizzazione che c'è dietro a questa pellicola. Comunque poiché non prendo nulla da Letta per recensire il film, per quanto mi riguarda chiudo qui la discussione. Se il film è piaciuto ad altri buon per loro. :))
Sostienici con una donazione: www.coscienzamaschile.com/dona

Riverrun, past Eve and Adam's, from swerve of shore to bend of bay, brings us by a commodius vicus of recirculation back to Howth Castle and Environs

Il Conte di Lautréamont

Ci sarà stata la lottizzazione dei dividendi e degli introiti, ma non mi sembra che la trama è stata scritta da Letta e company. Poi il termine "salviniano" si riferisce a Suor Maria, non al film. Però ancora attendo la risposta alla domanda: "Chi è la grande bellezza?" Non lo dico per provocare, è semplicemente che mi rendo conto che sono l'unico in Italia ad aver visto nel film quello che ho scritto. Quindi chi non è d'accordo dovrebbe però fornire una spiegazione alternativa.

Risposta rapida

Attenzione: non sono stati aggiunti messaggi in questa discussione negli ultimi 120 giorni.
A meno che tu non voglia realmente rispondere, prendi in considerazione l'idea di iniziare un nuova discussione.

Nota: questo messaggio verrà visualizzato solamente dopo essere stato approvato da un moderatore.

Nome:
Email:
Verifica:
Lasciare vuota questa casella:
Digita le lettere visualizzate nell'immagine
Ascolta le lettere visualizzate / Carica una nuova immagine

Digita le lettere visualizzate nell'immagine:
Cognome del Presidente della Repubblica (minuscolo)?:
Scorciatoie: ALT+S invia msg / ALT+P anteprima