Santiago continua a fare il decostruttore della civiltà

Aperto da Finnegan, 15 Maggio 2020, 10:03:37 AM

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Finnegan

Se fosse qui oggi il suo connazionale Ortega y Gasset chissà cosa direbbe di Santiago Gasco Altaba, che sembra avere una visione zoomorfa dell'uomo, il cui unico scopo pare essere per lui lo sfogo selvaggio degli impulsi come Tarzan nella giungla. Comincio a pensare che Santiago si batta per instaurare una zoocrazia, in cui tutti possano dare libero sfogo a fantasie di ogni sorta e, naturalmente, praticare il coito coercitivo a volontà.
Scriveva Ortega y Gasset che il neoselvaggio vede la civiltà (il benessere, la medicina, la tecnologia) come una giungla primigenia che non ha bisogno della cura dell'uomo. Santiago si spinge oltre, arrivando a considerare la civiltà come il nemico, in quanto (clamoroso autogol) creata dalla donne, in una visione anarcoide delle cui conseguenze per il nostro livello di vita non sembra rendersi conto.
Il neo-selvaggio (sempre secondo la definizione di Ortega) non arriva a comprendere la funzione sociale del matrimonio, che vede solo come un accordo privato quasi commerciale, finalizzato alla soddisfazione del piacere personale:
CitazionePer quale motivo l'uomo si dovrebbe vincolare a vita in un rapporto monogamico? Amore o affetto possono essere ottenuti da amici e parenti, o da rapporti occasionali e temporali [sic].
Tralascio il tipo di affetto che si può "ottenere" (come una qualunque merce) da rapporti occasionali.
Secondo lui, l'uomo sarebbe sempre stato riluttante a sposarsi (sono sicuro che ha dedicato al tema un corredo di note "storiche") e lo avrebbe fatto esclusivamente perché irretito da donne ammaliatrici. Non gli viene in mente che avere una compagna, una famiglia e una discendenza ha sempre fatto parte dei desideri e dei piani dell'uomo, come testimoniano molti libri antichi che probabilmente considererebbe menzogne scritte da donne.
Qui siamo però di fronte a una teoria delirante e completamente fuori dal mondo:
CitazioneÈ dunque naturale che la donna abbia lavorato fin dagli inizi dei tempi a creare le condizioni culturali, attraverso i valori morali e religiosi e le normative civili (ad es. sancendo la peccaminosità del sesso al di fuori del matrimonio, o il riconoscimento della progenie o l'obbligo di perpetuazione della stirpe all'interno del matrimonio), per poter usufruire del contributo dell'uomo e trattenerlo all'interno di una relazione dopo che era stato "acchiappato" con l'arma della bellezza (il sesso).
La donna ha creato le religioni e le normative civili, ma scherziamo? Per lui quindi Mosè, Gesù, Buddha, Maometto e Giustiniano erano donne, o magari Giustiniano ha compilato il Corpus Iuris Civilis irretito da Poppea e Messalina redivive.
Ancora una volta Santiago ci propone una visione della civiltà come un incubo matriarcale, in cui non solo religione, ma anche leggi, valori etici e tutto quanto ha fatto grande l'umanità distinguendola dalle bestie sarebbe solo una trappola inventata dalle donne, ai danni di uomini desiderosi unicamente di copulare nella savana.
Per Santiago le donne devono "accalappiare" i suoi uomini-scimmia, che altrimenti non vorrebbero saperne di loro se non per il famoso coito coercitivo. Secondo la sua visione zoomorfa, gli uomini scelgono di sposarsi solo perché irretiti dalla bellezza femminile come un animale dai feromoni.
Non so a quanti verrà in mente quanto questa lettura sia falsa, barbarica e stupida. In pratica Santiago vede la civiltà come il nemico in quanto (fatto assolutamente discutibile) sarebbe stata creata dalle donne. Un ennesimo autogol per la causa maschile e per l'immagine degli uomini già in macerie, descritti come scimmie della giungla in lotta contro il vivere civile incarnato dalle donne!
Tutte le grandi religioni che hanno forgiato l'umanità, e le leggi che hanno permesso il fiorire di grandi civiltà sono state create da UOMINI (non però dalle scimmie di Santiago), non certo per fare un favore alle donne come pensa il neoselvaggio di oggi, ma per costruire qualcosa di bello e nobile su questa Terra e trasmetterlo ai loro figli.
Se oggi queste istituzioni civili non funzionano è precisamente perché sono in mano a menti immature e barbariche, dalla moglie che sfascia la famiglia passando per le femministe, fino al più alto livello istituzionale.
Altro che storia, siamo alle favole della buonanotte: alla consapevolezza e alla credibilità dell'attivismo maschile.
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johann

Letto in prospettiva l'aproccio alla questione di santiago e' quello  classico ateo /scientista variante sul genere non distantissima dal pensiero di stasi a cui peraltro va pero ascritta una buona dose di malafede intelletuale per il fatto che per legittimare il proprio disordine sessuale e identitario vuole torcere e piegare l'intera questione maschile per costringrla sotto le forche caudine del pensiero unico progressista  principale responsabile (e non solo) del nazifemminismo 

ora ovviamente io non mi inserisco  in questa vertenza con la supponenza di chi pretende di separare il "grano dalla pula" o l'errore dall'errante  in ordine a valutazioni di ordine valoriale che nel mio caso sono di carattere confessionale   e nemmeno voglio buttarla "in politica"   ma con il rispetto dovuto vorrei rivolgermi a chi e' ateo e si illude che l'imparzialita dell'approccio neutrale/laico faccia sempre giustizia di ogni verita  di ricredersi e convincersi  che  (come in questo caso)  anche valutazioni extra scientifiche ed extra empiriche hanno una importanza spesso fondamentale nella corretta lettura della storia umana  purtroppo in questo genere di questioni siamo un po tutti vittime dell'arroganza ideologico-scientista dominante  che su ogni minimo contrasto obbliga sempre tutti a partire con le valutazioni dal proprio "nastro di partenza"  rappresentato dall'approccio scientista in quanto si conviene far credere che la verita' vera e' solo quella che ha il conforto dell'evidenza e della prova scientifica  senza rendersi conto che nel caso in specie parliamo di esseri umani non di robot umanoidi o cyborg  e tantomeno si parla del mondo animale   
noi esseri umani siamo i principali estranei di noi stessi, se la mente umana non riesce a penetrare a fondo i segreti del suo stesso funzionamento come si puo pretendere che le discipline scientifiche odierne anche se prese tutte assieme possano "provare"  con equazioni algoritmi o formule chimiche il funzionamento della natura quasi "universale" della condizione umana,   
non e' per divagare e mi spiace trascinarci dentro questa questione  ma di fatto essa si introduce da sola visto che a questo punto e' impossibile ignorarla se non altro perche si staglia sullo sfondo come una montagna:
creazionismo o evoluzionismo?

E chiaro che (legittimanente) santiago stasi e come loro quasi tutti  prendono come paradigma di fondo su cui argomentare le proprie opinioni  l'evoluzionismo darwinista  in base al quale tutto il complesso comportamentale dell'uomo viene senza soluzione di continuita da una specie di imprintig ancestrale che affonda la propria natura più intima nei meccanismi più "selvaggi" delle leggi della natura    che cioe l'uomo (anche moderno) rimanga più il risultato di fattori innati che acquisiti    che cioe la civilizzazzione con tutto il suo portato di codici comportamentali e sociali non sia altro che una specie di calmiere su scala planetaria indispensabile per "addomesticare"  l'animale che e' in noi  e consentirci di vivere una vita preordinata e non istintiva   
in altre parole da un lontanissimo passato un primate avrebbe subito per ragioni sconosciute un velocissimo positivo e rettamente direzionato  percorso evolutivo  concentrato a livello antropologico quasi solo sull'aumento del volume del proprio cervello   cosa che a un certo punto gli avrebbe donato l'improvvisa consapevolezza di aver raggiunto uno stadio superiore la dimensione "animale" della vita  di essere cioe' diventato un umanoide che grazie al potere della sua mente puo affrancarsi dalle catene comportamentali delle ferre leggi della giungla e cominciare a immaginere il proprio futuro 

in questo senso mi pare di capire che tutta la storia antropologica dell'uomo seconto santiago sarebbe la traccia storica del sofferto passaggio da un tipo di ordine esistenziale  "naturale" a uno di tipo "culturale"   in questo senso il suo coito coercitivo  verrebbe collocato nella prima fase  mentre quella che si definisce come "moralizzazone dei rapporti" attraverso l'invenzione del matrimonio o della stessa famiglia  sarebbe il portato della seconda fase  suppongo tuttora in essere
per come la vedo io l'approccio e le tesi di santiago zoppicano proprio nel loro approccio di base    non sto qui a premettere ed elencare tutte le evidenze e le amissioni della stessa comunita' scintifica (non ideologizzata) sulla fallacia della teoria  a più di un secolo indimostrata  dell'evoluzionismo di darwin (del resto in buona compagnia con quella di froid e di marxs) ma e' evidente il pastrocchio e' tutti i limiti di una lettura prettamente meccanicistica e deterministica delle cose come quella di santiago 
come si fa a introdurre nella storia umana fattori come il matrimonio  o la famiglia come se fossero il risultato di un conflitto tra i sessi su chi ha la migliore strategia per arrivare a soggiogare e sfruttare l'altro,   mettendoci in palio solo vantaggi utilitaristici di ordine materiale e pratico se non si e' ancora fossilizzzati nel criterio mentale di pensare alle comunita umane come a dei "branchi" di animali anche se di livello superiore   
Certamente quando si tratta di antropologia e difficile escludere del tutto una qualsiasi cosa ma non e' acettabile  che si riduca l'analisi della questione solo a questo tipo di approccio 

penso che il matrimonio e  prima ancora la famiglia  sono istituzioni "naturali"  nate spontaneamente non tanto e non solo dall'incontro funzionale di una serie di vantaggi complementari  ma come il portato dentro alla vicenda umana dell'arrivo a un certo punto di tutto un'altro ordine di considerazioni che potremmo definire di tipo culturale/morale  la' dove una cosa e buona non solo perche porta vantaggi pratici ma anche perche risponde a quel vago ideale di bene e di giustizia che soddisfa proprio quell'altra enorme dimensione esistenziale di tipo trascendente che l'uomo ha scoperto avere in esclusiva rispetto a qualsiasi altra forma di vita 
stanley kubrik ha reso magistralmente la cosa in odissea 2001  l'essere umano ha una origine creazionista  perche a un certo punto grazie al divino  un primate ha smesso la sua  (se proprio volgiamo)  evoluzione naturale  nell' inconsapevolezza animale  per acquisirne una spirituale nella consapevolezza umana   non sto parlando di una metamorfosi crisalide/farfalla  ma di un cambiamento radicale che ha sorvolato sulla realta biologica che  infatti continua a condividere il 98% del genoma con i primati e si e' concentrato sull'interiorita' dell'uomo la' dove praticamente e' stato spezzato se mai ci fosse stato ogni possibile legame con il mondo animale 
in questo senso secondo me  e' fuori discussione che nella storia dell'uomo ci sia stato una specie di  "big bang"  un momento "0"  di inizio  con un prima e un dopo   del resto questa specie di "deflagrazione" e' riconosciuta dagli stessi evoluzionisti che da oltre un secolo stanno setacciando invano il pianeta alla ricerca dei fossili di quello che loro chiamano "anello mancante"  quell'anello fondamentale che nella loro genealogia dell'evoluzione umana legherebbe la provenienza dalle scimmie con l'approdo rappresentato dall'homo sapiens 

se si accetta questo allora si puo vedere come tante cose possono andare al loro posto  e si puo giudicare e incasellare il matrimonio più dentro una calda prospettiva di progresso culturale che non nel gelido tornaconto di strategie evoluzioniste  pensare cioe' che questo istituto probabilmente e' nato da considerazioni "altro" rispetto al bilancio vantaggi / svantaggi   di un sesso rispetto a quell'altro  pensare che ad esempio l'istituto  famiglia si sia formato nella sua generalizzata  fisionomia (padre + madre in un legame monogamico per generare e allevare i figli )  in modo naturale come semplice tradizione prodotta dal distillato dell'esperienza di vita di chissa quante generazioni precedenti
lo so che all'inizio e l'attrattiva sessuale quella che smuove sempre le cose,  del resto gli stimoli fisici e biologici in tal senso sono innegabili e mi paiono ben distribuiti tra i due sessi,   pero con la differenza che al partire istintivo  a un certo punto ne sia seguito il legame dato dalla consapevolezza culturale della complementarieta' nella diversita' dei sessi    lo stare insieme acquisiva un valore ben più elevato del soddisfacimento delle reciproche pulsioni sessuali prodotto della breve stagione dell'adolescenza con le sua  tempeste ormonali    un valore che va oltre il fatto che generare  prole significa garantirsi un seguito e un qualche supporto quando l'usura del vivere procurava una precoce vecchiaia e "bruciava" velocemente la vita dei genitori   oppure  dal versante  delle femmine per poter  "incastrare"  il "gigolo'" del maschio verso i propri doveri "coniugali"  ecc     ma perche intuivano (anche se non se lo spiegavano)   che la famiglia era un'invenzione dalle potenzialita' molto più importanti  rispetto a tutte queste dozzinali e per certi versi spicciole beghe minimaliste   la famiglia poteva diventare il nucleo primordiale il prototipo su cui poter immaginare un'ideale di vita comunitaria e di societa  e più in la' una visione di civilta 
certamemente in passato sara' successo di tutto specialmente se allarghiamo lo spettro di indagine al mondo intero ribadisco tuttavia che non credo che la monogamia implicita nel matrimonio tradizionale sia una trappola prodotta dalle femmine per incastrare in un preciso ruolo il maschio "galeotto"   resto dell'idea che l'istituto famigliare e il matrimonio si siano affermate partendo da considerazioni più culturali che antropologiche e che dentro la famiglia tradizionale monoganica  maschi e femmine hanno sempre potuto esaltare le proprie specificita'

da notare che in tutto questo stato di cose  le femmine (altro che subire)  per certi versi sono sempre state avvantaggiate  visto che fin da quando prendono consapevolezza della loro natura di fattrici  hanno sempre potuto vivere sulla rendita di questa verita' incontrovertibile  e di rimessa rispetto alla stessa responsabilita di autodeterminarsi socialmente   infatti attraverso tutti i tempi  e nella stragrande maggioranza delle volte esse nella loro prassi di non  decidere mai niente da se stesse per se stesse  alla fine per silenzio assenso hanno sempre finito per consegnarsi a un destino di tipo famigliare (che non capisco perche gli schifi tanto) probabilmente perche hanno sempre saputo che dentro quel percorso avrebbero vissuto senza l'incognita e la fatica di autodeterminarsi continuamente  infatti se ci pensiamo  ancora oggi per loro l'importante e'  presentarsi all'appuntamento con un matrimonio o con una prospettiva famigliare portando in dote semplicemente...... se stesse  e lasciare il resto al corso naturale delle cose incluso quando sperimentata la maternita' maturano e sublimano da femmine in madri  acquisendo pure l'onore il rispetto e la considerazione che ogni comunita umana non gli ha mai negato dalla notte dei tempi 
mentre il maschio a questo appuntamento ha sempre avuto l'onere di dimostrarsene all'altezza  una specie di "esame"  che praticamente si protrae per tutta la vita coniugale  e che lo costringe a differenza della consorte femminile a un'operosita incessante ed estenuante: edificare, coltivare, cacciare, combattere, inventare, costruire, lavorare ecc ecc 
se dopo millenni questo stato di cose ha visto pendere completamente dalla parte dei maschi ogni consuntivo sull'apporto in opere dato alla civilta umana questo non e 'dovuto alla "prevaricazione" inflitta dal patriarcato maschilista ma alla ritrosia e alla atavica passivita femminile che col tempo e' diventata strutturale al loro stesso essere

se ne facciano una ragione le femministe e gli effeminati "maschi da riporto" che gli scodinzolano intorno
il loro proposito di uscire da quella che loro chiamano prigione domestica oltre a essere una indiretta conferma di questo stato di cose e il presagio della loro stessa morte perche significherebbe uscire da se stesse e rinnegare l'unico grande fondamentale valore che esprime la loro specificita biologica   quando un giorno avranno ripudiato il proprio ruolo e si scopriranno di fatto non all'altezza di reggere quello dei maschi  avranno capito finalmente che l'emancipazione femminile se lasciata a se stessa = la rovina di tutto
Un uomo che è un uomo DEVE credere in qualcosa (dal film: il mio nome è nessuno)

Finnegan

#2
Oltretutto anche accettando per ipotesi l'assurdo approccio scientista (che scientifico non è) non si capisce su quali basi asserisca che l'intera civiltà sia una gigantesca truffa escogitata dalle donne per intrappolare l'uomo. Come dicevo, siamo al delirio o comunque al cinema della questione maschile, si mettono in scena favole anziché descrivere la realtà.
Arriva a dire esplicitamente che Gesù era manipolato da Maria, che la morale religiosa e sessuale sono un'invenzione femminile, come se Mosè avesse scritto le Tavole della Legge sotto dettatura di sua moglie. Senza contare il "riconoscimemnto della progenie" come cappio femminile, mente è vero il contrario perché la madre è sempre certa, il padre mai e la paternità si fonda necessariamente sul riconoscimento della prole!
Ma che teorie bislacche sono? Sembra come se volesse riscrivere la storia sulla base di fatti personali (veri o immaginati).
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Finnegan

#3
Volevo tralasciare la muraglia di osservazioni (per lo più fuori argomento) scritta da Santiago, ma poiché temo che la discussione ricorrerà ancora, chiarisco la questione spero una volta per tutte, citando le stesse sue parole onde evitare accuse di manipolazione.
L'argomento della discussione non è il libro di Santiago, né l'australopiteco o altre questioni secondarie, ma le sue affermazioni in rete sulla civiltà e sulle istituzioni che ne costituiscono il fondamento.
Il tutto si riduce a due semplici domande. Secondo Santiago:
1. La civiltà e le sue istituzioni (leggi, valori morali ed eventualmente spirituali, matrimonio ecc.) sono benefiche, ovvero inutili o dannose per l'uomo?
2. L'attivismo maschile implica difendere la civiltà distrutta (anche) dal femminismo, in quanto creata essenzialmente dagli uomini e connaturata all'identità e dignità maschile, oppure la suddetta civiltà (es. matrimonio, monogamia, valori ecc.) è una creazione femminile per incatenare l'uomo?
Ecco cosa scrive Santiago:
Citazione di: SantiagoÈ dunque naturale che la donna abbia lavorato fin dagli inizi dei tempi per creare le condizioni culturali, attraverso i valori morali e religiosi e le normative civili (ad es. sancendo la peccaminosità del sesso al di fuori del matrimonio, o il riconoscimento della progenie o l'obbligo di perpetuazione della stirpe all'interno del matrimonio), per poter usufruire del contributo dell'uomo e trattenerlo all'interno di una relazione dopo che era stato "acchiappato" con l'arma della bellezza (il sesso).
Qui Santiago dice che la cultura, la civiltà e le istituzioni che ne sono alla base sono state create dalle donne (direttamente o indirettamente qui non ci importa) per ottenere un semplice vantaggio materiale, a seguito della cattura dell'uomo, quasi fosse un animale selvaggio ("acchiappato"), con "l'arma della bellezza".
Per chi avesse dubbi:
Citazione di: SantiagoHO DETTO "Dal punto di vista biologico la "moralizzazione" del sesso non ha portato alcun vantaggio all'uomo e tutti alle donne."
ho ipotizzato che il coito coercitivo "è la normale espressione sessuale maschile della maggior parte delle specie, e così lo è stato a lungo per l'umanità."
Io credo che sia più appropriato sostenere che la nascita della Cultura coincide con la proibizione del coito coercitivo." Quando è stato messo questo primo mattone della civiltà (per Levi-Strauss o per me)? Ipotizzo che possa essere stato messo vicino all'epoca che parli dell'uomo delle caverne, con le loro pitture, ecc, forse anche un po' prima tra 30.000 e 100.000 a.C., dunque "per la maggior parte del tempo della Storia dell'Umanità" sarebbe esistito il coito coercitivo. Solo quando il sesso è moralizzato, il coito coercitivo si tramuta in stupro (giudizio morale), prima di allora è sbagliato scambiare i due termini, definire stupro ciò che era un coito coercitivo e giudicare la natura con gli occhi attuali,
Perché l'uomo ha smesso di imporre un coito e la donna si è rifiutata di accettarlo passivamente? Perché, e a beneficio prevalente di chi dei due, dell'uomo o della donna? Questa domanda, molto importante, possiamo estenderla a tutte le norme e alla moralità sessuale (compreso il matrimonio). Nel mio libro ho spiegato come la civiltà ha moralizzato molti dei comportamenti della natura, molti dei quali colpivano parimenti entrambi i sessi (omicidio, furti, scoreggiare,...) e dunque interessano parimenti a entrambi i sessi. I comportamenti sessuali, i peccati che sono oggi i reati sessuali, colpiscono predominantemente un sesso e tutelano predominantemente l'altro. Dunque, la moralizzazione del sesso a beneficio di chi?
In queste frasi è palese la connotazione negativa di civiltà e cultura. Per chi ancora lo negasse:
Citazione di: Santiagola nascita della Cultura coincide con la proibizione del coito coercitivo, primo mattone della civiltà
la civiltà ha moralizzato molti dei comportamenti della natura
la "moralizzazione" del sesso non ha portato alcun vantaggio all'uomo e tutti alle donne
[Questa considerazione] possiamo estenderla a tutte le norme e alla moralità sessuale (compreso il matrimonio)
Dunque per Santiago la civiltà nasce con la moralizzazione del sesso, specificamente con la proibizione dello stupro (comunque lo voglia chiamare: ratto, coito coercitivo, notte di passione senza invito a cena). Tale moralizzazione (ovvero la civiltà, incluso matrimonio, sanzione dell'adulterio ecc.) per lui non ha portato alcun vantaggio all'uomo.
Non serve la malafede che mi attribuisce Santiago ma il minimo sindacale di logica per dedurne che per lui, la civiltà (o quantomeno le sue istituzioni-chiave, senza le quali non può esistere) è un'invenzione femminile per imporre un fardello all'uomo.
Dal che necessariamente consegue che l'uomo può ben fare a meno di questo fardello della civiltà, e tornare allegramente nella savana a darsi al coito coercitivo e più in generale allo stato (mai esistito in realtà nella specie umana) di "buon selvaggio".

Veniamo alla questione del matrimonio come isitituzione fondamentale di ogni popolo civilizzato. Santiago afferma in questo topic:
Citazione di: SantiagoNON MI RISULTA DI AVER MAI DETTO "l'uomo non dovrebbe sposarsi"
Ma su Stalker Sarai Tu:
Citazione di: SantiagoPer quale motivo l'uomo si dovrebbe vincolare a vita in un rapporto monogamico? Amore o affetto possono essere ottenuti da amici e parenti, o da rapporti occasionali e temporanei.
Quindi: l'uomo non ha motivo di sposarsi e il matrimonio serve solo per fornire affetto. Nessun cenno (anche le omissioni contano) alla paternità, alla possibilità di avere una prole certa e di educarla in un contesto stabile, con l'aiuto determinante della moglie: fare il padre single è sicuramente più gravoso. Ovviamente (e spero non sia necessario ripeterlo) mi riferisco a un matrimonio, in cui l'uomo sia adeguatamente tutelato.
Ricordo inoltre che Santiago ha detto che il matrimonio non dovrebbe essere legalmente riconosciuto (quindi non dovrebbe esistere, perché un negozio giuridico non riconosciuto dall'ordinamento è inesistente).
Santiago dice:
Citazione di: SantiagoIn nessuna parte dell'articolo affermo che uomini e donne non si debbano sposare, anzi dico che lo continuano e lo continuerano a fare. Cosa voglio decostruire?
Ma poi dice:
Citazione di: SantiagoSinceramente non riesco a trovare nessuna ragione logica che ipotizzi un vantaggio "materiale" della creazione dell'istituzione del matrimonio per l'uomo. Ma come avevo già scritto "il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce", gli uomini continuerano a sposarsi e a votare leggi assurde sul divorzio o sull'aborto.
Quindi se le parole hanno un senso: non c'è ragione di sposarsi, è una scelta assurda che l'uomo fa per motivi sentimentali e irrazionali, irretito dalla donna.
Per chi avesse ancora dubbi:
Citazione di: SantiagoL'uomo ha la forza, la donna invece un'arma molto più potente: quella capacità di ipnotizzare e rendere l'uomo stupido.Gli uomini si sposano per lo stesso motivo per il quale tutti i Parlamenti (di uomini) del mondo hanno votato le leggi sull'aborto e la procreazione, conferendo alle donne tutto il potere e sottraendo se stessi qualsiasi diritto sulla propria paternità. Idiozia allo stato puro. Noi uomini continueremo a sposarci, continueremo a proteggere e a cercare di rendere le nostre principesse felici, perché amiamo le donne, perché il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce. E come al solito, continueremo a fare la marcia nuziale... vestiti di nero!
Se queste non sono parole contro il matrimonio non so quali potrebbero esserlo. Capisco l'amarezza della separazione, ma sono discorsi da centro sociale, o da "Amici Miei" di Monicelli, non da attivista serio (quale dovrebbe essere Santiago) che vuole costruire una società funzionante e non individualistica in cui il PADRE conti qualcosa.
Ma che dice Santiago della paternità?
Citazione di: SantiagoLa paternità non è così ovvia né sembra innata come per le donne, il legame affettivo bisogna costruirlo.
Al contrario della maternità, la paternità tra i mammiferi (cosa diversa tra i pesci) non sembra un dato innato nella natura maschile, ma costruito (dalle femmine!).
Ci sono diversi esempi di animali che in ambienti ostili, le femmine si comportano gelosamente e incoraggiano il maschio a badare alla prole, sembra che il sentimento "familiare" e "paterno" venga coltivato dalle femmine per ottenere mantenimento e protezione. Inoltre esistono culture anche recenti dove il senso di paternità è sconosciuto o ignorato.
Accostando come sempre il mondo animale alla specie umana, Santiago dice che la paternità (come altri il genere) è un costrutto sociale, "costruito dalle femmine". Per chi avesse dubbi, ribadisce che in alcune culture (quali?) il senso di paternità è sconosciuto.
Basta un minimo di logica per dedurne che per Santiago, se matrimonio monogamico e paternità sono un'invenzione delle femmine a loro essenziale vantaggio, gli uomini potrebbero e molto probabilmente dovrebbero fare a meno di matrimonio, monogamia e paternità.
Non sono certo io che "gli faccio dire cose che non ha detto" ma lui che, nel migliore dei casi, non si rende conto di quello che dice. Nel peggiore, che cerca di nasconderlo negando l'evidenza in un diluvio di divagazioni su argomenti secondari.
Confrontando questo con le altre affermazioni di Santiago in favore di relazioni casuali, del desiderio sessuale di donne altrui (presumibilmente consumato: Santiago critica la monogamia ma non l'adulterio) il tipo umano che ne emerge inevitabilmente è quello dell'avventuriero, del picaro, dello "zingaro", che può sembrare avvincente come Casanova o Barry Lyndon ma che nella realtà si traduce in un'umanità marginale, allo sbando e senza futuro.
Infine (e spero di non doverci tornare sopra con storie sull'australopiteco):
1. Mai negli articoli di Santiago c'è una sola chiara e motivata affermazione in favore della nostra civiltà, del ruolo dell'uomo nel crearla  e preservarla, della stabilità di coppia, della paternità (a partire dal riconoscimento della prole).
2. Mai Santiago dice che l'attivismo maschile deve tendere a ristabilire la civiltà, e conseguenti istituzioni e leggi, in cui l'uomo possa avere un ruolo significante e riconosciuto che non sia quello di un nomade selvaggio.
In compenso, critica valori etici, sociali, civili, spirituali che hanno fatto grande l'umanità e in primis gli uomini, attribuendo loro una negativa connotazione femminile, se non femminista ("cristianesimo e femminismo si sono ritrovati alleati") e facendo della civiltà tramandataci dai nostri padri il capro espiatorio di un presente che non vede: non l'ho mai sentito parlare spontaneamente di gender, di Bibbiano, di attacco al maschile da parte dei gruppi LGBT che anzi considera discriminati, di utopie pseudoprogressiste che stanno disumanizzando la società e perfino la biologia umana.
Ha talmente ribaltato la narrativa femminista sull'oppressione patriarcale, che è tornato al punto di partenza: il passato, la civiltà sono un'oppressione (=inutile fardello) femminile anziché patriarcale ma dobbiamo comunque disfarcene, proprio come afferma il progressismo femminista.
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Finnegan

#4
Nell'articolo di oggi Santiago smonta ancora una volta le pretese censorie femministe sul presunto sessismo dei libri di scuola. Non mi può trovare più d'accordo. Tuttavia, scrive anche:
Citazione di: SantiagoVa bene, concordiamo [con le femministe]. Eliminiamo dai testi scolastici, a tutela delle ragazzine, immagini e riferimenti, semmai ce ne sono, di donne con il grembiule che rimangono a casa a cucinare.
Perché, diciamoci la verità, il condizionamento sulle bambine è qualcosa di vergognoso
Non è una provocazione, Santiago concorda davvero con la femminista dell'articolo: fare la casalinga è vergognoso per una donna.
Ma allora chi deve sobbarcarsi queste mansioni vergognose? Evidentemente l'uomo, che almeno al 50% diventa un "mammo". Davide Stasi, che come ha detto lui stesso serve la moglie "con lo strofinaccio sul braccio" sarà senz'altro entusiasta.
Per Santiago, pare, per l'uomo sono molto più indicate queste mansioni vergognose, riservate alla donna in un passato ignobile di cui dobbiamo disfarci, che fare il soldato o lavorare nei cantieri:
Citazione di: SantiagoE i ragazzini? Come la mettiamo con il pervasivo condizionamento sull'eterno mascolino? Come la mettiamo con le immagini e i riferimenti di decorazioni militari, battaglie, bandiere e arringhe, che pullulano sui testi scolastici, come l'esempio sopraccitato, e infondono nei giovani quel ruolo di eroe-soldato che molto spesso li porta alla tomba? Perché, diciamoci la verità, il condizionamento sulle bambine è qualcosa di vergognoso, ma la bellezza o i lavori domestici non ti portano alla tomba. Non ci sono cimiteri di casalinghe. Al contrario ci sono numerosi cimiteri di soldati, frutto di una "vergognosa" educazione già dalla prima infanzia. E dato che ci siamo, approfittiamo e destrutturiamo il ruolo maschile completamente: eliminiamo immagini e riferimenti di protezione e mantenimento delle donne da parte degli uomini. Dei lavori pericolosi pure, iniziando da quella fotografia degli anni '30 che mostra gli operai seduti mentre stanno mangiando sulla trave di un grattacielo in costruzione a New York, che ogni volta che la vedo mi vengono le vertigini.
"Destrutturiamo il ruolo maschile": poi qualcuno dice che non ho capito il pensiero di Santiago che, se scherza, non lo dà per nulla a vedere in quanto propone seriamente ("diciamoci la verità") di espungere le casalinghe dai libri di scuola.
Anche qui poniamo la domanda: se gli uomini non devono fare il soldato così non si fanno la bua, chi deve farlo, le donne? Sarebbe interessante sapere da Santiago se è favorevole alle donne nelle forze armate che, come hanno detto militari di carriera, ne fanno crollare il livello operativo ma non importa perché almeno ci sono più casalinghi a svolgere i compiti vergognosi che le loro maestà donne non devono fare.
A questo punto qualcuno sicuramente esulterà: evviva le donne al lavoro, così non dobbiamo mantenerle. Eppure, mai come in quest'epoca di carriere femminili le donne hanno più sfruttato economicamente gli uomini, al punto da farli dormire per strada.
Si è chiesto Santiago che beneficio portano alla società e soprattutto agli uomini donne favorite negli studi e nel lavoro in ogni modo, con quote rosa legalizzate ma più spesso di fatto, a partire da lauree e carriere regalate a capre, dopo averle sottratte a uomini meritevoli?
E non siamo in pochi a dirlo. Ecco una testimonianza di un nuovo utente, fresca di giornata:
https://www.questionemaschile.org/forum/index.php/topic,16971.msg194608.html#msg194608
Citazione di: FritzOggigiorno, il decadimento morale, intellettuale e scientifico (non si fanno più grandi scoperte da quasi un secolo ormai) è da attribuire alla bassa produzione offerta dalla donna, che penalizza quella degli uomini con quote rosa e raccomandazioni che raggiungono vette di vergogna inarrivabili soprattutto nelle università (ricordate il caso Strumia al CERN qualche anno fa?)
Le donne dirigono centri di ricerca che sistematicamente producono aria fritta, fuffa e sciocchezze. Danneggiano il sistema dei punti a merito nelle scuole e università perché sono palesemente raccomandate (un esame scolastico, per una donna, è completamente diverso da quello fatto da un uomo sullo stesso argomento: solo gli allocchi non se ne sono mai accorti) e non fanno praticamente mai un caxxo. Dove non fanno un caxxo, riescono quasi sempre ad essere anche dannose rallentando lavori, abortendo programmi in corso, creando squilibri relazionali all'interno dei team di lavoro.
Le donne non dovrebbero mai poter prendere la decisione finale su qualcosa, qualunque essa sia.
Laddove questo principio suddetto non è stato rispettato, si è assistito alla distruzione e sfacelo più totale dell'ordine delle cose. Famiglie distrutte, economie devastate. Fateci caso.
Credo che se moltissime donne, invece di fare le "laureate", le "ricercatrici" ma anche le sindachE che credono che orinare per strada sia fare politica se ne stessero a casa a cucinare e badare ai pargoli sarebbe un gran beneficio per l'umanità. Non sei d'accordo Santiago?


Si cercano colf per pulire la casa e badare ai bambini di una donna "dirigente", in "missione" a Bruxelles. Qualcuno si candida?
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johann

#5
Con riferimento alle tesi di santiago alcune nuove riflessioni: Ovviamente niente di personale,  solo per il crudo confronto delle idee
in premessa ai contenuti dei suoi post continua a non convincermi il suo approccio generale alle cose:  infatti la cosa che colpisce di più nell'analisi di santiago e' la sua  fredda e' algida "estraneità" analitica all'argomento che tratta, si suppone che da buon laicista egli consideri un doveroso tributo alla prassi analitica  questo suo approccio diciamo "scientista" alle cose   e sia oltremodo normale per la sua cultura restringere  il range delle verità solo a cio che può passare la "cruna" del riscontro delle cosiddette discipline esatte  cioe e' vero solo quello che può essere provato o spiegato  mediate equazioni  formule ecc

questo, anche se e' offensivamente limitato e del tutto inappropriato se riferito allo studio dell'essere umano in quanto tale e ovviamente all'uomo maschio   rimarrebbe comunque un esercizio di speculazione intellettuale quantomeno comprensibile  se si supponesse vincolato al metodo scientifico in modo che ci sia una consequenzialità logica tra l'analisi e risultato   
tuttavia l'interrogativo rimane:  bastano le discipline scientifiche ad analizzare compiutamente un essere umano?  O serve anche altro  ....molto altro!!  evidentemente santiago non si rende conto che oggi il suo stesso mondo culturale di riferimento nel suo inabissamento nichilista e' già andato oltre questa fase di risoluzione intellettuale  un tempo chiamata razionalismo o modernismo  poiché le risposte scientifiche sono per forza di cose oggettive  e oggi invece tutto deve essere soggettivo e relativo compresa la stessa scienza 
di post razionalismo in post modernismo oggi il pensiero umano si e' ulteriormente compresso nel misticismo della prassi tecnocratica con cui  leggere le cose   
prassi  cosi definita dal prof. turco:

il passaggio dalla modernità alla postmodernità si va compiendo attraverso il primato della prassi e l'approdo alla tecnocrazia.  L'ideologia della fine delle ideologie  il cosiddetto pensiero post ideologico pretende di risolvere il pensiero nella prassi  in ogni campo dalla politica alla scienza alla pastorale  il primato della prassi attua il più compiuto tentativo di "uccidere la verità"  che poi non e' altro che l'uccisione di DIO
diagnosticata e teorizzata da Nietzsche   il primato della tecnica e' un capitolo di tale parabola   parabola che non puo che considerare come  delitto ogni giudizio di valore  lo sbocco della tecnocrazia costituisce il punto terminale della negazione della metafisica e dell'etica  si tratta di un processo in atto dove le procedure e i protocolli dovrebbero succedere completamente alla scienza ed alla coscienza  dove caos e pianificazione dovrebbero comporsi in una circolarità' dialettica


praticamente santiago pone in essere una ricerca che orgogliosamente vuole saldamente ancorata alla prassi  scientifica  e magari lo e' pure  ma non si rende conto che su questo si gioca praticamente tutto il "valore" della sua opera  perché per il resto non vi applica alcun  discernimento scientifico  del resto sarebbe impossibile visto che e' come minimo arrogante pensare di "provare"  l'essere umano con formule chimiche  numeri  %  e rimandi ad altri testi   
il matrimonio  la famiglia la societa' sono forse i "prodotti" umani più elaborati e organici che siano mai sono stati perfezionati nel corso della storia  talmente pregni e portatrici di "valore aggiunto" da connaturarsi alla stessa natura umana e influenzarne lo sviluppo,  quando si affrontano  certi temi "caldi" come questo in pratica e come se si valutasse se stessi  un intero universo che non e' solo meccanica biologica in "progress" nelle dimensioni sensibili del nostro mondo fisico ma anche e soprattutto tutto quanto concerne le dimensioni del trascendente e del metafisico 
solo una coscienza laicista nel suo "freddo" approccio puo essere cosi disinvolta e "marziana" nella manipolazione della "materia" umana, da presentarci un sunto del passato dell'uomo come se fosse uno studio sulle dinamiche comportamentali interne a un branco di primati  anzi  lasciando pensare che in fondo ci si crede veramente quando si lascia intendere che al netto di millenni di civilta a muovere l'uomo (soprattutto maschio) siano di fatto ancora le sue pulsioni sessuali  e quindi per questo assegnargli un organigramma valoriale che mette sopra a tutto l'importanza della propria "economia sessuale"  cioè il puntuale consuntivo dei vantaggi e degli svantaggi che nelle varie circostanze storiche riesce a strappare o a rimetterci  nel suo rapporto/scontro con le femmine

e quanto meno minimalista e riduttivo livellare e spiaccicare tutta la materia umana su questo piano valutativo mischiando tempo e spazio sostanza e forma   mondo umano e mondo animale 
anche ammesso che siano di una qualche importanza  i bilanci di vantaggi/svantaggi che sessualmente il maschio avrebbe tratto o pagato nelle varie vicende storiche dal rapportarsi sessualmente con le femmine  sono comunque consuntivi che si fanno necessariamente a posteriori non della propria generazione ma di centinaia di generazioni  non a caso sono speculazioni per cosi dire "accademiche" che si fanno al giorno d'oggi  considerazioni che non penso passino nemmeno per l'anticamera del cervello di qualunque maschio abbia deciso o decida di unirsi in matrimonio,  come a dire che il sesso conta  ma non puo essere inteso come il fine che riassume ogni aspetto del rapporto tra un maschio e una femmina
qui a fronte di un prevedibile tsunami di obiezioni a base fatti specifici o testimonianze ecc  dico che se e' vero che trattando la "materia"  umana le eccezioni non mancano mai e riguardano ogni suo aspetto   e anche vero che  in un quadro dove la stragrande maggioranza di un dato fenomeno continua a replicarsi praticamente invariato (matrimonio monogamico  famiglia tradizionale maschio + femmina e figli) questo  dato diventa sostanza e regola oggettiva  con cui fare i conti  e le eccezioni ne diventano una conferma indiretta
ridurre sostanzialmente  la figura del maschio come un soggetto il cui cervello e un'appendice dei suoi testicoli  e che tutto il suo essere si spiega e si risolve nell'assecondare le "necessità" che di  la'  provengono  e quantomeno offensivo per la dignità del mondo maschile, arrivare addirittura a contorcere le complesse e sofisticate dinamiche e tipologie culturali che hanno portato alla codificazione nel tempo di embrioni via via sempre più complessi di societa  a un volgarissimo "braccio di ferro" che i due sessi avrebbero ingaggiato per strapparsi a vicenda il maggior numero di vantaggi dall'intreccio dei loro rapporti sessuali   e' quanto meno dozzinale

come e' risibile e ridicolo intestare al mondo femminile una capacita di pianificazione e costruzione dei fondamentali di civiltà  quasi "divina"  e tutto per fini strettamente utilitaristici legati  alla propria condizione di vita!?? .....  la civiltà non senza contraddizioni e a volte involuzioni e' stata quasi  completamente realizzata dai maschi  (io ne vado fiero....e santiago??)   proprio quando hanno cominciato a capire che il vivere a questo mondo vale un senso molto più alto e nobile che l'agire alla caccia di femmine facendosi guidare dal proprio membro perennemente in "tiro"   
a  meno che,  non si faccia confusione tra meccanismi comportamentali animali e quelli umani  per l'appunto  quanto sembra trasparire leggendo il pensiero di santiago   e chiaro che tutto questo discorso deve essere collocato su di un piano analitico ben diverso  dove il sesso  non ne sia la  sola componente ne tantomeno quella discriminante    sono dell'avviso che  via via che l'uomo ha preso coscienza della sua unicità e della sua specificità la questione del sesso e' diventata lentamente sempre più collaterale a molte altre cose che invece subentravano in ordine di importanza  interessi che gli gratificavano piaceri diversi ma altrettanto intensi e appaganti di quanto possa dare il copulare compulsivo più o meno selvaggio  (inventare costruire conquistare credere )  in una parola civilizzare e civilizzarsi 

e' appunto per questo che per l'uomo vale più la storia della sua civiltà che quella della sua antropologia se poi volessimo limitarci a questo e' da notare come solo grazie al cristianesimo la storia umana  ha preso la sua attuale "geometria" lineare di sviluppo superando la circolarità fatalista  del mondo pagano dove tutto compresi gli dei sottostavano all'ineluttabilità' del  "fato" 
tempo fa ho citato la legge naturale come statuto interiore dell'uomo dove ognuno se vuole puo riconoscere l'essenza "divina" della sua unicità  umana   sono convinto che anche se pochissimi uomini sono stati in grado di spiegarla a se stessi   in mezzo a mille contraddizioni e mille  incoerenze  questa verità sia stata colta nel cuore di ogni uomo sin dalla notte dei tempi  e che sia stata la vera spinta propulsiva che lo ha liberato ed emancipato culturalmente dalla prigione degli istinti e delle pulsioni "animali"  date dalla sua fisicità biologica  (processo che guarda caso si tende ad invertire nella "moderna" società contemporanea)   secondo me e' questo il piano su cui l'uomo dovrebbe collocarsi se vuole indagare e conoscere
veramente se stesso 

giusto per chiarire ho parlato post fa  di legge naturale e naturalmente la cosa e' inciampata nel  puntuale travisamento di questo concetto  pensando subito che mi riferissi all'ordine funzionale della vita su questo pianeta 
niente di più sbagliato  come ha scritto r. de mattei:

la legge naturale non e' una verità confessionale e una verità appartenente alla retta ragione universale. Essa è infatti una legge oggettiva iscritta nella natura non di questo o quell'uomo ma nella natura umana considerata in se stessa  nella sua permanenza e nella sua stabilità
In questo senso, non è una legge imposta dall'esterno ma, come già avvertiva Leone XIII  è indelebilmente iscritta, anzi scolpita nell'anima di ogni uomo la differenza tra la legge naturale e qualsiasi legge positiva e che le leggi positive sono elaborate dagli uomini e sono per così dire esterne, mentre la legge naturale appartiene alla stessa struttura spirituale dell'uomo.
La principale difficoltà nel comprendere la legge naturale sta nel fatto che oggi si è persa la nozione di natura. Il cardinale Ratzinger ha osservato come la legge naturale sia diventata «una parola per molti quasi incomprensibile a causa di un concetto di natura non più metafisico,  ma solamente empirico» (Discorso del 12 febbraio 2007). La legge naturale non è infatti la legge fisico-biologica della natura umana, ma l'ordine morale e metafisico del creato, che l'uomo può scoprire con la sua ragione.
San Tommaso d'Aquino è colui che meglio ne ha approfondito e sintetizzato il concetto, definendola «la partecipazione della legge eterna nella creatura ragionevole» (Summa Theologia, I11, q. 91, a. 2).
Se si perde il concetto di legge naturale, si è costretti ad accettare la teoria del gender, basata sulla negazione del concetto di natura umana.  L'uomo viene considerato come un'entità puramente materiale, modificabile a piacere, secondo le necessità e gli interessi del momento. Alla legge naturale, che discende da Dio, si sostituisce la legge positiva, imposta dai gruppi di pressione politici e mediatici. Invece di riflettere la legge naturale e divina, le leggi e il comportamento umano si adeguano all'opinione fluttuante e liquida delle mode anticristiane e dello spirito del mondo

documentato da radici cristiane
Un uomo che è un uomo DEVE credere in qualcosa (dal film: il mio nome è nessuno)

Finnegan

#6
Eccellente post che ho trascritto in parte su QM. Santiago oppone che le sue sono argomentazioni scientifiche, ma allora:
- Che qualifiche ha? E' storico? Archeologo? Antropologo?
- Ha pubblicato i suoi "studi"? Dove?
- C'è consenso scientifico sulle sue ipotesi?
Alcune poi sono francamente strampalate, per usare un eufemismo. Un esempio tra tutte, quella dell'anatomia maschile che serve a estrarre il seme del "copulatore coercitivo" precedente. A parte ogni ovvia considerazione di carattere morfologico (provate a vuotare un calice con un oggetto...simile), un qualsiasi medico di campagna può spiegare che il concepimento può avvenire persino con emissione esterna. Ma sono certo che Santiago dispone di "fonti inoppugnabili": con la roba che circola nell'ambiente scientifico, che ha derubricato vere e proprie malattie mentali (non diciamo quali  ;) ) aggiungendovi però la mitica "disforia di genere".

La scienza oggi viene impiegata a scopo propagandistico, per far passare una determinata visione sociale e politica e nulla permette di escludere che le teorie "scientifiche" di Santiago siano la proiezione di sue idee politiche o altre convinzioni derivanti forse dal suo vissuto. Cosa umanamente comprensibile, se fossi separato non avrei molta voglia di difendere il matrimonio (per com'è oggi).
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Waldgänger

Citazione di: Finnegan il 31 Maggio 2020, 10:59:53 PM
se fossi separato, non avrei molta voglia di difendere il matrimonio (per com'è oggi).
...Dipende da quanta QM si è macinata.
Sappiamo che le due cose coesistono: repulsione per l'odierno falso matrimonio; perorazione per com'era prima dell'avvento del Romanticismo (che cominciò a postulare il "matrimonio d'amore").
Sappiamo che l'odierno MGTOW quasi mai è colui che rifiuta l'idea astratta di Famiglia-Matrimonio; al contrario, è colui che usa il MEZZO dell'andar per la propria strada, proprio per mostrare a società-governi il FINE opposto. Prendendo di mira l'individualismo sfrenato (insostenibile, contraddittorio) - oggi praticato prevalentemente dalla metà femminile della popolazione -, lo vuol far deflagrare mostrando cosa succede se lo pratica anche l'altra metà.

Finnegan

#8
Concordo al 100%. ;)

Risposta di Santiago:

Molti degli ultimi post del forum hanno portato avanti una discussione scaturita da alcune mie posizioni che riguardavano il sesso, il matrimonio, la paternità. Alcuni messaggi per incomprensione, forse per colpa mia per non essere stato abbastanza chiaro, altri semplicemente tergiversando o affermando cose che io non ho mai detto, ho trascorso più tempo a smentire quello che non dico che ha riaffermare quello che dico. Naturalmente, nessuno pretende che tutti siano d'accordo con quanto si afferma, ma sari molto grato se non dovesse smentire ogni volta quello che non ho detto. Dunque, in questo post prima di tutto vorrei spiegare molto sinteticamente la mia posizione su diversi punti controversi (ho già spiegato che le mie idee sono naturalmente molto più sviluppate e supportate da numerosi esempi nel libro che ho scritto "La grande menzogna del femminismo", ma è evidente che non posso scrivere il libro qui); dopo vorrei lanciare una sfida su uno degli argomenti che è stato contestato: la paternità (e soltanto su questo argomento non su centomila altri che si aprono di continuo).

Prima premessa: TESI FEMMINISTA. La civiltà è stata creata dagli uomini a danno delle donne e a beneficio loro. Il compito che mi sono assunto è quello di smentire questa tesi.

Seconda premessa: La moralizzazione del sesso forma parte della civiltà, ma non è tutta la civiltà!!

Terza premessa: Analizzare, criticare o segnalare gli aspetti negativi di qualcosa (ad esempio le religioni) non vuole dire che non esistano aspetti positivi, e che chi lo fa deva voler decostruire, distruggere o stia proponendo la costruzioni di altri sistemi o paradisi. Analizzare non è sinonimo di distruggere.

Coito coercitivo. In natura nella stragrande maggioranza delle specie la femmina è "perdente", il maschio è "vincente" (perdente e vincente sono giudizi di valori che facciamo noi esseri umani: i maschi hanno la forza, si possono difendere meglio, possono cacciare e raggiungere grazie al fisico più nutrimento, non hanno gravidenze, mestruazioni che difficoltano la sopravvivenza...) Il sesso rientra all'interno di questo ragionamente che si deduce della semplice osservazione della natura. È un'ipotesi molto plausibile che il coito coercitivo sia stato un modo di copulare anche tra gli Homo per molti anni, e in un post precedente ho segnalate tre argomenti logici e osservabili per sostenere questa idea (che stranamente nessuno ha contestato finora). Coito coercitivo non vuol dire che la femmina opponga necessariamente resistenza fisica, come succede in molte specie le femmine si lasciano prendere per sono ormai così "programmate", sanno il pericolo delle conseguenze di opporsi fisicamente; ferite si compromette la sopravvivenza.
Per quanto riguarda il sesso, la civiltà ha capovolto questo rapporto, la donna grazie alla moralizzazione del sesso e la sacralizzazione dell'amore si posiziona "vincente", di fronte all'uomo che si posiziona "perdente".


Moralizzazione del sesso. "La sessualità maschile è attiva, volente, non ha bisogno di freni né inibizioni, e può essere esercitata continuamente; qualsiasi limitazione è una forzatura." (La grande menzogna del femminismo, p. 542) La moralizzazione del sesso non comporta alcun vantaggio evidente e obiettivo per l'uomo, al contrario per la donna il vantaggio è evidente, non solo rispetto al sesso (limita rapporti e gravidanza indesiderate, e danni che possono sempre scaturire da questi rapporti) ma anche per quanto riguarda la sopravvivenza (si garantisce il contributo maschile mediante valori che lo impegnano). Per analogia: i valori di difesa della comunità che spettavano al maschio (mentre portava al sicuro la donna) non comportano per il singolo uomo alcun vantaggio obiettivo, al contrario, rischia la vita e l'incolumità. In caso di fuga, ad esempio di una bestia selvaggia, poteva non difendere la femmina e avrebbe molte più possibilità di sfuggire di lei. Qual è il vantaggio obiettivo per il maschio? Nessuno Per la femmina (e la prole)? Tutti. Il discorso invece ha la sua logica se lo consideriamo non rispetto al vantaggio del singolo ma della specie. Molti valori e istituzioni (ad esempio il matrimonio) hanno servito a proteggere e mantenere le singole donne e la specie, ma non portavano alcun vantaggio al singolo individuo maschio.

Istituzione del matrimonio. Quale? Intanto sono molte le forme e varianti. Ad esempio, può andar bene la poliandria fraterna dei Nyinba del Nepal, l'unione di un gruppo di fratelli con una sola moglie? E poi, argomento molto importante, matrimonio monogamico o poligamico? Nelle diverse culture il matrimonio poligamico è stato molto gettonato. E ancora, matrimonio per tutta la vita o possibilità di divorzio, che lo rende di fatto non monogamico? Il matrimonio cristiano- occidentale (con divieto di divorzio) è sempre stata un'eccezione nel mondo, la possibilità di separarsi è stata quasi sempre permessa in tutte le civiltà (proprio il divieto di divorzio sorgeva per tutelare le donne, come i matrimonio poligamici, ecc.). Al di là della diversità tutte queste istituzioni hanno un punto in comune. Tutti mirano alla protezione e mantenimento della donna.
Naturalmente, come ho già scritto in altri post, il matrimonio non è affatto garanzia di sesso a volontà e soddisfacente per l'uomo né lo è stato quasi mai per molti uomini negli anni passati, e non è vero che esiste un vincolo naturale tra matrimonio e poter crescere i propri figli (basta cambiare le regole), come si può vedere oggigiorno in molti casi, basta fare un test di DNA e crescere i propri figli senza il vincolo di vivere con la madre.

Diritto e matrimonio. La mia posizione è che diritti e doveri devono essere sempre individuali, i diritti e doveri collettivi o di gruppo discriminano chi ne rimane fuori. Ad esempio, il diritto di decidere o di fare visita al coniuge in ospedale in momenti molto gravi (uno dei motivi denunciate sempre dalle coppie omosessuali) non si capisce perché non devono possederlo tutti gli esseri umani, ogni individuo dovrebbe poter menzionare la persona che vuole accanto in questi momenti, anche due frati religiosi che hanno trascorso l'intera vita assieme in monastero. L'istituzione del matrimonio (e la vita sessuale privata) non ha bisogno di essere regolata dallo Stato (tranne quando raca danno altrui), ricade nelle credenze di ogni individuo. Ogni individuo può regolare la propria vita come vuole secondo la propria fede. La polemica sul matrimonio civile omosessuale è artificiale, perché dal mio punto di vista il matrimonio appunto non dovrebbe esistere per lo stato (oltre il fatto che etimologicamente definire "matrimonio" l'unione di due persone dello stesso sesso è un obbrobio)

Omosessualità. Quando studiavo a scuola (religiosa) c'era scritto sul mio libro che che era "contro-natura". Era proprio scritto così. Io mi divertivo a polemizzare con il prof. perché in natura si trova di tutto, anche l'omosessualità. Dunque, per conto mio, la vita sessuale privata è privata. Ma risulta curioso il fatto si attribuire talvolta alla Natura, talvolta alla Civiltà (a seconda di come gira il vento), tutto quello che è buono e positivo. La Natura o la Civiltà non sono in sé o per sé positivi. Non c'è un primato delle leggi naturali o delle leggi civili. In Natura c'è tutto, l'omicidio di membri della stessa specie, il cannibalismo, la prostituzione, il coito obbligatorio violento (stupro), il furto,... Nella Civiltà c'è la bomba nucleare e i campi di sterminio.
Infanzia e diritti individuali. Poiché i diritti sono individuali, io sono dell'opinione che ogni individuo ha il diritto umano a essere cresciuto dai padri biologici (o semmai non esistono, da un forte modello di riferimento maschile e da un forte modello di riferimento femminile) Tra l'altro, contempato esplicitamente nella Carta dei diritti del Bambino. Penso sia sbagliato far crescere un bambino da persone dello stesso sesso, perché viene a mancare a quel bambino in maniera "programmata" una delle due polarità esistenti nel mondo. Ciò non vuol dire che gli omosessuali non possano avere dei figli (di rapporti precedenti, ad esempio) finché si mantiene per il bambino il diritto ad aver un padre e una madre. Anche qui ci sarebbe molto da dire, ma qui mi fermo.


Sfida all'OK Corral: PATERNITÀ (principalmente per Vicus ma aperta a tutti)

La mia posizione: La Paternità non è innata, è un'istituzione nata, coltivata e cresciuta con la civiltà.

Vicus ha scritto: "Se la paternità è una sovrastruttura, non innata nell'uomo, hanno ragione le femministe a voler impedire agli uomini di esercitarla chiedendo l'affido esclusivo, dico bene?"
Questo non è un argomento di grande peso, per la verità, primo perché come ho già il fatto che qualcosa sia naturale o civile non comporta nulla, né negativo né positivo, ne deduci che se qualcosa non è naturale ti può essere tolto (da dove l'hai dedotto?). In pratica, le nazioni sono una convenzione sociale, ergo ti togliamo la cittadinanza (!?). Secondo, tu deduci che la maternità sia qualcosa di naturale (e dunque positivo), malgrado proprio sulla maternità all'interno del femminismo è sorta e c'è ancora un dibattito molto acceso su questo argomento due fronti tra quelli che la rigettano (femminismo ugualitario, tra cui Simone de Beauvoir) e quelli che la rivendicano (femminismo della differenza). Comunque qui a noi la maternità non ci interessa, a noi interessa la paternità.

La paternità è innata, l'abbiamo ereditata dalla Natura o è un'istituzione?
Se la risposta è la seconda, siamo d'accordo e la conversazione finisce qui

Se la risposta è la prima, come mi sembra di aver capito dai post precedenti di Vicus criticando la mia affermazione, chiedo per favore di motivarlo elencando gli argomenti logici e possibilmente scientifici (etologici, biologici, etnologi, psicologici, anatomici,...)
dopodiché io ribetterò adoperando i miei e la mia logica.
Grazie
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Finnegan

#9
Seguono mie risposte riassuntive dei vari argomenti:

Prima di rispondere una nota: i grassetti e altra formattazione servono unicamente a facilitare la lettura specialmente nel caso di lunghi post. Le citazioni di Santiago sono esatte alla virgola, senza commenti e interpolazioni.
Vorrei innanzitutto porre un paio di domande che considero dirimenti:
1. La civiltà e le sue istituzioni (leggi, valori morali ed eventualmente spirituali, matrimonio ecc.) sono benefiche, ovvero inutili o dannose per l'uomo?
2. L'attivismo maschile implica difendere la civiltà distrutta (anche) dal femminismo, in quanto creata essenzialmente dagli uomini e connaturata all'identità e dignità maschile, oppure la suddetta civiltà (es. matrimonio, monogamia, valori ecc.) è una creazione femminile per incatenare l'uomo?
Comincio dalle citazioni per poi passare ai commenti:
Citazione di: SantiagoÈ dunque naturale che la donna abbia lavorato fin dagli inizi dei tempi per creare le condizioni culturali, attraverso i valori morali e religiosi e le normative civili (ad es. sancendo la peccaminosità del sesso al di fuori del matrimonio, o il riconoscimento della progenie o l'obbligo di perpetuazione della stirpe all'interno del matrimonio), per poter usufruire del contributo dell'uomo e trattenerlo all'interno di una relazione dopo che era stato "acchiappato" con l'arma della bellezza (il sesso).
Qui dici che la cultura, la civiltà o comunque le istituzioni che ne sono alla base (norme civili, valori morali o religiosi) sono state create dalle donne, per di più al solo scopo di ottenere un semplice vantaggio materiale.
E' semplicistico affermare che l'edificio civile, con tutte le sue elaborate espressioni, sia stato costruito dalle donne col fine di ottenere un vantaggio a scapito dell'uomo, sia pure con una presunta "influenza".  Hammurabi o Giustiniano sono stati influenzati da una donna? C'erano donne tra i senatori, nell'esercito, nella classe dirigente?
E' semplicistico affermare che l'uomo si sposi unicamente perché irretito da una donna senza averne alcun vantaggio personale:.
Citazione di: SantiagoHO DETTO "Dal punto di vista biologico la "moralizzazione" del sesso non ha portato alcun vantaggio all'uomo e tutti alle donne."
ho ipotizzato che il coito coercitivo "è la normale espressione sessuale maschile della maggior parte delle specie, e così lo è stato a lungo per l'umanità."
Io credo che sia più appropriato sostenere che la nascita della Cultura coincide con la proibizione del coito coercitivo." Quando è stato messo questo primo mattone della civiltà (per Levi-Strauss o per me)? Ipotizzo che possa essere stato messo vicino all'epoca che parli dell'uomo delle caverne, con le loro pitture, ecc, forse anche un po' prima tra 30.000 e 100.000 a.C., dunque "per la maggior parte del tempo della Storia dell'Umanità" sarebbe esistito il coito coercitivo. Solo quando il sesso è moralizzato, il coito coercitivo si tramuta in stupro (giudizio morale), prima di allora è sbagliato scambiare i due termini, definire stupro ciò che era un coito coercitivo e giudicare la natura con gli occhi attuali,
Perché l'uomo ha smesso di imporre un coito e la donna si è rifiutata di accettarlo passivamente? Perché, e a beneficio prevalente di chi dei due, dell'uomo o della donna? Questa domanda, molto importante, possiamo estenderla a tutte le norme e alla moralità sessuale (compreso il matrimonio).
In queste frasi è evidente la connotazione negativa di civiltà e cultura.
In sintesi:
Citazione di: Santiagola nascita della Cultura coincide con la proibizione del coito coercitivo, primo mattone della civiltà
la civiltà ha moralizzato molti dei comportamenti della natura
la "moralizzazione" del sesso non ha portato alcun vantaggio all'uomo e tutti alle donne
[Questa considerazione] possiamo estenderla a tutte le norme e alla moralità sessuale (compreso il matrimonio)
Dunque per te la civiltà nasce con la moralizzazione del sesso, specificamente con la proibizione dello stupro (comunque lo si voglia chiamare: ratto, coito coercitivo, notte di passione senza invito a cena). Tale moralizzazione (ovvero la civiltà, incluso matrimonio, sanzione dell'adulterio ecc.) per te non ha portato alcun vantaggio all'uomo.
Basta un minimo di logica per dedurne che per te, la civiltà (o quantomeno le sue istituzioni-chiave, senza le quali non può esistere) è un'invenzione femminile per imporre un fardello all'uomo.
A questo obietti:
Citazione di: SantiagoAnalizzare, criticare o segnalare gli aspetti negativi di qualcosa (ad esempio le religioni) non vuole dire che non esistano aspetti positivi, e che chi lo fa deva voler decostruire,
Si dà però il caso che criticare il matrimonio arrivando a dire che non dovrebbe esistere giuridicamente non è criticare un "aspetto negativo" della società ma significa demolire l'intero edificio civile, in quanto nessuna civiltà neppure primitiva può produrre e trasmettere sapere, tecnologia e arte senza coppie stabili e prole certa, cresciuta in un contesto favorevole alla trasmissione del sapere.
Se il matrimonio non reca alcun vantaggio all'uomo, necessariamente ne consegue che l'uomo può ben fare a meno di questo fardello, e darsi al "coito coercitivo" ovvero a "relazioni temporanee" che se praticate in massa sono disgregatrici dell'edificio civile e su cui hai manifestato parere favorevole su Stalker Sarai Tu:
Citazione di: SantiagoPer quale motivo l'uomo si dovrebbe vincolare a vita in un rapporto monogamico? Amore o affetto possono essere ottenuti da amici e parenti, o da rapporti occasionali e temporanei.
Quindi: l'uomo non ha motivo di sposarsi e il matrimonio serve solo per fornire affetto. Nessun cenno (anche le omissioni contano) alla paternità, alla possibilità di avere una prole certa e di educarla in un contesto stabile, con l'aiuto determinante della moglie: fare il padre single è sicuramente più gravoso. Ovviamente mi riferisco a un matrimonio non femminista, in cui l'uomo sia adeguatamente tutelato.
Hai detto inoltre che il matrimonio non dovrebbe essere legalmente riconosciuto (quindi non dovrebbe esistere, perché un negozio giuridico non riconosciuto dall'ordinamento è inesistente).
Questo passaggio conferma che per te il matrimonio, in una visione che ha ben poco di civile, è solo una specie di laccio per intrappolare l'uomo sulla base di motivazioni unicamente sentimentali:
Citazione di: SantiagoSinceramente non riesco a trovare nessuna ragione logica che ipotizzi un vantaggio "materiale" della creazione dell'istituzione del matrimonio per l'uomo. Ma come avevo già scritto "il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce", gli uomini continuerano a sposarsi e a votare leggi assurde sul divorzio o sull'aborto.
Quindi: non c'è ragione di sposarsi, è solo una scelta assurda che l'uomo fa per motivi sentimentali e irrazionali, irretito dalla donna. Per chi avesse ancora dubbi:
Citazione di: SantiagoL'uomo ha la forza, la donna invece un'arma molto più potente: quella capacità di ipnotizzare e rendere l'uomo stupido.Gli uomini si sposano per lo stesso motivo per il quale tutti i Parlamenti (di uomini) del mondo hanno votato le leggi sull'aborto e la procreazione, conferendo alle donne tutto il potere e sottraendo se stessi qualsiasi diritto sulla propria paternità. Idiozia allo stato puro. Noi uomini continueremo a sposarci, continueremo a proteggere e a cercare di rendere le nostre principesse felici, perché amiamo le donne, perché il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce. E come al solito, continueremo a fare la marcia nuziale... vestiti di nero!
Se queste non sono parole contro il matrimonio non so quali potrebbero esserlo. Simili discorsi sull'inutilità e l'abolizione del matrimonio si sentono di solito in comunità di marginali promiscui come i figli dei fiori, o in "Amici Miei" di Monicelli, non tra chi vuole costruire una società funzionante e non individualistica in cui il PADRE conti qualcosa.

Sulla paternità affermi:
Citazione di: SantiagoLa paternità non è così ovvia né sembra innata come per le donne, il legame affettivo bisogna costruirlo.
Al contrario della maternità, la paternità tra i mammiferi (cosa diversa tra i pesci) non sembra un dato innato nella natura maschile, ma costruito (dalle femmine!).
Ci sono diversi esempi di animali che in ambienti ostili, le femmine si comportano gelosamente e incoraggiano il maschio a badare alla prole, sembra che il sentimento "familiare" e "paterno" venga coltivato dalle femmine per ottenere mantenimento e protezione. Inoltre esistono culture anche recenti dove il senso di paternità è sconosciuto o ignorato.
Accostando come sempre il mondo animale alla specie umana, dici che la paternità (come altri il genere) è un costrutto sociale, "costruito dalle femmine". Per chi avesse dubbi, ribadisci che in alcune culture (quali?) il senso di paternità è sconosciuto.
Basta un minimo di logica per dedurne che per te, se matrimonio monogamico e paternità sono un'invenzione delle femmine a loro essenziale vantaggio, gli uomini potrebbero e molto probabilmente dovrebbero fare a meno di matrimonio, monogamia e paternità.
Confrontando queste con altre tue affermazioni in favore di relazioni casuali, del desiderio sessuale di donne altrui (presumibilmente consumato: critichi la monogamia ma mai l'adulterio, anzi ne critichi la sanzione legale/morale) il tipo umano che ne emerge inevitabilmente è quello dell'avventuriero, dello "zingaro", che può sembrare avvincente in un film ma nella realtà si traduce in un'umanità marginale, allo sbando e senza futuro.

Inoltre:
1. Mai nei tuoi articoli c'è una sola chiara e motivata affermazione in favore della nostra civiltà, del ruolo dell'uomo nel crearla  e preservarla, della stabilità di coppia, della paternità.
2. Mai dici che l'attivismo maschile deve tendere a ristabilire la civiltà comunque intesa, e conseguenti istituzioni e leggi, in cui l'uomo possa avere un ruolo significante e riconosciuto che non sia quello di un nomade selvaggio.
In compenso, critichi valori etici, sociali, civili, spirituali che hanno fatto grande l'umanità e in primis gli uomini, attribuendo loro una negativa connotazione femminile, se non femminista ("cristianesimo e femminismo si sono ritrovati alleati") e facendo della civiltà tramandataci dai nostri padri il capro espiatorio di un presente che non sembri vedere: non ti ho mai sentito parlare spontaneamente di gender, di Bibbiano, di attacco al maschile da parte dei gruppi LGBT che anzi persino in questo topic ti sei sentito in dovere di difendere appoggiando la loro agenda unionista (necessario preludio al matrimonio) le cui ripercussioni sui giovani maschi saranno incalcolabili.
Mai ho letto una tua parola contro utopie scientiste come la procreazione artificiale/utero in affitto che stanno disumanizzando la società (anche da un punto di vista esclusivamente maschile) e perfino la biologia umana.
Continui ad associare le mie opinioni a un attacco all'"omosessualità contro natura", descrivendo come povere vittime gli omosessuali che fanno rimuovere (loro o le femministe che li sostengono) cartelloni e commettono gravi atti vandalici, che varano leggi-bavaglio, che ci sottraggono (Bibbiano) e rovinano i figli (lezioni gender tenute con soldi pubblici), che ci impediscono di manifestare con aggressioni anche fisiche: abbasso Ro$a No$tra ma LGBT No$tra va bene. Evochi pure "garbatamente" scuole religiose per mettere le mie opinioni in una luce negativa ma mai ho parlato dell'omosessualità in quanto tale, ho sempre detto che l'agenda politica omosessuale era contro natura.

Hai talmente ribaltato la narrativa femminista sull'oppressione patriarcale, che sei tornato al punto di partenza: il passato, la civiltà sono un'oppressione (=inutile fardello) femminile anziché patriarcale quindi necessariamente possiamo farne a meno, proprio come afferma il progressismo femminista.

Esponi come una certezza che la paternità non sarebbe connaturata alla specie umana (questo topic non riguarda gli animali). Esiste un consenso scientifico sull'argomento? Esistono pubblicazioni scientifiche a parte la tua ipotesi, che scientifica non è, non essendo stata mai pubblicata su una rivista accademica?
Comunque se anche fosse come dici, ossia che la paternità non è nella natura maschile e il matrimonio una sovrastruttura femminista svantaggiosa per l'uomo, che ragioni ha un uomo per diventare padre ed educare i propri figli? Che ragioni ha per non darli alla donna come vogliono le femministe? Solo il condizionamento sociale (femminile) e ragioni sentimentali? Chiaro che con queste premesse (e la tua menzione della paternità di gruppo) è proprio difficile dire che hai un atteggiamento favorevole verso la paternità.

Un punto fondamentale è: l'attivismo maschile non consiste tanto in ipotesi scientifiche discutibili e comunque non dimostrate, ma come dice la stessa parola in azioni ed obiettivi.
Ora se il matrimonio è svantaggioso e inutile per l'uomo (singolo), la paternità è un costrutto sociale che obiettivi per gli uomini emergono da queste ipotesi? Che dobbiamo chiedere l'affido condiviso solo perché la società e le femmine ci hanno condizionato ad essere padri? Per il bene della "specie"?
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Finnegan

Veniamo adesso alla socializzazione del sesso e della paternità, questione non di poco conto considerato che è nell'agenda del globalismo disumanizzante, che sta rendendo la paternità sempre più un lusso per i pochi selezionati dal sistema.
Nel post precedente abbiamo visto che dai al matrimonio e alla paternità una connotazione fondamentalmente negativa, di istituzioni gravose e inutili all'uomo almeno come singolo.
Ora come è possibile liberare l'uomo dal fardello del matrimonio e della paternità? Ce lo dice Aldous Huxley nella sua distopia socialista, Il Mondo Nuovo che presenta soprendenti affinità con non poche tue affermazioni e preferenze:

"Il romanzo si apre a Londra, nell'anno Ford 632, ovvero il 2540.
La Terra è soggetta al controllo di un governo unico. Tutti i riferimenti al passato ["le istituzioni civili, morali e religiose create dalle femmine"], compresi i libri, sono stati distrutti. L'obiettivo del governo mondiale è quello di assicurare a tutti ordine ed pace, secondo il motto: "Comunità, Identità, Stabilità". Il nuovo ordine mondiale si basa su principi eugenetici, che regolano strettamente la nascita dei bambini in laboratorio per via extrauterina, avendo cancellato gravidanze e parti."

In tal modo, come hanno sottolineato utenti a favore della riproduzione artificiale e in dichiarata sintonia con le tue idee, che non ritengo casuale, l'uomo è libero del fardello del matrimonio e del mantenimento dei figli. E' quantomeno difficile che il tuo sfavore verso queste istituzioni si traduca in uno sfavore verso la riproduzione artificiale, che infatti in un tuo post recente non consideri negativamente.

"La società del "mondo nuovo" è fortemente comunitaria, anteponendo l'appartenenza ad una classe ai legami privati o familiari. Secondo lo slogan "Ognuno appartiene a tutti", la famiglia tradizionale è stata abolita, così come il matrimonio o i rapporti di parentela."

Il tuo aperto sfavore verso il matrimonio che ritieni da abolire nella sua stessa base legale, e la paternità considerata una creazione culturale femminile (v. post sopra!) mi sembrano perfettamente compatibili con la visione (o meglio: l'incubo) di Huxley.

"Sempre con finalità di controllo e di ordine, il Governo promuove i comportamenti socievoli e la costante ricerca di divertimenti di tipo consumistico; anche la sessualità, controllata dai contraccettivi, è fortemente incoraggiata [senza nessuna "moralizzazione voluta dalle femmine per loro vantaggio"], per sviare in essa qualunque impulso di ribellione e tensione nei confronti della società. Le persone sono così portate alla poligamia [che "non porta alcun vantaggio all'uomo"] e a legami assolutamente instabili e superficiali [i "legami temporanei" che vedi con aperto favore], mentre chi ama passare il proprio tempo da solo ed è incline alla monogamia non è visto di buon occhio."

Anche qui per quanto mi sforzi non riesco a trovare una contraddizione tra la distopia di Huxley e la tua visione della società. Sostieni che le tue sono affermazioni obiettive e scientifiche, ma se anche fosse non vedo per quale ragione l'incubo di Huxley non dovrebbe essere, sulla base di queste tue premesse, la società "scientificamente" migliore.

Per quanto riguarda la femminista-comunista Kollontaj, anche lei ha una visione in molti punti non secondari, sorprendentemente simile alla tua:

1. Abolizione del matrimonio: hai detto esplicitamente (v. post sopra!) che non c'è alcun motivo per cui l'uomo debba avere un rapporto monogamico e che il matrimonio non dovrebbe legalmente esistere. Per quanto mi sforzi non riesco a vedere contraddizione con la proposta della Kollontaj, né vedo come ciò si possa considerare un "attacco personale"
2. "Per un comunista l'atto sessuale deve essere semplice come bere un bicchier d'acqua": anche qui un'abbondate ridda di citazioni (moralizzazione del sesso solo svantaggiosa per l'uomo, coito coercitivo praticato per milioni di anni e abolito dalle femmine, vantaggi di relazioni temporanee su quelle monogamiche a vita) dimostra oltre ogni ragionevole dubbio che c'è identità di vedute
3. I comunisti devono avere "relazioni libere e multiple": idem come sopra. En passant, nel comunismo è logico che si mettano in comune anche i corpi
4. "La maternità è una funzione sociale": in sintesi, spiegava il citato documentario sulla Kollontaj dell'emittente femminista ARTE, la donna deve essere libera di concepire col primo che passa (l'alfa) e dare la prole allo Stato per liberare lei (e di riflesso anche l'uomo) dai gravami della genitorialità.
Se è vero che non hai mai proposto esplicitamente un simile modello, è anche vero che è la perfetta realizzazione delle "relazioni temporanee" che vedi con palese favore e della "paternità collettiva" ("gli uomini del villaggio condividono la paternità") che consideri più vicina alla natura che non prevede "istinto paterno"
5. "La collettività deve liberare la donna dalle sue costrizioni familiari": come detto sopra, ciò libera di riflesso l'uomo da costrizioni che ritieni imposte nei secoli dalle femmine
6. "Bisogna collettivizzare le faccende di casa": idem
E naturalmente non potevano mancare nelle proposte della Kollontaj (ma sono questioni secondarie in questa discussione):
7. Diritto all'aborto (qui non ti sei pronunciato ma dubito che tu sia antiabortista; comunque non è argomento centrale qui)
8. Congedi affinché "la donna faccia quello che faccia l'uomo": per esempio anche l'artigliere se "supera gli stessi standard maschili"
9. Asili nido per permettere alle donne di fare quello che fanno gli uomini

Si dà il caso che la Kollontaj, oltre che femminista, fosse un alto funzionario del regime sovietico. Sto dicendo che simpatizzi segretamente per Stalin? Assolutamente no, ma è l'esito cui può condurre la messa in pratica di alcuni aspetti del tuo pensiero: abolizione del matrimonio, relazioni temporanee, socializzazione di sesso e genitorialità ecc.
Non è "attribuire opinioni false a scopo di attacchi personali" affermare che, come aveva ben capito la Kollontaj, quando si dissolvono i legami e le istituzioni familiari in nome del sesso casuale, di rapporti temporanei, dell'abolizione della monogamia subentra la genitorialità di Stato, cioè il gulag.
Lo stesso vale per il capofamiglia (questione non sollevata da te), per cui un altro utente si è iscritto appositamente per farmi il processo politico: quando l'uomo non è più a capo della famiglia, gli subentra lo Stato in una socializzazione dei rapporti e delle decisioni familiari che non promette nulla di buono.

La Kollontaj vagheggiava un inferno comunista per liberarsi dall'"oppressione patriarcale". A cosa possono condurre (sia pure inconsapevolmente) idee simili, per liberarsi da una (del tutto ipotetica se riferita al passato) oppressione matriarcale? Come scriveva Vico, è l'eterogenesi dei fini.*

Ho letto con attenzione i tuoi post, che ho anche citato in abbondanza commentandoli sulla base di conclusioni esclusivamente logiche.
Dalle molte citazioni che ho letto, hai scritto un libro pregevole nello smontare molte menzogne del femminismo.
Ho ritenuto necessario intervenire perché dare una connotazione negativa alle leggi civili e ai valori morali (almeno quelli che citi) e a istituzioni fondamentali come le relazioni stabili, presenti in tutte le culture dall'alba dell'uomo non può che essere dannoso per l'umanità e in primo luogo per il movimento maschile.
Il presente è un incubo per gli uomini non perché "le donne hanno inventato il matrimonio" ma perché il femminismo lo ha distrutto.
Spero vorrai prenderla come una critica costruttiva (come pare abbia fatto Stasi ripensandoci sul femminismo buono) e dedicarti a smontare il femminismo, contando sul mio pieno e incondizionato appoggio.

* La concezione dell'eterogenesi dei fini fu teorizzata per la prima volta da Giambattista Vico, secondo cui la storia umana contiene in sé potenzialmente la realizzazione di certe finalità. In questo senso dunque ben si comprende che il percorso evolutivo dell'uomo è mirato al raggiungimento, tappa dopo tappa, di un qualche fine. Tale percorso non è però da intendersi come lineare. Può accadere che, mentre ci si propone di raggiungere alti e nobili obiettivi, la storia arrivi a conclusioni opposte.

«Pur gli uomini hanno essi fatto questo mondo di nazioni [...] ma egli è questo mondo, senza dubbio, uscito da una mente spesso diversa ed alle volte tutta contraria e sempre superiore ad essi fini particolari ch'essi uomini si avevan proposti

Talvolta infatti l'umanità corre il rischio del "ricorso", ossia rischia di tornare indietro nel prestabilito percorso di auto-miglioramento a causa di errori di natura sociale e/o politica (inaridimento del sapere, perdita di memoria storica). Ma il "ricorso" è soltanto temporaneo. Con forza, coraggio, fatica e sofferenza ogni volta l'umanità ha saputo e saprà sempre riprendere il suo cammino progressivo.
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Finnegan

#11
Questi due post sono veri scoop: dimostrano come la paternità sociale e l'abolizione del matrimonio perorata da Santiago coincidono (poco importa se in modo involontario) con i sogni di donne (ma non volevano moralizzare il sesso?) e specificamente di femministe, oltre naturalmente ai loro amici LGBT.

E ora veniamo a esaminare che tipo di soggetti si interessano attivamente alla paternità di gruppo: naturalmente gli omosessuali, perché l'idea di paternità condivisa va in direzione della gestazione "affittata" o artificiale che sia, ma anche le donne che così possono divertirsi a loro libito con gli alfa e scaricare il mantenimento su più uomini. Ecco le prove:

La prima è un libro di grande successo, letto molto in ambito omosessuale (l'ho visto la prima volta sul banco di lavoro di un sarto appunto :censored2: ops! neanche qui si può più dire): Quattro uomini, quattro papà... perché no? scritto da una donna, Sylvie Benoit.


Ed ecco come questa femminista esalta la convenienza per le femmine della paternità di gruppo svalutando monogamia e matrimonio come Santiago:

"Ci sono due modi per avere molti figli: o da un solo padre - e quindi dobbiamo sperare che "assicurerà" - o da diversi, e in questo caso gli obblighi saranno divisi. Semplice, dici. E un po 'inverosimile? In ogni caso, lontano dallo schema tradizionale! Senza voler passare per un pioniere, ho l'impressione di essere in anticipo sui tempi. Molte persone intorno a me, ferventi monogame, non condividono il mio modo di vivere o il mio modo di comprendere le situazioni, e allo stesso tempo mi ammirano e mi trovano coraggiosa. Per altri, sembro un alieno! "Con la sua educazione piuttosto convenzionale, Sylvie Benoit avrebbe potuto accettare i codici di una società ancora dominata da valori fallocratici senza battere ciglio troppo. Ma, troppo libera, la giovane donna ha scelto di dare un calcio vigoroso al formicaio patriarcale, adottando uno stile di vita atipico. Ardente testimonianza delle gioie e dei dolori della riorganizzazione familiare e dell'inno alla femminilità e all'amore, in particolare a quello che porta ai suoi quattro figli concepiti con quattro uomini diversi: il lavoro di Sylvie Benoit è anche un manifesto per la maternità liberata."

https://www.amazon.it/Quatre-enfants-quatre-p%C3%A8res-pourquoi/dp/2841863093

Per quanto mi sforzi non vedo in che modo Santiago, con la teoria della paternità come "sovrastruttura" culturale e di gruppo possa opporsi a questo modello e alla fine della paternità (già in macerie con gli affidi di fatto ad altri uomini, i nuovi compagni che si stabiliscono in casa dell'ex) e all'agenda LGBT che il suddetto modello sdogana.

Il secondo libro, In principio era il sesso scritto anch'esso da una donna, Cacilda Jethá, si propone anch'esso di smontare il matrimonio e la monogamia. E' recensito con entusiasmo, manco a dirlo, su un sito LGBT che dice:

"Bestseller del New York Times e già tradotto in 15 lingue, In principio era il Sesso (Sex at Dawn) è il più potente attacco al concetto di matrimonio vibrato tramite un volume. Per quanto le spiegazioni di antropologi e filosofi si siano affannate a ricondurre il matrimonio alle prime forme sociali e addirittura alle relazioni nei gruppi di scimmie antropomorfe, le loro conclusioni restano basate su fraintendimenti di fondo piuttosto grossolani. Ryan e Jethà decostruiscono le teorie di Darwin, Hobbes, Malthus, Hrdy, S. Goldberg, Morgan, Pinker, Chagnon e altri con l'arma dell'ironia e con argomentazioni ineccepibili.
Non contenti della "narrazione standard" (di Sarah Blaffer Hrdy) che prevede la coppia esclusiva basata sullo scambio: la donna in cambio di carne (cibo) e di protezione per i figli dà all'uomo la certezza (con la fedeltà) che i figli siano suoi, i due autori mettono in campo un vero e proprio armamentario di dati su tribù del presente e del passato la cui sessualità non ripercorre lo schema predetto.
L'unico difetto [suggerisce il nostro LGBT] del libro a mio avviso è l'eccessivo focus sull'eterosessualità, soprattutto una volta stabilito che il sesso non ha la riproduzione come scopo principale [nooo, la natura l'ha inventato per i queer] (ta-dah!): magari mi cercherò un libro più queer sull'argomento (se esiste). Sentitevi liberə di offrire suggerimenti!"

Link: https://lasiepedimore.com/2019/08/19/in-principio-era-il-sesso-di-christopher-ryan-e-cacilda-jetha/

Ecco dimostrato chi favorisce realmente la paternità di gruppo: donne (più mantenitori, nessun padre a interferire con l'educazione materna del figlio) e LGBT (figli adottati o "fabbricati" per coppie lesbiche e "famiglie" di soli uomini, eventualmente più di due).
Non posso non notare che in base alle suddette prove, le teorie di Santiago, che si presume dovrebbero smontare tesi femministe, in realtà coincidono e/o aprono la porta nell'opinione pubblica a istanze portate avanti da femministe e LGBT.
Sarà involontario, per carità. Ma se posso darti un consiglio, leggiti questi libri prima di scriverne un altro. :P
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Finnegan

Sul sito DONNA.fanpage.it pare di leggere Santiago:

"Sesso libero e selvaggio: ecco perché la monogamia è contro natura
Trovate che il sesso libero e selvaggio sia più soddisfacente? E' perché la monogamia è contro natura, tanto che i nostri antenati preistorici non l'hanno mai considerata una fonte di gioia e piacere.

Il sesso è uno dei piaceri della vita ed è risaputo che, quando diventa così passionale da essere selvaggio, è anche più coinvolgente rispetto al solito. A differenza di quanto abbiamo sempre pensato, l'idea che il rapporto sessuale ai limiti dell'aggressività risvegli il proprio desiderio primitivo è assolutamente sbagliata. Christopher Ryan e Cacilda Jethà, nel saggio "In principio era il sesso. Come ci accoppiamo, ci lasciamo e viviamo l'amore oggi", hanno spiegato in che modo i nostri antenati cacciatori vivevano realmente la loro vita sessuale.

Innanzitutto, all'epoca i due sessi convivevano in totale armonia, senza gelosie, ossessioni ed imposizioni [come no. Il mito del Buon Selvaggio corrotto dalla civiltà, creata dalle femmine], tanto che il matrimonio monogamico non era considerato come una fonte di gioia e piacere. Addirittura, la cura dei bambini era responsabilità di intere tribù, senza che nessuno si preoccupasse della loro possibile paternità. Questa dura realtà spiegherebbe per quale motivo sono moltissimi i rapporti che oggi finiscono per collassare dopo pochi anni. L'essere umano in una relazione monogama vive naturalmente un inarrestabile flusso di vorticosa frustrazione sessuale che uccide la libido e che porta a dei tradimenti impulsivi.

Coloro che resistono si limitano semplicemente a sacrificare l'erotismo e la passione in nome della stabilità familiare. Insomma, sembra proprio che gli uomini primitivi riuscissero a vivere la loro vita sessuale con più libertà e meno pudicizia rispetto ai giorni nostri, dove invece nelle relazioni regnano la repressione e il voyerismo. L'unico modo per essere sereni in una coppia è dunque accettare adulterio e libertà sessuale con serenità, lasciandosi andare ai rapporti liberi, frequenti e selvaggi."

Non sei d'accordo Santiago? :D
.

continua su: https://donna.fanpage.it/sesso-libero-e-selvaggio-ecco-perche-la-monogamia-e-contro-natura/
https://donna.fanpage.it/

Dal giornale l'Espresso, espressione della sinistra femminista

Sesso libero, gioioso e adultero. Per essere felici fatelo come i primitivi

I nostri antenati avevano una sessualità libera e aperta, proprio come le scimmie da cui discendiamo. Un saggio sostiene che è a loro che dobbiamo guardare per andare oltre la nostra infelicità sessuale, senza divorzi, separazioni e gelosie omicide

di Elisabetta Ambrosi [altra donna che non vuole moralizzare il sesso: sei in buona compagnia :) ]

Con tutta probabilità i nostri antenati cacciatori, per intenderci gli ominidi precedenti alla rivoluzione agricola, vivevano in un mondo di collaborazione reciproca e armonia, dove le donne contavano come gli uomini e dove soprattutto la sessualità era libera e aperta, senza gelosia né alcuna ossessione verso l'accertamento della paternità dei nuovi arrivati, tanto che la cura dei bambini era responsabilità di tutti.

IL SESSO (CON TUTTI) HA FINI SOCIALI
[Ma guarda, proprio la socializzazione del sesso prevista da Huxley e dalla Kollontaj]

Oltre a quella che i due autori chiamano "flinstonizzazione" del mondo preistorico, l'altra immagine che il libro invita a rottamare è quella del matrimonio monogamico come fonte di gioia e pace. In questo caso basta guardare il presente: la metà dei matrimoni collassa sotto "un inarrestabile flusso di vorticosa frustrazione sessuale, di noia che uccide la libido, di tradimenti impulsivi, disfunzionalità, confusione e vergogna".

Le coppie che resistono sacrificano l'erotismo in nome della stabilità familiare e dell'intimità emotiva. E non bastano "un po' di candele qui e là, un po' di lingerie sexy, una manciata di petali sparsi sul letto" a far tornare il desiderio, tanto è vero che l'adulterio esiste in tutti i paesi, compresi quelli che lo puniscono con la lapidazione.

Ma cosa fare contro questo scenario tragico? La soluzione passa per l'osservazione degli animali da cui discendiamo, le scimmie, in particolare scimpanzé e bonobo, a cui siamo geneticamente più vicini. Ebbene, in tutti i primati che vivono in gruppo la monogamia è sconosciuta e il sesso libero e frequente, in particolare per i bonobo, è usato per allentare la tensione, stimolare la condivisione durante i pasti, riaffermare l'amicizia.

Allo stesso modo vivevano il sesso i nostri progenitori preistorici, tra i quali la promiscuità sessuale – intesa etimologicamente come "miscela" e senza alcuno stigma morale negativo – era legata al bene comune e all'identità di gruppo. Tutto cambia, secondo i due studiosi, con l'avvento della rivoluzione agricola. Nelle popolazioni stanziali la femmina perde il suo ruolo e mano mano si afferma una sessualità "voyeristica, repressiva, omofobica e incentrata sulla riproduzione".

SCHIAVI DEI GENI, FRUSTRATI E BUGIARDI?

Questa visione della preistoria è molto diversa da ciò che le moderne teorie evoluzionistiche sostengono. E infatti buona parte del libro è finalizzata a confutare quella che i due autori chiamano "narrazione standard delle origini e dello sviluppo della sessualità umana", vicina alla visione darwiniana della vita.

Oltre ad essere infelicemente deterministica questa teoria sostiene che le donne scambino i propri servizi sessuali con l'accesso a determinate risorse ("In estrema sintesi ciò significa che vostra madre è una prostituta"), e il sesso si faccia solo in vista della riproduzione (questo sì, dunque, scrivono i due, è un sesso animalesco).

Si tratta di una teoria che, inoltre, fornisce un'immagine femminile non realistica: vista la quantità di modi in cui gli uomini hanno tentato nei secoli di reprimere la sessualità femminile – dalle cinture di castità ai roghi fino alle diagnosi di ninfomania o isteria all'insegna del paternalismo - forse la sessualità femminile non è come quella descritta dalla vittoriana e pudica visione di Darwin.

VIA LA MONOGAMIA, VIA LA PAURA E LA GELOSIA

Ma come mettere in pratica il cambiamento? A ogni coppia spetta scoprire come, secondo le proprie inclinazioni. Un aiuto può venire dal guardare quelle piccole e rare comunità che ancora oggi vivono i rapporti di forza tra generi e l'approccio alla sessualità in maniera diversa.

Come quei Mosuo della Cina, una delle ultime comunità matriarcali rimaste, dove le ragazze e le donne hanno relazioni libere (e il potere economico) e quando nasce un bambino a nessuno interessa sapere di chi è figlio perché la cura è affidata alla famiglia di lei (tanto che la parola "wu" traduce sia zio che padre).

Fonte: https://espresso.repubblica.it/attualita/2015/12/21/news/la-monogamia-e-contro-natura-1.244262

E ora veniamo alle teorie opposte e di gran lunga maggioritarie:

La monogamia viene dalla preistoria: scelta dall'uomo per prevenire le infezioni sessuali
https://www.leggo.it/societa/scienze/monogamia_preistoria_uomo_infezioni_sessuali-1665469.html

Monogamia nata nella preistoria per preservare la fertilità
https://www.ok-salute.it/notizie/monogamia-nata-nella-preistoria-per-preservare-la-fertilita/

Questo articolo parte dal mondo animale, argomento che mi sembra apprezzato: :lol:

La formula genetica della monogamia: così siamo diventati fedeli
http://www.healthdesk.it/ricerca/formula-genetica-monogamia-cos-siamo-diventati-fedeli

Scelgono un partner e vi restano legati a lungo. Lo fanno i criceti, alcune specie di uccelli canori, di rane e di pesci. Lo fanno, per lo più, gli esseri umani. Perché alcuni animali scelgono rapporti di coppia stabili e altri no?

Se lo sono chiesto i ricercatori dell'Università del Texas ad Austin che hanno ricostruito le origini evolutive della monogamia studiando 10 specie di vertebrati con abitudini coniugali differenti.  L'indagine descritta su Pnas, che ha coperto 450 milioni di storia evolutiva risalendo all'antenato comune delle 10 specie osservate,  si è conclusa con un risultato inaspettato: esiste una formula universale che ha determinato, nel corso dell'evoluzione, la trasformazione di specie non monogame in monogame. La fedeltà al partner scatta quando nel cervello degli animali vengono attivati alcuni geni e ne vengono disattivati altri. La monogamia di cui parlano gli scienziati è la cosiddetta "monogamia sociale": i membri della coppia scelgono di restare uniti per svolgere le funzioni genitoriali e proteggere la prole dagli assalti dei predatori.

I ricercatori hanno selezionato cinque coppie di alcune specie strettamente imparentate, alcune delle quali monogame altre non monogame. Per la precisione: due specie di roditori (Peromyscus e Microtus), due di uccelli, due specie di rane e due specie di pesci.

Le cinque coppie sono rappresentative di cinque momenti evolutivi precisi durante i quali la monogamia è apparsa indipendentemente introducendo differenze sostanziali tra le specie.  In una di queste tappe dell'evoluzione, per esempio, i roditori delle praterie non monogami e quelli monogami sono finiti per diventare due specie separate.

I ricercatori, avvalendosi di supercomputer per il sequenziamento del genoma,  hanno messo a confronto l'espressione dei geni nel cervello degli individui maschili di tutte le 10 specie per individuare i cambiamenti avvenuti nei periodi di transizione evolutiva alla monogamia. Scoprendo che ogni volta che animali strettamente imparentati abbandonavano la "poligamia", nel cervello dei maschi avvenivano gli stessi cambiamenti a livello di espressione genica.  Le abitudini sociali delle coppie deriverebbero quindi dal modo in cui i geni sono espressi nel cervello.

Sorprendentemente la formula evolutiva della monogamia è rimasta intatta per un lunghissimo periodo di tempo.

«La maggior parte delle persone non si aspetta che in 450 milioni di anni, il passaggio a comportamenti così complessi accade ogni volta allo stesso modo», commentano i ricercatori.

Gli evoluzionisti si interrogano da tempo sul significato e sull'origine della monogamia. Il vantaggio evolutivo di una coppia stabile non è difficile da comprendere: il compito di proteggere la prole viene diviso tra maschi e femmine diventando così più efficace. Se ci si dedica in due, invece che da soli, ad allevare i figli le probabilità che questi ultimi sopravvivano e crescano sani per poi potersi riprodurre a lora volta aumentano.

La maggior parte degli studi sulle origini evolutive della monogamia si sono però fermati a un passato molto più recente, arrivando al massimo a una decina di milioni di anni fa. Questo studio invece copre un arco di tempo evolutivo che non ha precedenti.

E infine:
https://www.secoloditalia.it/2016/04/studio-rivela-tribu-preistoriche-imponevano-monogamia/
Uno studio rivela: anche le tribù preistoriche imponevano la monogamia

Nessun grande amore appassionato o un intimo convincimento religioso: a spingere l'uomo a scegliere la monogamia al posto della più godereccia poligamia sarebbe stata la paura di ammalarsi di sifilide e altre malattie a trasmissione sessuale. Una transizione avvenuta nella preistoria, ai tempi delle tribù di cacciatori-raccoglitori, come hanno dimostrato i ricercatori guidati da Chris Bauch, dell'università canadese di Waterloo, riproducendo al computer i modelli di comportamento di queste popolazioni.

Da notare che questi studi parlano al massimo di poligamia, non di "paternità di gruppo".
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johann

#13

se io fossi un marziano direi che nella societa degli umani  si sta scatenando una guerra ideologico/politica TOTALE
dove ormai non si salva più nulla (uomo natura societa scienza religone)  tutto lo scibile umano e l'uomo stesso e ' trascinato suo malgrado nelle "trincee" di un allucinante conflitto ideologico dove la posta in gioco ormai e praticamente TUTTO 
non a caso oggi tutto e passibile di connotazione e strumentalizzazione ideologica  tutto e' opinabile  tutto e relativo   l'unica certezza e che  non ci sono certezze   l'unica verita' e' che esistono miliardi  di verita soggettive  quindi nessuna verita' oggettiva   non importa tendere cercare  il bene o  cercare il giusto nelle cose  perche i valori che te lo rendono tale sono solo tuoi  immanenti a te stesso,  e valgono lo spazio di un pensiero  di un rinsavimento momentaneo  siamo prossimi a  una resa dei conti epocale tra chi vuole preservare per se stesso e per la societa di cui fa parte un'idea di umanita'  e di societa' a misura d'uomo sufficentemente delineata da principi e valori in grado di restituirle quantomeno un senso compiuto logico e razionale    al ritorno dei neobarbari di quanti cioe' persi nel proprio delirio ideologico popu-laicista allo stesso tempo vetero tutto e post tutto  vogliono disintegrare ogni cosa che a questo mondo conservi un minimo di sostanza e forma   alienati nel seguire la via maestra della "prassi" barricadera / rivuluzionaria riformista / sfascista  vogliono "spararci" l'ultima cartuccia  che gli e' rimasta dell'arsenale delle loro criminali ideologie materialiste dei secoli scorsi che hanno schiavizzato e massacrato il mondo  (capitalismo e comunismo) cosi' che in una vorticosa circolarita' senza capo ne coda  cambiamenti su cambiamenti del tutto fine a se stessi  senza alcun presupposto di merito si susseguono si accavallano e si sorpassano all'inseguimento paranoico e folle degli assoluti non di valore  ma di forma su ogni cosa:  l'emancipazione?  Assoluta!  ...quindi anche da se stessi  dalla propria identita' dalla propria natura ontologica (femminismo gender ecc)  e via cosi'    l'uguaglianza  diventa egualitarismo  giustizia   diventa  giustizialismo   liberta'  anarchia    diritti   privilegi   diversita  omologazione   sentimenti  istinti    responsabilita  neutralita'    giudizio  p.corretto   dovere  menefreghismo  democrazia  dittatura  ecc ecc   


questa discussione sulle tesi di santiago non si sottrae a questa premessa di fondo sul cui discrimine fosse per me  ci metterei  l'intera  Q.M    infatti a tradire la contaminazione ideologica di fondo delle tesi di santiago possiamo notare come continui ad esserci  un darwin "di troppo" assieme a un po troppi presupposti concettuali  "di parte"  dati come scontati e acquisiti solo perche la "sconnessa" societa di oggi  per non risolversi le questioni di fondo  parla "linguaggi" diversi che portano avanti una surreale dialettica interna nella quale e impossibile anche solo capirsi   
mi spiace, ma per tutti coloro che come me non hanno assimilato l'evoluzionismo in modo fideista  il "mantra" di darwin non fa  testo  non fosse altro che per il fatto che oggi sul merito le "novita" vengono praticamente solo dalle sempre più numerose pubblicazioni scientifiche che la suddetta teoria la smentitscono e la smontano in modo brutale e radicale,  (lo stesso darwin disse che la sua era una teoria cioe un mero esercizio di speculazione "scientifica" ) io nella mia ignoranza aggiungo che dopo quasi 2 secoli di presenza sul "campo"  un consuntivo e' tempo di farglielo e visto che il pensiero darwinista continua a rimanere orfano di riscontri scientifici "scientifici"  possiamo concludere che in un certo senso e' rimasto  in....   :censored2: to  dalla sua stessa supponenza scientifica


diciamocelo! oggi serve solo come "foglia di fico" a certa (maggioritaria) intellighenzia accademica  per continuare a legittimare un sapere "intellettualmente proprietario" di tipo laicista-scientista distinto e distante da quello "classico" di matrice cristiana   una cultura in totale mala fede che si fa scudo del moralmente superiore sapere scientifico   per produrre "scienza ideologizzata"  e con questo unirsi al coro degli altri "venduti" al leviatano  (politica magistratura e giornalismo ) per fare ignobile proselitismo ideologico/politico cosa del resto ammessa "candidamente" dallo stesso biologo "superstar" dei laicisti  richard dawkins:
darwin ha reso possibile agli atei di giustificarsi intellettualmente voi potreste trovare dei cristiani evoluzionisti ma non troverete mai degli atei che non lo siano    serve aggiungere altro?!  Ah! Si! Come disse chesterton  se non ci fosse DIO anche gli atei non esisterebbero    ma lasciamo stare......   
Quindi la scala evolutiva dell'uomo con tutte le sue buone "tappe" al posto giusto (Austrolopitecus - Homo habilis - Homo erectus - Homo neardenthal - Homo sapiens - Homo sapiens sapiens ) la si puo rispedire al mittente non perche non abbia attinenza con la disciplina dell'antropologia  ma perche in ottica di dogma scientifico non ha proprio nulla da dirci, anzi se letta con l'ottica distorta di darwin e solo un sofisma del tutto fuorviante    non voglio dilungarmi sul merito allegando le corpose argomentazioni scientifiche che si possono produrre  tuttavia credo basti un uso minimo della ragione per cogliere l'evidenza empirica di quanto sia fallace l'assunto darwinista:   
l'evoluzionismo in questo caso applicato all'uomo presuppone continuità spaziale e soprattutto temporale ci si chiede perche tra le decine di primati a sostanziale parita' di condizioni antropomorfe e ambientali (scimpanze gorilla ecc)  solo il primate destinato a sfociare nell'uomo ha preso  una linea evolutiva che come una rampa di lancio gli ha fatto "bruciare" le tappe  dello sviluppo "stramanente" pero' solo a livello di cervello perche per il resto e rimasto con il 98% del genoma imparentato con le scimmie  quelle stesse scimmie che a distanza di milioni di anni nella loro evoluzione sembrano "stranamente" rimaste inchiodate ai nastri di partenza   possiamo dilettarci ad allungare la lista degli ominidi finche vogliamo compresi quelli falsi o meglio inventati per coprire l'anello mancante come "l'uomo di piltdown "   100000 50000 10000 anni fa   non ha importanza  la semplice evidenza empirica colta razionalmente ci dice che a un certo punto c'e stato uno STACCO  un discrimine che ha segnato il momento nativo di un DIVERSO concetto di evoluzione che ha interessato non la sua realta biologica ma la sua consapevolezza interiore   


nessuna "variazione casuale" o rimescolamento dei geni    nessuna spinta adattiva "particolare" nessun "fatalismo"  evolutivo  perche se cosi fosse  oggi nella galassia degli stessi mammiferi sicuramente condivideremmo la parentela umana anche con qualche altra specie  oltre al fatto ancora più certo che in 150 e passa  milioni di anni di evoluzione dell'universo dei rettili  o dei sauri  oggi avremmo sicuramenete evidenza che qualche loro specie si sarebbe evoluta un tantinello oltre gli standard praticamente invariati di tartarughe uccelli e coccodrilli vari
in questo senso sign. Santiago che piaccia o no e necessario  mettere nella storia umana un'altro anno "0" prima del quale ogni comportamento sociale degli ominidi si giustificava pienamente nelle logiche comportamentali animali  dove quindi anche il ruolo del maschio era analogo a quello che possimo  vedere ad esempio nei branchi di gorilla  e in questo senso calarci  pure il coito coercitivo o il sesso "rubato"  ricordo che nel mondo animale si copula disinvoltamente anche perche quel mondo risponde meccanicamente alle logiche della tempistica riproduttiva  dove ciclicamente i maschi vengono "ubriacati" di sesso dagli feromoni rilasciati dalle femmine in calore (come mai nella specie umana questa cosa non c'e?) come pure l'istinto materno che in quel caso si declina come semplice legame di sangue
sempre concedendo il beneficio della gradualita  si puo affermare che "DOPO"  tutto e stato diverso, e non poteva che essere altrimenti  visto che l'uomo ha preso via via consapevolezza introspettiva di se riconoscendo che su un  "substrato" biologico animale era portatore anche di altre dimensioni esistenziali  che gli producevano delle domande su se stesso e sul senso delle cose intorno a lui  il tentativo di articolare delle risposte ha fatto nascere la cultura, nel merito mi unisco alla osservazione del post precendente dove giustamente si faceva notare che le pitture rupestri anche se saranno state parte di riti propiziatori per la caccia sono sempre manifestazioni di cultura  elevata quasi a misticismo spirituale dai pittogrammi con le impronte delle  mani  inutile fare osservare come anche a livello di antropologia del comportamento da quel momento lo sviluppo umano ha preso un lenta direzione univoca verso la ricerca di un progresso e di una crescita di se  uscendo per sempre dalla circolarita dell'esistenza istintiva animale: nascere  riprodursi morire 


e tutto un altro contesto nel quale si capisce come pur non negando la "dote" di pulsioni animali che presiedono al sostentamento della nostra macchina biologica  mangiare  dormire  trombare  ne sono intervenute altre sulla cui sostanza l'uomo ha giustamente basato la sua specificita identitaria    giudicare l'homo sapines sapiens limitando l'analisi alla algida freddezza di un "foglio di calcolo" con  il sunto di benefici e svantaggi della sua sola sfera "animale"  e fargli un torto egli si merita un ben altro metro di giudizio e cioe quello culturale  che non ha una sua "unita di misura" che non si  intepreta per distaccate e fredde  formule o equazioni  ma con  un immersivo e caldo studio della natura della condizione umana   in altre parole non si tratta questa materia pretendendo di rimanere intellettualmente in disparte o al di sopra di cio che si argomenta   ma a un certo punto bisogna pur prendere le parti di cio che si fa supporre e dedurre dalle proprie stesse opinioni,  forse se i maschi oggi sono inguaiati come sono e' anche per il fatto che di loro di discetta un po troppo per "sfoggio" intelletual letterario senza mai "scendere in campo" e prenderne le parti in modo chiaro   
bon!.....e adesso chiarito il VERO  contesto in cui "evolve" l'essere umano  chiediamoci se  in questa prospettiva sia più conveniente per l'uomo che una certa cosa come la famiglia lo ripaghi per l'insieme di tutta la sua persona (corpo intelletto anima )  o semplicemente limitarsi al bilancio entrate e uscite dei propri instinti e delle proprie pulsioni in special modo sessuali? 
( processo a cui tende ri-portarci la gramigna sfascio progressista regnante)


Benedetto XVI ha spiegato come matrimonio e famiglia non siano realtà inventate  ma fanno parte della stessa natura dell'uomo e della donna  non e'  una specie di <costruzione sociologica casuale, frutto di particolari situazioni storiche ed economiche>   Al contrario, la questione del giusto rapporto tra l'uomo e la donna affonda le sue radici dentro l'essenza più profonda dell'essere umano, non consistendo nella "ricerca del piacere, senza mai giungere a una vera decisione,  ma piuttosto nella "capacità di decidersi  per un dono definitivo, nel quale la libertà, donandosi, ritrova pienamente se stessa". 


allego per ultimo un contributo di c. gnerre  sull'importanza della famiglia che da un'idea del valore di analisi che l'uomo moderno se non altro si merita  specialmente se lo parametriamo alle "analisi" che olezzano dal fronte opposto delle femministe e degli effeminati:


I) la famiglia si pone come luogo del mistero della vita dell'uomo. Quel mistero che si radica nel limite come realtà costitutiva dell'esistere di ognuno. Nella famiglia si riconosce il bisogno reciproco e si riconosce l'interdipendenza, verità queste che, invece, la pretesa autosufficienza della modernità e della postmodernità ha voluto dissolvere. L'uomo non avrebbe bisogno di nessuno e di nulla perché lui (l'uomo) sarebbe il tutto.
2. Perché la famiglia è il luogo dove si realizza la tradizione. Quando la tradizione rimane a un livello teorico non incide nella società.  quando invece si esprime concretamente allora diviene civiltà  e comportamenti sociali,  allora  incarna e modella la storia.  La tradizione diviene questo grazie principalmente alla famiglia: l'insegnamento dei genitori,  l'ascolto dei figli.. . e poi i figli che a loro volta diventano genitori,  ecc.
3. Perché la famiglia è uno dei più importanti luoghi dove si perpetua la convinzione della perennità delle categorie del bene e del male. Detto più semplicemente: la famiglia è il tempio dell'educazione ai valori perenni, quelli che non cambiano  che non sono relativi;  Nella famiglia il bene è sempre riconosciuto come tale,  così il male.  Non ci può essere compatibilità tra famiglia e relativismo etico.  L'una esclude l'altro.  Se tutto fosse possibile, se il bene si confondesse con il male  e il male con il bene la famiglia si dissolverebbe.
4. Perché la famiglia è il luogo della persona  Ovvero di quella realtà individuale e razionale  che si pone liberamente e da protagonista nel divenire dell'esistenza e dell'esistente all'interno della sua vita e di ciò che lo circonda   L'interdipendenza e il reciproco bisogno (elementi su cui si fonda la famiglia) sono i segni evidenti che la famiglia stessa non può basarsi  su un'antropologia in cui l'uomo è visto come momento transitorio del divenire, come onda sulla superficie del mare destinata a scomparire  ma sull'antropologia classica: l'uomo come rationalis naturae individua substantia, cioe' come persona. La famiglia non è un magma informe ma un insieme d'individualità unite  nell'affetto parentale


documentato da radici cristiane
Un uomo che è un uomo DEVE credere in qualcosa (dal film: il mio nome è nessuno)

Finnegan

#14
Inoltro a Santiago questo passaggio centrale, sapendo che dirà che sono convinzioni filosofiche e morali e che lui si limita a esporre semplici dati scientifici (mai pubblicati e mai validati ma su questo glissa) dietro i quali copre il vuoto che oggi inghiotte l'umanità:

Citazionee tutto un altro contesto nel quale si capisce come pur non negando la "dote" di pulsioni animali che presiedono al sostentamento della nostra macchina biologica  mangiare  dormire  trombare  ne sono intervenute altre sulla cui sostanza l'uomo ha giustamente basato la sua specificita identitaria    giudicare l'homo sapines sapiens limitando l'analisi alla algida freddezza di un "foglio di calcolo" con  il sunto di benefici e svantaggi della sua sola sfera "animale"  e fargli un torto egli si merita un ben altro metro di giudizio e cioe quello culturale  che non ha una sua "unita di misura" che non si  intepreta per distaccate e fredde  formule o equazioni  ma con  un immersivo e caldo studio della natura della condizione umana   in altre parole non si tratta questa materia pretendendo di rimanere intellettualmente in disparte o al di sopra di cio che si argomenta   ma a un certo punto bisogna pur prendere le parti di cio che si fa supporre e dedurre dalle proprie stesse opinioni,  forse se i maschi oggi sono inguaiati come sono e' anche per il fatto che di loro di discetta un po troppo per "sfoggio" intelletual letterario senza mai "scendere in campo" e prenderne le parti in modo chiaro   
bon!.....e adesso chiarito il VERO  contesto in cui "evolve" l'essere umano  chiediamoci se  in questa prospettiva sia più conveniente per l'uomo che una certa cosa come la famiglia lo ripaghi per l'insieme di tutta la sua persona (corpo intelletto anima )  o semplicemente limitarsi al bilancio entrate e uscite dei propri instinti e delle proprie pulsioni in special modo sessuali? 
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Finnegan

#15
Alcuni illuminanti estratti dall'ottimo post di un attivista maschile (anche se non si riferiscono al pensiero di Santiago):

Per capire il mondo di oggi bisogna innanzitutto comprendere che l'uomo moderno attua una separazione netta tra la sessualità e la riproduzione. L'uomo è a differenza degli animali libero dalle conseguenze dell'atto sessuale quindi non si preoccupa più del fatto che col sesso si riproduce perché ha imparato a controllare la propria riproduzione indipendentemente dalla sessualità, ha inventato gli anticoncezionali, c'è la pillola del giorno dopo e via di seguito. Questo implica che la promiscuità umana è cmq una promiscuità innaturale per definizione che quindi non può essere descritta attraverso modelli animali se non si vuole scendere nel ridicolo. La sessualità umana è figlia dei tempi moderni, tempi in cui il sesso è primariamente un'attività ludica e questo è più che mai vero oggi rispetto al passato. Mai prima d'ora sessualità e genitorialità sono stati concetti così separati tra di loro. Una sessualità non ordinaria viene sempre più incentivata dalla cultura moderna, dalle canzoni, dalla letteratura, ormai il sesso è un attività ricreativa completamente slegata dal concetto di famiglia. In questo orizzonte va affrontato il tema incel e su questi presupposti va fatta sensibilizzazione.
Il diritto al piacere che la sessualità genera va soppesato con le conseguenze sociali che una promiscuità sessuale così estrema può comportare, per cui la soddisfazione di pochi non può valere in un ottica collettivista l'insoddisfazione di molti. Tutti tendiamo al piacere e rifuggiamo dal dolore, ma questo diritto al piacere non va spogliato del del senso di responsabilità e dalla consapevolezza che ogni nostra azione comporta una reazione che si ripercuote su altri individui in una realtà interconnessa. Bisognerebbe far capire che se una mamma ora può beneficiare del nido per i bimbi, dell'assegno di maternità, se può avere bonus bebè e altre agevolazioni, se ha uno stato che le paga gli anticoncezionali, che punisce i molestatori è perché esiste la collaborazione tra individui che è l'essenza stessa di società e civiltà.
Penso che si debba sempre di più puntare sul senso di responsabilità dell'individuo, sensibilizzarlo ed educarlo al valore della sessualità e affettività come qualcosa che vanno oltre il piacere fisico, che possono arricchire l'esistenza di una persona traducendosi in comportamenti positivi di quella persona nella società. Non sto dicendo che bisogna dire che il sesso è un diritto, sto dicendo che la sessualità responsabile dovrebbe essere un dovere civico, che vada premiato, incentivato e incoraggiato.
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Alexandros

Non conosco questo Santiago, nel senso che ignoro proprio chi sia, ma dalle 4 cose che leggo qua mi sembra chiaro che sia un tizio con poche idee e ben confuse, siamo oltre il limite della farneticazione, mi sembra anche imbarazzante entrare nello specifico e non saprei da dove iniziare, perché non c'è alcuna logica, si potrebbe rispondergli solo "BOOOOM!", e buttarla in caciara. Ma su che basi scrive queste cose? Giusto per comprenderne la scala di gravità... è uno scrittore, un opinionista, un esperto di qualcosa, un politico, insomma che pesce è?

Finnegan

#17
Gli ho chiesto molte volte quali qualifiche avesse per esporre le sue teorie controverse, non mi ha mai risposto e ha continuato a ripetere che non capivo il suo pensiero qui ampiamente citato.
Questo topic di libera critica per il quale ho ricevuto ogni sorta di pressioni per cancellarlo (ma siamo in Germania Est?) è una semplice disamina vigorosa ma costruttiva, che ha sortito l'effetto positivo di non leggere più (almeno credo) teorie decivilizzatrici in spazi maschili.
Al momento ho deciso di sospenderlo poiché la critica sembra essere stata recepita. Sempre che la cortesia sia ricambiata, ché se qualche estimatore di Santiago ricomincia proxy wars per conto di boss di noti portali (che l'hanno recentemente linkato per cui la complicità è manifesta e innegabile), sarà mia cura passare al setaccio i suoi tomi e la credibilità degli articoli dei suddetti portali.

Gli uomini, e l'Italia, per rinascere hanno bisogno di cultura, civiltà, coppie stabili e un progetto credibile per la nostra povera patria. Quando un numero sufficiente di uomini, a partire dagli attivisti maschili lo capirà, i diritti degli uomini faranno un passo da gigante.

* Quale ad esempio il glande che servirebbe ad estrarre il seme dell'ominide venuto un attimo prima di lui (qualunque andrologo smentirebbe in due secondi tale teoria, ci sono persino concepimenti senza rapporto...)
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Finnegan

Altra prova che l'idea della paternità come costrutto sociale trova corrispondenze (anzi ha la sua origine) nel femminismo:

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dotar-sojat

Spera nel meglio, aspettati il peggio

Finnegan

No, anzi secondo le femministe il padre è considerato un patriarca omofobo e violento "inquantouomo"
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Finnegan

#21
Trascrivo qui una recensione del libro di Santiago:

Antifemminista solo in apparenza: una mela avvelenata
Recensito in Italia il 6 settembre 2020
Acquisto verificato
Un libro antifemminista che dà una lettura solo in apparenza diversa dalle femministarde e sostiene la loro agenda politica è certamente più pericoloso per i movimenti maschili di un testo apertamente femminista.
Nel pur lodevole intento di smontare la tesi di secoli di oppressione patriarcale, Santiago Altaba fornisce una rilettura dilettantesca e altrettanto falsa della storia e della civiltà umana, che vede come un secolare complotto matriarcale ai danni dell'uomo (notate che già un'altra recensione dice questo). Altaba non risparmia nessuno dei pilastri della nostra millenaria civiltà: il matrimonio è da abolire, le norme etiche e civili sono state escogitate dalle donne per imprigionare l'uomo. Chissà quali astute quanto oscure donne avranno plagiato Giulio Cesare, padre della civiltà romana e il padre del diritto occidentale Giustiniano. Persino la paternità "non esiste in natura" ed è un'invenzione femminile dalla quale guardarsi. Sono idee di un semplicismo e di una barbarie finora mai raggiunti in Italia fuori dall'ambito femminista.
Alcuni lettori capiranno che è lo stesso messaggio anti-civile della società femminista e globalista, che ha bisogno di consumatori docili senza famiglia e senza identità, che permetterebbero loro di ribellarsi. Come fai a sviluppare un pensiero critico senza un padre che ti trasmette una cultura e una visione alternativa?
Un primo importante punto in comune col femminismo è che anche se per ragioni apparentemente opposte, il sig. Altaba cerca di convincerci a sbarazzarci della nostra storia, della nostra identità culturale e di tutte le istituzioni civili.
Ma l'aspetto più sconcertante è l'attacco alla paternità, in sintonia con il femminismo più estremista di Sylvie Benoit e Cacilda Jethà: nei libri di queste due femministe molto letti nel mondo LGBT, come nel pensiero di Santiago si vagheggia di paternità di gruppo (ricordate Bibbiano) preludio alla paternità di Stato che già oggi esiste e si arroga molti diritti dei padri! Rifacendosi a un fantasioso matriarcato primitivo, sia queste femministe che il loro involontario epigono Altaba immaginano una società in cui il ruolo del padre praticamente scompare (ma non quello di mantenitore, precisano le femministe), "condiviso" con altri uomini a caso in favore di quello della madre che ha netta prevalenza nell'educazione della prole.
Per arrivare a questa aberrante ideologia femminista Altaba ricorre alle teorie più fantasiose: per lui l'uomo sarebbe esistito per decine di migliaia di anni allo stato brado, come una scimmia, il cui unico scopo sarebbe stato mangiare e copulare - eventualmente costringendola - con la prima femmina che avesse incontrato, ignorando che sin dai suoi albori l'umanità aveva una cultura complessa (pitture sacre, riti) incompatibile con l'assenza di un padre che la trasmette. È desolante ritrovare questa lettura femminista dell'uomo inutile e violento in un autore sui diritti maschili!
Quanto alla donna, avrebbe avuto l'esclusiva cura della prole (mai desiderata dall'uomo-scimmia per cui avere una discendenza non ha scopo: un bel colpo per le femministe contro la causa dei separati) e avrebbe inventato nientemeno che le norme etiche e civili che ci rendono umani. Una vera umiliazione per gli uomini, creatori di grandissime civiltà, che oggi si bevono tutto questo senza capire e senza fiatare.
Santiago arriva a dire che il glande serviva a estrarre dalla vagina il seme dell'uomo-scimmia che lo aveva preceduto nella competizione animalesca nella riproduzione. Sull'efficacia di questo sistema qualsiasi studente di medicina si sbellicherebbe dalle risa: se fosse vero la riproduzione non sarebbe possibile.
Il libro infiltra (sia pure col beneficio della buona fede) questa agenda femminista insinuando sospetti sul matrimonio, che prima del femminismo funzionava quasi sempre egregiamente, mentre ora stiamo scomparendo come popolo. A pag. 488 afferma, con una ridda di citazioni unicamente satirico-letterarie (trascurandone molte altre a partire da Virgilio) e non rappresentative della popolazione media del tempo, che il matrimonio è solo un'oppressione per l'uomo e che gli uomini l'hanno sempre vissuto "in modo fatalistico", come "una condanna alla schiavitù", una "rete dove si cade preda della donna".
Dei poteri forti da sempre dietro al femminismo inesplicabilmente tace: non mi risulta una parola su fondazioni private, ONG e governi che lo sostengono finanziariamente e politicamente a da cui calano tutte le direttive. In compenso, diverte l'attenzione su falsi bersagli collocati nel passato, guarda caso gli stessi delle femministe: la civiltà, le norme etiche, l'identità culturale e il suo pilastro fondamentale, la famiglia. E proprio come loro vede con favore l'adulterio, le relazioni casuali e tutto ciò che scardina dalle fondamenta un'intera società, a partire dal ruolo dell'uomo e del padre (per Altaba come per le femministe uomini e donne sono identici, a parte differenze fisiche; vedi commenti in rete sull'ammissione delle donne nell'Esercito purché abbiano gli stessi requisiti degli uomini.
Uno sconcertante femminismo in chiave pseudomaschile. Nonostante la pubblicità di suoi amici ed estimatori su vari siti maschili, ci sono altri testi stranamente passati sotto silenzio a partire da Divorzio - Manuale Segreto di Castrogiovanni e Oltre il Maschio Debole di Giacomelli che affrontano la realtà presente invece di prendersela con un lontano passato, in cui gli uomini almeno contavano qualcosa.

Di recente, il punteggio è salito grazie a valutazioni positive prive di recensioni. Credo sarebbe utile agli utenti, se gli autori motivassero in dettaglio la loro valutazione scrivendo una recensione.
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Il Conte di Lautréamont

#22
Citazione di: Finnegan il  1 Maggio 2022, 08:23:44 AM
Data la sua proverbiale ignoranza (e ristretta cerchia di interessi, che vanno dalla cintola in giù), il nostro difende la ridicola teoria di Santiago del pene che servirebbe ad estrarre il seme del copulatore precedente. Cornificare uomini è un argomento che lo riguarda da vicino, ma proprio la sua squallida vicenda dimostra quanto i vaneggiamenti di Santiago non reggano alla prova dei fatti: il povero marito di quell'annoiata signora partenopea si è ritrovato uno (o due, non ricordo) figli non suoi da mantenere.
Sui restanti argomenti sorvola, perché non li capisce ma soprattutto perché vanno contro la sua personale idea di società come bordello LGBT a cielo aperto.

Ah ah ah! Possiamo chiamarlo un libro del c... ( 5 lettere ). Purtroppo è rimasto alle scimmie del pleistocene quando parla di antropologia. Ma poi come fa ad essere sicuro di questa teoria, ha forse provato con il suo aggeggio ad estrarre qualcosa dalla borsa dell'acqua calda? Credo che dovrebbe stare attento a maneggiare certi studi. Per esempio dovrebbe conoscere quello di Mautz, sull'evoluzione pilotata del pene ad opera delle donne, studio che segnalai al tuo caro amico che gli dà manforte e che ovviavente non condivideva. D'altra parte Mautz e Morris possono essere complementari tanto che alla fine le loro indagini convergono nel sostenere che il pene si è evoluto per stabilire un profondo legame di coppia tra l'uomo e la donna, cioè proprio il contrario di quello che Santiago sostiene.

Finnegan

#23
E' noto a qualsiasi studente di medicina che si può concepire anche senza penetrazione.
Senza contare banali considerazioni di idraulica: provi a estrarre un liquido da un recipiente con un bastone, figurarsi con il... 5 lettere. Siamo all'idiozia più totale, d'altronde che ti aspetti da chi trova normale modificare il proprio sesso? Mi sa che esiste una disforia del pensiero, come dice Johann.
Le donne non riescono neppure ad allevare figli lavorando, figurarsi cacciare lo smilodonte da sole e occuparsi di una prole sicuramente numerosa. Ma soprattutto, come si può immaginare l'uomo (cresciuto da chi poi?) che vive come una bestia, a cacciare e copulare senza figli e senza identità? Tra l'altro la caccia era un compito collettivo, si possono formare tribù tra estranei che non hanno prole né radici?
Santiago riduce l'uomo, con la sua dignità e la sua civiltà a un livello men che subumano. E infatti le sue teorie trovano consensi tra chi ha uno sitle di vita da bestia.
Quel libro è uno scadente prodotto del pittoresco folclore metropolitano, averlo proseguito per centinaia di pagine suscita più di una domanda. Ha valore unicamente come testimonianza di una civiltà al capolinea, dove le fantasie più assurde tengono luogo di verità; come i culti del cargo delle tribù primitive, al cui livello l'Occidente si sta avvicinando a grandi passi (e forse l'ha anche superato).
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